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Un tifoso in più per la Lazio questa sera a Milano

Al termine dell’incontro vinto in casa dalla Roma contro il Genoa che ha permesso ai giallorossi di tornare a -4 dall’Inter prima in classifica, Garcia, è intervenuto ai microfoni di Mediaset Premium.  Il tecnico giallorosso durante l’intervista ha parlato anche dell’incontro di questa sera tra la squadra nerazzurra e la Lazio: “Se stasera tifo Lazio? Quando scendono in campo squadre nostre avversarie spero sempre in un loro risultato negativo, mi auguro che le squadre che lottano con noi almeno perdino qualche punto”.

SERIE A – I risultati di Napoli, Roma e Fiorentina

Continuano a volare il Napoli di Sarri e la Fiorentina di Paulo Sousa. I partenopei si sono imposti 3-1 con l’Atalanta a Bergamo, mentre i viola hanno superato 2-0 il Chievo Verona, grazie ai loro bomber. Finisce, invece, in parità 1-1 la sfida tra il Verona ed il Sassuolo. Per quanto riguarda i viola, bastano due reti nel primo tempo alla squadra di Paulo Sousa per ritrovare la vittoria, respingere l’assalto della Juventus, e chiudere il 2015 secondi in classifica dietro all’Inter di Mancini. Merito della coppia Kalinic-Ilicic, autori di 18 gol sui 33 totali dei viola in campionato, e delle due reti che hanno stesso il Chievo, portando i gigliati a 35 punti, mentre i clivensi restano fermi a 22 punti. I viola passano al 20′: Bernardeschi taglia per Kalinic che controlla e calcia in diagonale. Bizzarri non trattiene e il pallone entra in porta. La Fiorentina domina ed Ilicic trova il raddoppio al 32′ con un tiro a giro leggermente deviato da Gamberini

Grande prestazione anche del Napoli che si impone sull’Atalanta e aggancia a 35 punti la Fiorentina. Al 7′ della ripresa lo slovacco Hamsik porta in vantaggio gli azzurri su rigore: palla che colpisce la traversa e poi sbatte a terra ma oltre la linea bianca. Lo stesso centrocampista nel finale sbaglierà un altro tiro dal dischetto calciando alto sopra la traversa. Dopo appena due minuti dal vantaggio partenopeo arriva però il momentaneo pari atalantino con Gomez. Poi sale in cattedra l’attaccante argentino, Gonzalo Higuain, che va a segno al 17′ e al 40′ e sale a 16 gol in campionato, per il 3-1 finale anche in dieci uomini per l‘espulsione di Jorginho. Al 46′ Hamsik dal dischetto, dopo un fallo di Paletta su Mertens che viene espulso, manda alto. Finisce, invece, in parità la sfida tra Verona e Sassuolo, fermando la cosa al vertice della squadra di Di Francesco che sale a 27 punti con l’Empoli ma con una gara da recuperare. Di Floccari al 34′ la rete del vantaggio del Sassuolo, pareggiata al 39′ da Luca Toni, per un punto alla squadra di Del Neri che serve a poco, lasciandola ultima a 8 punti.

Dopo i balbettii di Champions, l’harakiri contro l’Atalanta, il catenaccio di Napoli e la figuraccia di Coppa Italia con lo Spezia, la Roma rialza la testa contro un Genoa (finisce 2-0) reduce da tre sconfitte di fila in campionato e dall’eliminazione-sorpresa in Tim Cup. In più i liguri erano privi di alcuni uomini-squadra: Perotti, Burdisso, Pavoletti, Tino Costa. Per la traballante truppa giallorossa c’era insomma solo da passare alla cassa e cercare di eliminare se non tutti, almeno un po’ di spifferi che circolano a Trigoria e che hanno messo a serio rischio la panchina di Rudi Garcia. E così è stato anche se i tre punti sono buoni solo in chiave classifica e non nascondono certo le magagne di una squadra ormai spenta, avvilita, distratta, impaurita e sconclusionata. L’unica nota lieta che accompagna da un po’ di tempo i noiosi pomeriggi giallorossi è il gol del 18enne Sadiq, gioiellino della Primavera messo in campo da Garcia sul finire, e che ha posto fine agli affanni romanisti rimasti in 10′ per la sciocca espulsione rimediata da Dzeko. La maledizione (7 partite senza vittoria e senza gol da tre) svanisce al 43′ su un tap-in di Florenzi, giocatore-emblema di una squadra vogliosa ma disordinata, che riesce a bucare Perin fino ad allora ospite non pagante nel solito Olimpico semi-deserto (20mila gli spettatori sugli spalti, a essere ottimisti). Gasperini è un tecnico navigato, conosce la debolezza della Roma attuale e per cercare di non prenderle ed esporsi alle folate di Salah e Gervinho, di nuovo in coppia dopo il derby dell’8 novembre, manda in soffitta la sua amata difesa a 3 e si presenta a Roma con un abbottonatissimo 4-5-1, con Laxalt e Ntcham leggermente più offensivi dietro all’unica punta, Gakpè e con Pandev in panchina. La tattica sembra reggere perchè la Roma non offende mai, e i due là davanti non ne imbroccano una. Il primo tiro (si fa per dire) è un innocuo colpo di testa di De Rossi alto sulla traversa dopo più di 20′. Dopo di che più niente, salvo i cori dei pochi infreddoliti tifosi che più che Venditti hanno oggi intonato per tutto il match «Ricominciamo» di Adriano Pappalardo. Il tiki-taka «de noantri» di Garcia si è trasformato da due anni in qua in una sempre più mesta ninna-nanna, fatta di sterili passaggi orizzontali e di ‘lancionì per Gervinho e Salah, oggi non pervenuti. Con questi chiari di luna (la cronaca non registra spunti) non è un caso che dopo nemmeno 25′, con zero tiri e zero occasioni, Garcia mandi a scaldare, forse non solo per il freddo, mezza panchina, compreso il partente Iturbe. Se è mai possibile, il secondo tempo è anche peggio del primo nonostante Gasperini cerchi di rivitalizzare l’attacco inserendo Lazovic per Capel e poi Pandev per Ansaldi. La Roma aspetta e spera in un guizzo là davanti che non arriva mai. L’ingresso di Iago Falque per lo smarrito Pjanic non cambia di una virgola lo spartito di un match imbarazzante. La fotografia del match la regala Dzeko al 25’ del secondo tempo quando a porta sguarnita riesce a centrare Munoz che si era disteso sulla linea a corpo morto. Per il croato dopo il danno anche la beffa, perchè due minuti dopo Gervasoni lo espelle per un commento poco english dopo un fallo in area. E a Verona (sponda Chievo) all’Epifania questa squadra malandata dovrà fare a meno dl bosniaco, oltre che di Naiggolan e Pjanic, entrambi diffidati e oggi ammoniti.

