Non solo sarà costretto a saltare il derby del prossimo 23 aprile, ma tutta la fine della regular season. Dopo l’espulsione rimediata a Terni sabato scorso, è arrivata la temuta stangata per l’esterno della Lazio Primavera, Francesco Manoni, squalificato per quattro giornate dal giudice sportivo: “Per avere, al 31° del secondo tempo, attinto il petto di un calciatore avversario con uno sputo”, come si legge nel comunicato della Lega Calcio.
Galeazzi: “L’atteggiamento da padre-padrone di Lotito sta soffocando la Lazio”
Giornalista storico RAI e grandissimo tifoso laziale, capace in carriera di raccontare le pagine più esaltanti dello sport italiano. Giampiero Galeazzi è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione I Laziali Sono Qua per parlare di Lazio e fare il punto sull’avvento dell’era-Simone Inzaghi.
“Io sono stato uno dei primi a lamentarmi con Lotito che ha avuto la possibilità di fare grande questa squadra. Il presidente della Lazio ha sfruttato molto la propaganda per il quale il club sarebbe divenuto un modello economico, una società sana. Ma il presidente non ha mai voluto fare davvero grande la squadra, rinforzandola al momento giusto. Un difensore centrale manca da anni, il risultato di queste omissioni è stato vivere la stagione peggiore della sua gestione. L’atteggiamento da padre-padrone di Lotito ha mandato in sofferenza la società, mancando l’opportunità di far diventare la squadra una delle migliori d’Italia. Secondo me va ridimensionata la responsabilità di Tare, che si è difeso con le unghie e con i denti. Ora però la squadra va completamente ricostruita, non ha più capo né coda.”
Sull’esonero di Stefano Pioli: “Secondo me Pioli ha fatto sia bene sia male. L’anno scorso aveva dato gioco e personalità alla squadra: in questa stagione però ha commesso numerosi errori dal punto di vista tattico e dal punto di vista psicologico nei confronti di certi giocatori e la decisione della separazione è stata inevitabile. La squadra ha dimostrato di non avere più un’anima, il tifoso laziale non la sopporta più e Pioli è stato il primo a pagare. Ora possiamo vedere Inzaghi come un traghettatore, ma per la prossima stagione serve una figura di spessore: punterei su Mihajlovic, che conosce alla perfezione l’ambiente romano.“
Anche i derby senza pubblico sono stati una pagina nera di questa stagione: “La Lazio ha una tifoseria molto accesa e sempre molto attaccata alla propria squadra, ma il tifo va anche alimentato. Alla Roma al momento hanno campioni che possono permettere perlomeno di sognare. Si è visto subito che la squadra non andava, dall’inizio della stagione: qualche colpo di coda nelle trasferte a Milano e a Firenze c’è stato, ma poi il menefreghismo ha avuto il sopravvento. E’ chiaro che il tifoso laziale ha un DNA diverso rispetto a quello della Roma, ma a questo punto vuole un altro presidente per provare a tornare a competere ad alti livelli.“
CHI L’HA (RI)VISTO – Alfonso Roberto Delgado: don’t cry for me Palestrina
Sereni (46′ Casazza), Oddo, Negro (70′ Sannibale), D. Baggio, Zauri, Manfredini (60′ Melara), Liverani (46′ Giannichedda), Dabo (55′ Corsi), Cesar (46′ Angeletti), Delgado, Pandev. Allenatore: Caso. E’ il tabellino della prima amichevole che la Lazio disputò il 19 luglio del 2004. Era Lotito appena agli inizi, una squadra completamente da ricostruire, che venne completata con i famosi 9 acquisti in un giorno all’ultimo giro utile per il mercato. Si partì con tanti ragazzi che Mimmo Caso portò con sé dalla Primavera, da lui allenata nella stagione precedente.
Tra di essi, però, fu solo uno a partire titolare nella prima sfida amichevole stagionale disputata durante il ritiro in Giappone, nella città di Sendai, contro il Vegalta. Si tratta di Alfonso Roberto Delgado, attaccante rapido ma al tempo stesso fisicamente compatto, potente. Non è un caso che fosse stato lui a scendere in campo dal primo minuto: Delgado infatti nella stagione precedente era finito sotto l’ala protettiva di Roberto Mancini, che l’aveva lanciato in campo in alcune occasioni. Finché nel turno pre-natalizio del 2003, Delgado servì a Zauri l’assist per il gol vittoria della Lazio contro l’Inter. Una sorta di consacrazione, molto suggestiva perché da diverse stagioni, in quel periodo, un giovane della Primavera non si rendeva protagonista con i grandi.
