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Giordano: “Giocatori della Lazio viziati, non dovevano denigrare Pioli. Alla Roma con Garcia non è accaduto”

Parole durissime quelle di Bruno Giordano. L’ex attaccante della Lazio, dalle frequenze di RadioSei, non si è certo risparmiato nei confronti dei calciatori biancocelesti. Li ha definiti viziati e ingrati e spiega il perché:

Ora per alcune vittorie dicono che Inzaghi è bravo e che loro sono dalla parte dell’allenatore. Così facendo rinnegano Pioli, un uomo che li ha spesso difesi mettendoci la faccia. Sono solo dei ragazzini viziati“. Poi un duplice affronto: “Avete mai sentito un calciatore della Roma criticare Garcia? No, e sapete perché? Perché li c’è una società, alla Lazio no!“.

Pioli elogia Ranieri: “Con il Leicester ha fatto un capolavoro!”

Esonerato lo scorso mese dalla Lazio, Stefano Pioli è tornato a parlare di calcio tramite un’intervista a TMW. Argomento è stato il magnifico successo di Claudio Ranieri con il suo Leicester. I Foxes hanno regalato al mondo del calcio una favola da raccontare per decenni.

Pioli ha commentato così il successo del collega: “Ha fatto un capolavoro. E’ una bellissima pubblicità per gli allenatori italiani. Ho grande rispetto per Claudio e tantissima stima perché mi ha insegnato molto e per questo lo ringrazio. Si merita ampiamente questo successo“.

CAOS INFORTUNI – Lovati si difende: “A De Vrij e Kishna avevamo detto di operarsi subito, ma loro non hanno voluto. Cosa c’entriamo noi?”

Lo staff medico della Lazio è sotto accusa. Tanti, troppi infortuni in una stagione, am soprattutto recuperi molto lunghi che hanno penalizzato la squadra. Giocatori troppo fragili o diagnosi sbagliate? A rispondere ci ha pensato Stefano Lovati, dalle frequenze di Lazio Style Radio: “Precisiamo subito che Gentiletti dopo l’intervento non ha avuto mai problemi al ginocchio. Il suo tempo di recupero si è allungato per altri motivi ovvero i problemi di postura ai muscoli dei flessori della coscia“.

Poi su De Vrij e Kishna va molto pesante, accusando i due olandesi: “Li avevamo avvertiti da tempo che dovevano operarsi per risolvere i loro problemi, ma non hanno voluto. De Vrij ha preferito prima terminare la scorsa stagione e poi giocare co l’Olanda, dove ha peggiorato la situazione, anche per colpa dei medici olandesi che gli hanno consigliato un tipo di recupero sbagliato. Infatti poi si è dovuto operare come avevamo previsto noi. Kishna addirittura ha subito un’operazione sbagliata dal suo medico di fiducia olandese. Ora ditemi voi come fa ad essere colpa nostra!

Infine un ultimo attacco: “Klose ha il suo ortopedico da quando aveva 16 anni e quindi si rivlge sempre a lui. ma va bene così lo capiamo. Lo scorso anno dovevamo fare il salto di qualità, ed ora ci state massacrando come se fosse tutta colpa nostra. Le società devono investrire di più nella sanità per avere strutture migliori e all’avanguardia. Queste critiche però sono inaccettabili“.

Per leggere le dichiarazioni di Bianchini CLICCA QUI

INFERMERIA – Il medico sociale Bianchini: “Dette cose non vere su di noi, a fine stagione bisognerà chiarire”

La stagione della Lazio dal punto di vista dei tanti infortuni subiti dalla squadra biancoceleste non è stata certo ottimale e in più di un’occasione le colpe di tale situazione sono state indirizzate verso lo staff medico laziale.

Per fare chiarezza sulla situazione ai microfoni di Lazio Style Radio è intervenuto il medico sociale Roberto Bianchini: “Abbiamo letto diverse affermazioni che non corrispondono a verità per cui ci teniamo a chiarire alcuni argomenti. Prima di tutto voglio precisare che non possiamo più accettare che la nostra professionalità sia messa in rapporto al nostro compenso. Quanto percepiamo è una cosa personale che non deve essere di dominio pubblico per motivi di privacy e inoltre è frutto di rapporti che ogni medico ha con la società. È incredibile doverci sentir dire che siamo pagati a gettone o che un medico, non pagato o pagato meno di quanto dovrebbe essere, deve essere considerato un professionista di livello inferiore. Nel momento in cui ci siamo impegnati con la società abbiamo accettato quello che ci veniva offerto e una volta accettato abbiamo sempre lavorato al meglio perchè siamo dei professionisti e nessuno può dubitarne.