Fonte: AdnKronos

Roggi, Ag.: “Questa la strada per arrivare a Candreva e Biglia”

L’agente Matteo Roggi intervenuto ai microfoni di Tuttomercatoweb.it ha commentato le voci che parlano di un serio interessamento dell’Inter nei confronti di Antonio Candreva e Lucas Biglia“Per ottenere i due giocatori ci vuole una cifra importante quindi sarà molto difficile. Certo, quella di Candreva potrebbe essere l’operazione giusta, sono dell’idea che nel mercato di gennaio bisogna andare sul sicuro; quindi arrivare ad un giocatore che possa essere inserito direttamente in squadra e che conosca il campionato sarebbe molto importante. Se l’Inter riuscisse ad averlo potrebbe diventare il vero colpo del mercato. Se poi la società nerazzurra riuscisse a cedere Guarin potrebbe provare a fare il doppio colpo investendo i 40/45 milioni di euro, più Ranocchia, per arrivare sia a Candreva che a Biglia visto che Lotito è particolarmente sensibile all’odore dei soldi”.

Lazio, occhio a Palacio e Ljajic

Questa sera allo stadio Meazza di Milano si affrontano Inter e Lazio. Partita difficilissima per la squadra di Pioli che per tener testa alla capolista dovrà essere in grado di fermare le bocche di fuoco nerazzurre. Quella di questa sera sarà la 200ª partita in Serie A per Rodrigo Palacio: l’argentino in dieci precedenti ha segnato sette gol contro la Lazio, di cui tre nei cinque incontri giocati con i nerazzurri; solo al Parma (nove) ne ha rifilati di più. In questa stagione è ancora alla ricerca della prima rete ma anche nello scorso campionato si sbloccò a fine dicembre, proprio contro i biancocelesti. Per Adem Ljajic, invece, quella di stasera sarà la 150ª presenza nella massima serie; quattro i gol del serbo ai biancocelesti, compresa la sua prima rete in Serie A in un Fiorentina-Lazio 1-2 del 2010: i biancocelesti sono la sua vittima preferita nella massima serie.

Cesar: “Lazio o Inter? Il mio cuore è a Roma. Il segreto dei nerazzurri è il Mancio”

In occasione dell’incontro di questa sera tra Inter e Lazio ai microfoni di Lalaziosiamonoi è intervenuto il doppio ex Cesar Aparecido Rodrigues.

Che partita ti aspetti? “Per la Lazio sarà una partita molto complicata. Affrontare l’Inter in questo momento nel quale i nerazzurri stanno attraversando un gran momento di forma e sono primi in classifica è la cosa peggiore le potesse capitare. La squadra biancoceleste è lontana parente della compagine della scorsa stagione. Per poter conquistare un buon risultato gli uomini di Pioli dovranno dare il massimo. Comunque mi attendo una bella gara. La Lazio potrà dimostrare di poter tornare quella dell’anno scorso. L’Inter ha ritrovato quell’equilibrio tanto ricercato da Mancini“.

Incontrare la capolista può essere uno stimolo maggiore o vince la paura? “Paura credo di no, ovvio che possa esserci rispetto per una grande squadra come quella nerazzurra ma sarà così come anche per gli interisti. Mancini sa che i biancocelesti sono un gruppo in difficoltà e che daranno il massimo. La Lazio sa di trovarsi di fronte la capolista e che per poter tornare a casa con qualche punto dovrà lottare fino in fondo”.

