Una settimana e poi la solita, temuta sirena del calciomercato dirà la verità sull’organico della Lazio. Per una stagione senza coppe, già nata, morta e rinata diverse volte. Partita con i nomi di Mandanda, Thauvin, Alessandrini, Pato, Rodrigo Caio, i “fedelissimi” di Bielsa che avrebbero dovuto portare la rivoluzione in casa Lazio.
Se rivoluzione c’è stata, si è trattato sicuramente di qualcosa di “morbido”, orchestrato da un Simone Inzaghi che dopo un lunghissimo giro si è ritrovato seduto laddove aveva sperato di non doversi alzare mai. Quella panchina biancoceleste bramata sin dai tempi degli Allievi Nazionali. Sono partiti Klose, Mauri, Konko, Candreva, Onazi: cinque titolari del 26 maggio, in una sorta di ideale passaggio di consegne dal vecchio al nuovo. Dentro Immobile e Lukaku, gli unici che hanno dimostrato già di poter portare un contributo tangibile alla causa. Ed è già tanto, visto che Wallace e Bastos al centro della difesa sono ancora un’incognita, e lo è ancor di più quel Moritz Leitner, pescato dal cassetto delle promesse mancate.
Eppure a Bergamo si è vista qualche scintilla. Forse sarà finalmente una Lazio “olandese”, con De Vrij recuperato ed Hoedt e Kishna entrambi decisivi, dopo essere stati impalpabili per tutta la scorsa stagione. E forse inaspettatamente Cristiano Lombardi può finalmente rispondere a quelle attese che si erano create intorno a lui dopo gli ottimi risultati ottenuti con la Primavera. Ma la squadra va completata, resta una settimana per trovare quel vice Candreva e probabilmente anche un vice Keita, visto che ormai, tira tira tira la corda, il rapporto col senegalese sembra divenuto insanabile.
Cosa può accadere in una settimana? Tutto o nulla: se i nomi confermati saranno quelli di Dirar e Cerci, le scommesse e le speranze cominceranno ad essere veramente tante. Ma difficilmente ci saranno variazioni sul tema: si è parlato anche del possibile arrivo di un terzino che sarebbe più che altro una sorta di assicurazione sui possibili infortuni di Basta, che un giretto in Paideia ha deciso di farselo anche in questa settimana pre-Juventus. L’impressione è che il tassello decisivo sia proprio lui, Keita. In caso di affare fatto col Monaco, potrebbero arrivare le risorse per un ultimo colpo di coda, a fine mercato. Altrimenti, in apnea verso un’altra stagione da vivere pericolosamente, esattamente come le trattative estive. E’ la Lazio, bellezza.
Fabio Belli

Attore, comico e drammaturgo tra i più amati del Novecento con la recitazione nel sangue. Figlio del celebre drammaturgo Eduardo Scarpetta, dal quale non venne riconosciuto, come i due fratelli Eduardo e Titina. Iniziò a calcare i palcoscenici di tutta Italia con loro, portando in scena diverse commedie scritte da lui. Dopo la dolorosa separazione del 1944 dovuta a dei dissapori con Eduardo, che li divise per sempre, cominciò la carriera di capocomico a teatro e come attore di spicco al cinema e in televisione.
Sul grande schermo con Totò formò la più celebre coppia comica della storia italiana, che ancora oggi continua a far sorridere con film come “Totò, Peppino e… la malafemmina” e “La banda degli onesti”. In tv creò il personaggio di Pappagone, umile servitore che si esprimeva in un gergo bizzarro e dagli effetti esilaranti. Peppino morì a Roma il 27 gennaio 1980, lasciando la sua eredità artistica al figlio Luigi che ne seguì le orme.
Accumoli, in provincia di Rieti nel Lazio, a pochi chilometri da Norcia e Amatrice. Proprio ad Amatrice si registrano i danni più gravi. Il sindaco Sergio Perozzi è intervenuto prima a Radio Rai e poi al telefono con Sky: “Il paese non c’è più. C’è gente sotto le macerie, temo morti”. La grave situazione è stata confermata dal responsabile della Croce Rossa locale che parla di almeno un ponte crollato e di una importante fuga di gas. La scossa fortissima è stata sentita anche a Roma. Molte le chiamate alla protezione civile e ai vigili del fuoco da tutto il centro Italia. In seguito nell’area si sono verificati altri movimenti sismici, con scosse di magnitudo 5,1 alle 4.32 e 5.4 alle 04.33 a 5 chilometri da Norcia.