Per quanto riguarda i tanti infortuni bisognerebbe capire quello di cui si parla. Abbiamo avuto circa 50 problemi patologici, esattamente 57, ma di questi 26 sono state patologie muscolari e 31 patologie di tipo traumatico. Le problematiche muscolari rispetto alla stagione scorsa sono state leggermente superiori. Ma bisogna anche tener presente che l’anno scorso abbiamo disputato in tutto 45 partite mentre in questa stagione sono state 53. Con otto partite in più abbiamo avuto 26 problemi muscolari, contro i 22 dell’anno scorso.

Non dipende dalla bravura del medico recuperare in casi di distorsione al ginocchio, fratture del perone o infrazioni ad una tibia. Il dottore non può far altro che fare una giusta diagnosi e cercare una giusta terapia che possa nel minor tempo possibile, nell’interesse del giocatore e della società, recuperare il giocatore per farlo tornare a disposizione del tecnico al meglio delle sue possibilità. Subire un evento muscolare ha un suo significato che deve essere messo in correlazione con la persona che lo subisce, all’età, al tipo di muscolo infortunato, alla soglia del dolore e della sopportazione dell’atleta, alla capacità fisica e biologica di recupero che varia da persona a persona. Non basta dire che un’atleta ha subito una lesione muscolare di primo grado e che nel giro di 15 giorni il giocatore deve tornare in campo. In teoria è cosi ma in medicina tutto dipende dalle  variabili.

Abbiamo voluto precisare perchè non ci sembra una situazione peggiorata di tanto dall’anno scorso, senza tralasciare che alcuni eventi traumatici derivano dalle Nazionali. Tra questi giocatori ce ne sono alcuni partiti sani e tornati con problemi dovuti agli impegni esteri.

Questo discorso volevamo farlo alla fine dell’anno, ma sono state riportate tante cose sbagliate, ed a volta anche offensive. Bisogna capire che quando un professionista legge un pezzo sullo staff medico della Lazio può avere una visione distorta dalla realtà, ma spesso l’articolo viene letto da figli, genitori, fratelli e amici magari non medici e alla fine chi viene chiamato in causa ha voglia di chiarire le cose. Questo non significa che non bisogna migliorare determinate strutture e rapporti. Le cose perfette non esistono, si può sempre migliorare”.

Stefano Lovati difende lo staff medico e attacca De Vrij e Kishna CLICCA QUI

CURIOSITA’ – La vignetta di baby George sul Primo Maggio diventa virale

Sulla pagina facebook “Baby George ti disprezza” la vignetta postata il Primo Maggio in occasione della Festa dei lavoratori che ritrae il principino George in braccio a papà William nel giro di pochi giorni è diventata virale.

Nell’immagine il piccolo George, con tanto di scherno con la manina, si chiede: Ma che te festeggi se sei disoccupato?“. La foto ha sicuramente fatto centro vista la risposta degli utenti del social: seimila le condivisioni e ventiseimila i mi piace per un’ironica ma alquanto reale immagine specchio dei nostri giorni.

CRONACA – A fuoco la casa di Al Bano per un incendio doloso

Mentre Al Bano Carrisi si trova a Milano per lavoro, a Cellino San Marco, sua citta natia, qualche malintenzionato ha dato fuoco alla sua casa. Intorno alle 4 del mattino in via Giuseppe Di Vittorio qualcuno ha distrutto il portone della casa del cantante cospargendo del liquido infiammabile su un mucchio di volantini per poi appiccare il fuoco e darsi subito dopo a gambe levate disperdendosi per le vie del centro cittadino.

Al Bano raggiunto dalla spiacevole notizia ha commentato: “E’ stata la prima notizia della giornata e mi chiedo il perchè sia successo. Vorrei sapere chi è stato non per punirlo, ma per capirlo. Vorrei fare come fece il grande Papa Giovanni Paolo con Alì Agca.

La casa del cantante è disabitata, sono stati i vicini a chiamare i vigili del fuoco, che sono intervenuti sul posto assieme ai carabinieri di Cellino e del Nucleo operativo radiomobile di Brindisi. Davanti al portone dell’abitazione sono state rinvenute tracce di benzina e resti della carta utilizzata per accendere il fuoco. Nell’area circostante non c’è presenza di telecamere per cui gli investigatori hanno interrogato i residenti per sapere se qualcuno avesse potuto vedere gli attentatori al momento del fatto.

Il cantante pugliese è molto attaccato a questa casa, di proprietà della madre, per esserci nato e cresciuto con i genitori: “Ho sempre voluto conservare quella casa così com’era, per i miei figli, come documento del mio passato per loro. Non ci sono più di due stanzette, ho vouto che restasse un simbolo intonso di umiltà, insieme con quella porta storica da cui sono entrato e uscito tante volte fino al 1961, quando sono andato via dalla Puglia, e che oggi è distrutta. Perchè? Chiunque sia stato sappia fin da subito che può contare sul mio perdono, ma mi si aiuti a scoprire perchè qualcuno ha voluto infliggermi uno sfregio spirituale di questo genere”.

