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Zazzaroni: Tifosi Lazio preferiscono il fallimento a Lotito, ma lui mollerà solo se…

Ivan Zazzaroni non le manda a dire: I tifosi della Lazio davvero pronti a rischiare il fallimento pur di dire addio a Lotito? Scopri le sue riflessioni taglienti nell’editoriale. #Lazio #CalcioItaliano #Editoriale

Ivan Zazzaroni, nel suo editoriale sul Corriere dello Sport, si tuffa nel mondo turbolento dei tifosi laziali e del presidente Claudio Lotito, analizzando un rapporto che sembra arrivato a un punto di non ritorno. Con un tono riflessivo e provocatorio, Zazzaroni cattura l’attenzione su come la frustrazione stia crescendo, spingendo i fan a posizioni estreme. È un pezzo che fa riflettere su lealtà, rabbia e gestione sportiva, lasciando il lettore a chiedersi cosa potrebbe accadere davvero.

Zazzaroni inizia ricordando le pressioni crescenti dai supporter, che lo hanno contattato per spingere Lotito a vendere. Lui stesso ammette: “I tifosi della Lazio ci chiedono spesso di “invitare” Lotito a vendere la società. Le sollecitazioni in tal senso sono aumentate a dismisura l’estate scorsa con il blocco del mercato e non vi dico dopo la sconfitta nel derby che ha anticipato di qualche giorno la festa per i 40 anni di Lazialità, la pubblicazione tanto cara a Dino Zoff che riassume in sé i valori più autentici della passione biancoceleste.” Questa citazione evidenzia quanto profondo sia il malcontento, mescolando emozioni e storia del club per creare un senso di urgenza e curiosità.

Ma Zazzaroni è chiaro sul ruolo del giornale: non spingeranno per una cessione forzata. Invece, si concentrano su critiche costruttive. Come scrive: “Il Corriere dello Sport non spingerà mai un presidente ad andarsene: il nostro compito non è quello di “imporre” a qualcuno la cessione di una sua proprietà. Noi possiamo e dobbiamo criticare una gestione, anche duramente, analizzare i numeri, elencare le criticità, i problemi e eventualmente indicare le soluzioni praticabili.” Queste parole aggiungono un tocco di etica giornalistica, invitando il lettore a ponderare il confine tra opinione e interferenza, rendendo l’articolo ancora più intrigante.

Non mancano le storie che Zazzaroni usa per smorzare le tensioni estreme. Parla di fan che, secondo voci, preferirebbero il fallimento alla continuità con Lotito, ma lui è scettico: “Ci sono laziali – mi dicono – che sarebbero disposti a veder fallire la Lazio piuttosto che proseguire con Lotito. A questo credo poco: registro la voce che giunge più dal fegato che dal cuore. Ricordo peraltro che quasi 30mila tifosi hanno sottoscritto l’abbonamento nonostante l’inesistente campagna acquisti: se questa è una forma di protesta…” Qui, il contrasto tra parole accese e azioni reali stimola la curiosità, facendoci domandare quanto sia autentica questa ribellione.

L’editoriale poi delinea quello che Zazzaroni vede come il “punto più basso” della gestione di Lotito, con un’estate difficile che potrebbe segnare una svolta: “L’ultima estate, il punto più basso della gestione dell’occupatissimo Senatore che in più di un’occasione – va detto – è riuscito a ripartire. Stavolta l’impresa sembra sensibilmente più complicata.” E non si ferma qui, elencando le condizioni per un possibile addio: “Tre sono le condizioni per le quali Lotito potrebbe mollare: 1) la volontà di farsi da parte. 2) La presenza di un acquirente credibile. 3) Un soddisfacente rapporto tra l’offerta e la domanda.”

Alla fine, Zazzaroni riduce tutto a emozioni grezze, notando che senza una vera volontà di vendita, le opzioni restano irrealistiche: “Il resto è rabbia: e visto che Lotito non ha mai manifestato il desiderio di vendere, tutt’altro, le voci due e tre si annullano.” Conclude con un tocco personale e saggio, richiamando un consiglio di famiglia che aggiunge profondità: “Nonno Marino, sempre lui, mi raccomandava di non dare mai un consiglio a un autocrate “perché – sosteneva – quello non ascolta nessuno e anzi si diverte a fare il contrario”. Perciò consiglio a Lotito di restare a lungo alla Lazio.” Questo finale lascia il lettore con un misto di ironia e realismo, invitando a riflettere su come il calcio sia un gioco di passione, potere e, forse, inevitabili stalli.

Lazio in crisi: rischia il record negativo più buio della storia

La Lazio a un passo dal baratro: riuscirà a invertire la rotta prima che sia troppo tardi? #Lazio #Crisi #Calcio

La Lazio si trova di fronte a un momento cruciale, con l’urgenza di reagire per evitare che una crisi di risultati si trasformi in un disastro. Dopo l’ultima sconfitta, la squadra biancoceleste si prepara alla sfida di Genova con la pressione di dover cambiare marcia immediatamente. La terza sconfitta in quattro partite ha accentuato le preoccupazioni, ponendo la Lazio davanti a un bivio: uscire da questo tunnel o affondare ancora di più. Immaginate cosa accadrebbe se non riuscissero a superare questo ostacolo – un’eventualità che potrebbe segnare la storia in modo negativo.

Se la trasferta a Marassi dovesse finire con un’altra battuta d’arresto, la Lazio incapperebbe in un record negativo mai registrato nella sua storia, ovvero il quarto ko in cinque gare. Questo non è solo un dato statistico, ma un campanello d’allarme che fa riflettere: come farà la squadra a scrollarsi di dosso questa ombra crescente? La classifica inizia a pesare, con soli tre punti all’attivo, e il rischio di scivolare in una spirale difficile da interrompere.

