Il centrocampista biancoceleste Marco Parolo ha parlato in conferenza stampa della gara contro l’Atalanta, ma soprattutto della sfida di sabato contro la Juventus. Queste le sue parole:
Un pensiero su quanto accaduto ad Amatrice…
“Dispiace, è un tragedia per chi la vive e per ha la famiglia lì. Mi è capitato a Foligno di vivere il terremoto ed è molto brutto perché ti senti impotente. Sono molto vicino alle persone che hanno vissuto questo dramma”.
La prima in casa contro la Juve dopo una bella partita contro l’Atalanta….
“Sarà una bella partita contro la prima della classe. Misureremo tante cose, dapprima il nostro lavoro. E’ una gara che ti dà tanti stimoli e non vediamo l’ora di giocarla”.
Qual è il clima nello spogliatoio? La vicenda Keita?
“Abbiamo tirato una riga sugli errori dell’anno scorso e siamo ripartiti con un altro spirito. Quando sono rientrato dalla Nazionale ho trovato tanti giovani che pedalavano e avevano voglia di ascoltare e imparare. Noi anziani stiamo portano la nostra esperienza nel gruppo, mentre il mister ci dà grande carica. Per quanto riguarda Keita se la deve vedere la società. A Bergamo ho visto buone basi, tutti correvano e aiutavano il compagno. Queste sono ottime indicazioni che vedevo anche in Nazionale all’Europeo”.
Cos’è cambiato rispetto alla scorsa stagione?
“Abbiamo preso Immobile che è un attaccante molto forte e poi il rientro di Stefan è molto importante. Avevamo conferme già dall’amichevole contro il Borussia Monchengladbach in cui avevo visto la squadra vogliosa di lottare su tutti i palloni e di non prendere gol. Se ricordate le amichevoli dell’anno scorso non c’era questa voglia. A Bergamo si è visto proprio questo. Abbiamo sofferto un po’ nel finale, ma l’importante sono i 3 punti. Dobbiamo migliorare, ma siamo all’inizio di un bel percorso che speriamo ci faccia divertire e faccia divertire i tifosi”.
Cosa ti porti dietro dall’esperienza in Nazionale?
“Convinzioni che avevo già prima ma che si sono rinforzate ossia del dare tutto in campo per giocarsi il posto. Ci deve sempre essere sana concorrenza tra i giocatori. Penso che se riusciamo a trasmettere questo ai giovani, allora noi vecchietti faremo meno fatica perché ci porteranno avanti loro”.
Conte ti voleva al Chelsea?
“Sono cose di voi giornalisti, il mio cellulare non ha mai squillato”.
Inzaghi?
“E’ stato bravo. L’anno scorso si è catapultato con la mentalità giusta capendo cosa serviva per ripartire e su chi puntare. Quest’anno si è riproposto con la stessa carica e ancora più cattiveria che ci sta trasmettendo. Sono contento di come vanno le cose e del suo modo di lavorare in quanto cerca molto il dialogo e ascolta quello che li diciamo. Questo è il modo giusto per crescere tutti insieme”.
La squadra è più forte o più debole rispetto a un anno fa?
“Abbiamo perso giocatori importanti e di esperienza come Klose, Candreva, Mauri e Konko ma abbiamo dei giovani che possono raggiungere quei livelli. E’ tornato Stefan e poi sono cresciuti giovani con qualità importanti come Hoedt e Milinkovic-Savic”.
Cataldi?
“Sono contento per lui perché non è mai facile partire dalla panchina. Lui è entrato con la cattiveria giusta. Se continuerà ad avere questi atteggiamenti ci sarà utile. Il suo futuro è roseo, ha grandi qualità, deve essere convinto dei suoi mezzi. Fa parte del percorso di crescita avere degli alti e dei bassi, anch’io li avevo”.
La Juventus?
“E’ una squadra forte, parlano i numeri degli anni scorsi e si sono anche rinforzati. Per vincere con loro devi fare la partita perfetta. La cosa che ho imparato da loro è che non mollano mai nulla neanche in allenamento. Dal punto di vista della cattiveria dobbiamo cercare di partire alla pari, poi ovvio che loro hanno giocatori molto forti come Pjanic e Higuain. Noi daremo tutto e poi magari la fortuna ci può aiutare”.
Si può battere la Juve?
“Sì, è il bello del calcio. Noi all’Europeo dovevamo uscire al primo turno mentre siamo arrivati in semifinale contro la Germania. Non puoi partire battuto”.
Qual è il vostro obiettivo e dove può arrivare la Lazio?
“Dove può arrivare la Lazio è presto per dirlo, ogni due mesi dobbiamo mettere degli step. Sono solo 3 settimane che stiamo lavorando tutti insieme. La Lazio si deve scoprire pian piano e deve stimolare i tifosi a venire allo stadio. Tra 3-4 mesi ti saprò essere più preciso”.
Come avete accolto Felipe Anderson? Può esplodere?
“Lo ringrazio perché mi ha fatto toccare la sua medaglia olimpica. Per noi è un giocatore eccezionale, ha dimostrato di avere i colpi e il talento, tocca a noi metterci a disposizione per farlo sbocciare e viceversa. Può essere la sua stagione e mi auguro la sia perché è un giocatore che può rompere gli equilibri. Due anni fa in quei mesi era uno spettacolo da vedere”.
