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IL PAGELLONE DEL 2015 – Il centrocampo

Eccoci giunti dunque al terzo episodio del pagellone 2015 firmato Laziochannel.it. Dopo portieri e difesa pubblicati ieri, oggi è il turno del centrocampo. Buona lettura e se l’articolo vi piace condividetelo su Facebook.

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Felipe Anderson 7-: Il 2015 di Felipe Anderson è stata l’esatta applicazione del proverbio: “Dopo una grande salita c’è sempre una grande discesa”. Il giocatore verdeoro aveva iniziato il suo 2015 in modo straordinario diventando la vera e propria bomba atomica dell’attacco biancoceleste: dribbling, velocità, grinta, gol di destro, di sinistro, di testa, tiri forti o a giro, assist al bacio… Insomma per quasi tutta la prima metà dell’anno i tifosi hanno potuto ammirare un Dio in terra capace di risolvere da solo le partite. C’è una partita in particolare che raffigura bene tale apoteosi: Lazio-Sampdoria 3-0 il 5 Gennaio 2015. Contro i blucerchiati Felipe gioca una delle sue più belle partite, trascinando letteralmente i suoi compagni alla vittoria con tre invenzioni da incorniciare due accelerazioni con assist e un gol di pregevole fattura, un missile terra-aria da 25 metri che batte inesorabilmente Viviano. Divina sopratutto l’accelerazione in occasione del 3-0. “Sembrava Cristiano Ronaldo…” dichiarerà il mister della Samp Mihajlovic al termine del match dando vita al soprannome FA7. Purtroppo però la seconda parte di questo 2015 non si è rivelata altrettanto esaltante per il talento brasiliano, anzi tutt’altro. Solo se dovesse ritrovare la continuità di rendimento di prima allora la Lazio potrebbe iniziare un nuovo campionato. Di recente ha promesso: “Nel 2016 tornerò a segnare”. Non ci resta che sperare, forza e coraggio Felipe!

Felipe Anderson

Marco Parolo 7: Come tutta la Lazio anche Marco Parolo ha vissuto questo finale di 2015 in fase calante dopo un inizio a dir poco straordinario. Sicuramente è stato uno dei primi nella passata stagione a beneficiare delle idee tattiche di mister Pioli, basate molto sulla capacità di inserimento dei centrocampisti diventando ben presto un elemento imprescindibile del centrocampo biancoceleste. Ora invece lotta per risollevarsi e a tal proposito l’ultima gara dell’anno solare contro l’Inter ha fornito segnali molto incoraggianti. La sua miglior prestazione di questo 2015 è decisamente Lazio-Milan, ma non tanto per la fantastica doppietta realizzata quella notte. Ciò che rimarrà indelebile nel cuore dei laziali è la grinta e la determinazione messa dall’ex Parma per recuperare lo svantaggio del primo tempo. C’è una scena in particolare che racchiude quanto scritto: quando in un nanosecondo, Parolo, dopo aver realizzato il gol del momentaneo pareggio, agguanta il pallone e lo riporta con ferocia immediatamente a centrocampo come per dire: “Questa noi la vinciamo!!!”. Va, inoltre, menzionata l’intelligenza tattica, la duttilità e il valore umano del giocatore: mai una polemica o un segnale di nervosismo contro l’avversario. Lo scorso anno ha realizzato ben 10 gol. E’ impossibile non diventare un idolo dei tifosi quando metti così tanto cuore per la tua squadra. L’augurio è che presto torni ad essere il Marco Parolo che tutti noi ammiriamo, la Lazio e Pioli hanno bisogno di lui.

Parolo Lazio Genoa
© Gianni Barberi

Senad Lulic 6,5: Non è stato un 2015 esaltante quello di Senad Lulic: tra infortuni, delusioni sportive ed il problema del rinnovo contrattuale. Non tutto però è da buttare in questo anno solare: la sua unica fonte di gioia è stata ancora una volta quella che ormai è di diritto il suo regno da quel famoso 26 Maggio 2013, cioè la Coppa Italia. Indimenticabile infatti il suo straordinario contributo nella semifinale di ritorno disputata contro il Napoli allo stadio San Paolo. In quella partita Senad marchiò di nuovo il destino dell’Aquila, spingendo con tutto il cuore la Lazio in finale. Il bosniaco, entrato nella ripresa al posto di Candreva, prima realizzò l’importantissima rete del vantaggio a 11 minuti dal termine poi compì un vero e proprio miracolo salvando a pochi millimetri dalla linea di porta la conclusione di Insigne all’88’ con Berisha battuto. Grazie a lui, la Lazio approdò ancora in finale. Nonostante le difficoltà di quest’anno Senad non si è mai buttato giù d’animo. Grazie al suo spirito di sacrificio e la sua fantastica duttilità tattica si è sempre rivelato un elemento molto prezioso per lo scacchiere tattico di Stefano Pioli. Il Jolly biancoceleste è un giocatore che sarebbe veramente un peccato perdere, perché di giocatori così poliedrici ce ne sono davvero pochi in giro. L’augurio è di riabbracciarlo presto con l’anno nuovo dopo lo sfortunato infortunio al dito.