I numeri raccontano una storia ancora più inquietante, svelando un calo evidente nelle prestazioni offensive. Come evidenziato dalle statistiche, la media di tiri a partita è scesa da 14 a 12.5 rispetto alla scorsa stagione, mentre i tocchi in area di rigore sono diminuiti da 25.7 a 20. Expected Goals rimane stabile a 1.5, il che significa che la squadra crea opportunità di qualità simile a prima, ma non le capitalizza. Viene da chiedersi: cos’è che manca per trasformare queste occasioni in reti decisive? È un enigma che tiene i tifosi con il fiato sospeso.

Oltre ai problemi in attacco, c’è una fragilità evidente lontano dalle mura amiche: la Lazio ha già perso le prime due partite in trasferta, e un terzo KO porterebbe a una striscia negativa non vista dalla stagione 1969/70. Con solo tre punti, e peggio di squadre come il Torino, non ci sono più scuse. La gara contro il Genoa rappresenta un’opportunità imperdibile per invertire la tendenza e allontanare i fantasmi di una crisi che si approfondisce ogni giorno. Riusciranno a farlo? Il tempo stringe, e gli occhi di tutti sono puntati su di loro.

Genoa-Lazio, emergenza Lazio: Sarri valuta due moduli alternativi con Tavares a rischio serio

Lazio in emergenza: due mosse tattiche per la sfida di Genova! Quale adotterà per risolvere il caos a centrocampo? #Lazio #Genoa #SerieA

In un momento di vera crisi per la Lazio, l’emergenza nel centrocampo sta spingendo l’allenatore a considerare un cambiamento radicale, allontanandosi dal suo abituale 4-3-3 per rendere la squadra più competitiva nella trasferta contro il Genoa. Immaginatevi la tensione: con diversi titolari indisponibili, quale strategia riuscirà a bilanciare difesa e attacco? Le alternative sul tavolo promettono di tenere tutti con il fiato sospeso.

Come svelato da una fonte attendibile, le opzioni principali coinvolgono moduli con una mediana rinforzata a quattro. L’ipotesi più discussa è il passaggio a un 4-4-2, che in fase offensiva potrebbe trasformarsi in un 4-4-1-1, affidandosi ai soli disponibili come Danilo Cataldi e Toma Bašić al centro. Sugli esterni, Marušić e Zaccagni potrebbero fare la differenza, mentre in difesa Hysaj, Gila e Romagnoli sembrano intoccabili, con Luca Pellegrini favorito su Nuno Tavares per la fascia sinistra. Questa scelta potrebbe essere la chiave per un equilibrio precario, ma riuscirà a funzionare sotto pressione?

L’altra possibilità è un 4-2-3-1 più aggressivo, con una linea di trequartisti a supportare l’unica punta, “Taty” Castellanos. Pensateci: questa formazione potrebbe aprire spazi per colpi vincenti, ma rischia di esporre la difesa. È una scommessa audace che dipende dalle condizioni della squadra.

A complicare ulteriormente le cose, c’è l’incognita su Matías Vecino. Il giocatore è clinicamente guarito, ma l’edema non è completamente risolto, tanto da aver saltato gli allenamenti recenti. Nelle prossime 48 ore, un test decisivo dirà se potrà essere convocato, anche solo per un breve ingresso in campo. Il suo potenziale apporto, magari in coppia con Bašić, potrebbe cambiare le sorti della partita, rendendo questa attesa un elemento cruciale per l’intera strategia. Con così tanti fattori in gioco, la formazione finale resta un mistero che potrebbe definire l’andamento di questa settimana decisiva.

Lazio, Basic di nuovo in rosa: chi rischia l’esclusione?

Lazio in crisi di centrocampo: Basic potrebbe tornare, ma chi dovrà lasciare? #Lazio #Calcio #Emergenza

La situazione al centro del campo per la Lazio sta diventando un vero rompicapo, con l’emergenza che spinge la squadra verso scelte drastiche e inaspettate. Immaginate un reparto ridotto all’osso: solo Danilo Cataldi è pienamente disponibile, mentre Matías Vecino è in forte dubbio dopo un test odierno. In questo scenario, Toma Bašić, un giocatore che era stato accantonato, emerge come una soluzione obbligata, potenzialmente anche da titolare nella trasferta contro il Genoa.

Ma reintegrarlo non è semplice come sembra, e qui entra in gioco un dilemma che tiene tutti col fiato sospeso. Per aggiungere Bašić alla lista dei 25 per il campionato entro le 12 di domenica, qualcuno deve essere escluso, e le opzioni non mancano di rischi. Si tratta di una decisione piena di incognite, che potrebbe alterare l’equilibrio della rosa.

Tra le possibilità, l’idea di sacrificare temporaneamente Nicolò Rovella appare complicata: il giocatore ha scelto una terapia conservativa per la pubalgia, senza un intervento chirurgico e tempi certi di recupero, rimuoverlo potrebbe essere un azzardo. Invece, Fisayo Dele-Bashiru sembra un candidato più probabile, dato che il suo infortunio lo terrà fuori solo per un periodo breve e poi dovrà assentarsi per la Coppa d’Africa a dicembre, rendendolo ideale per una sostituzione momentanea.

C’è però un altro scenario: optare per un terzino come Manuel Lazzari, ma questo aprirebbe un vero nodo normativo. La Lazio ha solo due slot per le sostituzioni in lista fino a gennaio, e usarne uno ora per Bašić significherebbe consumare anche l’ultimo, complicando future reintegrazioni. Mentre la società e lo staff tecnico valutano ogni opzione tra oggi e domani, questa scelta si profila come un passo strategico e rischioso per navigare il momento più turbolento della stagione.