Il primo gol in Serie A non arriverà però mai e nel massimo campionato Delgado troverà spazio solamente durante la gestione Caso. Uno spezzone di gara emozionante per il giovane attaccante sarà quello nel match in casa dell’Inter passata proprio sotto la guida di Roberto Mancini, con la Lazio capace di pareggiare con Talamonti lo svantaggio e di chiudere con Delgado e il compagno di Primavera De Sousa in campo. Inizierà poi un lungo peregrinare nelle serie inferiori, soprattutto Lega Pro, tra Spal, Potenza (dove in tre anni raggiungerà il discreto bottino di 18 reti) e Pergocrema. Nel mezzo, anche un’esperienza in Romania, al Vaslui.
E’ tra i dilettanti del Lazio che la carriera di Delgado trova una seconda chance. Il ragazzo era arrivato alla Lazio dalla Spagna, Tenerife, e venne accolto dalla famiglia di Bruno Mei, per lui un vero e proprio secondo padre, titolare delle autolinee che servivano anche la Lazio durante i trasporti, all’epoca. Di stanza in zona Prenestina, è tra Palestrina e San Cesareo che Delgado si ritrova, da buon figliol prodigo, assestandosi sopra i dieci gol stagionali di media. Quest’anno, in attesa di compiere i trent’anni a maggio, sta lavorando con il Serpentara Bellegra Olevano in Serie D, cercando di contribuire alla salvezza del club. Un ritorno alle origini, col Giappone gelosamente custodito nell’album dei ricordi.
Fabio Belli
MERCATO – Cristiano Ronaldo ad un passo dal ritorno a…casa?
Sarebbe imminente il divorzio tra il Real Madrid e Cristiano Ronaldo. È questo quanto affermano i media inglesi, in particolare il ‘Daily Star’, secondo cui l’attaccante sarebbe ad un passo dal far ritorno al Manchester United. Rivela infatti il tabloid che sarebbe stato già raggiunto l’accordo tra la dirigenza delle Merengues e quella del club inglese per il trasferimento del portoghese, che dovrebbe inoltre apporre la sua firma su un contratto da 16 milioni di euro a stagione. Nei prossimi giorni se ne saprà sicuramente di più, ma intanto i tifosi dei Red Devils già sognano di rivedere la maglia rossa con il numero 7 sulle spalle del loro ex mai dimenticato idolo.
Giulio Regeni – Spunta un informatore che racconta le atroci torture al ragazzo
Lo strazio che vede coinvolta la famiglia di Giulio Regeni non si placa, e non si riesce a far luce su una vicenda raccapricciante che vede più ombre che luci nell’omicidio del ragazzo avvenuto tra il 25 Gennaio e il 3 Febbraio. Come riporta questa mattina La Repubblica, pare essere spuntato adesso un informatore che sta divulgando delle importanti notizie su come si siano svolti i fatti, con la promessa di far trapelare in futuro altre informazioni.
Questo tale che si è apostrofato come Anonimo nelle documentazioni che sta facendo pervenire parla di una storia che porta dritto al cuore degli apparati di sicurezza egiziani, civili e militari, della polizia di Giza, del Ministero dell’Interno, della Presidenza. La fonte scrive direttamente al quotidiano italiano da qualche giorno da un account mail Yahoo, alternando, nei testi, l’inglese, qualche parola di italiano, e la sua lingua, l’arabo.
Si dice della polizia segreta egiziana. Lascia intendere di essere collettore e veicolo di informazioni di chi non può esporsi in prima persona, se non a rischio della vita. Delle sue mail sono in possesso il pm Sergio Colaiocco e il legale della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini. E, come ogni Anonimo, l’attendibilità del suo racconto va presa con assoluto beneficio di inventario. Se non fosse per una circostanza. L’Anonimo svela almeno tre dettagli delle torture inflitte a Giulio Regeni mai resi pubblici e conosciuti solo dagli inquirenti italiani, perché corroborati dall’autopsia effettuata sul cadavere di Giulio nell’Istituto di medicina legale di Roma.
