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SERIE A – Cronaca e risultati di tutti i match delle 15. Crolla la Roma

Questi tutti i risultati delle partite di serie A che si sono giocate alle 15:00.

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CHIEVO UDINESE 2-3

Spettacolo al Bentegodi, cinque gol, un palo per parte, tante occasioni e giocate da applausi. Alla fine festeggia l’Udinese guidata da uno straordinario Thereau: il francese, grande ex della partita, realizza una doppietta ma fa letteralmente ammattire la difesa di casa. Ride l’Udinese ma forse non ha motivi per piangere il Chievo che esce dal confronto con i friulani a testa alta, giocando una gara a viso aperto. L’avvio di partita è però contratto, spezzettato dai continui falli. La prima occasione è per la formazione ospite: Aguirre va più in alto di tutti sul cross di Edenilson, ma il suo colpo di testa termina di poco sopra la traversa. Ritmi alti nelle prime fasi, con le due squadre che non rinunciano al pressing. Karnezis al 15′ blocca il debole tiro di Castro. Al 24′ il portiere bianconero vola per mettere in corner la punizione di Birsa. Al 26′ Meggiorini se ne va via sulla destra, mette in mezzo per Birsa che viene prima murato e poi colpisce la traversa. Alla fine, il più lesto ad arrivare sul pallone è Paloschi che da due passi non sbaglia. Bizzarri al 34′ riesce a bloccare la punizione calciata da Lodi verso la porta. Cala l’intensità nella fase finale della prima frazione, soprattutto tra i padroni di casa che hanno un sussulto con Birsa serve Paloschi in contropiede ma Karnezis vanifica il suo colpo di testa. In chiusura di frazione Widmer scende sul fondo e la mette in mezzo dopo un’avvolgente azione friulana, interviene Frey che però svirgola e trafigge il suo portiere. La partenza della ripresa è uno shock per il Chievo. L’Udinese conquista palla e riparte velocissima sulla destra con Aguirre. Palla al centro, conclusione svirgolata da Iturre che trova però Thereau che di tacco firma il vantaggio ospite. Dal fischio di Gervasoni non sono passati nemmeno 20′ secondi. Il Chievo prova a spingersi in avanti in cerca del pareggio ma fatica a rendersi pericoloso. A spingere ora è la formazione di Colantuono mentre i padroni di casa provano ad agire in ripartenza. A rimettere le cose a posto ci pensa il neo entrato Inglese che controlla un suggerimento di Rigoni, si gira ed esplode un gran destro che s’insacca nel sette: gol splendido. Ci prova ancora il Chievo. Cross in mezzo di Castro per Pepe che colpisce di piatto, ma non trova lo specchio della porta. Un minuto più tardi gran giocata di Di Natale che fa passare un gran pallone per Thèrèau che entra in area di rigore e supera Bizzarri con un grandissimo tocco sotto. Un minuto dopo Gobbi infila Karnezis ma Gervasoni annulla per una spinta di Inglese. Poi è Pellissier ad anticipare di testa Ali Adnan, con la sfera esce di un nulla. Ultimi assalti del Chievo e contropiedi dell’Udinese. Di potenza Ali Adnan colpisce l’incrocio dei pali. Subito dopo è Bizzarri a compiere un miracolo su Di Natale. Sulla parata del portiere del Chievo Gervasoni fischia la fine