Giudice Sportivo – Due biancocelesti squalificati, Juventus decimata

La Lega Serie A ha pubblicato sul proprio sito ufficiale il comunicato riguardante le decisioni del giudice sportivo riguardanti la 36esima giornata di campionato. Due i giocatori laziali squalificati: Gentiletti e Keita. Appiedati per un turno dal Giudice sportivo quattro giocatori della Juventus: Hernanes, Lichtsteiner, Mandzukic e Pogba, tutti fermati per un turno. Il giocatore Murillo dell’Inter, unico espulso della giornata salterà la prossima partita.

Questa la lista completa dei giocatori squalificati: Tomovic (Fiorentina), Gori (Frosinone), Hernanes, LichtsteinerPogba e Mandzukic (Juventus), Gentiletti e Keita (Lazio),  Krsticic (Sampdoria) e Felipe (Udinese).

Tapiro d’oro per la portabandiera italiana di Rio

Valerio Staffelli, l’inviato di Striscia la Notizia, il tg satirico di canale 5, ha consegnato il Tapiro d’Oro a Federica Pellegrini per aver accettato di fare la portabandiera alle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro, dopo che già in precedenza aveva rifiutato lo stesso incarico ai Giochi Olimpici di Londra nel 2012.

Da Verona, dove la campionessa di nuoto è stata intercettata in compagnia del fidanzato Filippo Magnini, ha dichiarato: “Non è vero che l’altra volta ho rifiutato, ho solo detto che non mi sarei messa nella lista delle possibili portabandiera perchè la mattina successiva alla cerimonia d’apertura avevo una delle mie gare più importanti, i 400 metri stile libero. Sono due anni che non partecipo più questa gara e quindi mi sono candidata. L’obiettivo di noi sportivi è entrare in Nazionale e portare il tricolore sul petto quindi sarebbe assurdo dire di no alla bandiera italiana”. Poi una domanda sul futuro matrimonio della coppia ha aggiunto: “Di questo argomento non ne abbiamo ancora mai parlato perchè siamo troppo presi dall’acqua e da altre cose…”.

Il punto del direttore – Laziochannel come il Leicester

Una piacevole similitudine

Beh, se proprio dobbiamo dire la verità, questa storia del Leicester di Ranieri ci ha caricato a mille, facendoci capire che anche i più piccoli, se organizzati bene e con un pizzico di fortuna, possono vincere nello sport così come nella vita. Felicissimi che un cittadino romano abbia regalato al mondo intero una nuova pagina di storia sportiva. Una favola da raccontare fra trent’anni a chi non ha avuto la fortuna di viverla come noi. Orgogliosi che sia stato un italiano a guidare Vardy & Co. verso un’impresa su cui soltanto qualche inglese ubriaco aveva scommesso a inizio stagione.

w la libertà d’espressione

Ci piace pensare che anche il nostro giornale possa in qualche modo ritagliarsi lo spazio e ricalcare in qualche modo il cammino delle volpi inglesi. La redazione di Laziochannel oggi è raggiante perché anche noi nel nostro piccolo, siamo nati per “salvarci” e non certo per vincere lo scudetto, almeno alla prima stagione! Le difficoltà a cui dobbiamo sottostare e che avevamo previsto fanno parte del gioco, i soprusi e le ingiustizie che stiamo subendo No. Non poter entrare a Formello e né accedere in Tribuna stampa dello Stadio Olimpico non fanno parte del regolamento, anzi stiamo sollecitando l’Ordine dei Giornalisti per denunciare qualcuno che anche di fronte al codice civile e penale, infrange e modifica le regole del gioco a proprio piacimento. Noi siamo l’unica testata giornalistica che non può entrare in sala stampa né allo Stadio per svolgere onestamente il proprio lavoro. I nostri lettori devono sapere queste cose. Questi attacchi alla libertà di stampa sono inaccettabili verso il vostro direttore, un uomo che per la Lazio ha dato tanto. Con il Leicester come esempio, laziochannel lotta e combatte contro colossi ben più esperti e affermati. Oggi è un grande giorno per tutte le persone oneste, quelle che credono nella giustizia e che rispettano le regole. I veri laziali sanno cosa leggere ma sopratutto ci sono vicini. In questo progetto editoriale ci ritroviamo soli contro tutti ma ciò non importa, perché la nostra redazione è ben formata, mentre i nostri lettori sanno distinguere i giornalisti servili da quelli liberi come noi. Non importa se periremo, laziochannel non si è mai posta questo problema. Quelle che conta nella nostra redazione è camminare a testa alta in nome della Lazio e del giornalismo libero e senza bavaglio. Facciamo i giornalisti per passione. Siamo laziali per tradizione. Per aspera ad astra. Complimenti Claudio. Complimenti Leicester. Noi ci crediamo e non molliamo mai. Siam pronti alla morte, la Lazio chiamò.