ATROCI TORTURE – Giulio “viene privato del cellulare e dei documenti e, di fronte al rifiuto di rispondere ad alcuna domanda in assenza di un traduttore e di un rappresentante dell’Ambasciata italiana”, viene pestato una prima volta. Chi lo interroga “vuole conoscere la rete dei suoi contatti con i leader dei lavoratori egiziani e quali iniziative stessero preparando”. Quindi, tra il 26 e il 27 gennaio, “per ordine del Ministero dell’Interno Magdy Abdel Ghaffar”, viene trasferito “in una sede della Sicurezza Nazionale a Nasr City”. Di fronte ai suoi nuovi aguzzini, Giulio continua a ripetere di non avere alcuna intenzione di parlare se non di fronte a un rappresentante della nostra ambasciata. “Viene avvertito il capo della Sicurezza Nazionale, Mohamed Sharawy, che chiede e ottiene direttive dal ministro dell’Interno su come sciogliergli la lingua. E così cominciano 48 ore di torture progressive”, durante le quali, per fortuna, Giulio comincia ad essere semi-incosciente. Viene “picchiato al volto”, quindi “bastonato sotto la pianta dei piedi”, “appeso a una porta” e “sottoposto a scariche elettriche in parti delicate”, “privato di acqua, cibo, sonno”, “lasciato nudo in piedi in una stanza dal pavimento coperto di acqua, che viene elettrificata ogni trenta minuti per alcuni secondi”. “Bastonature sotto i piedi”. Il dettaglio svelato dall’Anonimo era sin qui ignoto ed è confermato dalle evidenze dell’autopsia effettuata in Italia. Non è il solo. Tre giorni di torture non vincono la resistenza di Giulio. Ed è allora – ricostruisce l’Anonimo – che il ministro dell’Interno decide di investire della questione “il consigliere del Presidente, il generale Ahmad Jamal ad-Din, che, informato Al Sisi, dispone l’ordine di trasferimento dello studente in una sede dei Servizi segreti militari, anche questa a Nasr city, perché venga interrogato da loro”. È una decisione che segna la sorte di Giulio. “Perché i Servizi militari vogliono dimostrare al Presidente che sono più forti e duri della Sicurezza Nazionale “. Giulio “viene colpito con una sorta di baionetta” e “gli viene lasciato intendere che sarebbe stato sottoposto a waterboarding, che avrebbero usato cani addestrati” e non gli avrebbero risparmiato “violenze sessuali, senza pietà, coscienza, clemenza”. “Una sorta di baionetta”. È un secondo, importante dettaglio. Corroborato, anche questo, dal tipo di lesioni da taglio sin qui non divulgati dell’autopsia effettuata in Italia. L’orrore non ha fine. “Regeni entrò in uno stato di incoscienza. Quando si svegliava, minacciava gli ufficiali del Servizio militare dicendogli che l’Italia non lo avrebbe abbandonato. La cosa li fece infuriare e ripresero a picchiarlo ancora più violentemente”. Gli stati di incoscienza di Regeni sono a questo punto sempre più lunghi. Come confermeranno i versamenti cerebrali riscontrati dall’autopsia. Ma la violenza non si interrompe. “Perché i medici militari visitano il ragazzo e sostengono che sta fingendo di star male. Che la tortura può continuare”. Questa volta “con lo spegnimento di mozziconi di sigaretta sul collo e le orecchie”. Finché Giulio non crolla “e a nulla valgono i tentativi dei medici militari di rianimarlo”.
È il terzo dettaglio, riscontrato dall’autopsia italiana, che l’Anonimo dimostra di conoscere pur essendo pubblicamente ignoto. Ed è quello che spiega il perché nella prima autopsia al Cairo il corpo di Giulio venga mutilato con l’asportazione dei padiglioni auricolari.
Chi scrive, insomma, chiunque esso sia, sapeva e sa qualcosa che potevano conoscere solo i torturatori di Giulio o chi dei suoi tormenti è stato testimone.
Nesta tuona: “Presidenti e calciatori non vanno mai via. Perché?”
Non è un buon momento nemmeno per Alessandro Nesta, che nella prima partita d’esordio come allenatore dei Miami Fc, ha visto la squadra subire il pareggio al ’94 minuto di recupero.
A margine del match l’ex capitano della Lazio, a conoscenza della disfatta della sua squadra del cuore nel derby e dell’esonero del Mister Pioli ha sbottato dichiarando: “La Lazio ha avuto una stagione molto complicata. Ora hanno pure licenziato Pioli. Purtroppo in Italia quando le cose vanno male a pagare è sempre l’allenatore. Presidente e calciatori non vanno mai via”.
