domenica, Maggio 5, 2024

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Pannofino: “Io laziale grazie alla squadra del ’74. La partita con il Bologna? Un po’ alla ca…”

Lazio a due facce quella vista domenica allo Stadio Olimpico contro il Bologna: disattenta nel primo tempo, meravigliosa nel secondo. Purtroppo solo un super Da Costa ha impedito di portare a casa i 3 punti. E per come si stava mettendo la partita il pareggio va tenuto stretto. Ora i ragazzi di Inzaghi inseguiranno i 3 punti contro il Toro dell’ex Mihajlovic. Nella domenica stregata, sugli spalti dell’Olimpico a tifare Lazio c’era anche Francesco Pannofino. Ai microfoni di Radio Incontro Olympia l’attore-doppiatore svela come è diventato tifoso della Lazio e commenta la partita di domenica come avrebbe fatto il suo Renè Ferretti:

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Io ligure tifo Lazio, grazie alla squadra del ’74. In quegli anni avevo 13 anni e mi sono trasferito a Roma con la mia famiglia. Il mio compagno di banco faceva il ‘bibitaro’ in tribuna tevere, e iniziai ad andare con lui allettato dall’idea di poter andare allo stadio gratuitamente, anzi potendo guadagnare qualcosa. E lì iniziai a tifare Lazio, quell’anno arrivammo terzi e l’anno dopo vincemmo lo scudetto. Da simpatizzante juventino diventai un tifoso della Lazio. Non ho mai nascosto la mia fede calcistica, spesso i laziali si nascondono un po’ rispetto a quelli romanisti che sono di più e si sentono più forti. Io non ho mai avuto problemi, sono ligure e non ho mai vissuto la rivalità con la Roma in modo così forte. Lo sfottò è bello ma si deve limitare a questo la rivalità, vivo il calcio molto serenamente. La Lazio che mi è piaciuta di più e mi ha appassionato è stata quella di Zeman, mi divertiva e andavo spesso allo stadio. Anche questa attuale mi piace molto, ieri ero all’Olimpico per “Quelli che il calcio”. La squadra ci mette l’anima è stata una partita maledetta il pallone non voleva entrare. Il mio Renè Ferretti di Boris avrebbe detto una partita “a cazzo de cane”, Da Costa le ha prese tutte. Sono quelle giornate particolari dove può succedere di tutto ma il pallone non entra. Però i giocatori sono uomini e possono sbagliare

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