Genoa Lazio: sarà questa la chiave tattica del match

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Genoa Lazio sarà la sfida di lunedì allo Stadio Marassi di Genova. Il match, valido per la quinta giornata di Serie A 2025-2026, servirà come banco di prova alla squadra allenata da Maurizio Sarri per dare un segnale forte dopo la sconfitta subita nel derby della Capitale contro la Roma.

La principale novità nella formazione titolare biancoceleste è rappresentata da Mario Gila sulla mediana. La scelta in questione è frutto delle assenze di 5/6 del centrocampo laziale. Infatti: Guendouzi e Belahyane non saranno presenti per squalifica, invece Rovella, Dele-Bashiru e Vecino per infortunio.

La Lazio si posizionerà quindi a specchio: 4-2-3-1 per Sarri e il medesimo schieramento iniziale anche per Patrick Vieira. In fase di non possesso possiamo immaginare Provstgaard in marcatura su Colombo, con Romagnoli ad agire come libero difensivo.

Sulle fasce i due terzini, Pellegrini e Marusic, saranno impegnati sui rispettivi esterni, ovvero Ellertson e Carboni. A centrocampo ipotizziamo una marcatura di Gila su Frendrup – offensivamente il più pericolo del centrocampo rossoblù – con Cataldi pronto ad inseguire Malinovsky.

In fase di possesso la situazione cambierà, e non di poco. Potremmo pensare ad una costruzione della manovra direttamente dal basso, con Gila e Cataldi in posizione, come già detto, di mediana. Ad aiutare il centrocampo potrebbe essere Pellegrini, pronto ad invertire in mezzo al campo per creare spazi.

Un abbassamento di Pedro risulta essere difficile, dato il suo disagio nel giocare spalle alla propria area di rigore. Anche per questo motivo, si ipotizza a un movimento a scendere da parte di Zaccagni e Cancellieri per far alzare la linea difensiva genoana ed aprire spazi in profondità per Castellanos.

Diciamo che se Dia non si fosse divorato quel gol nel derby, sparando il pallone direttamente in Curva Nord, la scelta di Sarri sarebbe potuta ricadere nella sua velocità per l’attacco.

Genoa Lazio, le probabili formazioni: le scelte di Sarri a centrocampo

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Genoa Lazio è alle porte. Nella giornata di lunedì la formazione allenata da Maurizio Sarri e quella rodata da Patrick Vieira si affronteranno allo Stadio Marassi di Genova. Molti dubbi accompagnano il match, soprattutto in casa Lazio. I biancocelesti, infatti, sono alle prese con una vera e propria emergenza a centrocampo.

In quella zona di campo Mau dovrà fare a meno degli infortunati Rovella e Dele-Bashiru, oltre che agli squalificati Guendouzi e Belahyane. L’unico “superstite” del derby rimane Danilo Cataldi, che giocherà inevitabilmente dal primo minuto. Ma la domanda ora è: chi avrà al suo fianco?

Sarri starebbe pensando di avanzare Mario Gila in mediana. Questa dovrebbe essere la mossa per garantire equilibrio alla squadra. In porta il titolare sarà Ivan Provedel, preferito al greco Mandas. In difesa pronti Marusic, Romagnoli, Provstgaard e Luca Pellegrini. Tavares dovrebbe partire dalla panchina.

A centrocampo ecco Mario Gila con Cataldi. In attacco ci saranno Cancellieri, Pedro Zaccagni a supportare Castellanos, prima punta. Con molta probabilità, Sarri opterà per un 4-2-3-1 in fase di possesso che potrebbe diventare un 5-4-1 in fase difensiva.

La Lazio e Sarri, il paradosso della passione: il destino di chi ama troppo

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La storia tra la Lazio e Sarri assume quasi i contorni di un racconto filosofico: quello di chi, per troppo amore, finisce alla fine per soccombere. È ciò che sta accadendo al “Comandante”. Sì, vogliamo ancora chiamarlo così, come a voler dare merito a chi non abbandona il proprio esercito nemmeno nei momenti di maggiore difficoltà.

Anzi, “Comandante” appare persino troppo rigido, formale. Meglio “Capitano”: non come Zaccagni, ma come un timoniere che lascia la nave soltanto quando affonda. Questo è Maurizio Sarri.

Per ben due volte è stato ingannato dal presidente Lotito. La prima, quattro anni fa, quando il patron biancoceleste lo chiamò per portare a compimento un progetto iniziato da Simone Inzaghi anni prima, al quale mancava la ciliegina sulla torta: vincere un trofeo. Le ambizioni c’erano tutte: una squadra formata da calciatori forti ed esperti, guidata da un tecnico vincente e scintillante.

Quel Sarri fu il più bel regalo che i tifosi della Lazio potessero ricevere. Mau arrivava da tre ottime stagioni al Napoli, in cui aveva praticato un calcio così affascinante da intimorire persino la Juventus più forte degli ultimi vent’anni. Senza dimenticare le esperienze al Chelsea e proprio nei bianconeri.

Sarri era cambiato: non più soltanto bel gioco, ma anche cinismo. Non a caso, aveva arricchito la propria bacheca con un’Europa League e uno Scudetto (restando, peraltro, l’ultimo tecnico capace di vincere un campionato a Torino). Insomma, quella con la Lazio avrebbe dovuto essere la consacrazione definitiva: dimostrare all’Europa e al mondo di saper unire spettacolo e vittorie.