Quali sono i giocatori più importanti di Inter e Lazio? “L’Inter ha dei centrocampisti fortissimi, giocatori grintosi e di grande tecnica che hanno tanta voglia di fare. Ma secondo me il giocatore che fa la differenza è Icardi, sempre pronto a sfruttare qualsiasi errore dell’avversario. Per la Lazio Lucas Biglia. L’argentino è un elemento importantissimo, quando è in piena forma dà veramente tanto, detta i tempi. Ma alla fine ciò che conta è sempre il gruppo, tutti devono dare il proprio contributo”.

Qual è la forza dell’Inter e invece che cosa manca nella Lazio? “Il vero segreto dell’Inter è Mancini, è riuscito a dare un’impronta e un’identità alla sua squadra. Ha introdotto nei milanesi la figura dell’allenatore manager che indirizza la società nelle scelte di mercato. È l’unico, tra tutti i tecnici del dopo Mourinho, che sta portando l’Inter così in alto. Alla Lazio è mancato il mercato estivo, la squadra non è stata rinforzata. I biancocelesti sono gli unici che hanno giocato una finale di Supercoppa con la stessa rosa dell’anno precedente. Non puoi giocarti le qualificazioni di Champions senza aver rinforzato il gruppo. E’ giusto acquistare giovani promesse, come per esempio Kishna, però ci sarebbe voluto anche qualche acquisto di spessore più alto. È ovvio che poi ne paghi le conseguenze anche in campionato perché gli altri club non sono rimasti fermi e si sono rinforzati”.

Pensi che l’allontanamento di Pioli possa aiutare? “Non credo proprio, Pioli ha dimostrato di saper lavorare bene e di riuscire a gestire il gruppo. I giocatori dopotutto sono gli stessi. Il momento non è facile, però deve riuscire a dare una scossa e sono convinto che ci riuscirà. La vittoria contro l’Udinese in Coppa Italia ha riportato fiducia. A Milano la Lazio deve essere convinta dei propri mezzi, consapevole di potercela fare deve ritrovare lo spirito che le ha permesso di raggiungere obiettivi importanti”.

Conosci bene Mancini, prima alla Lazio poi all’Inter, sei stato un suo allievo: Mancini è stato fondamentale per la mia crescita. Sin dall’inizio ha capito le mie caratteristiche e il mio ruolo. Punta tanto sul gioco di squadra e lavora bene sulla mentalità, ci mette tanta passione nel suo lavoro. È un vincente nato, motiva e carica sempre i suoi uomini”.

Uno dei tuoi ricordi più belli alla Lazio? “Riguarda sempre il Mancio, mi ha sempre dato fiducia, anche nei miei momenti più difficili. Mi diceva sempre: “Ce la puoi fare”. Incoraggiamenti che ogni giocatore vorrebbe sentirsi fare dal proprio allenatore. Mi hanno dato la forza di lottare anche quando ero demoralizzato”.

Quando hai capito che volevi diventare allenatore? “Sinceramente avrei preferito lavorare nella dirigenza ma poi ho avuto l’occasione di fare un corso per allenatori. Ho avuto degli istruttori molto bravi che mi hanno fatto innamorare di questo ruolo e da allora non l’ho più lasciato”.

In caso di offerta di guidare Inter o Lazio chi sceglieresti? “Quando si parla di club così importanti, qualunque sia sarebbe un piacere allenare. Vorrei fare come Mancini che le ha guidate tutte e due. Però di una cosa sono certo: il mio cuore è a Roma“.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E se Abramovic avesse acquistato la Lazio? Nel 2003 fu vicinissimo…

Come sarebbe oggi la Lazio se Roman Abramovic l’avesse acquistata al posto del Chelsea? Oggi pare quasi fantascienza, ma nel 2003 il miliardario russo fu davvero a un passo dall’acquistare la società capitolina. A rivelarlo è il giornalista Sky Massimo Marianella, che sulla nota emittente satellitare ha dichiarato “Abramovic voleva una squadra che giocasse la Champions League. Il suo dubbio era tra Lazio e Chelsea, i blues erano i suoi preferiti ma quell’anno rischiavano di non andare in Champions. Poi la squadra allora allenata da Ranieri sconfisse il Liverpool nell’ultima giornata e arrivò quarta. Così Abramovic si convinse definitivamente e acquistò il Chelsea”Il club londinese sotto la gestione Abramovic ha vinto 4 scudetti, una Champions League, una Europa League e diverse coppe nazionali. Chissà se anche la Lazio…

SERIE A- Il risultato finale di Carpi-Juventus con brivido finale…

La partita dell’ora di pranzo tra Carpi e Juventus termina con la vittoria per 2-3 dei bianconeri. Pronti via si mette in salita la gara per gli uomini di Allegri, al 15esimo minuto Borriello imbeccato da Lollo, dribbla Bonucci e sorprende Buffon con un destro angolato. Passano solo 4 minuti e l’estremo difensore del Carpi, Belec, si arrende sulla magia di Mandzukic che con una gran girata lo trafigge. Al 42esimo ancora Manduzkic, Evra crossa dal fondo ed è vantaggio Juve, con il colpo di testa del centravanti bianconero.

