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Lazio di Sarri sfida il tabù a Bergamo: la maledizione è finita?

La Lazio sfida il tabù della sosta: Riuscirà a sfatare la maledizione a Bergamo? #LazioAtalanta #SerieA #Calcio

La Lazio sta per tornare in campo dopo una pausa che potrebbe essere cruciale, con la sfida di Bergamo contro l’Atalanta in programma sabato prossimo. I biancocelesti mirano a superare il pareggio per 3-3 contro il Torino e a conquistare i tre punti, in una trasferta che si annuncia tosta. La sosta per le nazionali, sulla carta, arriva al momento giusto per ricaricare le pile e svuotare l’infermeria dal caos.

Da Formello arrivano notizie incoraggianti: Vecino è in valutazione e potrebbe rientrare martedì, mentre Marusic e Pellegrini stanno facendo buoni progressi. A questi si uniscono il ritorno dalla squalifica di Guendouzi e il tempo per Dia per recuperare dal trauma alla caviglia. Sembra un’opportunità perfetta per la squadra di ritrovare equilibrio e forza.

Ma la storia recente racconta un’altra storia, quella di una sosta per le nazionali che è spesso stata una “maledizione”, portando complicazioni e risultati deludenti per la Lazio. Come riportato dal Corriere dello Sport, il bilancio post-pausa è storicamente negativo per il “Comandante”, con un trend che ha pesato sul cammino della squadra.

Nell’anno che ha preceduto le sue dimissioni, su tre soste la squadra ha ottenuto una sola vittoria contro il Sassuolo, contro due sconfitte pesanti con Juventus e Salernitana. Negli ultimi tempi, il quadro è ancora più preoccupante: nelle ultime quattro occasioni, ci sono state tre sconfitte, l’ultima il 14 settembre al Mapei Stadium.

Ampliando lo sguardo a tutta la gestione, su 13 partite giocate dopo una pausa, il bilancio è equilibrato ma non rassicurante: 6 vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte. Questo dimostra che, pur avendo reagito in passato, la tendenza recente è allarmate. A Bergamo, la Lazio non gioca solo per i tre punti, ma per spezzare questo tabù e dimostrare di aver superato questa fragilità storica.

Ecco un riepilogo delle prestazioni post-sosta nelle stagioni recenti:
Stagione 2021-22
Milan-Lazio 2-0
Lazio-Inter 3-1
Lazio-Juventus 0-2
Lazio-Empoli 3-3
Fiorentina-Lazio 0-3
Lazio-Sassuolo 2-1

Stagione 2022-23
Lazio-Spezia 4-0
Lecce-Lazio 2-1
Monza-Lazio 0-2

Stagione 2023-24
Juventus-Lazio 3-1
Sassuolo-Lazio 0-2
Salernitana-Lazio 2-1

Stagione 2025-26
Sassuolo-Lazio 1-0

Con questa eredità alle spalle, la partita di Bergamo potrebbe essere il momento decisivo per invertire la rotta e scrivere una nuova pagina nella storia della squadra.

Mancini: “Lazio parte della mia vita, sul futuro dico che…”

Roberto Mancini apre il cuore sul suo legame con la Lazio: un possibile ritorno all’orizzonte? #Mancini #Lazio #FestivalSport #CalcioItaliano

Immaginate un ex campione che, tra le montagne di Trento, durante il Festival dello Sport, riaccende i ricordi di una carriera gloriosa e lascia trapelare indizi su un futuro inaspettato. Roberto Mancini, con la sua consueta passione, ha condiviso aneddoti toccanti sul suo passato con la Lazio, suscitando curiosità su cosa potrebbe riservare il domani nel mondo del calcio.

In quell’intervista, Mancini ha parlato apertamente del ruolo fondamentale che la Lazio ha avuto nella sua vita. «La Lazio è stata una parte fondamentale della mia carriera, sia come giocatore che come uomo. Quegli anni lì mi hanno formato tanto.» Queste parole evidenziano come gli anni in biancoceleste non siano solo ricordi, ma un capitolo che lo ha modellato, lasciando i fan a chiedersi se davvero possa influenzare le sue prossime mosse.

Quando gli è stato domandato sul suo desiderio di tornare commissario tecnico della Nazionale, Mancini ha risposto con un misto di riflessività e ottimismo: «Sì, spero ancora di tornare ct. Ma adesso sto valutando con calma. La Lazio, poi, è sempre nel mio cuore, chissà che in futuro non ci possa essere un ritorno, magari in un ruolo diverso.» Questa dichiarazione non fa che accrescere l’interesse, insinuando la possibilità di un re-incontro con il club che lo ha visto brillare.

Riflettendo sui momenti indimenticabili vissuti a Roma, ha aggiunto: «Con la Lazio ho vissuto momenti indimenticabili. Il calcio lì è una religione e ho imparato tanto, anche dalla città e dai tifosi. Questo mi ha aiutato a diventare un allenatore più completo.» È proprio questo legame profondo che rende la storia così affascinante, mostrando come il calcio vada oltre il campo, intrecciandosi con la vita personale.

