Ieri sera allo Stadio Olimpico è andata in scena una commedia altamente tragica. La si potrebbe intitolare tranquillamente “La grande illusione” come il film di Jean Renoir. Illusione di sentirsi già ai quarti di finale, illusione di una partita facile in virtù dell’1-1 ottenuto in trasferta. Illusione perché abbiam pescato lo Sparta, “la squadra più debole tra tutte le rimanenti“. Ebbene, questa grande illusione nel corso del match si è trasformata in “Il lungo addio“, riprendendo il film di Robert Altman. Un lunghissimo e atroce addio all’Europa League, ai sogni di una sfida contro una big ai quarti di finale e a rappresentare l’Italia nelle competizioni europee.
In mattinata è andata in scena la contestazione dei tifosi, il faccia a faccia tra Tare e i calciatori, tra la dirigenza e Pioli. Quest’ultimo è ormai appeso ad un filo. Un’eventuale sconfitta a Milano contro il Milan, costerebbe, da quanto si trapela, il posto all’allenatore. A meno che non si dimetta di suo.
E il futuro quale sarebbe? Si parla di Simone Inzaghi traghettatore o forse qualcosa in più. La promozione di Inzaghino sarebbe cosa meritata, ma di certo non è il momento giusto per affidargli la prima squadra. Le esperienze maturate in Primavera lo hanno reso e lo stanno rendendo un buon allenatore, ma confrontarsi con il palcoscenico della Serie A è cosa diversa dalla primavera. I casi di Seedorf e del fratello Filippo Inzaghi dovrebbero insegnare che si possono bruciare per niente dei buoni e promettenti allenatori. Dare ad Inzaghino la Lazio attuale sarebbe come gettarlo in mare aperto pieno di squali. In caso di avvicendamento poi, Inzaghi dovrà affrontare subito la partita dell’anno, il DERBY. Ma davvero vogliamo bruciare anche Simone Inzaghi?

La stagione della Lazio può considerarsi già conclusa, con oltre due mesi di anticipo rispetto al canonico calendario calcistico. L’eliminazione agli ottavi di finale di Europa League, ha infatti sancito in modo praticamente definitivo la conclusione anticipata della fallimentare annata biancoceleste, una conclusione che in campionato era arrivata già da parecchie domeniche. Ed ecco che cominciano ad arrivare le prime voci di una possibile, o forse probabile, diaspora dei gioielli biancocelesti, mai come in questo momento attratti dalle sirene di squadre ambiziose, italiane e straniere. Si era parlato molto già in passato del noto interessamento del Manchester United per Felipe Anderson, un interessamento che, parola di Tare, era sfociato in un’offerta monstre di oltre 50 milioni di Euro. Dall’Inghilterra adesso rilanciano la trattativa, anzi, una fonte anonima vicina al club che sarà di Josè Mourinho dà praticamente per fatto il trasferimento ai Red Devils del numero 10 biancoceleste, trasferimento che verrà ufficializzato al termine della stagione. Del resto era stato lo stesso Lotito, secondo il quotidiano “La città di Salerno“, a confermare con vanto il buon esito della trattativa, parlando in tribuna durante Salernitana-Crotone con il Ds dei calabresi. “Anderson l’ho preso a 8 milioni di euro e l’ho rivenduto a 60, l’anno prossimo andrà al Manchester United“, questa la frase che si sarebbe lasciato sfuggire il patron della Lazio, salvo poi smentire con un comunicato ufficiale sul sito biancoceleste. La Lazio naufraga ed i suoi gioielli vanno in cerca di lidi più prosperosi, mentre il presidente esulta per il probabile ed ennesimo, lauto guadagno. Che sia iniziata la diaspora?
Aveva disputato 19 gare consecutive tra lo stupore di tifosi ed addetti ai lavori, ma anche per lui questo periodo di grazia e salute fisica è terminato. Uscito malconcio dalla disfatta casalinga di Europa League contro lo Sparta Praga, Abdoulay Konko, che già aveva comunque preso parte alla gara in condizioni affatto ottimali, è atteso presso la clinica Paideia lunedì alle ore 15 per accertamenti clinici. Si teme un problema muscolare per il laterale francese, non nuovo a questo tipo di problemi fisici. Alla Paideia saranno sicuramente felici di rivedere Bubu, da troppo tempo assente dalla clinica romana.