© Gianni Barberi
© Gianni Barberi

Danilo Cataldi 6: Danilo è la Lazio, il futuro della Lazio. Il 2015 è stato l’anno della sua consacrazione calcistica con l’aquila sul petto: esordisce con i colori biancocelesti il 14 gennaio 2015 in Coppa Italia a Torino, per via di infortuni muscolari che lo tengono fuori nella prima parte di stagione. La Lazio sconfigge i granata a domicilio con il risultato di 1-3. Per Cataldi è un esordio col botto: assist per il momentaneo 0-2 firmato da Miroslav Klose. Subito tifosi e critica vedono in lui il futuro del centrocampo biancoceleste. Innamorato di Roma e della Lazio, legatissimo ai colori biancocelesti, riesce a scalare le gerarchie nella mediana di Mister Pioli, ottenendo la fiducia di tifosi e critica. L’esordio da titolare in campionato arriva il 24 gennaio 2015: si gioca Lazio-Milan ed è 3-1 e tripudio biancoceleste. In quella partita il nativo di Ottavia  offre una prestazione di assoluto valore, culminata con un lancio millimetrico di prima intenzione per la corsa di Candreva che fornirà l’assist decisivo per Parolo. Indimenticabile per lui e per tutto il popolo laziale il momento in cui, negli ultimi minuti di Lazio-Fiorentina, con l’uscita di Mauri e su decisione di Radu, gli viene affidata la fascia di capitano, a suggellare un amore immenso per i colori biancocelesti. Il resto della stagione scorre tra conferme e ottime prestazioni: geometrie, corsa, tecnica, Cataldi si impone come un centrocampista a tutto tondo. Nella stagione corrente ci si aspettava da lui il definitivo salto di qualità, ma le prestazioni sono state al di sotto delle aspettative: una preparazione precaria e la mancanza di fiducia nei propri mezzi hanno fatto in modo che il giovane centrocampista perdesse posizioni nelle gerarchie di Pioli. In queste ultime partite del 2015 sembra abbia ritrovato gamba e convinzione, riuscendo anche a segnare il suo primo gol in maglia biancoceleste, negli ottavi di finale di Coppa Italia contro l’Udinese. Avrebbe voluto correre sotto la Nord e festeggiarlo con il suo popolo, ma l’assenza dei tifosi per le note polemiche con il Prefetto Gabrielli hanno strozzato in gola le sue grida di gioia. Bilancio finale comunque positivo per un esordiente come lui: l’anagrafe è dalla sua parte, Danilo Cataldi è il futuro del centrocampo della Lazio.

Cataldi-01

Onazi 5,5: Il nigeriano è il centrocampista di scorta di Stefano Pioli, l’uomo di gamba e sostanza che corre e recupera palloni, mostrando però evidenti carenze tecniche. Il 2015 per lui non è stato un anno roseo: tra panchina, tribuna e noie muscolari, ha faticato molto a trovare spazio in un centrocampo laziale le cui prestazioni sopra le righe, soprattutto nel girone di ritorno della scorsa stagione, hanno fatto in modo che ci fosse poco spazio per il turnover. Una stagione anonima quella scorsa, ma culminata nel più inaspettato dei modi. Napoli-Lazio, gara decisiva per l’accesso ai preliminari di Champions League, i biancocelesti dopo un avvio da fantascienza con un 2 a 0 rapido e indolore, subiscono maledettamente il ritorno dei partenopei e Pioli decide di gettare nella mischia il nigeriano, per difendere il momentaneo 2-2. Ed ecco il miracolo: Ledesma recupera un pallone a centrocampo, un rimpallo fortunoso si trasforma in un filtrante preciso per l’accorrente Eddy, piattone di destro e vantaggio Lazio. Per il nativo di Lagos è l’apoteosi, e con lui per tutti i tifosi biancocelesti. Ginocchia a terra e braccia al cielo. In estate si vociferava di una sua cessione, ma Onazi è rimasto alla Lazio, utilizzato in questo primo scorcio di stagione come centrocampista di Europa League. Per lui buone prestazioni, ma un infortunio rimediato in Nazionale che lo ha fermato proprio nel momento di top di condizione. In generale una stagione al di sotto della sufficienza, sperando in un 2016 migliore e soprattutto privo di infortuni.