Davide Sperati

Banti: “Non ho rivisto l’episodio di Keita, ma vi dico che…”

Questa mattina a Roma, presso il Centro Congresso Frentani, si è svolto l’incontro “Gli arbitri e la comunicazione con la stampa“. L’evento, organizzato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti in collaborazione con l‘AIA e la FIGC, tratta di argomenti importanti e interessanti come gli arbitri e la comunicazione, il regolamento del calcio e la terminologia corretta. All’evento ha partecipato anche Banti, l’arbitro di LazioInter, che spiega così l’ammonizione per simulazione a Keita, che costringerà l’attaccante del Senegal a saltare la sfida con il Carpi per squalifica:

“Non so se posso esprimere la mia opinione visto che il Giudice Sportivo non ha ancora redatto alcun verbale sull’accaduto. Non ho ancora rivisto l’episodio, quando la rivedrò vedremo se ho preso o meno la decisione corretta. Se ho preso la decisione corretta posso ritenermi contento anche se non sarà una vincita personale, in caso contrario sarà per me uno spunto positivo per studiare e valutare il perché ho commesso un errore. Come decido in quei casi? In base a quello che vedo in campo, sono un arbitro e devo decidere. In caso di simulazione generica si valuta secondo due parametri: se il calciatore si è buttato volontariamente a terra per far prendere all’arbitro una decisione a suo favore, e in quel caso c’è l’ammonizione, oppure se ha esagerato il semplice contatto”.

INFERMERIA – Accertamenti in corso per tre giocatori biancocelesti

AGGIORNAMENTO ORE 14:00 – Niente allenamento oggi per i giocatori biancocelesti, grazie alla giornata di riposo concessa da mister Inzaghi. E’ l’occasione giusta per fare degli accertamenti strumentali. Sono giunti pochi minuti fa alla clinica Pideia tre giocatori biancocelesti: Alessandro Matri, Etrit Berisha e Eddy Onazi. L’attaccante sta cercando di recuperare da una lesione muscolare al polpaccio. Il bomber ex Milan non potrà essere a disposizione di Inzaghi per la partita contro il Carpi. Più probabile un rientro nell’ultimo match di campionato contro la Fiorentina. Accertamento al ginocchio, invece, per Berisha: il portiere convive con un fastidio al ginocchio. Onazi invece deve effettuare dei controlli dall’otorino a causa della sua allergia.

Il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi da quando è subentrato al posto di Pioli non ha mai ancora potuto contare su tutti gli effettivi biancocelesti che compongono la rosa.

A parte quello dei giocatori lungodegenti il problema relativo a continui stop insiste nell’infierire sullo spogliatoio biancoceleste. Domani alle 13,30 è atteso alla clinica Paideia Alessandro Matri. L’attaccante biancoceleste verrà sottoposto ad accertamenti per l’infortunio al polpaccio che lo sta tenendo lontano dai campi da gioco da qualche settimana. Seguiranno aggiornamenti…

Un ultima standing ovation per il Re Miro Klose?

C’è un’idea che sta circolando tra i tifosi in queste ore e sta prendendo sempre più corpo: andare a Lazio-Fiorentina per rendere un ultima volta omaggio ad un grande campione come Miroslav Klose. Come sappiamo, infatti, il giocatore tedesco vedrà nel prossimo giugno chiudere il suo rapporto con la Lazio ma, all’alba dei 38 anni, non ha intenzioni di fermarsi. Una cosa è certa, il suo futuro (purtroppo) non sarà ancora con la maglia biancoceleste. Dopo cinque anni lascia la Capitale e la squadra che la rappresenta (circola la voce che avrebbe già fissato la data della cena di addio con squadra e staff). Miro ci ha pensato a lungo ed è arrivato alla decisione. In molti lo implorano di restare ma, anche per lui, è arrivato quel momento in cui cala il sipario e si spengono le luci. Troppo forte il richiamo di casa (da capire se in veste di giocatore o di allenatore). In Germania lo aspettano, la Nazionale è pronta ad affidargli già una panchina di una Nazionale giovanile.