Tuttavia, Lotito non fu d’accordo: il calciomercato non fu all’altezza delle aspettative. Nonostante ciò, il tecnico toscano riuscì a portare la squadra al quinto posto nella prima stagione e addirittura al secondo nella seconda, alle spalle soltanto del “suo” Napoli, quell’anno inarrestabile.

Poi il disastro, che lo spinse nella stagione successiva a rassegnare le dimissioni. Sarri si fermò: fu cercato dal Milan, che però non gli offrì mai una reale opportunità. Rimaneva il primo nome nella lista di ogni big in cerca di allenatore, ma alla soglia dei 66 anni nessuno sembrava disposto a concedergli l’ultima chance per dimostrare il proprio valore.

E invece, eccola lì: la chiamata, ancora una volta, della Lazio. “All or nothing”, direbbero in Inghilterra. Mercato bloccato, morale della rosa a terra e niente competizioni europee (il suo sogno da quando allena in Serie A). Eppure, almeno per il momento, una frase continua a rimbombargli nella testa: «Ma chi me l’ha fatto fare?»

Sarri contro Baroni: com’era posizionata la Lazio alla quarta giornata del campionato passato?

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La Lazio non sta sicuramente vivendo uno dei suoi periodi migliori. La squadra allenata da Maurizio Sarri risulta essere disattenta e senza voglia in campo. Tutti vogliono ricevere, ma nessuno vuole dare quel qualcosa in più durante le partite. Ed è proprio in questi momenti che riaffiorano nella mente, con un sapore quasi nostalgico, le immagini di tempi migliori.

La Lazio appena un anno fa, alla quarta giornata di campionato, si trovava al sesto posto in classifica con: 7 punti conquistati, 8 gol fatti e 6 subiti. Attualmente la graduatoria recita: 4 punti in meno, 4 gol in meno fatti e 2 in meno subiti. Tuttavia, ad allarmare è la posizione in classifica: ben sei posizioni di differenza.

La squadra al tempo allenata da mister Marco Baroni affrontò in sequenza: Venezia (vinta 1-3), Udinese (persa 1-2), Milan (pareggiata 2-2) e Verona (vinta 2-1). Un cammino molto simile a quello avuto da Sarri. Infatti, entrambi i tecnici hanno sfidato: una neopromossa, il Verona, una squadra di metà classifica ed una big.

Quindi si può tranquillamente affermare che, a parità di partite disputate, a parità di qualità avversarie e a parità di rosa: mister Baroni ha fatto meglio di Sarri in avvio di stagione.

Lazio, i precedenti con Ayroldi svelano un vantaggio schiacciante: cosa nasconde questo bilancio?

Lazio e l’arbitro Ayroldi: Un bilancio super favorevole prima dello scontro col Genoa

Chissà se l’arbitro Ayroldi porterà fortuna alla Lazio in questa partita cruciale contro il Genoa? Con un record impressionante di vittorie e pareggi, i tifosi biancocelesti potrebbero finalmente vedere un’inversione di tendenza. #Lazio #Genoa #SerieA #Calcio

In una settimana segnata da tensioni, polemiche e notizie negative, la Lazio trova un piccolo motivo per sperare. Mentre la squadra affronta le assenze e cerca di ritrovare l’equilibrio, l’assegnazione dell’arbitro per la trasferta di lunedì al Ferraris contro il Genoa rappresenta un dettaglio intrigante che potrebbe accendere l’entusiasmo tra i sostenitori.

Giovanni Ayroldi, della sezione di Molfetta, è stato designato per dirigere l’incontro in programma lunedì 29 settembre alle 20:45. Le statistiche parlano chiaro per la Lazio: in otto partite dirette da lui, il bilancio è nettamente positivo, con cinque vittorie, tre pareggi e, soprattutto, nessuna sconfitta. Questo dato non può che suscitare curiosità su come influenzerà il match.

A rendere la cosa ancora più affascinante c’è una coincidenza notevole. L’ultimo confronto tra Ayroldi e la Lazio risale a soli cinque mesi fa, nell’aprile del 2025, proprio contro il Genoa. Quella gara, giocata in casa del Grifone, finì con una vittoria schiacciante per 2-0 della squadra biancoceleste, un risultato che i fan sperano di ripetere per voltare pagina.

Certo, le statistiche e la sorte non decidono le partite da sole. I giocatori sanno che per superare la crisi e conquistare un campo ostico come Marassi servirà impegno e qualità, specialmente con l’emergenza a centrocampo. Eppure, in un momento così difficile, un precedente del genere potrebbe essere proprio quella scintilla di ottimismo di cui la Lazio ha bisogno per cambiare il corso degli eventi.

Rovella rinuncia all’operazione? Critici: “Si perde tempo prezioso per la carriera”

Il dilemma di Rovella: Operazione o un azzardo per la sfida con il Genoa? #Lazio #Rovella #CalcioSerieA #Infortuni

Il futuro del centrocampista Nicolò Rovella è avvolto nell’incertezza, con una battaglia contro la pubalgia che potrebbe cambiare il corso della sua stagione e di quella della Lazio. Mentre il club e lo staff medico insistono per un intervento chirurgico, Rovella esita, preferendo esplorare opzioni conservative. Questa scelta non è solo una questione personale, ma un rompicapo che tiene in sospeso i tifosi, chiedendosi se il giocatore riuscirà a tornare in tempo per la prossima partita.

A fare luce su questa situazione delicata è intervenuto il giornalista Giulio Cardone, che ha condiviso dettagli esclusivi durante un’intervista. Le sue parole rivelano le tensioni interne e le pressioni in corso, evidenziando come un recupero affrettato potrebbe essere un’arma a doppio taglio per la squadra.

