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LA NOSTRA STORIA – Tanti auguri a Nonno Edoardo Reja

Friulano doc nato a Lucinico, frazione di Gorizia, il 10 ottobre del 1945. Edoardo Reja, “Edy” per gli amici, uomo di scorza dura. Rafforzata da anni di esperienza tutti trascorsi a calcare e a respirare polvere sui campi di calcio.

GLI INIZI

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Inizia la carriera da calciatore nelle file delle giovanili della Spal. Esordisce in Serie A nel 1963 appena diciottenne al fianco di giocatori come Fabio Capello, Luigi Pasetti e Adriano Zanier, con i quali vinse il Campionato Primavera. Nel corso della sua carriera da calciatore Edoardo Reja è stato un centrocampista dai piedi ruvidi ma coriaceo. Oltre quella della Spal vestì le maglie di Palermo, Alessandria e Benevento.

LA CARRIERA DA ALLENATORE

Appesi gli scarpini al chiodo dal 1979 inizia una lunga carriera di allenatore in squadre di serie minori fino a trovarsi in Serie B alla guida del Pescara nella stagione 1989-90. Venne chiamato a sostituire Castagner, dopo essere stato per due anni allenatore della squadra Primavera del club abruzzese. Al suo attivo quattro promozioni dalla Serie cadetta alla A alla guida di Brescia, Vicenza, Catania e Cagliari. Dopo l’ultima promozione ottenuta con la squadra sarda, De Laurentis, neo presidente del Napoli, resta colpito dal tecnico fruliano e lo chiama alla guida della squadra partenopea. In quattro anni in terra campana l’allenatore riesce, dopo che il fallimento della società aveva fatto precipitare il Napoli in serie C, a riportarla nella massima serie. Dopo cinque anni interrompe il suo rapporto con De Laurentis e viene sostituito da Donadoni.

L’ARRIVO ALLA LAZIO

Dopo un’esperienza all’estero all’Hajduk Spalato, a febbraio 2010, rescinde consensualmente il contratto che lo legava ai croati. E, a seguito dell’esonero di Ballardini, diventa allenatore della Lazio. Dopo una lunga rincorsa verso la salvezza, conquistata solo alla penultima giornata, i biancocelesti chiudono il campionato al dodicesimo posto. Nella capitale si conferma un ottimo allenatore anche se il suo modo di giocare non sempre viene apprezzato dai sostenitori laziali.

L’ADDIO

I contrasti con la piazza portano il tecnico a presentare più volte le dimissioni, sempre respinte dal presidente Lotito. Resta alla guida della squadra capitolina fino al termine della stagione 2012, quando decide di lasciare. Stop che per dura poco. Infatti, a gennaio del 2014, viene richiamato per sostituire Petkovic, l’allenatore che aveva rilevato il suo posto. Resta solo il tempo di traghettare i biancocelesti fino al termine della stagione per poi passare alla guida dell’Atalanta, dove resta fino al termine della stagione 2015-2016. Si ritira dal calcio definitivamente nell’estate del 2017.

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