Onazi

Milinkovic-Savic 6: L’acquisto più oneroso del carente mercato estivo di Lotito e Tare: circa 10 milioni di Euro per convincere i belgi del Genk e per strapparlo alla concorrenza di altri club europei, tra cui la Fiorentina. La sua parabola biancoceleste parte da un dubbio di base: qual è il suo ruolo? Presentato come vice-Biglia, ammirato in Belgio e con la Nazionale Under 21 del suo paese come mezzala, schierato da Pioli come trequartista. Struttura fisica imponente, condita da un’ottima tecnica e da una buona capacità di inserimento, lo rendono un centrocampista completo. Inizialmente tenuto in panchina, è riuscito con impegno e costanza a guadagnare posizioni nelle gerarchie di Pioli, fino a diventare titolare, dapprima come trequartista e infine come mezzala, come nell’ultima e vittoriosa trasferta di Milano contro l’Inter. Momento top di questo primo scorcio di stagione il primo gol in maglia biancoceleste, nella trasferta ucraina di Europa League contro il Dnipro. La sufficienza per lui è ampiamente meritata, ma da un acquisto da 10 milioni ci si aspetta molto di più. Milinkovic-Savic ha solo 21 anni ed evidentemente ha il futuro dalla sua parte. Si è già dimostrato un giocatore capace di reggere il confronto con colleghi più esperti di lui. Ricordiamo, inoltre, che è stato eletto miglior giocatore del mondiale under 20 come Pogba nel 2013 e Aguero nel 2008. Quando il mister riuscirà a trovargli la giusta collocazione tattica nel suo scacchiere e lui limerà alcuni atteggiamenti troppo irruenti figli dell’inesperienza, siamo certi riuscirà a diventare uno dei migliori nel suo ruolo.

Milinkovic-Savic Lazio Juventus
© Gianni Barberi

Stefano Mauri 6: “Nel mio cuore sono stato, sono e sarò sempre il Capitano della mia amata Lazio. In questi giorni ho più volte parlato con il Presidente e di comune accordo abbiamo deciso di terminare qui, dopo quasi 10 stupendi anni, il nostro rapporto professionale e di salutarci con il sorriso e tante lacrime. Mi mancherà tutto”. Così scriveva il brianzolo tramite la sua pagina Facebook in una calda mattinata di luglio. Ma dopo poche settimane ecco il dietrofront: dopo che il tribunale di Cremona aveva chiuso le indagini su di lui per quanto riguardava il filone Calcioscommesse, firma sul rinnovo annuale ed è di nuovo pronto ad offrire la sua esperienza e la sua capacità di inserimento alla causa biancoceleste. Un ritorno tra i dubbi generali: Mauri ha evidenziato una notevole pesantezza fisica e nonostante ciò il tecnico lo ha spesso utilizzato da titolare preferendolo a giocatori atleticamente più pronti. Tutto questo non fa dimenticare ciò che il brianzolo ha fatto nella prima parte del 2015: in una stagione da 9 gol complessivi (record per lui in Serie A), Mauri ne ha siglati 3 nell’ultima parte del campionato, il primo dei quali per il momentaneo 0-1 biancoceleste nel derby contro la Roma. Un’operazione per l’ernia del disco lo tiene fuori dai campi da circa un mese, ma onestamente in pochi se ne sono accorti. Il finale di stagione scorsa gli consegna la sufficienza generale per l’anno solare 2015, sarebbe stato un 7 pieno, o forse un 8, se il brianzolo avesse dato seguito alla sua prima decisione di chiudere con il calcio giocato, dopo una storia d’amore con i colori della Lazio lunga e bellissima.