«Gli è stato consigliato di operarsi ma lui non vuole, la terapia conservativa in questo caso prevede il riposo assoluto di due settimane poi se stai bene torni in gruppo; c’è un piccolo asterisco in tutto questo: c’è il desiderio, un po’ di tutti, di vedere se tra sabato e domenica, vista l’emergenza totale, può fare un tentativo. Io ho la sensazione che si stia un po’ perdendo tempo, ma ora farà anche altri consulti quindi la sua decisione non è definitiva».

Queste dichiarazioni di Cardone sottolineano il conflitto tra un approccio medico prudente e l’urgenza della squadra, che affronta una grave emergenza in mezzo al campo. Con giocatori chiave come Guendouzi e Belahyane squalificati, Dele-Bashiru infortunato e Vecino non al top, l’idea di un possibile ritorno di Rovella per la trasferta contro il Genoa stuzzica le speranze, ma porta con sé rischi evidenti. È un equilibrio precario, dove ogni decisione potrebbe influenzare non solo l’immediato, ma anche il futuro del talento biancoceleste.

Alla fine, Rovella appare deluso e riflessivo, pronto a consultare altri esperti prima di un verdetto finale. La Lazio, nel frattempo, naviga tra la necessità di un rinforzo rapido e l’obbligo di proteggere uno dei suoi gioielli, lasciando i fan con il fiato sospeso su come si evolverà questa storia.।

Spalletti svela i retroscena del Caso Acerbi: “C’è stata una telefonata dove quasi…”

Spalletti apre sul caso Acerbi: “Quasi gli ho chiesto scusa” – Quali segreti si celano dietro le sue parole? #NazionaleItaliana #CalcioItaliano #SpallettiRivelazioni

L’ex CT della Nazionale Italiana, Luciano Spalletti, ha condiviso riflessioni intense durante un evento dedicato alla letteratura sportiva, attirando l’attenzione per le sue parole sincere su un’esperienza che continua a tormentarlo. Con un misto di rimpianto e determinazione, Spalletti ha parlato di come il suo ruolo alla guida degli Azzurri lo abbia segnato profondamente, lasciando i fan a chiedersi cosa potrebbe riservare il futuro per lui e il calcio italiano.

Nelle sue dichiarazioni, Spalletti si è soffermato sull’aspetto emotivo del suo mandato, ammettendo: «L’esperienza con l’Italia mi martella ancora nella testa. Accetto il dolore che ha lasciato perché non è andata come volevo, ma mi riconosco un impegno totale. Poi naturalmente si riparte anche se ora c’è la fase del dolore acuto.» Questa confessione, carica di autenticità, sottolinea il peso psicologico di una avventura interrotta, spingendo i lettori a riflettere su quanto possa essere sfaccettato il mondo del calcio ai massimi livelli.

Passando al controverso “caso Acerbi”, Spalletti ha difeso le sue azioni con fermezza, invitando a verificare i fatti. Ha rivelato: «Acerbi? C’erano anche altre persone della Federazione, potete chiedere a loro se ho detto la verità oppure no. In maniera corretta ho fatto le convocazioni e una telefonata dove quasi gli ho chiesto scusa, riconoscendogli quella che è stata la sua bravura. Non vedo dove possa essere l’inghippo da parte mia. E su convocazioni e gestione dei calciatori condividevo tutto anche con Buffon e gli altri. Invece complimenti a Gattuso perché è stato bravo, specialmente nella seconda partita dove tatticamente ha fatto bene. Vedi le due punte vicine.» Queste parole, raccontate con un tono diretto, alimentano la curiosità su possibili malintesi dietro le quinte della Nazionale, lasciando spazio a speculazioni su dinamiche interne che potrebbero non essere state pienamente esplorate.

Spalletti non si è limitato al passato, esprimendo fiduciosa ambizione per il futuro della squadra: «L’Italia deve andare al Mondiale, l’ho pensato anche se fossi rimasto in nazionale. Sono contento che si sono tutti liberati di me. Se sono dispiaciuto di questo? No, e anche se sono stato esonerato dall’Italia non cambia il mio pensiero.» Tale affermazione, carica di un’ironia tagliente, solleva interrogativi su come l’ex CT percepisca il suo legacy e se queste rivelazioni possano influenzare le prossime sfide della selezione italiana.

Infine, guardando al panorama del calcio italiano, Spalletti ha condiviso insight su partite e talenti emergenti, come in: «Milan-Napoli? Il Milan è in grande condizione, il Napoli ha tante certezze e Conte e la società hanno lavorato benissimo. L’Inter può fare molto bene, Chivu diventerà un grande allenatore. Inter e Napoli hanno più chance rispetto a Juventus e Milan. Pio Esposito e Leoni sono giovani forti, fisicamente e tecnicamente. Poi ci penserà anche Silvio Baldini a lanciare altri ragazzi.» E sul suo cammino personale: «Futuro? Non lo so, io sono uno che è sempre stato molto fortunato sia per il calcio che per le squadre che ho avuto la possibilità di allenare. Sono convinto che qualcosa potrà succedere ma non vado a scavare e a forzare niente, deve essere tutto in maniera naturale.» Queste riflessioni, espresse con un misto di ottimismo e riservatezza, mantengono viva l’attenzione dei lettori, invitandoli a ponderare le infinite possibilità che il calcio riserva, anche per un veterano come lui.

Lazio Women, Goldoni in prima linea: “Non siamo più quelle del derby, punteremo in alto”

La leader della Lazio Women si rialza: il messaggio motivante di Goldoni

Immaginate una squadra delusa dopo una sconfitta cocente, ma con una voce che risuona forte per ispirare il riscatto. Ecco Eleonora Goldoni, la centrocampista infortunata, che trasforma il dolore in energia positiva, spingendo le sue compagne a guardare avanti. #LazioWomen #WomensFootball #ForzaLazio

La Lazio Women ha dovuto digerire una doppia amarezza: la perdita del derby di semifinale della Women’s Cup e l’addio al sogno della finale. In questi momenti di difficoltà, però, emerge una figura chiave come Eleonora Goldoni, che nonostante il suo infortunio muscolare – e il conseguente stop di circa un mese – resta un pilastro invisibile per il gruppo.