FROSINONE VERONA 3-2

Il Frosinone, con tanto patos nei titoli di coda, porta a casa tre punti meritati ma onore al Verona che lascia in Ciociaria una grande fetta di Serie A dopo aver dato tutto fino all’ultimo secondo. Per gli scaligeri protagonista negativo il portiere Rafael che al 19′ del primo tempo dopo aver recuperato un traversone, ostacolato da Paganini, ha reagito in maniera incomprensibile, rifilando una gomitata al tornante di Stellone. Per Rizzoli nessuna esitazione, rosso diretto e rigore. In porta è subentrato Gollini che ha quasi preso il rigore di Daniel Ciofani. Lo stesso attaccante ha poi raddoppiato di testa bruciando sul tempo Moras. A inizio ripresa il tris giallazzurro con Dionisi, terminale di una bella combinazione Sammarco-Daniel Ciofani. Tutto deciso? Assolutamente no. Al 24′ Viviani su punizione dal limite ha bruciato i guantoni di Leali. La squadra di Mandorlini sullo slancio, approfittando di un vistoso calo di concentrazione del Frosinone, su angolo di Viviani al 31′ con Moras, complice una incertezza di Leali, ha ridotto ulteriormente il divario. Da questo momento la partita, con il Verona, ricordiamolo in 10, è diventata una battaglia. Veronesi con Toni e Pazzini, subentrato a inizio ripresa, a cercare spazi in area frusinate e questi ultimi a riorganizzarsi per portare più alto il loro baricentro. Al 38′ una botta incredibile di Hallfredsson ha fatto tremare il «Matusa», poi un paio di ripartenze dei ciociari mal gestite. Alla fine il boato liberatorio dei tifosi di casa. Il Frosinone ha scavalcato il Bologna e accorciato su Genoa e Chievo, ospite domenica prossima in Ciociaria.

GENOA CARPI 1-2

Impresa del Carpi che in rimonta espugna il Ferraris battendo il Genoa al termine di una gara molto combattuta e segnata soprattutto dall’espulsione di Pavoletti dopo appena cinque minuti per una gomitata a Gagliolo. Una vittoria, la prima in trasferta, che permette agli uomini di Castori di abbandonare l’ultimo posto della classifica. Sfida che si anima subito al 5′ del primo tempo. Pavoletti e Gagliolo ingaggiano un match in area ospite con l’attaccante del Genoa che si è liberato della marcatura stretta del giocatore avversario con una gomitata. Gagliolo termina a terra mentre Pavoletti viene espulso direttamente e il Genoa si trova così a giocare la settimana sfida in campionato con un uomo in meno. Nonostante l’inferiorità numerica i rossoblù dopo appena sessanta secondi passano in vantaggio al termine di un’azione conclusa sulla destra da Figueiras che, decentrato, batte con un preciso rasoterra diagonale Belec infilando il pallone nell’angolino più lontano. Sotto di un gol, ma con un uomo in più, Castori passa così al 4-3-3. È il Genoa però a rendersi pericoloso con Izzo che di testa sfiora il raddoppio mettendo la palla di poco a lato. Sul ribaltamento di fronte Perin compie un proprio e vero miracolo respingendo da pochi passi una conclusione a botta sicura di Martinho che si era liberato di Figueiras, poi Zaccardo sbaglia la ribattuta mettendo fuori. Gasperini decide così di correre ai ripari inserendo De Maio per Figueiras, bravo a spingere sulla fascia ma in difficoltà nella fase difensiva. La prima frazione si chiude così con il Genoa in vantaggio. Nessun cambio nell’intervallo ma al 6′ Castori si gioca la carta Borriello al posto di uno spento Matos. Mossa vincente come dimostra il contropiede al 13′ finalizzato proprio da Borriello che batte Perin con un preciso diagonale per il pareggio. Lo stesso Borriello poco manca il raddoppio con una conclusione che sfiora il palo alla sinistra di Perin. Gasperini non si arrende e al 25′ inserisce Pandev per De Maio, un cambio che il difensore francese non gradisce affatto. Il Carpi inizia a crederci mentre la mossa Pandev non sembra portare gli effetti sperati e anzi al 36′ arriva il vantaggio della squadra di Castori con Zaccardo che servito da Borriello si ritrova tutto solo davanti a Perin e lo batte con un preciso rasoterra. La risposta del Genoa arriva subito ma il tiro di Rincon trova pronto Belec che devia in angolo. Il Genoa fatica a costruire mentre il Carpi gioca soprattutto di rimessa sfruttando la bravura di Borriello nel tenere alta la squadra. In pieno recupero il Genoa prova l’ultimo assalto invocando anche un rigore per un tocco con il braccio in area Carpi ma l’ultima punizione di Lazovic finisce tra le braccia di Belec

