Addio a Luciano Spalletti. Il mister della nazionale italiana di calcio abbandona la panchina azzurra durante la conferenza stampa prima della gara contro la Moldova, in programma domani sera.
Le parole di addio di Luciano Spalletti
ll tecnico con le lacrime agli occhi ha annunciato la decisione a Coverciano nella conferenza stampa prima della gara contro la Moldova.
“Ieri sera ho parlato con il presidente siamo stati insieme un bel po’ come succede durante i ritiri e mi ha comunicato che sarò sollevato da ct della Nazionale. A me è dispiaciuto. Io non avevo nessuna intenzione di nulla e avrei preferito rimanere al mio posto e continuare a fare il mio lavoro come ho sempre fatto nella mia carriera. Però poi esonero è, e ne prendo atto. Devo prendere atto del percorso, dei risultati, della disponibilità sua nei miei confronti. Io ho sempre interpretato questo ruolo come un servizio alla patria e agevolerò in tutti i modi il futuro della nazionale. Ovvero farò la risoluzione del contratto dopo domani sera: riscuoto fino a domani e da dopo domani non riscuoto più. Ho sempre sostenuto che i miei calciatori sono forti e lo confermo. Dalla Federazione ho sostenuto tutto il supporto possibile per le scelte che volevo fare, ma i risultati non sono venuti. Avrei continuato su questa strada qua. Vincere e convincere domani sera sarebbe sicuramente importante per aprire il miglior modo possibile il ciclo a chi verrà a sostituirmi. Io amo questa maglia e questi calciatori. Domani chiederò di dimostrare quello che gli ho sempre chiesto anche se nella mia gestione non ho fatto rendere tutti al massimo. Nella mia gestione ho visto tanti giocatori sottotono”.
Queste le parole di Spalletti espresse in conferenza stampa ma secondo noi non è un problema di guida tecnica.
Secondo noi, il problema non è quello relativo alla guida della Nazionale italiana ma è un problema di struttura.
Più che Spalletti dovrebbero fare un passo indietro i dirigenti che hanno provocato questo declino della nazionale italiana di calcio. Gravina e tutti i dirigenti che hanno di fatto impoverito la nazionale, non puntando sul vivaio e non ponendo un freno al tesseramento di giocatori stranieri.
Fatto sta che l’Italia è proprio in balia e non sarà un nuovo tecnico a risolvere i problemi. Non è un problema di modulo né un problema di identità, ma è un problema di management.
Non deve essere Spalletti a essere esonerato, ma sicuramente il presidente della Federcalcio Gravina.
La FIGC con i suoi massimi rappresentati devono fare un passo indietro. Basta dare la colpa ai commissari tecnici. Deve intervenire la politica e direttamente il presidente del consiglio Giorgia Meloni. A breve seguiranno aggiornamenti sulla vicenda.
Lascia un commento