Parte il secondo tempo e dopo 6 minuti Pogba imbeccato da un lancio lungo di Marchisio, scavalca il portiere Sloveno del Carpi ed è 1-3. A pochi minuti dalla fine, l’assalto che non ti aspetti da parte della squadra di casa e autogol di Bonucci al 92esimo. Sul risultato di 2-3 pochi secondi dopo la Juve rischia ancora su un attacco avversario ma nulla di fatto. Il triplice fischio dell’arbitro Giacomelli assegna la vittoria alla squadra di Allegri che si trova momentaneamente seconda in classifica, aspettando le gare della domenica.

MONDIALE PER CLUB – Il Barcellona sul tetto del mondo

Il Barcellona vince per la terza volta il Mondiale per Club (2009-2011 e 2015). La squadra di Luis Enrique, in finale, ha dominato gli argentini del River Plate, imponendosi per 3-0 grazie al gol di Leo Messi al 36′ del primo tempo e alla doppietta di Luis Suarez al 4′ e al 23′ della ripresa. Il Barca che ha potuto schierare i recuperati Messi e Neymar ha imposto come al solito il suo gioco, andando poi a segno con il suo tridente delle meraviglie. Nel primo tempo il vantaggio arriva grazie al fenomeno argentino con una conclusione di sinistro da centro area e palla indirizzata nell’angolino in basso a destra. Nella ripresa si scatena Suarez che va a segno prima in contropiede con un tiro di destro che beffa Barovero e poi con un colpo di testa da centro area sotto la traversa su assist di Neymar. Nel finale, a risultato acquisito, il portiere blaugrana Bravo compie due prodezze e lascia inviolata la sua porta.

Fonte: AdnKros

Paul Gascoigne ricoverato in condizioni di emergenza…

Ancora, purtroppo i soliti problemi per Paul Gascoigne. Sembra non finire mai la lotta tra l’ex stella della Lazio e l’alcool. Una storia che, come un’altalena, lo porta ad un’apparente uscita dal tunnel per poi ricadere in basso, in un burrone senza fine. Un altro episodio che lo vede amaramente protagonista si è registrato nella notte di venerdì quando, come riportato dal portale britannico The Sun, Gazza dopo essersi recato in un spa inglese presentandosi palesemente ubriaco, è stato trovato dal personale poco dopo nella sua stanza a terra, in stato di incoscienza e tremolante accanto ad una pozza di sangue, causata da un grande taglio sulla mano dell’ex Lazio. Dopo pochi minuti è stato ricoverato in “condizioni di emergenza”.

Inter-Lazio, ci siamo: ecco le Formazioni Ufficiali

Allo Stadio Meazza in campo Inter e Lazio: i ragazzi di Pioli cercano conferme dopo la bella prestazione in Coppa Italia. L’Inter invece cerca punti importanti per proseguire il sogno scudetto.
Ecco le formazioni ufficiali delle due squadre.

INTER – (4-2-3-1): Handanovic; Montoya, Murillo, Miranda, Telles; Medel, Felipe Melo; Biabiany, Jovetic, Perisic; Icardi

A disp.: Carrizo, Berni, Dodò, D’Ambrosio, Santon, Juan Jesus, Nagatomo, Brozovic, Kondogbia, Gnoukouri, Manaj, Palacio, Ljajić.

All.: Mancini

Squalificati: –
Indisponibili: Vidic
Diffidati: Felipe Melo, Kondogbia, Medel

LAZIO  (4-3-3): Berisha; Konko, Mauricio, Hoedt, Radu; Milinkovic-Savic, Biglia, Parolo; Candreva, Matri, Felipe Anderson.

A disp.: Guerrieri, Matosevic, Patric, Prce, Braafheid, Keita, Mauri, Oikonomidis, Cataldi, Djordjevic, Onazi.
All.: Pioli

Squalificati
Indisponibili: De Vrij, Lulic, Kishna, Marchetti, Gentiletti, Basta, Klose
Diffidati: Biglia, Lulic, Milinkovic-Savic

Arbitro: Paolo Silvio Mazzoleni della sezione di Bergamo
Assistenti:  Di Liberatore e Preti
Quarto uomo: Meli
Addizionali: Rizzoli-Di Bello

Comunicato Ufficiale della Lazio

Dopo che nelle ultime ore si era diffusa la voce di un’ennesima ‘fuga’ di Ravel Morrison a Londra senza il permesso della società tramite il proprio sito la Lazio ha emesso un comunicato per smentire il tutto: “La S.S. Lazio comunica di aver concesso un permesso all’atleta Ravel Morrison per partecipare alle esequie di un suo congiunto. La Società esprime al calciatore tutto il suo cordoglio”.