Non potendo essere in campo, Goldoni ha scelto i social per mostrare il suo sostegno, condividendo una foto di squadra su Instagram che simboleggia l’unione e la coesione. Il suo post non è solo un saluto, ma un vero e proprio grido di battaglia, mescolando orgoglio e determinazione per aiutare le compagne a superare la delusione.

Ecco le sue parole, cariche di emozione e forza: «Non siamo quelle dell’altra sera, siamo tanto di più! Partite come questa ci possono far crescere. Ci si rimbocca le maniche e come sappiamo fare continuiamo a lavorare! Io nel mio piccolo, spero di raggiungervi il prima possibile. Manca il campo, mancate voi». Questo messaggio, con il suo mix di consapevolezza e affetto, invita la squadra a non arrendersi, trasformando una serata storta in una opportunità di crescita.

La chiusura del suo intervento è particolarmente toccante, rivelando il legame profondo con il gruppo: è il lamento di chi è costretta ai box, ma che non vede l’ora di tornare. Goldoni, con il suo ruolo di leader, sta già contribuendo alla ripresa della Lazio, dimostrando che il vero spirito di squadra va oltre il campo e le sconfitte. In attesa del suo rientro, le sue parole potrebbero essere l’acceleratore per una rinascita tanto attesa.

UEFA verso l’esclusione di Israele: come per la Russia?

UEFA valuta la sospensione di Israele: una svolta epica in arrivo? #UEFA #CalcioEuropeo #Nazionali

In un momento di tensione internazionale, la UEFA è pronta a riunirsi per decidere su una misura che potrebbe scuotere il mondo del calcio: la possibile sospensione di Israele da tutte le competizioni europee. Secondo le indiscrezioni esclusive del The Times, questa mossa senza precedenti potrebbe influenzare non solo la nazionale, ma anche i club in lizza per le coppe continentali, lasciando i fan con il fiato sospeso su come evolverà la situazione.

La pressione sta montando da più fronti, con la Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite che ha accusato Israele di genocidio a Gaza, spingendo per un intervento rapido da parte di UEFA e FIFA. “Molti membri del comitato esecutivo dell’organizzazione calcistica europea sarebbero favorevoli all’esclusione”, riecheggiando il caso della Russia sospesa nel 2022 dopo l’invasione dell’Ucraina – un parallelo che fa riflettere su quanto il calcio possa essere un campo di battaglia per le questioni globali, alimentando la curiosità su quali alleanze si romperanno o si formeranno.

Se la UEFA procedesse, le onde d’urto arriverebbero dritte alla FIFA, con il presidente Gianni Infantino che si ritroverebbe in una situazione spinosa. Gli Stati Uniti, ospitanti dei Mondiali 2026 con Messico e Canada, hanno già mostrato opposizione a un’esclusione, ma una decisione europea potrebbe comunque bloccare le qualificazioni per Israele, creando un domino di effetti imprevedibili che i appassionati non vorranno perdersi.

La nazionale israeliana, guidata dal commissario tecnico Ran Ben Shimon, è nel girone di qualificazione ai Mondiali con l’Italia di Gennaro Gattuso. “Israele occupa il terzo posto, dietro alla Norvegia e agli azzurri”, e una sua esclusione ribalterebbe gli equilibri, trasformando questo gruppo in un’incognita assoluta e rendendo ogni match futuro un evento da non perdere.

Intanto, per i club come il Maccabi Tel Aviv, impegnato nell’Europa League, il rischio di estromissione è reale, con potenziali ripercussioni che andrebbero oltre il campo, aprendo un nuovo capitolo di tensioni politiche nel calcio globale. Questa decisione, attesa nei prossimi giorni, potrebbe essere il turning point che tutti stanno aspettando, mescolando sport e diplomazia in un mix elettrizzante.

Svolta nel caso ultras Roma: 88 rilasciati, gli altri a processo

Scontri a Nizza prima del match: 88 ultras della Roma rilasciati, ma il processo per gli altri fa discutere! #EuropaLeague #TifosiGiallorossi #CalcioInternazionale

La notte di caos che ha preceduto la sfida di Europa League tra Nizza e Roma ha portato a conseguenze immediate e pesanti per i tifosi coinvolti. Con la tensione ancora palpabile, la giustizia francese ha iniziato a muoversi rapidamente, lasciando tutti con il fiato sospeso su cosa potrebbe accadere in futuro.

Tra i 102 sostenitori giallorossi fermati, 13 sono stati portati direttamente in tribunale per affrontare accuse serie. Le autorità hanno descritto i fatti con chiarezza, sottolineando la gravità della situazione: “raggruppamento finalizzato alla preparazione di violenze volontarie contro persone o alla distruzione o danneggiamento di beni, nonché al trasporto di armi proibite”. Questa descrizione non fa che accendere la curiosità su quanto pianificata fosse l’intera faccenda, trasformando una trasferta calcistica in un vero e proprio dramma.

Per gli altri 88 tifosi, la storia ha preso una piega diversa con il loro rilascio dalla custodia. Ma attenzione, non è finita qui: le autorità francesi hanno imposto a ciascuno un divieto di accesso alla regione delle Alpi Marittime per sei mesi, una misura che fa riflettere su quanto le violenze possano avere ripercussioni a lungo termine e scongiurare nuovi problemi.

