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LA NOSTRA STORIA – In memoria di Bob Lovati

Roberto BobLovati, uno dei più importanti personaggi della storia della Lazio, ci ha lasciato il 30 marzo 2011.

Portiere di grande livello negli anni ’50-’60. Le maggiori presenze (135) Bob Lovati le ha collezionate in maglia biancoceleste. Il giorno della sua scomparsa aveva 84 anni. Dopo aver smesso di giocare era rimasto nel club capitolino come allenatore delle giovanili, preparatore dei portieri, tecnico della prima squadra e dirigente. Grande intenditore di calcio. Chi lo conosceva bene diceva amasse molto il buon vino e le belle donne. Neanche sulla sponda opposta del Tevere riuscivano ad odiarlo. Simpatico, sorridente e misurato cancellava anche l’odio stracittadino.

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DA MILANO A ROMA

Da Cusano Milanino, in prov. di Milano, arrivò a Roma nel 1956. Difese la porta biancoceleste per sei stagioni. Con la Lazio vinse la Coppa Italia del 1958. Dal giorno dell’addio al calcio giocato divenne un punto di riferimento fuori dal campo per la società capitolina. Allenatore della prima squadra, dirigente, istruttore dei giovani, osservatore, vice-allenatore.

Lovati prese in mano la Lazio nei momenti più difficili. Una sorta di tappabuchi che riusciva sempre a risolvere qualsiasi situazione. Ebbe un rapporto speciale con Tommaso Maestrelli. Lo aiutò in campo e fuori come mediatore di quella Lazio piena di campioni che nel ’74 vinse lo scudetto. Quando Maestrelli si ammalò Bob  prese le redini della squadra gestendo un periodo terribile.

UN CARATTERE ECCEZIONALE

Persona straordinaria e di grande umanità, è stato un monumento per la Lazio. Inoltre è stata una delle persone che più si è prodigato nella crescita di tanti giovani del vivaio laziale. Emblema biancoceleste per oltre cinquanta anni. Da sempre punto di riferimento indiscusso per tifosi e sportivi. Il suo grande attaccamento alla Capitale ed ai colori laziali hanno contraddistinto tutta la sua vita rendendolo un simbolo e un patrimonio del calcio romano. Lovati ha vissuto il meglio e il peggio della Lazio.

Durante una sua intervista dichiarò: “I più forti giocatori che ho mai visto erano Frustalupi e Re Cecconi. Poi i vari Selmosson, Muccinelli, Tozzi e Signori. I portieri più forti: Pulici, Marchegiani e Peruzzi. Fra gli allenatori Zoff ha fatto un grande lavoro, forse sottovalutato. Zeman è stato il tecnico più moderno. Ricordo Lenzini come un presidente splendido, un vero papà. Gli anni di Calleri furono parecchio difficili, poi Cragnotti modernizzò la Lazio trasformandola in un club ad ampio raggio”. Con il passare degli anni gli incarichi del ‘Cigno’, così era soprannominato quando difendeva la porta biancoceleste, andarono sempre più scemando.

L’ADDIO ALLA LAZIO

Lotito ha tagliato i ponti col passato ma Lovati non ha mai avuto una parola fuori posto. Anzi durante un’intervista lanciò un appello al pubblico laziale: È un momento difficile, non ci sono risorse e resta complicato essere competitivi. Ho notato una forma di allontanamento dalla squadra, per motivi che non sta a me analizzare, ma è sbagliato. Bisogna sempre rimanere vicini a questa maglia, restare compatti per il bene della Lazio”. A maggio 2014 l’attuale Presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha presentato il progetto dell’Academy biancoceleste intitolata a lui.

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