Malagò: “Calcio triste, non si può andare avanti così”

Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, intervenendo sul Corriere dello Sport ha parlato della continua fuga dei tifosi dall’Olimpico per via delle nuove disposizioni sulla sicurezza. Queste le sue parole sull’argomento: “Così non si può andare avanti. Il calcio così perde la sua essenza: è triste, desolante e brutto. Tre aggettivi per una malattia la cui diagnosi è spietata. Lo stadio Olimpico vuoto rappresenta un’emorragia inarrestabile di calore umano, di attaccamento ai colori, di affetto verso i propri beniamini, biancocelesti o giallorossi che siano”. Poi lancia un appello ai sostenitori delle due squadre: “Bisogna ritrovare la forza di tornare allo stadio, soprattutto in questo periodo in cui le loro squadre attraversano momenti difficili. Bisogna far capire al mondo intero quanto può essere coinvolgente l’atmosfera che si respira, come in teatro quando gli attori rendono al meglio avvertendo il battito pulsante del pubblico. Il cuore di Roma ha bisogno di tutto questo, non può fermarsi proprio ora.

Il Bayern Monaco annuncia il suo prossimo allenatore

Ormai lo sapevano tutti, ma adesso è ufficiale: Pep Guardiola lascerà il Bayern Monaco a fine stagione. Al suo posto arriverà Carlo Ancelotti che ha firmato fino al 2019. L’arrivo dell’allenatore italiano come successore di Guardiola è stato confermato dal presidente Karl-Heinz Rummenigge: “Siamo felici di lavorare con un altro allenatore di successo”. Ancelotti ha risposto: “Sono molto onorato di diventare nella prossima stagione l’allenatore di un grande club come il Bayern Monaco“. Probabile un approdo al Manchester City per l’allenatore catalano.

Zoff dimesso dall’ospedale: “Il peggio è alle spalle”

L’altro ieri Dino Zoff è stato dimesso dall’ospedale dopo 40 giorni. Era stato ricoverato per una complicanza neurologica causata da un’infezione neurologica. Zoff ai microfoni della Gazzetta dello Sport ha dichiarato: “Sto meglio, ringrazio tutti per la vicinanza dimostratami. Ma ora, per fortuna, il peggio è alle spalle”. 

Iturbe saluta la Roma. Un errore da 23 mln di cui nessuno parla…

Dopo Yanga Mbiwa, anche Juan Manuel Iturbe saluta la Roma. I due eroi giallorossi del derby che nella scorsa stagione permisero alla Roma di arrivare seconda sopra la Lazio, hanno ricevuto entrambi il benservito dalla società giallorossa. Iturbe a breve passerà al Watford in prestito per 1,5 mln con opzione per il riscatto a 18 mln. Il giocatore ha voluto salutare il supporters giallorossi su Instagram: «Indipendentemente dalle decisioni che prenderò e che verranno prese sul mio futuro volevo approfittare per salutare in maniera affettuosa la città di Roma e tutti i tifosi della Roma. Purtroppo le cose non sono andate come speravo, e sono il primo a soffrirne. Le delusioni e le sconfitte nella vita vanno affrontate con la stessa dignità dei successi e delle vittorie. L’unica certezza è l’aver indossato con orgoglio e onore la maglia giallorossa. Ho sempre dato il 100%, senza risparmiarmi mai. Per questa maglia ho sofferto, pianto e gioito. Però bisogna avere il coraggio e l’umiltà nella vita per rialzarsi e continuare a credere in se stessi. Forse il mio è solo un arrivederci. In quel caso tornerò più forte che mai. Porterò sempre nel cuore questi colori che ho onorato e rispettato. Ringrazio la società, lo staff tecnico e in special modo Walter, che mi ha sempre sostenuto nei momenti difficili. Ma soprattutto ringrazio i miei compagni, e gli auguro tutti i migliori successi. Per sempre, Forza Roma». Se a fine stagione il Watford dovesse decidere di sborsare 18 mln per riscattarlo, la dirigenza ammortizzerebbe i 23,6 mln spesi un anno e mezzo fa. Ma se l’argentino dovesse toppare anche in Inghilterra, il suo prezzo crollerebbe vertiginosamente e la Roma si ritroverebbe un fardello da 2,3 mln di ingaggio. Un errore di valutazione pesante quello fatto dal ds Sabatini che in quella campagna di mercato in cui strappò alla Juve l’argentino a suon di milioni, venne rinominato dai romanisti The wolf of Trigoria (chiaro riferimento al film di Scorsese) dopo aver “scippato” Astori alla Lazio (altro giocatore che nella Capitale ha toppato).

RASSEGNA STAMPA : Lazio, Pioli: «Contro l’Inter in gioco c’è un pezzo di futuro»

“È una partita importante, che ci può dare molto per il nostro futuro”. Domani sera la Lazio di Stefano Pioli chiude a San Siro il 2015 della Serie A, ospite dell’Inter  capolista. Ed il tecnico non si nasconde le difficoltà dell’appuntamento: “È facile aspettarsi una partita complicata. Giochiamo contro un avversario difficile, che sembra imbattibile, forte e concreto. Bisognerà fare un’ottima partita. Uscire da San Siro con il risultato vuol dire fare una grande prestazione, quasi perfetta”. L’allenatore ha fatto anche un accenno alla finestra invernale del mercato: “Gennaio ci deve vedere rafforzati, il resto delle domande non dovete farle a me”.