LAZIO SOCIAL – Mauricio sprona i compagni: “C’è solo un modo per ridare gioia ai nostri tifosi”
E’ iniziata ufficialmente l’avventura del neo allenatore biancoceleste Simone Inzaghi: nel ritiro di Norcia la squadra ieri pomeriggio ha alternato il lavoro atletico alle esercitazioni sul possesso palla e alle partitelle a campo ridotto. La ripresa è fissata per oggi, è in programma una doppia seduta. Lavorare duramente è l’unica cosa che adesso i biancocelesti possono fare in questo momento di desolazione totale e di sfiducia. Già il capitano Luca Biglia aveva indicato la retta via per cercare di riacquistare un po’ di dignità (leggi qui), a fargli eco è il centrale brasiliano Mauricio che nella sua pagina ufficiale di Facebook scrive: “Lavoro, lavoro e ancora lavoro. Solo in questo modo possiamo migliorare la nostra situazione e dare gioia ai nostri tifosi. Andiamo, S.S. Lazio. Sempre in testa alta“. Chissà se anche i suoi compagni (finalmente) lo hanno capito. Palermo ce lo dirà…
Lavoro, lavoro e ancora lavoro. Solo in questo modo possiamo migliorare la nostra situazione e dare gioia ai nostri…
Pubblicato da Mauricio33_oficial su Martedì 5 aprile 2016
Gregucci: “Mi dispiace per Pioli, ha pagato il meno colpevole. Lotito? Passerà…”
Non si vogliono placare le discussioni inerenti l’esonero dell’ormai ex tecnico biancoceleste Stefano Pioli: da Delio Rossi a Marco Ballotta, tutti sono concordi del fatto che pur avendo le sue colpe non è Pioli il responsabile di questa situazione ma qualcun altro…
Al coro dei Pro-Pioli si è aggiunto anche l’ex difensore biancoceleste Angelo Gregucci. L’attuale allenatore dell’Alessandria è intervenuto ai microfoni di Radio sei per parlare del momento Lazio. Queste le sue parole:
IL DERBY – “Domenica sono crollati tutti gli ideali, lo stadio era di una tristezza incommensurabile. Sì, i ragazzi hanno mille ragioni per non andare, ma non è più lo stesso derby. Quello fatto di tante aspettative, emotività, colori. Si poteva fare meglio, anche se il divario c’è. La Lazio ha provato a reagire, ma queste sfide sono fatte di episodi. Non avendolo visto, sono veramente distante dalle analisi sulla partita. Ci si aspettava però una prova gagliarda.
PIOLI – L’ex difensore della Lazio non ci sta, ritiene che a pagare sia stato il meno colpevole: “Ora paga l’allenatore che è il meno responsabile. È mancato tuttavia anche quell’elemento da cui trarre il senso di appartenenza, da cui far derivare tutto. Parlo di un riferimento forte, nato in caso che possa contaminare gli altri. Serviva infatti giocare una partita minore a livello tecnico, ma diversa sul piano agonistico. Mi dispiace per Pioli, anche se qualcosa ha sbagliato. L’anno scorso ha fatto giocare alla sua squadra un calcio moderno che non vedevamo da quindici anni con grandi soluzioni di gioco, gli avversari venivano asfaltati. Si era creata un’onda da cavalcare, un apice di entusiasmo di cui ha gran merito proprio l’allenatore. Questa stagione è nata invece con grande pessimismo, l’estate quell’onda l’ha azzerato. Anche contro il Bayer Leverkusen, si poteva fare di più, ma il calcio italiano parte sempre in ritardo. La logica non può fare a pugni con la ragione. La linea di difesa era a metà campo, l’allenatore non può essere cambiato così in un anno. L’assenza di de Vrij certamente ha pesato molto”.
I VERI RESPONSABILI – “Bisognava rischiare, puntando su un fuoriclasse da compensare poi con l’accesso ai gironi di Champions League. Io con Lotito ho anche lavorato e ho stima di lui, lavora ininterrottamente. Bisogna programmare con logica, a partire dal senso di appartenenza. L’importante è crescere uno zoccolo duro in casa. Il problema principale è il disinnamoramento. Come nel caso del Manchester United, bisogna partire dai giovani del Settore Giovanile. La Lazio ha ottenuto grandi risultati e dovrebbe avere i migliori giovani del panorama italiano, ma non è così. In definitiva sono tutti responsabili, non ci sono percentuali di colpe. Lo siamo anche noi, bisogna andare allo stadio“.
LOTITO – “Lotito passerà come tutti, ma bisogna andare allo stadio come tutti. Serve un grande senso di appartenenza. Ci dimentichiamo che meno di un anno fa migliaia di tifosi erano a Formello. Alcuni contenuti di Lotito vanno bene, altri no. Si sono raggiunti comunque due preliminari di Champions League in una storia come quella laziale fatta di poche partecipazioni. Una storia piuttosto di contenuto e sentimento. Resta l’errore in alcuni tipi di programmazione, il settore giovanile della Lazio non porta giocatori alla prima squadra. Bisogna cambiare il modo di valutare il calcio: senza soldi vanno valutate soluzioni alternative”.