ROMA ATALANTA 0-2

Rudi Garcia aveva annunciato una Roma arrabbiata per la figuraccia col Barcellona e promesso una pronta riscossa. Evidentemente gli manca il polso della squadra, scesa in campo contro l’Atalanta senza nerbo e senza gioco, meritando la netta sconfitta per 2-0 frutto della peggior prestazione stagionale in campionato. Un ko pesante, contro una squadra che non segnava da tre giornate, che ha messo a nudo gravi manchevolezze difensive e sterilità offensiva quando vengono a mancare Gervinho e Salah. Poco ha aiutato il già debole carattere dei giallorossi un Olimpico quasi spettrale, muto e gelido non solo per la temperatura, con la tifoseria che si è accesa unicamente quando, alla fine del primo e del secondo tempo, ha fischiato sonoramente squadra e tecnico. Si prospetta una settimana difficile per il francese, già nel mirino della società e della critica. Dovrà dare una sterzata netta prima della trasferta di domenica a Torino e soprattutto della decisiva sfida di Champions con il Bate Borisov. Giocando così, gli ottavi sarebbero un miraggio. Le mosse odierne di Garcia non hanno avuto alcun effetto: ha messo mano alla difesa, recuperando in porta il 38enne De Sanctis al posto di Szczesny, relegato in panchina insieme con Ruediger, avvicendato a sua volta da Castan, quasi mai utilizzato quest’anno. Rispetto alla gara del Camp Nou, la fascia destra è stata riaffidata a Florenzi. Con De Rossi guarito a far perno a centrocampo, in attacco il tridente Iturbe, Dzeko e Iago Falque. Il risultato non è stato quello atteso, dato che la retroguardia ha fatto acqua da tutte le parti. De Rossi non ha inciso, Nainggolan ha spinto poco, Pjanic era distratto e poco preciso mentre in avanti, con Iturbe confusionario, gli altri due hanno deluso completamente. Reja, che con la Roma ha un conto aperto, ha preferito Cigarini a De Roon al centro e sopperito all’assenza al’ultimo minuto di Pinilla con Denis, schierati davanti a Maxi Moralez e Gomez. E proprio il Papu Gomez ha castigato i giallorossi alla fine di un primo tempo di rara bruttezza, proprio, quando sembrava che la Roma si fosse svegliata dalla catalessi grazie ad un paio di giocate più precise e alle conclusioni pericolose di Dzeko al 35′ e Iturbe un minuto dopo. È stato proprio Digne, uno dei più attivi fino ad allora tra i giallorossi sulla fascia sinistra, a regalare all’argentino una palla d’oro sbagliando disimpegno. Gomez, alla quarta rete stagionale, e la quarta alla Roma, non ha sprecato l’occasione. Nella ripresa, la Roma ha aumentato il ritmo, sfiorando il gol all’8′, quando Cigarini ha salvato sulla linea un colpo di testa di Pjanic deviati da Paletta. Al 16′ però è stato De Sanctis a evitare il 2-0 parando alla grande su Moralez lanciato a rete, in fuorigioco non segnalato. Garcia ha tolto l’inutile Falque per il giovane Sadiq e quindi Florenzi per inserire Maicon, ma la musica è cambiata poco. Il gioco è continuato a latitare, la squadra spezzata in due si trovava spesso scoperta alle ripartenze degli atalantini. L’inevitabile è accaduto al 36′, quando Maicon ha abbattuto in area Gomez ed è stato espulso, mentre Denis ha siglato il raddoppio chiudendo la partita. Festa Atalanta che sale a 21 punti, mentre è buio all’Olimpico dopo la prima sconfitta interna. La Roma, ferma a 27, vede avvicinarsi il Milan e magari anche la Juve, sperando intanto che i due posticipi di domani non allunghino troppo la classifica.

Fonte: Ansa

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