Lui per ora pensa solo a fare quel che ha sempre fatto fin dal primo momento in cui ha messo piede a Roma: onorare fino all’ultimo secondo dell’ultima partita (e con l’umiltà che solo i grand campioni come lui hanno) la maglia della Lazio ed un punto di riferimento per i più giovani. In 5 anni con la maglia biancoceleste ha vissuto tantissimi momenti indimenticabili:

1. Il primo gol in Serie A

2. Il suo primo (e meraviglioso) gol nel derby

3. E’ diventato uno degli eroi del 26 Maggio 2013

4. Ha tenuto in piedi la squadra nelle stagioni difficili

5. Ha incarnato perfettamente lo spirito dei -9

6. Ha portato la Lazio ai preliminari di Champions League

7. Ed infine, ha mostrato come si diventa leggenda senza età

E tanti altri bei momenti sono stati vissuti dai tifosi biancocelesti grazie al giocatore tedesco. Un uomo umile e campione vero, colui che non si siede sugli allori (nonostante si sia di recente laureato Campione del Mondo), che non si specchia nei record e nelle vittorie ma cerca sempre di migliorarsi, giorno dopo giorno. Non bastano più le parole, non sono mai bastate. Non basteranno mai. Miro Klose non gioca a calcio, Miro Klose è il calcio. A nulla dunque è servita la petizione dei tifosi, che magari però prenderanno appunto la notizia come uno sprone per andare a salutare il loro campione almeno nell’ultima giornata di campionato con la Fiorentina. I motivi della diserzione dell’Olimpico sono ormai noti, ma magari solo per amore di Klose un’eccezione alla protesta potrebbe scapparci. Chissà…Cantate per le ultima volta: «Palla a Klose e s’abbracciamo» oppure un «Ce l’abbiamo solo noi Miro Klose gol». In ogni caso, lui sa e saprà sempre quanto i tifosi lo amano e per questo non li dimenticherà mai. ADDIO CAMPIONE…Fino alla fine Miro Klose, nato per essere LEGGENDA.

Marco Lanari

 

LAZIALI FUORI PORTA – Prima gioia per Oikonomidis, Tounkara rivede il campo

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Nuovo appuntamento con la consueta rubrica che settimanalmente aggiorna i nostri lettori sulle prestazioni dei giocatori della S.S. Lazio attualmente in prestito ad altre squadre italiane o straniere: Gonzalez (Atlas), Vinicius ( Zurigo), Lombardi (Ancona), Rozzi (Robur Siena), Filippini (Pro Vercelli), Crecco (Modena), Elez (Aarhus), Oikonomidis, Prce, Ronaldo, Tounkara, Pollace, Strakosha (Salernitana), Perea (Troyes), Minala (Bari).

SERIE B

Oikonomidis, Prce, Ronaldo, Tounkara, Pollace, Strakosha: arriva la prima gioia tra i professionisti per Chris Oikonomidis. L’australiano infatti ha dato il via alla rimonta della Salernitana in casa dell’Ascoli realizzando il gol del momentaneo 2-1 con un sinistro chirurgico (la partita è poi terminata 2-2). L’avvio per il classe ’95 non era stato troppo positivo, dato che da un suo errore era scaturito il 2-0 dei marchigiani. Esce alla distanza, fornendo un’ottima prova fatta di dribbling e tanta corsa. Sfiora anche il 2-1 nella ripresa prima di lasciare il posto a Tounkara, che ritorna in campo dopo tanta panchina. Il senegalese tenta un paio di percussioni sulla sinistra ma ha poco tempo a disposizione per mettersi in luce. Titolare Ronaldo, che comanda il centrocampo granata con buona personalità e conferma la sua costante crescita. Panchina per Strakosha e Pollace, ancora out Prce.

Filippini: ancora panchina, l’ennesima di questo girone di ritorno, per Lorenzo Filippini. L’esterno sinistro guarda dalla panchina la sua Pro Vercelli uscire sconfitti dal Manuzzi di Cesena nel Monday Night della 39esima giornata di Serie B. 2-1 il risultato finale per i padroni di casa.

Crecco: pareggio casalingo per il Modena, nella gara che consegna la storica promozione in Serie A al Crotone di Juric. 1-1 il risultato finale al Braglia in virtù delle reti di Luppi per i canarini e di Palladino su rigore per i calabresi. Ancora panchina, la seconda consecutiva, per Luca Crecco.

Minala: il Bari viene fermato sullo 0-0 in casa del Perugia ma riesce a mantenere una salda posizione valida per i playoff. Ancora fuori dai convocati Minala, che non ha recuperato dal problema al tendine d’Achille.

LEGA PRO

Lombardi: clamoroso tonfo interno dell’Ancona, surclassato senza diritto di replica per 0-4 da uno scatenato Rimini. Si tratta della terza sconfitta consecutiva per i marchigiani. Entra all’inizio della ripresa Cristiano Lombardi, con il risultato sullo 0-2 per gli ospiti. Dopo appena 7 minuti arriva lo 0-3 e la gara si chiude virtualmente. Riesce comunque ad entrare nel tabellino della partita rimediando un’ammonizione.

Rozzi: sconfitta netta anche per il Siena di Rozzi, battuto sul campo del Tuttocuoio con un secco 3-0. L’attaccante romano gioca l’intera partita, mostrandosi completamente fuori fase e sprecando anche un paio di buone occasioni da gol.