Come riportato da fonti attendibili, la procura è fermamente convinta che questi ultras avessero organizzato il viaggio con l’intento preciso di creare disordini, non una semplice rissa spontanea. Questa idea di un piano premeditato non solo spiega il massiccio intervento delle forze dell’ordine durante la partita, ma anche la durezza delle decisioni prese, lasciando i fan a chiedersi dove si fermerà questa spirale di eventi.

Calciomercato Lazio: Quali stelle rischiano di partire a gennaio?

La Lazio in cerca di risorse: quali talenti potrebbero essere ceduti a gennaio per rinforzare la squadra? #Calciomercato #Lazio #Plusvalenze

Mentre la Lazio naviga tra infortuni e risultati altalenanti, il club sta già architettando mosse intriganti per il mercato di gennaio. Viene da chiedersi: come trasformeranno queste difficoltà in opportunità di crescita? L’attenzione è tutta su strategie che mescolano economia e talento, con l’obiettivo di raccogliere fondi e potenziare la rosa per affrontare le sfide future.

Un’analisi recente evidenzia un approccio basato sul player trading e sulla valorizzazione dei giovani. Le voci su una possibile cessione di Nicolò Rovella sono state respinte, con lui definito come un elemento imprescindibile. Invece, l’attenzione si sposta su altri profili, alimentando curiosità su come la Lazio possa sfruttare il valore nascosto nella propria squadra per generare risorse.

«Rovella è chiaramente uno dei giocatori fondamentali; per le vendita si pensa più a Mandas o a Tavares. A gennaio è più difficile fare mercato, è chiaro, ma non sono d’accordo con il pessimismo che gira intorno alla rosa. Per me ci sono dei giovani su cui fare plusvalenze: quello che è successo con Tchaouna, lo puoi fare a maggior ragione con Mandas, Provstgaard o Dele-Bashiru. Io sarei più pessimista su tante altre cose come i ricavi, il Flaminio e via dicendo». Queste parole aggiungono profondità all’analisi, sottolineando come le plusvalenze da giovani talenti possano essere la chiave per sbloccare nuove operazioni.

Seguendo questa linea, la Lazio potrebbe replicare il successo della cessione di Tchaouna, puntando su giocatori come il portiere Christos Mandas, il difensore Gustav Provstgaard o il centrocampista Fisayo Dele-Bashiru. Nuno Tavares, con il suo futuro incerto, emerge come un’altra potenziale risorsa, capace di infondere nuova linfa alle casse del club e aprire la porta a rinforzi mirati.

In ultima analisi, mentre il potenziale dei singoli è promettente, le sfide più ampie del club – dai ricavi ai progetti strategici – restano un punto interrogativo. Riuscirà la Lazio a trasformare queste cessioni in un vero trampolino per il successo? Solo il tempo lo dirà, ma il mercato di gennaio si annuncia ricco di colpi di scena.

Mattei contro Lotito: “La Lazio dei tifosi rischia di diventare una Lazietta”

Tensioni alla Lazio: Mattei critica Lotito e difende i tifosi! Che futuro per il club biancoceleste? #Lazio #Tifosi #Calcio

Le dichiarazioni del giornalista Stefano Mattei stanno facendo discutere il mondo del calcio, portando alla luce il crescente malcontento tra i supporter della Lazio. In un momento in cui le parole del presidente Claudio Lotito continuano a suscitare polemiche, Mattei ha colto l’occasione per analizzare lo sfogo del cantautore Tommaso Paradiso durante un intervento a Radiosei. Con un tocco di critica tagliente, ha elogiato il messaggio di Paradiso, ma ha puntato il dito contro la scarsa attenzione che ha ricevuto dai media, alimentando curiosità su cosa stia realmente accadendo dietro le quinte.

Mattei non ha risparmiato commenti forti, evidenziando il contrasto tra l’entusiasmo dei tifosi e le dinamiche più oscure. Ecco le sue parole: «Nelle parole di Paradiso c’è un aspetto particolarmente bello e uno particolarmente brutto: quello bello è la lettera che sottoscrivo, è il sentimento di buona parte dei tifosi laziali; la parte brutta è la scarsa risonanza che ha avuto. Quello che sta accadendo ha lo scopo di far diventare la Lazio una Lazietta, dando spazio all’altra squadra della Capitale». Questa citazione cattura perfettamente il disagio dei fan, lasciando i lettori a chiedersi se la vera essenza del club stia svanendo.

Spostandosi sul rapporto tra il presidente e la base dei sostenitori, Mattei offre una riflessione profonda e amara, che invita a riflettere sul cuore di un club calcistico. Le sue parole sono un vero campanello d’allarme: «Io credo che la verità stia venendo a galla: il presidente Lotito è il migliore per tutti, per tanti, tranne che per il popolo laziale. La Lazio è dei tifosi, come la radio è degli ascoltatori». Qui, Mattei usa un paragone semplice ma efficace per sottolineare come il legame con i tifosi sia fondamentale, suscitando interesse su quanto questa distanza possa influenzare il futuro della squadra.

Ora, l’attenzione di Mattei si sposta sul campo, dove la squadra biancoceleste è chiamata a reagire per evitare una stagione disastrosa. La sua analisi è diretta e carica di tensione: «Male a Como, reazione con il Verona; male col Sassuolo e sfortunati nel derby: auguriamoci che questa altalena di risultati faccia vedere una buona Lazio a Genova, altrimenti questa crisi di punti complica la situazione». Queste parole evidenziano l’urgenza di una svolta, lasciando i lettori con il fiato sospeso sul prossimo match.

