La sconfitta contro il Lecce certifica senza appello il fallimento della stagione della Lazio. Una stagione cominciata con buone speranze, tra entusiasmo e sprazzi di bel gioco, e terminata in un limbo di delusioni e anonimato. Il settimo posto finale, unito all’esclusione dalle competizioni europee, segna il punto più basso degli ultimi anni: i biancocelesti restano fuori dall’Europa per la prima volta dal 2016.
Il primo nodo da sciogliere riguarda la guida tecnica. Marco Baroni, arrivato in estate per inaugurare un nuovo corso dopo l’addio turbolento di Sarri, è già sulla graticola. Il suo futuro sulla panchina della Lazio è appeso a un filo, e la sensazione prevalente è che difficilmente verrà confermato. Baroni era stato scelto per ridare identità e stabilità a un gruppo in cerca di riscatto, ma il bilancio complessivo – soprattutto sul piano dei risultati – è stato ben al di sotto delle attese.
La congiuntura non ha aiutato: in altri anni, il settimo posto avrebbe garantito l’accesso all’Europa. Ma i numeri restano impietosi, soprattutto per quanto riguarda il rendimento casalingo, il peggiore degli ultimi 35 anni.
La società è in fase di riflessione e nei prossimi giorni potrebbe arrivare una svolta. I nomi più caldi per la panchina sono due: Patrick Vieira e Miroslav Klose. Il primo, reduce da un buon lavoro con il Genoa dopo le esperienze in Ligue 1 e Premier League, rappresenterebbe una scelta dal forte respiro internazionale. Profilo solido, pragmatico, con un calcio più equilibrato rispetto a quello proposto da Baroni, nel quale la fase difensiva gioca un ruolo centrale.
L’altro nome è quello di Klose, leggenda biancoceleste e amatissimo dalla tifoseria. La sua candidatura porta con sé una forte componente emotiva e identitaria, ma anche diverse incognite legate alla sua limitata esperienza in panchina, finora maturata tra Norimberga e categorie minori. Il suo ritorno a Roma sarebbe una scommessa romantica, ma rischiosa.
Lascia un commento