134 spiagge a misura di bambino
Si avvicina la nuova stagione estiva e stabilimenti e istituzioni comunali si stanno dando da fare per rendere le loro spiagge sempre più attrezzate per offrire ai loro frequentatori nuove location a prova di bambino. Acqua limpida e bassa vicino alla riva, bagnini, giochi colorati, sabbia pulita per costruire castelli, spazi per cambiare il pannolino o allattare, e la presenza nelle vicinanze di gelaterie, locali per l’aperitivo e ristoranti, è l’identikit delle spiagge italiane promosse dai pediatri, che quest’anno in confronto alle stagioni precedenti sono in aumento. L’iniziativa verrà presentata il 16 aprile in un convegno a San Benedetto del Tronto, nel corso di un incontro nel quale si terrà anche la consegna della “Bandiera verde” ai sindaci dei Comuni insigniti del riconoscimento.
L’indagine per decidere quali spiagge corrispondono alle caratteristiche richieste è stata svolta su un campione di 196 pediatri che non avevano partecipato alle indagini degli anni precedenti. I pediatri interpellati – ai quali per il loro servizio non è stato corrisposto alcun compenso – hanno privilegiato le spiagge attrezzate ove ci fosse la presenza degli assistenti di spiaggia, indispensabili per intervenire in caso di emergenza, e questo anche “per la garanzia di pulizia, perciò sicurezza, e per la presenza anche di un bar che possa rispondere alle varie esigenze dei bambini, per esempio per lo spuntino di metà mattinata, la merenda, oppure anche per scaldare latte o altri pasti per i più piccini”. Questo l’elenco delle bandiere verdi 2016.
Abruzzo: Giulianova (Teramo), Montesilvano (Pescara), Pescara, Pineto-Torre Cerrano (Teramo), Roseto degli Abruzzi (Teramo), Silvi Marina (Teramo), Tortoreto (Teramo), Vasto Marina (Chieti);
Basilicata: Maratea (Potenza) e Marina di Pisticci (Matera);
Calabria: Bova Marina (Reggio Calabria), Bovalino (Reggio Calabria), Capo Vaticano (Vibo Valentia), Cariati (Cosenza), Cirò Marina-Punta Alice (Crotone), Isola di capo Rizzuto (Crotone), Locri (Reggio Calabria), Melissa-Torre Melissa (Crotone), Mirto Crosia-Pietrapaola (Cosenza), Nicotera (Vibo), Palmi (Reggio Calabria), Praia a Mare (Cosenza), Roccella Jonica (Reggio), Santa Caterina dello Jonio Marina (Catanzaro), Siderno (Reggio Calabria), Soverato (Catanzaro).
Campania: Agropoli-Lungomare San Marco (Salerno), Ascea (Salerno), Centola-Palinuro (Salerno), Ischia: Cartaroma Lido San Pietro (Napoli), Marina di Camerota (Salerno), Pisciotta (Salerno), Pollica-Acciaroli, Pioppi (Salerno), Positano-Spiagge: Arienzo, Fornillo, Spiaggia Grande (Salerno), Santa Maria di Castellabate (Salerno), Sapri (Salerno);
Emilia Romagna: Bellaria-Igea Marina (Rimini), Cattolica (Rimini), Cervia-Milano Marittima-Pinarella (Ravenna), Cesenatico (Forlì Cesena), Gatteo-Gatteo Mare (Forlì-Cesena), Misano Adriatico (Rimini), Riccione (Rimini), Rimini, Ravenna-Lidi Ravennati, San Mauro Pascoli-San Mauro Mare (Folrì-Cesena);
Friuli Venezia Giulia: Grado (Gorizia), Lignano Sabbiadoro (Udine);
Lazio: Anzio (Roma), Formia (Latina), Gaeta (Latina), Lido di Latina (Latina), Montalto di Castro (Viterbo), Sabaudia (Latina), San Felice Circeo (Latina), Sperlonga (Latina), Ventotene-Cala Nave (Latina);
Liguria: Finale Ligure (Savona), Lavagna (Genova), Lerici (La Spezia), Noli (Savona);
Marche: Civitanova Marche (Macerata), Fano-Nord-Sassonia-Torrette/Marotta (Pesaro-Urbino), Gabicce Mare (Pesaro-Urbino), Grottamare (Ascoli Piceno), Pesaro (PU), Porto Recanati (Macerata), Porto San Giorgio (Fermo), Numana Alta-Bassa Marcelli Nord (Ancona), San Benedetto del Tronto (Ascoli), Senigallia (Ancona) Sirolo (Ancona);
Molise: Termoli (Campobasso);
Puglia: Fasano (Brindisi), Gallipoli (Lecce), Ginosa – Marina di Ginosa (Taranto), Ostuni (Brindisi), Otranto (Lecce), Polignano a Mare – Cala Fetente – Cala Ripagnola – Cala San Giovanni (Bari), Porto Cesareo (Lecce), Rodi Garganico (Foggia), Vieste (Foggia), Marina di Pescoluse (Lecce), Marina di Lizzano (Taranto) Melendugno (Lecce).