In un ambiente sempre più diviso e preoccupato, le riflessioni di Mattei intrecciano critiche alla gestione societaria con la speranza di un rilancio sportivo. La sfida a Genova non è solo una partita in classifica, ma un momento chiave che potrebbe definire l’umore di un’intera tifoseria, alimentando curiosità su cosa riserverà il futuro per la Lazio.

La Lazio fa i conti con l’infermeria prima del Genoa: la situazione infortunati

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La Lazio di mister Sarri affronterà, nella sfida di lunedì valida per la quinta giornata di Serie A 2025-2026, il Genoa di Patrick Vieira allo Stadio Marassi di Genova. Il match risulta essere già fondamentale per Mattia Zaccagni e compagni per rianimare gli umori di Formello, a terra dopo la pesante sconfitta rimediata nel derby della Capitale contro la Roma di Gasperini.

A preoccupare in casa biancoceleste è la questione legata agli infortunati della società del Presidente Lotito. Il DS Fabiani, a causa del blocco sul calciomercato imposto da parte della Covisoc, non ha potuto fornire a Sarri una rosa profonda per fronteggiare questo tipo di situazioni. A complicare il quadro generale, le squalifiche di Guendouzi e Belahyane a causa dei rispettivi cartellini rossi presi durante la stracittadina di domenica.

Lo Stadio Olimpico e tutti i tifosi della Curva Nord sono ansiosi di capire quali saranno le soluzioni tattiche che Sarri adopererà in vista di lunedì. Intanto, lo stato dell’infermeria biancoceleste non sorride alla rosa: Dele-Bashiru ha riportato una lesione muscolare al bicipite femorale destro, mentre Nicolò Rovella è alle prese con una sindrome retto-adduttoria. Entrambi, come suggerisce un comunicato ufficiale da parte della Lazio, hanno già iniziato i rispettivi percorsi riabilitativi.

I tempi di recupero indicativi riferiscono uno stop di 3-6 settimane per il nigeriano e 2-4 settimane per il centrocampista italiano. Sicuramente entrambi salteranno le partite contro Genoa e Torino, con l’obiettivo di essere a piena disposizione della squadra entro inizio novembre.

Calciomercato Lazio, quel rebus è assolutamente da sistemare

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Il tema portieri è di estrema attualità in casa Lazio, non solo per quanto riguarda le scelte tecniche da parte di mister Sarri ma anche in ottica calciomercato. Come riporta Il Messaggero, il tecnico toscano starebbe andando verso un clamoroso cambio di rotta riguardo la decisione dell’estremo difensore titolare per la stagione.

Se tutto faceva pensare ad un possibile maggior impiego per Mandas nelle prossime due sfide di campionato contro Genoa e Torino, le ultime da Formello suggeriscono ancora Provedel dal primo minuto.

Questa situazione crea un vero e proprio paradosso in casa biancoceleste. Mandas vuole giocare di più. Qualora entro gennaio il mercato venisse sbloccato e i minuti giocati non siano ritenuti soddisfacenti per il portiere greco, la strada sarebbe quella della cessione. Tuttavia, gli unici club attualmente interessati all’estremo difensore sarebbero squadre greche.

Mandas non vorrebbe fare già ritorno in patria, il che comprometterebbe la sua carriera. Ma anche il rimanere in panchina tra le file della Lazio lo farebbe. Una soluzione possibile sarebbe il prestito per 6 mesi, ma siamo sempre lì: Sarri vuole giocare con Provedel, quindi fino alla permanenza del toscano in panchina la situazione non cambierebbe nemmeno con un prestito temporaneo.

Bellinazzo smentisce Lotito: “La preoccupazione dei tifosi è giustificata”

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Marco Bellinazzo, giornalista de “Il Sole 24 Ore“, in collegamento a SVB, ha analizzato lo stato economico-finanziario della Lazio, spiegando come il club biancoceleste viva in una fascia di fatturato inferiore ai 150 milioni di euro.

Secondo il giornalista, la mancata partecipazione alle coppe europee di questa stagione rende inevitabile il puntare sulle plusvalenze per non compromettere la competitività della rosa. Ciò va in contrapposizione a quanto affermato dal Presidente Lotito nella giornata di ieri. Di seguito le sue parole:

“LA LAZIO RESTA IN FASCIA MEDIO BASSA. FATTURATO SOTTO I 150 MILIONI: SENZA COPPE EUROPEE LA COMPETITIVITà è A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEI TIFOSI è GIUSTIFICATA

CLAMOROSO - Lazio, è successo oggi a Formello: tifosi impazziti

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La Lazio è chiamata, nella prossima giornata di Serie A 2025-2026, a sfidare il Genoa di Patrick Vieira. Il match sarà fondamentale per Mattia Zaccagni e compagni si fini di riscattare la brutta sconfitta rimediata nel derby della Capitale contro la Roma. Proprio la stracittadina è ancora un pensiero fisso di giocatori e tifosi, nonché argomento principale di discussione in quel di Formello.

La sconfitta di domenica è difficile da buttare giù. Un boccone amaro da dover ammortizzare con il tempo e – soprattutto – con le vittorie. Questo i calciatori lo sanno bene e, a tal proposito, le ultime direttamente dal Centro Sportivo di Formello hanno del clamoroso.

Secondo Il Messaggero, prima della ripresa degli allenamenti di ieri, mister Sarri e il DS Fabiani hanno trattenuto la squadra per circa una mezz’ora in più. Durante il discorso alla squadra dei due, sono arrivate le scuse da parte di Guendouzi e Belahyane per i rispettivi cartellini rossi rimediati e – sorprendentemente – anche quelle di Tavares per l’errore costato alla Lazio il gol decisivo di Lorenzo Pellegrini.