Accertata una vittima ad Accumoli dove, inoltre, ci sono quattro persone (si
tratta di una famiglia con due bambini piccoli) sotto le macerie. Confermata anche la morte di una coppia di anziani coniugi a Pescara del Tronto, dove sono ancora in corso le ricerche di due bimbe bloccate sotto le macerie. Ad Accumoli, Amatrice e Posta, nel reatino, e ad Arquata del Tronto e a Pescara del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, si registrano i danni più gravi. Numerosi gli edifici crollati: la chiesa di Amatrice distrutta, l’ospedale inagibile. Crollato il campanile di Castelluccio di Norcia. Ad Amandola l’ospedale è stato danneggiato ed evacuato. I viglili del fuoco parlano di danni anche a Gualdo e Mogliano nel Maceratese. Attivi i numeri della Protezione Civile: 840840 e 803555. Una frana è avvenuta sulla parete Est del Corno Piccolo del Gran Sasso a 2433 metri.
Un’altra fortissima scossa di entità 5,4 si è sentita alle 4.34. Il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio parla di diversi feriti, crolli e danni ad edifici. Squadre di vigili del fuoco stanno arrivando sul posto da Lazio, Abruzzo, Toscana e Marche. Il sisma è stato avvertito in tutto il centro Italia, anche a Roma molti palazzi hanno tremato per due volte e per circa 20 secondi. La notizia si è diffusa rapidamente sui social. Le scosse sarebbero state in tutto diciotto in un’ora e mezza. L’ultima, di magnitudo 4,8. Cresce di ora in ora il numero degli sfollati.
Nel 1923 viene pubblicato il suo primo libro di poesie, “Fervor de Buenos Aires”, seguito due anni dopo da “Luna de Enfrente”. Nel 1925 Borges incontra Victoria Ocampo, la musa che riuscirà a portare all’altare quaranta anni dopo. Tra i due si stabilisce un’intesa intellettuale destinata a entrare nel mito della letteratura argentina. Nel 1929 escono i versi di “Cuaderno San Martìn” e, un anno dopo l’“Evaristo Carriego”. Una spada di Damocle incombe però sullo scrittore argentino: la cecità. Borges non ha mai goduto di una buona vista, ha subito ben nove operazioni per tentare di curare la grave disabilità ma alla fine degli anni ’50 diventa totalmente cieco.
Ma la malattia viene da lui utilizzata in senso creativo, la sua potenza visionaria riesce a sfruttare il terribile male, volgendolo in metafora e in materia letteraria. Il culmine di questa “sublimazione” si ha fra il 1933 e il 1934, quando Borges dà vita a trame che utilizzano la storia come falso, menzogna, parodia universale e plagio. I suoi racconti vengono pubblicati sulla rivista “Crìtica”: è la genesi della “Historia universal de la infamia” e della “Historia de la eternidad”. Nel 1938 muore il padre e inoltre lo scrittore resta vittima di un incidente che lo costringe per molto tempo all’immobilità dopo un attacco di setticemia che ne minaccia la vita.
Negli anni della malattia lo scrittore realizza alcuni tra i suoi capolavori, raccolti e pubblicati nel 1944 con il titolo di “Finzioni”. Cinque anni dopo escono i racconti di “Aleph”. Nel 1952 è la volta delle “Altre inquisizioni”. Nel 1955 viene nominato direttore della Biblioteca Nazionale. Con spirito borgesiano lo scrittore commenta così la nomina: “E’ una sublime ironia divina ad avermi dotato di ottocentomila libri e, al tempo stesso, delle tenebre“. E’ l’inizio di un lungo e fecondissimo tramonto che lo porta alla morte avvenuta il 14 giugno 1986. A fianco di Borges la sua seconda moglie, l’amatissima Marìa Kodama.