Mauri

Candreva 7,5: Una certezza. Impossibile prescindere dall’esterno di Tor de Cenci. Quando gira lui, gira la Lazio. Quella fascia da capitano tanto sperata, non è arrivata… Dopo un iniziale periodo di sconforto però Romoletto è tornato a caricarsi la squadra sulle spalle, come sempre, così come nell’ultima uscita di campionato quando con una sua doppietta ha steso la capolista Inter al Meazza. Un epilogo adatto all’annata super che ha disputato. Se chiudessimo gli occhi, seduti davanti ad un camino che ci riscalda in questi ultimi freddi giorni dell’anno, e pensassimo alla sua stagione, cosa ci verrebbe in mente? Napoli-Lazio, ultima partita dello scorso anno: la Lazio è sullo 0-1, basta un pareggio per andare ai preliminari di Champions, il Napoli attacca, ma si scopre. E guai a lasciare spazi al numero 87 biancoceleste. Ed ecco infatti che sul filo del fuorigioco Candreva parte e si invola a tu per tu con il portiere del Napoli. Quella corsa che in realtà dura circa 10″, per tutti i cuori laziali sembra infinita, ma per lui no, lui corre sicuro di se stesso e di cosa sta per fare, e realizza lo 0 a 2. Braccia larghe e corsa ancor più veloce ad abbracciare i compagni, la sua Lazio ha raggiunto il terzo posto ma, risultato ancor più bello, ha fatto innamorare un popolo che aveva bisogno di un gruppo da accompagnare in un lungo cammino!

Candreva-01

Lucas Biglia 7,5: Impossibile per uno come lui, che ha giocato da titolare una finale di coppa del mondo, parlare di anno della consacrazione. Il 2015 è però l’anno in cui Lucas ha preso in mano le chiavi del centrocampo Designato capitano da Pioli, si è preso la squadra sulle spalle. Contro la Fiorentina, il 9 Marzo, la Lazio ha giocato probabilmente una delle più belle partite dell’anno. Partita finita 4-0, sbloccata proprio dall’argentino. Al 6′ arriva una palla alta, al limite dell’area, quasi a campanile, una di quelle palle in cui fare una brutta figura non è poi così difficile…  La palla arriva, lui la segue con lo sguardo, si posizione e carica il destro. Una rete fantastica che sigilla l’1-0 e apre le danze. La Lazio vola guidata dal suo nuovo metronomo, un giocatore aspettato per tutto il 2014, ma che ora è indispensabile per Pioli. Fascia o non fascia, romano o non romano, Biglia è un patrimonio della Lazio e la società ha rispedito al mittente qualsiasi tipo di offerta. Biglia e la Lazio, un amore nato nel 2015.

Biglia

Ledesma 6: Il 2015 di Ledesma alla Lazio verrà ricordato, soprattutto, perché è stato l’anno della separazione. Un amore nato 10 anni fa, coltivato e fiorito negli anni. Come ogni amore però, arriva il momento di salutarsi, che non vuol dire dirsi addio, perché chi è laziale come lui, lo sarà per sempre. Un anno pieno di difficoltà, partito con l’alternanza in campo tra lui e Biglia, finito con Lucas titolare inamovibile e lui, senza mai dire una parola, sacrificato per il bene supremo, in panchina. Come ogni addio degno di nota però, proprio nel momento finale, c’è quell’episodio indimenticabile: Ledesma a Napoli. Quando la Lazio sembra soccombere dopo i due gol della rimonta di Higuain, torna a fare quello che per dieci anni ha sempre fatto: prende per mano la squadra. Uno spezzone di gara da antologia, vissuta con il cuore a mille e gli occhi lucidi, perché ogni momento che passa si avvicina il traguardo Champions, ma anche alla fine della sua storia in biancoceleste. Nel finale poi, pennella l’assist per Klose, che ammutolisce il San Paolo e regala alla Lazio il terzo posto. Un anno da gregario, un finale da protagonista, dieci anni da laziale: grazie di tutto Christian Ledesma, laziale vero da sempre, e per sempre.

Cristian Ledesma

Oikonomids 6.5: Che 2015 per il giovane australiano! Per un ragazzo così giovane era difficile poter anche solo sperare un’annata migliore! Partito come giovane prospetto di una Lazio primavera che doveva cambiare molto, giunge a questo 2016 con tanti gol, trofei, esordio con la Lazio dei grandi e… convocazione in nazionale maggiore! Si avete capito bene, il suo 2015 non è passato inosservato in patria, tanto che il ct australiano lo ha convocato con la nazionale maggiore a più riprese. Un anno d’oro quindi, ma la ciliegina sulla torta? Quel gol in finale di coppa Italia con la Roma, che lo ha fatto diventare il Lulic della primavera, colui il quale ha, ancora una volta, alzato la coppa in faccia ai cugini. Un salto in avanti deciso per la sua carriera in questo anno solare, ma in fondo, per un australiano, saltare come un canguro, non è poi cosa così tanto assurda. Nella speranza che il 2016 sia l’anno della conferma, ci godiamo questo prospetto con papà greco e mamma australiana, ma con il cuore tutto biancoceleste ormai!

oikonomidis

 


Stefano Gaudino
Marco Lanari
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