Fabrizio Piepoli


Attore, comico e drammaturgo tra i più amati del Novecento con la recitazione nel sangue. Figlio del celebre drammaturgo Eduardo Scarpetta, dal quale non venne riconosciuto, come i due fratelli Eduardo e Titina. Iniziò a calcare i palcoscenici di tutta Italia con loro, portando in scena diverse commedie scritte da lui. Dopo la dolorosa separazione del 1944 dovuta a dei dissapori con Eduardo, che li divise per sempre, cominciò la carriera di capocomico a teatro e come attore di spicco al cinema e in televisione.
Sul grande schermo con Totò formò la più celebre coppia comica della storia italiana, che ancora oggi continua a far sorridere con film come “Totò, Peppino e… la malafemmina” e “La banda degli onesti”. In tv creò il personaggio di Pappagone, umile servitore che si esprimeva in un gergo bizzarro e dagli effetti esilaranti. Peppino morì a Roma il 27 gennaio 1980, lasciando la sua eredità artistica al figlio Luigi che ne seguì le orme.
Accumoli, in provincia di Rieti nel Lazio, a pochi chilometri da Norcia e Amatrice. Proprio ad Amatrice si registrano i danni più gravi. Il sindaco Sergio Perozzi è intervenuto prima a Radio Rai e poi al telefono con Sky: “Il paese non c’è più. C’è gente sotto le macerie, temo morti”. La grave situazione è stata confermata dal responsabile della Croce Rossa locale che parla di almeno un ponte crollato e di una importante fuga di gas. La scossa fortissima è stata sentita anche a Roma. Molte le chiamate alla protezione civile e ai vigili del fuoco da tutto il centro Italia. In seguito nell’area si sono verificati altri movimenti sismici, con scosse di magnitudo 5,1 alle 4.32 e 5.4 alle 04.33 a 5 chilometri da Norcia.
Accertata una vittima ad Accumoli dove, inoltre, ci sono quattro persone (si
tratta di una famiglia con due bambini piccoli) sotto le macerie. Confermata anche la morte di una coppia di anziani coniugi a Pescara del Tronto, dove sono ancora in corso le ricerche di due bimbe bloccate sotto le macerie. Ad Accumoli, Amatrice e Posta, nel reatino, e ad Arquata del Tronto e a Pescara del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, si registrano i danni più gravi. Numerosi gli edifici crollati: la chiesa di Amatrice distrutta, l’ospedale inagibile. Crollato il campanile di Castelluccio di Norcia. Ad Amandola l’ospedale è stato danneggiato ed evacuato. I viglili del fuoco parlano di danni anche a Gualdo e Mogliano nel Maceratese. Attivi i numeri della Protezione Civile: 840840 e 803555. Una frana è avvenuta sulla parete Est del Corno Piccolo del Gran Sasso a 2433 metri.
Un’altra fortissima scossa di entità 5,4 si è sentita alle 4.34. Il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio parla di diversi feriti, crolli e danni ad edifici. Squadre di vigili del fuoco stanno arrivando sul posto da Lazio, Abruzzo, Toscana e Marche. Il sisma è stato avvertito in tutto il centro Italia, anche a Roma molti palazzi hanno tremato per due volte e per circa 20 secondi. La notizia si è diffusa rapidamente sui social. Le scosse sarebbero state in tutto diciotto in un’ora e mezza. L’ultima, di magnitudo 4,8. Cresce di ora in ora il numero degli sfollati.
Nel 1923 viene pubblicato il suo primo libro di poesie, “Fervor de Buenos Aires”, seguito due anni dopo da “Luna de Enfrente”. Nel 1925 Borges incontra Victoria Ocampo, la musa che riuscirà a portare all’altare quaranta anni dopo. Tra i due si stabilisce un’intesa intellettuale destinata a entrare nel mito della letteratura argentina. Nel 1929 escono i versi di “Cuaderno San Martìn” e, un anno dopo l’“Evaristo Carriego”. Una spada di Damocle incombe però sullo scrittore argentino: la cecità. Borges non ha mai goduto di una buona vista, ha subito ben nove operazioni per tentare di curare la grave disabilità ma alla fine degli anni ’50 diventa totalmente cieco.
Ma la malattia viene da lui utilizzata in senso creativo, la sua potenza visionaria riesce a sfruttare il terribile male, volgendolo in metafora e in materia letteraria. Il culmine di questa “sublimazione” si ha fra il 1933 e il 1934, quando Borges dà vita a trame che utilizzano la storia come falso, menzogna, parodia universale e plagio. I suoi racconti vengono pubblicati sulla rivista “Crìtica”: è la genesi della “Historia universal de la infamia” e della “Historia de la eternidad”. Nel 1938 muore il padre e inoltre lo scrittore resta vittima di un incidente che lo costringe per molto tempo all’immobilità dopo un attacco di setticemia che ne minaccia la vita.
Negli anni della malattia lo scrittore realizza alcuni tra i suoi capolavori, raccolti e pubblicati nel 1944 con il titolo di “Finzioni”. Cinque anni dopo escono i racconti di “Aleph”. Nel 1952 è la volta delle “Altre inquisizioni”. Nel 1955 viene nominato direttore della Biblioteca Nazionale. Con spirito borgesiano lo scrittore commenta così la nomina: “E’ una sublime ironia divina ad avermi dotato di ottocentomila libri e, al tempo stesso, delle tenebre“. E’ l’inizio di un lungo e fecondissimo tramonto che lo porta alla morte avvenuta il 14 giugno 1986. A fianco di Borges la sua seconda moglie, l’amatissima Marìa Kodama.