Sardegna: Alghero (Sassari), Bari sardo (Ogliastra), Cala Domestica (Carbonia-Iglesias), Capo Coda Cavallo (Olbia), Carloforte-Isola di San Pietro: La Caletta – Punta Nera – Girin – Guidi (Carbonia-Iglesias), Castelsardo-Ampurias (Sassari), Is Aruttas-Mari Ermi (Oristano) La Maddalena-Punta Tegge-Spalmatore (Olbia Tempio), Marina di Orosei-Berchida-Bidderosa (Nuoro), Oristano – Torre Grande (Oristano), Poetto (Cagliari), Quartu Sant’Elena (Cagliari), San Teodoro (Nuoro), Santa Giusta (Oristano), Santa Teresa di Gallura (Olbia Tempio), Tortolì – Lido di Orrì, Lido di Cea (Ogliastra);
Sicilia: Balestrate (Palermo), Campobello di Mazara – Tre Fontane – Torretta Granitola (Trapani), Casuzze-Punta secca-Caucana (Ragusa), Cefalù (Palermo), Giardini Naxos (Messina), Ispica-Santa Maria del Focallo (Ragusa), Marina di Lipari-Acquacalda-Canneto (Messina), Marina di Ragusa, Marsala – Signorino (Trapani), Mondello (palermo), Plaja (Catania), Porto Palo di Menfi (Agrigento), Pozzallo – Pietre Nere, Raganzino (Ragusa), San Vito Lo Capo (Trapani), Scoglitti (Ragusa), Vendicari (Siracusa).
Toscana: Bibbona (Livorno), Camaiore – Lido Arlecchino – Matteotti (Lucca), Castiglione della Pescaia (Grosseto), Follonica (Grosseto), Forte dei Marmi (Lucca), Marina di Grosseto (Grosseto), Pietrasanta – Tonfano, Foccette (Lucca), Monte Argentario – Cala Piccola – Porto Eercole (Le Viste), Porto Santo Stefano (Cantoniera – Moletto – Caletta) – Santa Liberata (Bagni Domiziano – Soda – Pozzarello) (Grosseto), San Vincenzo (Livorno), Viareggio (Lucca), Pisa – Marina di Pisa, Calambrone, Tirrenia (Pisa);
Veneto: Caorle (Venezia), Lido di Venezia, Cavallino Teporti (Venezia), Jesolo- Jesolo Pineta (Venezia), Chioggia-Sottomarina (Venezia), San Michele al Tagliamento-Bibbione (Venezia).
6 aprile 1896 – Il sogno di De Coubertin diventa realtà
I primi Giochi Olimpici moderni nacquero, su iniziativa del barone francese Pierre de Coubertin, sull’onda del rinnovato interesse per l’età classica dovuto alle straordinarie scoperte archeologiche di quei decenni di fine Ottocento. Il progetto delle prime Olimpiadi moderne fu presentato nel giugno del 1984 durante un congresso alla Sorbona al termine del quale venne fondato il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) e fu deciso che la città prescelta per la prima edizione sarebbe stata Atene.
Anche in quel periodo la Grecia era in crisi economica ma, nonostante le difficoltà, alle 15,30 del 6 aprile 1986 allo stadio Panathinaiko di Atene il re Giorgio I dichiarò aperte le prime Olimpiadi moderne. Australia, Austria, Bulgaria, Cile, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Stati Uniti, Svezia, Svizzera e Ungheria, furono le prime squadre a prenderne parte, anche se con enormi differenze tra una delegazione e l’altra (dai 169 atleti greci all’unico atleta presentato da Australia, Bulgaria, Cile, Italia e Svezia), 9 gli sport in programma (atletica, ciclismo, ginnastica, lotta, nuoto, tennis, tiro, scherma e sollevamento pesi) e nessun partecipante di sesso femminile, per rispetto alla tradizione antica e alla visione vittoriana del ruolo della donna.
Nella gara di apertura dei Giochi il primo campione olimpico fu James Connolly, vincitore nel salto triplo. Gli atleti americani vinsero 11 medaglie d’oro, la Grecia 10, ma l’atleta più premiato fu il tedesco Carl Schuhmann, che vinse tre ori nella ginnastica e uno nella lotta. La gara più spettacolare fu la maratona, la gara che prendeva il nome dalla leggendaria impresa di Fidippide. A vincerla un greco: Spiridon Louis, pastore e portatore d’acqua. Da tener presente che si parla di medaglie d’oro, argento e bronzo ma solo per chiarezza, dato che nella prima edizione dei Giochi moderni i vincitori ricevevano una corona di ulivo e una medaglia di argento, i secondi una medaglia di rame e un ramo d’alloro, mentre per i terzi arrivati non era previsto alcun premio.