Fonte : Il Corriere dello Sport

STATISTICHE – Impressionante media cartellini per Mauricio

Maurìcio dos Santos Nascimento è approdato alla Lazio nel mercato di gennaio per arricchire la retroguardia biancoceleste, orfana all’epoca di Santiago Gentiletti. Ad un anno di distanza la Lazio sarà costretta ad andare di nuovo sul mercato di gennaio, per riparare le crepe formatesi con il lungo stop di Stefan De Vrij. In questo primo anno laziale Mauricio non ha certo messo in cassaforte la porta difesa da Marchetti, ma si sbaglierebbe ad addossare tutte le colpe al difensore brasiliano. Quando c’è abnegazione da parte di tutti e il centrocampo protegge adeguatamente come la scorsa stagione, tutto è più facile per chi è in campo. Lo scorso anno, dal momento del suo arrivo è spesso stato il titolare vicino all’olandese, collezionando 19 presenze e acquistando man mano fiducia accanto ad un importante difensore come De Vrij. Da quando l’ex Feyenoord ha dovuto abbandonare il campo per l’infortunio che lo sta tenendo fuori, Mauricio si è completamente perso. Pian piano ha mostrato tutte le sue lacune, quelle carenze che nell’anno passato sono state nascoste dall’ottima prestazione dell’intera squadra e dal compagno di reparto. Non può essere un leader difensivo, non ha i tempi di gioco giusti e spesso danneggia la propria squadra commettendo gravi errori lasciando i compagni in inferiorità numerica. Troppo spesso è capitato di vederlo rincorrere avversari e notare la sua difficoltà nel leggere il loro movimento. Questa stagione lo aveva visto inizialmente in panchina, con Gentiletti a prendere il suo posto, ma ora che Pioli ha i centrali contati è titolare inamovibile. Inamovibile per Pioli si, ma non per i direttori di gara che lo incontrano, questa stagione ci stanno pensando loro a far rifiatare il Brasiliano.

Nell’attuale stagione, pur essendo iniziata da poco, ha già collezionato complessivamente 10 ammonizioni in 17 presenze totali, condite da un espulsione diretta in Europa League nella sfida contro il Rosenborg, dopo appena sei minuti dall’inizio della gara. Nella coppa Europea Mauricio è rimasto fuori dall’undici titolare solo due volte, ma entrambe per far fronte alle squalifiche, di cui una scontata all’esordio per l’espulsione nel ritorno del preliminare di Champions contro il Bayer Leverkusen. Non poteva mancare un cartellino giallo anche nella sfida di andata contro i Tedeschi, giocata all’Olimpico il 18 agosto. Per quel che riguarda il campionato di Serie A, ha per 4 volte guardato la partita accanto al mister ma l’ex Sporting Lisbona ha raccolto ugualmente 7 ammonizioni in 10 presenze di cui un’espulsione per doppio giallo in casa dell’Hellas Verona, dove la Lazio seppur in dieci ha avuto la forza di rimontare, portando a casa i 3 punti.

Insomma dei numeri spaventosi, con Mauricio protagonista e la retroguardia biancoceleste a farne le spese. Forse la colpa è ancor prima di chi ha puntato su di lui un anno fa volendo il brasiliano perno centrale della Lazio. Senza che l’aggressivo centrale si senta offeso, ma forse può  essere un buon rincalzo per Pioli visto che, quelle rare volte che ha potuto disporre di tutti i difensori, i titolari erano De Vrij-Gentiletti. Per far si che si torni ad una difesa sicura e tifosi senza mani nei capelli ogni qualvolta attacchino gli avversari, bisognerà assolutamente intervenire in maniera decisa sul mercato di gennaio, se lo aspettano i tifosi e questo la dirigenza lo sa bene, ora la palla passa a loro.

RASSEGNA STAMPA – Infortuni a catena Due acquisti in difesa

Che avrà pensato il povero Pioli quando Kone ha tirato fuori dal cilindro un gol tanto difficile quanto spettacolare? Di sicuro che la sua avventura laziale era al capolinea dopo l’ennesimo ko in Coppa Italia. La rimonta griffata da Matri e Cataldi, l’atmosfera natalizia alla cena della squadra gli hanno restituito panchina e fiducia di Lotito. Per ora. Perché c’è bisogno di un segnale di vita anche in campionato per essere al riparo dai cattivi pensieri di chi legge la classifica di serie A. Serve la prestazione, pure una sconfitta onorevole, non le «imbarcate» subite a Verona contro il Chievo e a Napoli, altrimenti il cambio tecnico potrebbe tornare d’attualità.