LIGUE 1

Perea: 25esima sconfitta stagionale per il già da tempo retrocesso Troyes. Stavolta a passeggiare sugli alsaziani è il Bordeaux che li batte a domicilio per 2-4. Ancora out El Coco Perea, la cui stagione in Ligue1 è completamente da dimenticare.

PRIMERA DIVISION Messico

Alvaro Gonzalez: torna alla vittoria l’Atlas, che sconfigge in trasferta il fanalino di coda Chiapas con un rotondo 0-3. Dopo le ultime presenze da titolare stavolta El Tata Gonzalez osserva i compagni dalla panchina per tutti e 90 i minuti di gioco.

ALKA SUPERLIGAEN Danimarca

Elez: terza sconfitta consecutiva per l’Aarhus, battuto in casa dal Viborg per 1-2 e relegato in penultima posizione nella Superliga danese. Il croato Elez parte titolare al centro della difesa offrendo una prova sotto la sufficienza come il resto della squadra.

SUPER LEAGUE Svizzera

Vinicius: brutta sconfitta esterna per lo Zurigo, battuto per 4-0 sul campo del Thun. Non partecipa alla disfatta dei compagni Vinicius: l’esterno brasiliano siede in panchina per tutta la partita.

Giulio Piras

MERCATO – Onazi, l’ag esclude l’addio. Si stringe per un centrocampista brasiliano

Dei giocatori che saranno al centro della rivoluzione della Lazio del prossimo anno non farà parte Eddy Onazi. A rivelarlo l’agente Stephen Makinwa, che, ai microfoni di ‘Cittaceleste’, ha fatto il punto sulle prospettive future del centrocampista nigeriano: “Non penso proprio che Eddy andrà via dalla Lazio– ha detto – Qui sta molto bene e poi sta giocando, insomma abbiamo ottenuto quello che volevamo. Resterà in biancoceleste, non ci sono i presupposti per lasciare“.

In entrata, invece, si stringe per il playmaker del Gremio Walace Souza Silva, meglio noto come Walace. 21 anni compiuti lo scorso 4 aprile, il brasiliano sogna il salto in Europa, dove potrebbe sfondare grazie alle sue abilità nella protezione della difesa e nella costruzione del gioco, oltre che alla sua forza fisica (è alto 1,88) e agilità. La Lazio, secondo quanto riporta ‘Il Corriere dello Sport’, è piombata forte su di lui, che segue fin dalla scorsa estate, e sta provando a chiudere quello che sarebbe uno dei primi acquisti per la prossima stagione. Dalle parti di Formello il suo profilo piace molto, soprattutto per la giovane età (è un classe ’95, come Milinkovic), che lo rende al caso perfetto del ds Tare, il quale per la squadra targata 2016-17 cerca il giusto mix tra giocatori di esperienza internazionali e baby di talento già svezzati. E tra questi ultimi un posto potrebbe esserci appunto per Walace, con i cui rappresentanti la dirigenza biancoceleste sta avendo dei contatti proprio in queste ore.

Scudetto 1915, sulla storica maglia delle finali debutta lo stemma SPL

Come tutti sappiamo il Campionato di Prima Categoria 1914/15 è stato tramandato ai posteri come il campionato interrotto dalla Grande Guerra, in cui il tricolore fu assegnato a tavolino al Genoa in modi e termini a di poco nebulosi ed alla Lazio furono arbitrariamente negati i grandi meriti sportivi che la resero l’unica squadra certa di essersi conquistata l’ambita finalissima nazionale. Per la gloriosa società capitolina, tuttavia, quella stagione calcistica fu di rilevantissimo valore anche per un’altra ragione storico/sportiva. Sulle splendide divise a tinte marcatamente biancazzurre quell’anno, infatti, fece il suo debutto il primo logo sociale, l’acronimo “SPL” della Società Podistica Lazio, che all’epoca affiancò lo stemma istituzionale in cui spiccavano l’aquila imperiale ad ali spiegate ed un fregio marmoreo a forma circolare. Il nuovo logo del club romano si caratterizzava per le tre iniziali della originaria denominazione sociale della Lazio, scritte in bianco, intrecciate tra loro ed incastonate in un cerchio azzurro bordato di blu. Con ogni probabilità, peraltro, quello stemma laziale ispirò il monogramma “ASR” con cui nel 1927 si decise di rappresentare la neonata A.S. Roma. La c.d. “Maglia delle Finali”, come riporta “Il Cielo come Maglia” edito dalla Goal Book Edizioni, fu ininterrottamente utilizzata dalla Lazio sino al 1925, anno in cui, per il venticinquennale della fondazione, lasciò il posto ad una bellissima divisa celebrativa, più chiara, sulla quale campeggiava un elegante stemma triangolare con al centro il numero “25” scritto in rilievo aureo. Noi l’amiamo e per lei combattiamo, così recita uno slogan adottato due anni fa in casa Lazio per esaltarne l’attaccamento alla maglia, ma in realtà sembra coniato su misura anche per le splendide maglie laziali e lo Scudetto Negato del 1915 di cui le stesse non poterono mai fregiarsi. Ecco perché la battaglia continua, non potrebbe essere altrimenti, l’ex aequo tricolore è il minimo che si possa riconoscere a quelle gloriose divise che per l’occasione si erano anche vestite a festa…