E. Filippini: “Inzaghi la scelta giusta. Pioli? Dispiace”
L’ex calciatore della Lazio, Emanuele Filippini, è intervenuto a Lazio Style Radio. Lìex centrocampista ha parlato di Pioli: “Dispiace per Pioli perché l’anno scorso meritava la panchina d’oro, ma purtroppo quest’anno non è stato all’altezza e in queste situazioni bisogna prendere decisioni, anche se la colpa non è solo del singolo ma di tutto l’ambiente“. Poi sulla scelta di affidare la panchina ad Inzaghi dice: “E’ un grande allenatore ed ha sempre fatto bene con la Primavera, il suo metodo di gioco è il 4-3-3 che si adatta con le caratteristiche della squadra. Inzaghi deve cercare di trasmettere entusiasmo e riportare fiducia e consapevolezza alla squadra e all’ambiente, e concludere il campionato nella maniera migliore per onorare la maglia. La prossima sfida è contro il Palermo e la Lazio sicuramente darà il massimo per vincere”.
SERIE B – Rissa in Pescara – Como, mano pesante del giudice sportivo
La tremenda rissa finale è costata cara a Pescara e Como. Le due squadre sono state penalizzate pesantemente dal giudice sportivo. Il più penalizzato è stato Benali. Dopo aver subito il fallo ha messo le mani al collo all’avversario avendo inoltre avuto atteggiamento intimidatorio. Le giornate inflitte di squalifica sono 4. Invece 3 giornate sono state inflitte a Barella, reo del fallo che ha causato la rissa finale e per aver spinto a terra più giocatori sia in campo che negli spogliatoi.
PALERMO – Sorrentino punta la Lazio: “Battiamoli e resteremo in A”
Domenica sera al Barbera si affronteranno Palermo e Lazio. Due squadre deluse, ferite. Ma se da una parte c’è una squadra, la Lazio, che non ha più stimoli, dall’altra c’è il Palermo che cerca punti salvezza. La classifica dei rosanero è preoccupante. Cosi’ il capitano Sorrentino, durante la presentazione di uno store del Palermo Calcio, ha lanciato la carica per centare la vittoria: “Dobbiamo necessariamente prenderci i tre punti contro la Lazio. La vittoria potrebbe darci la giusta spinta per restare in Serie A. Non sarà facile perchè ci mancherà Vazquez, ma siamo fiduciosi“.
HIGUAIN – Napoli infuriato, presenterà ricorso
Le 4 giornate inflitte a Higuain hanno mandato su tutte le furie il napoli. La società partenopea, inoltre dovrà fare a meno anche di Sarri, squalificato per 1 giornata. Il club partenopeo ha deciso di fare ricorso sia pwer Higuain che per Sarri. Come si legge dal sito ufficiale, “Il Napoli presenterà ricorso contro le squalifiche di Gonzalo Higuain e Maurizio Sarri, perché le ritiene ingiuste e comunque eccessive“.
NORCIA – Primo allenamento di Inzaghi e primo… infortunio
E’ terminato poco fa il primo allenamento della Lazio targato Simone Inzaghi. A Norcia, sede del ritiro, il nuovo allenatore ha lavorato molto sulla parte atletica e tattica. La prima novità riguarda Lulic. Il bosniaco è stato provato mezzala in un centrocampo a tre con Biglia e Cataldi. In difesa invece Gentiletti provato accanto a Bisevac. L’argentino è in ballottaggio con Mauricio per sostituire lo squalificato Hoedt.
L’allenamento è proseguito con una partitella in famiglia, dove hanno preso parte anche 5 Primavera. Klose non si è allenato per un problema al polso. Mentre è arrivato il primo infortunio, seppur molto lieve. Candreva non ha terminato la seduta a causa di una botta ricevuta alla caviglia, che lo ha obbligato a lasciare anzitempo l’allenamento. Niente di preoccupante.
Ballotta: “Solo colpa di Pioli? No, è anche colpa di Tare”. Poi su Inzaghi…
L’ex portiere della Lazio, Marco Ballotta, è intervenuto a Radiosei, per commentare la nuova avventura di Simone Inzaghi. Lìex numero 1 è titubante sulla scelta del cambio allenatore: “Ormai la stagione è finita, non ha molto senso cambiare, ma è stata presa questa decisione. Certamente serviva una scossa all’ambiente, ma doveva essere fatto prima. Ma le colpe non sono solo di Pioli. Deve assumersi le responsabilità anche Tare, che ha costruito la squadra“. Poi su Inzaghi: “Per lui non sarà facile, perchè allenare la primavera non è la stessa cosa che allenaare in Serie A. Per me avrebbe dovuto fare esperienza in club minori per poi tentare alla Lazio. Ma ora è la sua occasione e spero e mi auguro che faccia veramente bene“. Poi una curiosità: “Non me lo aspettavo che Simone diventasse allenatore di calcio”. E per il futuro? “Fosse per me punterei tutto su Mihajlovic“.
