La redazione di Laziochannel ha raggiunto in esclusiva Fernando Orsi, ex portiere biancoceleste, nonché preparatore dei portieri e vice-allenatore di Roberto Mancini. Ha anche allenato in A e in B, il Livorno e la Ternana.
Queste le dichiarazioni rilasciate da Orsi al nostro giornale:
Che idea si è fatto della partenza sprint della Lazio e come pensa possa proseguire il cammino biancoceleste durante la stagione?
“L’idea che si aveva a inizio anno, non era di certo entusiasmante, né era preventivabile una partenza così forte. Per 12-13 elementi, la squadra si sapeva fosse buona, ma non si prevedeva un successo così, per solidità e risultati. Ciò che balza all’occhio è sicuramente, appunto, la grande solidità di questa squadra. Anche contro il Nizza nel primo tempo i ragazzi hanno quasi giocherellato, poi Inzaghi ha capito che poteva vincere la gara. Ha messo una ‘batteria importante’ e ha vinto”.
Quindi sostiene che i risultati siano frutto anche di buone letture tattiche dell’allenatore..
“La lettura tecnico-tattica di Inzaghi è fondamentale. Sta facendo tecnicamente un lavoro di grande intelligenza e i risultati sono dalla sua parte. Non vengono così per caso, ma da lontano. Sono delle soluzioni studiate. Una preparazione fatta ad Auronzo, secondo me, ottima. L’allenatore è entrato davvero nella testa dei giocatori, i quali in questo momento stanno facendo veramente bene”.
Quali le prospettive per il prosieguo del campionato e per le coppe? Si potrebbe arrivare fino in fondo?
“Penso che questa sia una squadra che deve giocare partita dopo partita. Non bisogna porsi troppi obiettivi, né fare voli pindarici. È ovvio che migliorare la posizione dello scorso anno sarebbe straordinario, perché in questa stagione arrivare quarti vorrebbe dire andare in Champions League. Ma questa è una squadra che deve mantenere la testa lucida. La vittoria della Supercoppa contro la Juve, poteva dare un entusiasmo incredibile, produrre esaltazione, invece poi è arrivato il pareggio con la Spal che ha fatto tornare tutti coi piedi per terra. Da allora, sembra si sia presa consapevolezza di giocare partita dopo partita. Con il Cagliari, domenica, paradossalmente sarà la partita più difficile, perché si viene da un ciclo importante”.
Lei che conosce l’ambiente laziale ed è esperto del ruolo, vede ben coperti i pali della squadra?
“Vedo la porta laziale blindata, perché Strakosha è un ragazzo che sta crescendo di partita in partita e con personalità. Sta infondendo fiducia alla squadra, soprattutto considerando che è così giovane. E i compagni, anche in situazioni difficili di gioco, si appoggiano a lui, anziché buttare via la palla. Vuol dire che la squadra si fida del portiere, non solo a livello tecnico nel suo ruolo, ma anche nella gestione del possesso”.
Pensa che in questo possa essere stata determinante la fiducia in lui riposta dall’allenatore?
“Un portiere ha bisogno della fiducia dell’ambiente e Inzaghi è stato bravo a creagliela. Il portiere poi, è un ruolo che, oltre ai mezzi tecnici, necessita di continuità di gioco. E non dimentichiamo che un grosso merito va al preparatore dei portieri, Grigioni, che lo sta tirando su con molta qualità, infondendogli quella sicurezza che forse prima non aveva”.
In ultimo, pensa che la società possa ragionare in prospettiva, quindi in ottica di rafforzamento dell’organico o vivere alla giornata, come è accaduto in passato, con una logica del tutto quel che viene in più è guadagnato, nonostante l’ultima buona stagione?
“Lotito e Tare cercano di comprare quasi sempre giocatori di prospettiva. A volte gli è andata bene, altre volte meno. Quest’anno sembra abbiano azzeccato quasi tutto. A gennaio arriverà Caceres, quindi un difensore in più e credo che questa squadra, per il resto, possa rimanere anche così. Non vedo un altro giocatore che possa entrare da subito in un meccanismo così ben oliato. Anche se i giocatori importanti sono sempre i benvenuti”.
Diego Di Giuseppe
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