Tant’è, meglio pensare al mercato che dovrà essere la ciambella di salvataggio per una difesa ridotta ai minimi termini dagli infortuni. Tare aveva puntato sulla coppia De Vrij-Gentiletti, Pioli non l’ha potuta schierare quasi mai per il ginocchio saltato all’argentino a settembre 2014 e per i problemi alla cartilagine dell’olandese. Ora c’è la sessione di gennaio per puntellare un reparto che ha mostrato i propri limiti. Già, è necessario acquistare due difensori centrali, due titolari, non rinforzi così tanto per allargare la rosa. Il presidente Lotito non può tirarsi indietro, deve fare investimenti di livello per provare a salvare una stagione ancora tutta da scrivere. Ci sarebbe ancora tempo di risalire in classifica per agguantare un posto in Europa oltre che giocarsi le due coppe contro Juventus e Galatasaray per andare avanti e magari provare a centrare un risultato storico. Da stasera alle ore 22.40 conterà solo il mercato, sperando che la Lazio a San Siro sia riuscita almeno a salvare la faccia.

Fonte : Il Tempo

RASSEGNA STAMPA – Pioli: «La squadra vuole fare il colpo, daremo l’anima. Mercato? Dobbiamo rinforzarci»

Il passaggio del turno in Coppa Italia non può certo far dormire sonni tranquilli a Stefano Pioli. Il tecnico della Lazio resta in bilico nonostante le rassicurazioni del presidente Lotito. Domani sera i biancocelesti affronteranno la proibitiva sfida contro l’Inter con l’obbligo di vittoria. La Lazio, infatti, nelle ultime sette giornate ha racimolato la miseria di appena due punti e ora la classifica è diventata da mani nei capelli.
«Sarà una gara complicata, difficile, giochiamo contro un avversario che sembra imbattibile, forte e concreto. Serve la migliore prestazione annuale, siamo nelle condizioni di farlo. Abbiamo avuto un’importante iniezione di fiducia, è l’ultimo sforzo dell’anno solare. Serve per ottenere un risultato straordinario». 

L’anno scorso ci fu una grande Lazio e un grande Felipe a Milano…
«C’è la speranza che domani si possa fare una grande prestazione. Conosciamo il valore degli avversari, vedo una squadra che ci crede. Felipe non sta rendendo al meglio, lo so io, lo so lui, ha grandi mezzi. E speriamo che San Siro rappresenti l’occasione per tornare a dimostrare le sue qualità».

Può essere la svolta?
«Tutte le prossime gare saranno della svolta, siamo contenti della prestazione e dello spirito visti in coppa Italia, sappiamo che domani sarà un’altra partita e che siamo in difficoltà in campionato. Lì dobbiamo dimostrare qualcosa di più, ma ci sono tutte le condizioni per fare bene».

Coppa Italia
«A forza di guardarci negli occhi può succedere qualsiasi cosa. Siamo riusciti a mettere in campo la nostra qualità, anche se è vero che l’Udinese non ha messo in campo la formazione migliore. Abbiamo messo in campo grande ardore, chiaro che dobbiamo portarci dietro questa convinzione, giocando pallone su pallone, con aggressività per 95 minuti. E anche se ci dice male dobbiamo sapere che c’è la possibilità di reagire. Domani non faremo 20 tiri in porta, per questo dovremo essere anche cinici».

Domani gara fondamentale
«Può essere, per fare risultato serve una grande prestazione. Ci darebbe grande convinzione, la nostra classifica piange, c’è la sosta, ci può dare tanto per il futuro».

Motivazioni
«Il mio lavoro è soprattutto motivare i calciatori, quest’anno è la cosa più importante perché abbiamo poco tempo per provare. Il mio intervento ci sarà, i giocatori sanno che dovranno lasciare l’anima in campo».

Infortunati
«Sono tanti, stiamo accumulando fatica. La tensione si fa sentire, è l’ultimo sforzo del 2015. La sosta ci aiuterà a ritrovare qualcuno, ora dobbiamo stringere i denti, non abbiamo alternative».

Matri 
«Tutti i giocatori hanno momenti migliore . Ora Alessandro è in grande condizione mentale e fisico, è quello che dà maggiori garanzie». 

Mercato in uscita
«Sono domande che dovete fare alla società, non capisco il motivo perché le fate a me. Il mercato di gennaio sicuramente dovrà vederci rinforzati».

Fonte : Il Messaggero

RASSEGNA STAMPA – Pioli: “L’Inter sembra imbattibile, ma vogliamo provare il colpo”

Colpaccio di Natale a San Siro. Stefano Pioli lo sogna a occhi aperti, anzi di più: lo dichiara come obiettivo possibile per la sua Lazio, attesa dalla visita in casa della capolista Inter. “Conosciamo il valore dei nerazzurri, ma la squadra ci crede e vuole provare a fare il colpo”, assicura il tecnico emiliano alla vigilia della sfida di Milano.

