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Quanto ci manchi…. Intervista a un grande Laziale, Federico Terenzi.

Intervista al mitico Federico Terenzi, speaker radiofonico e conduttore di Cittaceleste TV, su questo momento senza calcio ma pronto a ripartire.

Ciao Federico come stai in questo periodo di quarantena e senza la nostra Lazio? “Mi manca da morire esultare in studio ai gol della nostra Lazio e farmi partire le coronarie. Io sono un passionale per eccellenza e non vedo l’ora di ripartire.” Il presidente della FIGC Gravina ha detto che spera di giocare per Giugno. Tu cosa ne pensi riguardo quest’ipotesi? “Credo che la ripresa sia ancora una chimera. Calcolando i protocolli medici stabili dalla commissione medica federale, le prime tre settimane non sarebbero allenamenti propedeutici alla partita ma divisi in gruppi. Quindi, per riprendere il campionato, bisognerà aspettare almeno 30 giorni.”

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La forma della Lazio

Se si ripartisse, pensi che la Lazio possa aver perso quell’enfasi tipica delle grandi rimonte, oppure questa sosta può essere un bene visto le operazioni di Lulic e Leiva? “Arriviamo con tutte le cartucce pronte. Recuperiamo Lulic, Leiva, Acerbi e Luis Alberto. Quattro elementi fondamentali nel nostro gioco. La Lazio non perderà lo smalto e lotterà fino alla fine per la conquista del titolo, ne sono certo. È un’annata speciale e magica, stanno tutti carichi a pallettoni, l’ambiente è compatto. Hai battuto due volte la Juventus e allora sognare non costa davvero nulla. Magari lo scudetto non lo vinci, ma il solo pensiero che i tifosi della Roma devono stare con l’angoscia fino alla fine, mi fa godere molto.” Quanto è stato nobile il gesto del Presidente Lotito di non tagliere gli stipendi ai suoi giocatori a differenza di altre squadre (Juve e Roma)? “Credo che sia stata la scelta più giusta. Dobbiamo scindere le due cose: i calciatori miliardari, sono dei privilegiati e per loro, rimanere senza stipendio per qualche mese, non è certo un problema. Discorso diverso per chi, all’interno della società, guadagna 1000 o 1500 euro che servono per pagare l’affitto, il mutuo e le bollette di casa. Queste sono categorie di lavoratori che vanno tutelate e quindi è giusto non toccargli lo stipendio.”

Il momento più esaltante della stagione

Tracciando fin qui un bilancio della stagione, qual è stato il momento in cui ti sei più fomentato durante la tua trasmissione su cittaceleste TV? “I gol all’ultimo secondo con il Brescia e quello vincente di Ciruzzo bello a papà contro il Napoli. E poi la prima vittoria contro la Juventus il 7 dicembre dall’amico Giovanni Bartocci al Lazio club New York, un feudo laziale nel cuore della Grande Mela, che spero possa tornare a splendere quanto prima. Devo dire che ho rischiato l’infarto in tutte e tre le circostanze. Perché questa Lazio mi fa diventare matto!”

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