Lotito: “Le critiche ci stanno, ma ho sempre agito per il bene della Lazio. Chi non vuole…”
Claudio Lotito, dopo la sconfitta nel derby che è costata la panchina a Pioli, scrive un lungo editoriale sulla rivista ufficiale della società biancoceleste per assumersi alcune responsabilità di questo momento difficile e per parlare del futuro della Lazio. Queste le sue parole: “La maggior parte di noi, a questo punto, sarebbe tentato di lasciar correre, mettere un punto ad una stagione, seppur non giunta al termine, ed archiviare. Ma non noi della Lazio. O almeno, chi ancora ama pervicacemente questi colori. Tutto porterebbe a gettare nel cestino il lavoro fatto, andando alla ricerca di un unico colpevole, criticando tutto e tutto. E forse, anzi sicuramente, alcune delle critiche sono sacrosante, e per una serie di motivi, per una serie di considerazioni, per una serie di aspettative che poi sono stare disilluse, non sono state analizzate, probabilmente fino in fondo. Critiche sacrosante direi, critiche non troppo soppesate, (e non è una scusa) probabilmente, dall’incalzare degli avvenimenti, dalle partite che si susseguivano, da un’infermeria sempre piena. E ripeto, non sono scuse. Non è nel mio carattere lo sanno anche i miei più storici detrattori, che non cerco alibi, che mi assumo sempre e comunque le mie responsabilità. D’altra parte, quando in una famiglia tutto va a gonfie vele, i figli studiano con successo, la moglie è felice, la situazione economica non dà problemi, al capofamiglia nulla è riconosciuto. Se invece le cose non marciano come dovrebbero, il capro espiatorio è proprio lui. E poi da sempre sono abituato a portare sulle spalle errori commessi anche da altri…Ma si va avanti, non è importante di chi sono i meriti, o i demeriti, l’importante è che si vada avanti. E ora (il termine che userò farà arricciare il naso a molti, e molti grideranno allo scandalo) PRETENDO, come lo pretendo da me stesso, che si triplichino, si quadruplichino gli sforzi, da parte di ogni settore della società, da tecnici, dai giocatori, dai preparatori, da tutti. E che nessuno osi mettere in dubbio che tutto che quello che ho fatto, che faccio e che farò, è sempre con in testa un unico pensiero: il bene della Lazio. Per questa grande passione, per questo grande amore ho sacrificato e sacrifico la mia vita, (ma questo è un affare solamente mio!) e quindi ribadisco, in questo momento poco felice, il massimo impegno da parte di coloro che partecipano a questa avventura, e voglio che si abbia la massima onestà intellettuale nel guardarsi nel profondo per arrivare a prendere la decisione se rimanere o no. O con la Lazio o fuori”.
L’addio a Cesarone, Di Biagio: “Ogni volta che ci vedevano mi scusavo per…”
Oggi la basilica di Sant’Ambrogio era piena di gente per dare l’ultimo saluto a Cesare Maldini, ex allenatore della nazionale e bandiera del Milan. Ovviamente non solo i parenti ma erano presenti anche figure di spicco del Milan come Adriano Galliani ed il presidente Silvio Berlusconi. Hanno partecipato per salutare un pezzo del Milan del passato alcuni giocatori del Milan di oggi, come Montolivo, Abbiati e il loro allenatore Mihajlovic. Anche ex stelle del Milan: Ambrosini, Clarence Seedorf, Shevchenko, Massaro, Brocchi, Galli e Serginho. A dimostrazione che Cesarone ha veramente lasciato qualcosa, lo conferma la presenza anche di elementi della vecchia Inter: il vicepresidente Zanetti, gli ex nerazzurri Suarez, Pagliuca e Toldo. Impossibile non notare la commozione anche di un’altra grande bandiera del Milan, non a caso anche lui fa di cognome Maldini, arrivato nella basilica insieme alla famiglia.
Oggi però più che il giocatore e l’allenatore si è voluto ricordare Cesare Maldini quale uomo è sempre stato. Tra le lacrime e la commozione, così Di Biagio si è espresso: “Una grande persona non solo da punto di vista calcistico ma anche umano, che ha dato molto al calcio italiano. Ogni volta che ci vedevano mi scusavo perché non gli avevo dato la possibilità di diventare Campione del Mondo con quel rigore sulla traversa. Ma lui mi abbracciava sempre con un sorriso. Dovevo sposarmi durante i Mondiali e lui mi fa: che problema c’è? Giochi ti sposi e torni”.
Fonte: Ansa