È una grande gioia per Giancarlo Inzaghi vedere i suoi due figli che hanno giocato insieme in Nazionale ora, allenare entrambi in Serie A
Entrambi i figli in Serie A: “Provo molto orgoglio. Ma non per i risultati. Orgoglio perché sono rimasti i bimbi che giocavano scalzi in mansarda spaccando tutto compresi i loro piedi: il pallone in testa dalla mattina alla sera, pensi che prendevano due Gazzette in edicola perché nessuno dei due voleva aspettare che l’altro leggesse. Non li hanno cambiati i gol, la fama, i soldi: sono sempre Pippo e Mone, come li chiamiamo a casa. Anche se adesso in realtà io li chiamo mister”.
Filippo già in Serie A: “Forse no, non me l’aspettavo così presto, ma glielo auguravo perché sapevo quanto avesse sofferto anche fisicamente ai tempi del Milan. A Venezia ha fatto un grande lavoro e si merita la A. Credo che Bologna sia la piazza giusta”.
Simone alla Lazio nonostante le voci di mercato: “Sarà difficile staccarlo da Roma e dalla Lazio: quella ormai è la sua città. Tommaso, il figlio grande, studia in Inghilterra e fa in fretta a tornare a Roma: ha 17 anni, bello come nonno Giancarlo e anche come nonno Eugenio anche se somiglia di più a me… Al di là delle battute, magari prima o poi Mone avrà voglia di confrontarsi con una realtà ancor più importante, ma è felicissimo di quello che sta facendo alla Lazio”.
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Casa a Formentera: “Non è mica la prima volta che me la occupano. Ma va bene così: Pippo e Angela al terzo piano, Mone, Gaia e il piccolo Lorenzo al secondo. Dovrebbe vedere come calcia Lorenzo: 5 anni, spacca tutto, uno spettacolo”.


