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Stefano Di Chiara: “Lazio emblema della crisi del calcio italiano. Lotito e il suo entourage insostenibili”

Stefano Di Chiara è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua“, per parlare di Lazio nei giorni che avvicinano all’impegno di campionato contro l’Empoli. Si parte dalla crisi che il club biancoceleste sta attraversando in questo particolare momento:

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A livello nazionale manca progettualità, basti pensare quello che sta succedendo anche all’Inter e al Milan, la Lazio è un emblema di un malessere pià profondo. C’è un problema di crisi del calcio italiano, questo blocca anche le possibili iniziative di crescita. Quella di Lotito è una delle gestioni più longeve in assoluto della Lazio ma riesce a schermarsi a tutti gli insulti, le critiche, è impermeabile a qualunque cosa. Ma il problema è generale: abbiamo assistito al derby più inutile degli ultimi 152 anni, anche per la Roma, in uno scenario squallido, senza pubblico. A livello di mercato accadono cose pazzesche, arrivano giocatori come Postiga, Ciani, Bisevac, Hoedt… si investe su stranieri sconosciuti. Ma il problema è generale, si arriva a Brocchi che allena il Milan perché le società non sanno più cosa fare.

Le parole sulla presidenza Lotito sono pesantissime: “Lotito e il suo entourage sono diventati insostenibili a livello fisico, la gente non li sopporta più. Servirebbe un aiuto anche da parte della politica per trovare una svolta: la lazialità non si riconosce più in determinati personaggi. Anche sul prossimo mercato si sta cominciando già a ragionare su giocatori che non fanno la differenza.

Di Chiara ha allenato Di Canio alla Cisco. “Il rapporto ai tempi era difficile, la situazione professionale era complicata. Ricordo che c’era Pietro Leonardi, tra gli artefici poi della debacle del Parma. Paolo sicuramente è stato uno degli ultimi da cui la gente laziale si sentiva rappresentata. Io a sessant’anni sono rimasto laziale perché partendo dal settore giovanile mi è stato inculcato quel senso di appartenenza che solo in quegli anni si può venire a formare. E’ una matrice che è venuta meno in generale in Italia, vale anche per la Nazionale.

Nonostante gli ottimi risultati del settore giovanile, i ragazzi laziali faticano a imporsi in prima squadra. In generale anche gli Under 23 laziali sono tra i migliori sulla piazza. Su chi si potrebbe puntare nella prossima stagione? “Il grosso problema della Lazio riguarda la difesa, senza ombra di dubbio. Sicuramente si può ripartire da Cataldi, Keita, De Vrij e Felipe Anderson tra i giovani, quattro talenti che hanno dimostrato di potersi imporre ai massimi livelli, a patto di avere alle spalle una base di giocatori carismatici che possano essere leader per tutti gli altri.

Ma in questo finale di stagione la Lazio può puntare al sesto posto, oppure si tratta di una forzatura? “La realtà del campionato è mediocre, può succedere di tutto perché come dicevo all’inizio i problemi della Serie A sono generali. Il Milan è in una crisi che difficilmente riuscirà a risolvere e il Sassuolo è pur sempre il Sassuolo. Il problema della Lazio è anche trovare una progettualità che possa dare orizzonti certi anche ai giocatori più talentuosi presenti in squadra.


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