CLICCA QUI PER FIRMARE LA PETIZIONE – LAZIO CAMPIONE D’ITALIA 1914/15

Gian Luca Mignogna

Sportiello sulle orme di Marchegiani: “Era il mio idolo, spero di ripercorrerne la carriera”

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Come ormai sanno anche i muri, la rosa della Lazio a giugno sarà completamente rivoluzionata. Tanti sono infatti i giocatori destinati a fare le valigie per approdare ad altri lidi e tanti altri che ancora non sanno con precisione che cosa ne sarà del loro futuro. Tra essi Federico Marchetti, che, nonostante il recente rinnovo, non sembra del tutto sicuro di restare nella Capitale anche il prossimo anno. Per la sua sostituzione nei giorni scorsi si era parlato di Marco Sportiello, talentuoso portiere che sogna il grande salto dopo una stagione ad ottimi livelli con la maglia dell’Atalanta. Proprio costui, in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’, ha parlato del suo futuro, svelando un aneddoto a tinte biancocelesti riguardante i suoi esordi: “Il mio idolo era Marchegiani. Me lo ricordo quando giocava nella Lazio e mi piaceva molto la sua capacità di lettura. Spero di ripercorrerne anche in parte la carriera, anche se so che devo ancora crescere“.

TEMPI BELLI – La Lazio è là

E’ retorico dire che non capita spesso commentare una vittoria, quest’anno. Capita ancor di rado commentare una bella partita, quando c’è la Lazio di questa stagione di mezzo. “Eppure è successo“, come suggeriva in Magnolia la scritta a chi si stupiva quando iniziavano a piovere rane. Stavolta non sono piovuti gol, ne sono bastati un paio, ma bel gioco, speranze (Keita) e nostalgia (Klose), il tutto condito da un pizzico di rabbia, ben testimoniata dalla violenza con la quale Candreva ha scagliato alle spalle di Handanovic il rigore del due a zero.

Certo, la fregatura c’è sempre, come in una perfetta imitazione made in Taiwan: la vittoria è bella ma la classifica no, e a poco servirà probabilmente aver sfilato sei punti su sei ad un’Inter che pure sembra potersi permettere ragionamenti colonialistici sul mercato laziale. Candreva piace all’Inter, Biglia piace all’Inter… a noi piace Scarlett Johansson, ma più di una spruzzata di peperoncino concentrato degli occhi non otterremmo, se ci avvicinassimo. Quando Mancini in conferenza ha detto “Biglia? Costa troppo“, rideva, ma c’era una vena amara che ci fa pensare che se Atene piange, Sparta quasi mai ride davvero.

La vera risposta suggerita dal successo contro l’Inter è che la Lazio è là: ancora là, a disposizione di tutti coloro che l’anno prossimo vorranno crederci ancora. E anche di chi non vorrà, perché sentirsi traditi a vita è un’emozione che merita soprattutto rispetto. Non lo merita però neanche chi vive la Lazio come una condivisione e non sente che possa esistere “un’altra” Lazio. Soprattutto non meritano importanza né valore le persone che dello sputare melma sulla Lazio ne hanno fatto un mestiere e un personale godimento. Il danno mostruoso compiuto da queste persone è soprattutto “dissuadere altri laziali dal manifestarsi come tali. Dire “che meraviglia il gol di Klose” ti manda incontro alla solita vomitata di parole radiocomandata che ti fa sentire uno scemo, se osi parlar bene della tua squadra. Nemmeno Foschi sognava tanto” (cit.).

Ma per scappare dalle cellule impazzite, la Lazio è là. Nei padri con bambini mano per la mano ad assistere al match, insignificante e due settimane dopo un derby perso rovinosamente, contro l’Empoli, in chi per un secondo, a vedere questo Lazio-Inter, ha vissuto un’emozione che per un secondo gli ha fatto dimenticare la classifica. Anche la classifica è là, impossibile scordarlo in una stagione in cui da Fiorentina-Lazio a Lazio-Inter è passato un girone intero per rivedere una partita decente. Ma a chi insulta per un genuino applauso ad un gol della Lazio, non serve mostrare che la Lazio è là con l’indice, ma alzare il sempiterno terzo dito. Quello che indica Trigoria.

