Delio Rossi si è confessato stamattina in una lunga intervista al Corriere dello Sport. Molti i punti toccati nel colloquio con Walter Veltroni, particolarmente interessante il passaggio sul suo addio alla Lazio. “Sono rimasto per 5 anni, un periodo lungo per un club italiano. E’ stata un’esperienza importante alla quale sono legato, finita per diversità di vedute con il presidente Lotito”. L’ex tecnico si riferisce a quanto accaduto nella campagna acquisti successiva alla qualificazione ai preliminari Champions dei biancocelesti. “Io so di essere un dipendente della società, quando firmo so che devo portare avanti le idee della società cercando di fare il meglio possibile – spiega ancora – Quando ci qualificammo per i gironi Champions mi furono promessi dei rinforzi per affrontare degnamente quel torneo. Mi garantirono quattro giocatori, non ne arrivò neanche uno, prendemmo solo Vignaroli. Allora dissi quello che pensavo al presidente, ovvero che questo non era giusto né corretto verso i tifosi, gli altri giocatori, del mio lavoro e della Lazio stessa – continua Rossi – fare una Champions League non all’altezza significava buttare via tutto il lavoro precedente. Ho esperienza, sapevo che in quel momento la mia storia con la Lazio sarebbe finita. L’anno successivo vincemmo la Coppa Italia in finale contro la Sampdoria, Mentre alzavo con i miei giocatori quella coppa tanto attesa sapevo che non sarei più stato l’allenatore della Lazio”. Da aggiungere che proprio al termine di quella sessione di mercato il ds dell’epoca, Walter Sabatini, presentò le dimissioni. Respinte, ma nel giugno successivo il dirigente lasciò la Lazio