Si sta avvicinando la seconda sfida proibitiva per il Pescara dell’ex Massimo Oddo. Dopo la sconfitta contro l’Inter di De Boer, pur giocando un ottimo calcio, i delfini dovranno vedersela con i ragazzi di Inzaghi, vogliosi più che mai a far tacere i pessimisti. Per parlare della sfida di sabato pomeriggio (ore 18) allo Stadio Olimpico è intervenuto patron Sebastiani che si è dimostrato più che soddisfatto del rendimento dei suoi: “Abbiamo fatto tre grandi partite e mi auguro che si possa giocare così anche la quarta. Io ho la certezza di avere diversi giocatori che faranno parlare di loro. Caprari ha fatto delle giocate da campione contro l’inter, se avesse avuto la maglia neroblu e non la biancoazzurra se ne sarebbe parlato per giorni. Questo stimolo va mantenuto per tutti il campionato, dobbiamo metterci sempre il 150%. Sabato verranno a Roma circa 2000 tifosi. Dispiace per la frattura tra le tifoserie, mi auguro che non accada nulla di particolare, perché si tratta di una partita di calcio“.
ODDO – “Ho sbagliato poche volte sugli allenatori. Di Francesco l’ho inventato io, con Oddo è stato uguale. Sono entrambi persone serie e preparate.
LAPADULA – Noi siamo una piccola società, Lapadula aveva una serie di richieste, ha deciso dove andare. Al suo posto avrei fatto un’altra scelta dal punto di vista tecnico, ma sono convinto che si prenderà un posto nel Milan e dimostrerà le sue qualità“.
LA SFIDA DI SABATO – “Non firmo nulla, le partite vanno giocate, sempre. Noi abbiamo grande rispetto per la Lazio, che è una delle squadre più forti del campionato, ma nessuna paura. Ce la giocheremo senza barricate. Mi auguro sia una partita ricca di spettacolo. Lotito? Il presidente mi chiese solo Lapadula, nessun altro giocatore. Con lui avevo un rapporto già da prima che io entrassi in questo mondo. Ritengo sia uno dei personaggi che al calcio facciano bene, lavora molto, anche se a volte ha uscite particolari”.

Nella sua carriera scrive oltre mille canzoni, venti sono gli album all’attivo, tante canzoni di successo scritte per altri cantanti, da Ornella Vanoni (“La musica è finita” e “Una ragione di più”) a Mia Martini (“Minuetto”), da Bruno Martino (“E la chiamano estate”) a Fred Bongusto (“Questo nostro grande amore”). Califano si è dedicato anche alla letteratura pubblicando la raccolta di poesie “Voglia di vivere, voglia di morire” e i libri autobiografici “Soli fino al capolinea” e “Il cuore nel sesso”. Torna sulle scene partecipando nel 2005 alle 55ma edizione del Festival di Sanremo con la canzone “Non escludo il ritorno”. L’anno dopo è uno dei protagonisti del reality show canoro di Rai Due “Music Farm”. Malato da lungo periodo Franco Califano muore a 74 anni nella sua casa di Acilia il 30 marzo 2013.
Nel 1961 la carriera di Germi prende una svolta imprevedibile quando comincia a girare commedie grottesche e satiriche. Il suo più importante lavoro è “Divorzio all’italiana” del 1961, grazie al quale riceve due nomination all’Oscar: una per la miglior regia, un’altra a Mastroianni come miglior attore, e riceve una statuetta per il miglior soggetto e sceneggiatura originale, oltre ad altri prestigiosi riconoscimenti. Con “Sedotta e abbandonata” del 1964 torna per l’ultima volta a girare in Sicilia, regione a cui il regista ligure è legato in modo particolare. Nel 1965 cura la regia di “Signore e signori”, con cui vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Nel 1967 dirige “L’immorale”.
Nel 1968 ottiene uno strepitoso successo di pubblico con “Serafino”, interpretato da Adriano Celentano. Nel 1970 è la volta di “Le castagne sono buone”. Il suo ultimo film è “Alfredo Alfredo” del 1972, con Dustin Hoffman e Stefania Sandrelli. Inizia a lavorare al progetto di “Amici miei” che deve però cedere, perché sofferente di cirrosi epatica, all’amico Mario Monicelli. Pietro Germi muore a Roma il 5 dicembre 1974. Il film “Amici miei” uscirà nelle sale l’anno seguente 1975 e verrà dedicato a lui.