“CONTRO L’INTER PUÒ ESSERE LA GARA DELLA SVOLTA” – La conferenza stampa nel centro sportivo di Formello offre un Pioli più rilassato, rinfrancato dalla fresca vittoria contro l’Udinese in Coppa Italia: “Giovedì abbiamo avuto un’iniezione di fiducia importante”. I fantasmi dell’esonero appaiono ora un pizzico meno pressanti, anche se il palcoscenico del Meazza rimane un test importante per la reale solidità della panchina laziale: “Facile aspettarsi una gara complicata, contro un avversario che sembra imbattibile. Dovremo fare la migliore prestazione della stagione e siamo in condizione di farlo”. Per la tradizionale lista dei buoni propositi, insomma, il mister di Parma anticipa l’inizio del nuovo anno: “Contro l’Inter gara della svolta? È possibile, riuscire a fare risultato ci darebbe grande convinzione, prima della sosta e con una classifica che al momento piange. Ci potrebbe davvero dare molto per il nostro futuro”. Pioli cerca conferme concrete, dopo il risveglio della forza andato in scena in Coppa Italia: “Siamo contenti del turno passato, soprattutto dello spirito mostrato e della qualità messa in campo. La squadra ha espresso grande ardore, mentre sulle qualità dei giocatori non credo ci siano dubbi. Giocando con aggressività possiamo fare risultato. E quando ci dice male, come successo anche giovedì sera quando siamo andati in svantaggio, possiamo anche reagire e rimontare“.

“MI ASPETTO UNA PRESTAZIONE DI ALTISSIMO LIVELLO” – Contro la prima della classe del grande ex Mancini, scontato in ogni caso aspettarsi un atteggiamento della Lazio diverso rispetto all’ultimo impegno: “Non credo – ammette candidamente Pioli – che faremo 20 tiri in porta come contro l’Udinese, ma questo è un motivo maggiore per cercare di sfruttare tutte le occasioni che avremo a disposizione. Dobbiamo fare una partita molto attenta, mantenendo un blocco compatto durante tutta la gara. Dobbiamo difendere da squadra, ogni minimo errore ci può penalizzare. Ci vuole una prestazione di altissimo livello dal punto di vista tecnico”. Per cercare soprattutto di interrompere un digiuno di vittorie che, in Serie A, persiste dallo scorso 25 ottobre: “Il campionato ci vede in difficoltà e dobbiamo dimostrare di fare cosa in più. Ma ripeto, vedo una squadra convinta e credo ci siano i presupposti per fare una grande partita”. Il successo con l’Udinese, i sorrisi e gli abbracci nel corso della cena di Natale del club, suonano come segnali incoraggianti di una ritrovata unione d’intenti: “A forza di guardarsi negli occhi – sorride Pioli – può succedere qualsiasi cosa. Il mio lavoro è soprattutto quello di motivare i miei giocatori, quest’anno è un aspetto quasi più importante del lavoro sul campo. Il mio intervento prima della gara ci sarà, ma loro sanno bene che a San Siro dovranno lasciare l’anima”.

BALLOTTAGGIO F. ANDERSON-KEITA, MA OCCHIO A MILINKOVIC-SAVIC – Pioli si aspetta una reazione in particolare da parte di Felipe Anderson, gemello involuto di quello che – un anno esatto fa – realizzò una doppietta proprio in casa dell’Inter: “Felipe non sta rendendo al meglio, ne è consapevole lui per primo, ma ho sempre grande fiducia nei suoi mezzi e giocare a San Siro gli può dare ancora più motivazioni”. Proprio il brasiliano è il protagonista del ballottaggio con il rientrante Keita, nel 4-3-3 che ha in mente il tecnico laziale. In una formazione condizionata dai tanti forfait per infortunio: “Purtroppo abbiamo tanti assenti, si avverte la fatica e la tensione si fa sentire, ma dobbiamo stringere i denti e la sosta poi ci aiuterà a recuperare la maggior parte”. Berisha sostituirà ancora una volta Marchetti. In difesa spazio alla coppia Mauricio-Hoedt (Gentiletti ancora out), con Radu a sinistra. Niente da fare anche per Basta: “Non ha recuperato, non partirà con la squadra”. Al suo posto ci sarà Konko, alla quarta consecutiva da titolare (non accadeva dalla stagione 2013/14). A centrocampo confermato l’uomo-partita di coppa Cataldi, accanto a Biglia e Parolo, mentre Candreva è sicuro del posto sull’out destro. In attacco, è lo stesso Pioli a lasciar intendere su chi ricadrà la scelta tra Matri e Djordjevic (Klose ko per un risentimento muscolare): “Matri è in grande condizione mentale e fisica, ora dà maggiori garanzie”. Il dubbio, come anticipato, riguarda la maglia da affidare a uno tra Felipe Anderson e Keita. Anche se non è da escludere la variante 4-3-2-1, con l’outsider Milinkovic-Savic che avrebbe la meglio su entrambi. Tra i convocati, oltre agli infortunati (assenti anche i vari de Vrij, Lulic, Kishna), non figura Morrison. L’ultima battuta di Pioli in conferenza arriva infine sul mercato. Stavolta l’interrogativo riguarda la possibilità di cessioni eccellenti: “Sono domande da fare alla società, non capisco perché le facciate a me. Il mercato di gennaio in ogni caso ci deve rivedere rafforzati”. Così come la solidità della sua panchina. Questo l’augurio di Natale che il tecnico laziale, in cuor suo, rivolge in primis a se stesso.

Fonte : La Repubblica