Fabio Belli

 

Salas ricorda Mancini e su Simeone: “È tra i migliori tecnici in circolazione, spero che…”

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A Roma i tifosi biancocelesti ancora se lo ricordano per i suoi gol (uno dei quali regalò una Supercoppa Europea, a Montecarlo contro il Manchester United), festeggiati con il famoso ‘inchino’ sotto la Curva. Stiamo parlando di Marcelo Salas, il Matador, che, ai microfoni di ‘calciomercato.it’, ha parlato di Simeone e Mancini, suoi compagni nella Lazio e ora affermati allenatori: “Quando sono arrivato alla Lazio, Roberto è stato uno dei miei compagni di stanza. Ha sempre avuto questo carattere così forte che lo porta spesso a dire ciò che pensa senza mezze misure, e questo magari a volte ha provocato qualche polemica. Personalmente però preferisco un tipo cosi, che dice quello che pensa in faccia e non alle spalle. Di Diego invece ho un grande ricordo, con lui ho condiviso diverse esperienze alla Lazio. Eravamo compagni di stanza e ricordo che quando preparava le partite curava molto i dettagli, aspetto che ha mantenuto anche adesso che fa l’allenatore. Al momento penso possa esser considerato tra i migliori allenatori in circolazione e spero possa tornare in Italia“.

Fabio Argentini: “L’unità di intenti fondamentale per un grande evento come Di Padre in Figlio”

Una delle menti della serata del 23 maggio “Di Padre in Figlio”, il giornalista Fabio Argentini, è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” condotta da Danilo Galdino (a sua volta chiamato alla scrittura e alla conduzione dello spettacolo) per fare il punto sull’iniziativa a venti giorni dal suo svolgimento, anche dall’alto delle sue esperienze e i suoi ricordi.

Ricordo la grande festa del Centenario, con la società, la curva e la Polisportiva tutti riuniti attorno allo stesso tavolo. Difficile ripetere al momento questa alchimia, ma una tale unità di intenti è senz’altro fondamentale per riuscire a realizzare grandi eventi.

Per “Di Padre in Figlio” gli autori come Fabio Argentini potranno avvalersi di un regista come Sergio Colabona: “Un professionista che ha lavorato per i grandi network nazionali, ma è soprattutto un laziale enorme. Mentre preparavamo la scaletta continuava a tirar fuori aneddoti e a ricordare giocatori. Persino a parlarmi di quando evitò di riportare la prima fidanzatina allo stadio perché la prima volta la Lazio aveva perso e aveva portato sfortuna. Lavorare in questo scenario mi rende orgoglioso dei colori biancazzurri, Poi dopo la riunione ci siamo ritrovati in Piazza della Libertà, che vede ogni anno riunirsi spontaneamente. Una delle tante storie che racchiudono la lazialità, come quella di Giorgio Chinaglia seppellito al fianco di Tommaso Maestrelli, caso unico della storia del calcio.

D’altronde la storia della Lazio è ricchissima e dovrebbe essere quotidianamente rievocata: “Quello che rappresentiamo deve essere un patrimonio che va conservato e tramandato. Io scrissi un libro sulla nascita dello sport a Roma: non era un libro specificamente sulla Lazio, ma pur nella voglia di equidistanza, c’erano tracce di Lazio in ogni passaggio. Un museo della storia della Lazio rappresenterebbe qualcosa di meraviglioso, se ben fatto e capillarmente organizzato con rappresentati tutti gli aspetti della storia biancazzurra.

Il direttore artistico di “Di Padre in Figlio” sarà Augusto Santucci: “Si tratta di un personaggio abituato a risolvere ogni tipo di problema. Ha lavorato nella musica con grandi artisti e nel teatro, con artisti come Garinei, Montesano e De Sica. Ha una grandissima esperienza per i grandi eventi live. Dal punto di vista dello spettacolo il filo conduttore sarà quello della favola. Non abbiamo fatto altro che dare alla gente quello che vuole, mettendola nella condizione di emozionarsi di nuovo. Noi ricordiamo la Curva Nord per le bellissime coreografie, ma in pochi conoscono davvero cosa ci sia dietro la preparazione di questi spettacoli, negli anni i tifosi laziali hanno raggiunto un livello di creatività che in molti ci invidiano.

Dalla Cina al Colosseo. La polizia cinese invade Roma. Perché?

Dalla Cina a Roma e Milano per assistere i turisti connazionali che si trovano in vacanza in Italia. Quattro poliziotti della Jingcha, la polizia del popolo, sono arrivati domenica scorsa nella Capitale e lunedì sono scesi di pattuglia al Colosseo e ai Fori Imperiali insieme con agenti della polizia di Stato e carabinieri. Resteranno fino al prossimo 13 maggio.

“In cambio – secondo l’accordo sottoscritto fra Viminale e ministero dell’Interno cinese – poliziotti e militari dell’Arma italiani svolgeranno lo stesso genere di servizi a Pechino e a Shanghai in aiuto ai nostri turisti”.