L’intervistatore non ha resistito e ha incalzato: «Pensi che il tuo legame con la Lazio possa influenzare le tue scelte future?» Mancini, con un sorriso, ha replicato: «Sicuramente. Quando hai un legame così forte con un club, è difficile non pensarci. La Lazio ha un progetto interessante e la città è sempre speciale per me.» Questa risposta, carica di emozione, fa sorgere una domanda: quanto è reale la chance di un ritorno?

Infine, guardando al presente, Mancini ha condiviso la sua esperienza attuale: «In Arabia Saudita sto vivendo una nuova esperienza, ma la Lazio e l’Italia restano nel mio cuore. Magari un giorno tornerò a lavorare in Serie A, chissà proprio alla Lazio.» Con queste parole, chiude un’intervista che lascia i lettori con un senso di attesa, pronti a seguire ogni sviluppo nella carriera di un’icona del calcio italiano.

Lazio di Sarri sfida il tabù a Bergamo: la maledizione è finita?

La Lazio sfida il tabù della sosta: Riuscirà a sfatare la maledizione a Bergamo? #LazioAtalanta #SerieA #Calcio

La Lazio sta per tornare in campo dopo una pausa che potrebbe essere cruciale, con la sfida di Bergamo contro l’Atalanta in programma sabato prossimo. I biancocelesti mirano a superare il pareggio per 3-3 contro il Torino e a conquistare i tre punti, in una trasferta che si annuncia tosta. La sosta per le nazionali, sulla carta, arriva al momento giusto per ricaricare le pile e svuotare l’infermeria dal caos.

Da Formello arrivano notizie incoraggianti: Vecino è in valutazione e potrebbe rientrare martedì, mentre Marusic e Pellegrini stanno facendo buoni progressi. A questi si uniscono il ritorno dalla squalifica di Guendouzi e il tempo per Dia per recuperare dal trauma alla caviglia. Sembra un’opportunità perfetta per la squadra di ritrovare equilibrio e forza.

Ma la storia recente racconta un’altra storia, quella di una sosta per le nazionali che è spesso stata una “maledizione”, portando complicazioni e risultati deludenti per la Lazio. Come riportato dal Corriere dello Sport, il bilancio post-pausa è storicamente negativo per il “Comandante”, con un trend che ha pesato sul cammino della squadra.

Nell’anno che ha preceduto le sue dimissioni, su tre soste la squadra ha ottenuto una sola vittoria contro il Sassuolo, contro due sconfitte pesanti con Juventus e Salernitana. Negli ultimi tempi, il quadro è ancora più preoccupante: nelle ultime quattro occasioni, ci sono state tre sconfitte, l’ultima il 14 settembre al Mapei Stadium.

Ampliando lo sguardo a tutta la gestione, su 13 partite giocate dopo una pausa, il bilancio è equilibrato ma non rassicurante: 6 vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte. Questo dimostra che, pur avendo reagito in passato, la tendenza recente è allarmate. A Bergamo, la Lazio non gioca solo per i tre punti, ma per spezzare questo tabù e dimostrare di aver superato questa fragilità storica.

Ecco un riepilogo delle prestazioni post-sosta nelle stagioni recenti:
Stagione 2021-22
Milan-Lazio 2-0
Lazio-Inter 3-1
Lazio-Juventus 0-2
Lazio-Empoli 3-3
Fiorentina-Lazio 0-3
Lazio-Sassuolo 2-1

Stagione 2022-23
Lazio-Spezia 4-0
Lecce-Lazio 2-1
Monza-Lazio 0-2

Stagione 2023-24
Juventus-Lazio 3-1
Sassuolo-Lazio 0-2
Salernitana-Lazio 2-1

Stagione 2025-26
Sassuolo-Lazio 1-0

Con questa eredità alle spalle, la partita di Bergamo potrebbe essere il momento decisivo per invertire la rotta e scrivere una nuova pagina nella storia della squadra.

Lazio di Sarri sfida il tabù a Bergamo: la maledizione è finita?

La Lazio sfida il tabù della sosta: Riuscirà a sfatare la maledizione a Bergamo? #LazioAtalanta #SerieA #Calcio

La Lazio sta per tornare in campo dopo una pausa che potrebbe essere cruciale, con la sfida di Bergamo contro l’Atalanta in programma sabato prossimo. I biancocelesti mirano a superare il pareggio per 3-3 contro il Torino e a conquistare i tre punti, in una trasferta che si annuncia tosta. La sosta per le nazionali, sulla carta, arriva al momento giusto per ricaricare le pile e svuotare l’infermeria dal caos.

Da Formello arrivano notizie incoraggianti: Vecino è in valutazione e potrebbe rientrare martedì, mentre Marusic e Pellegrini stanno facendo buoni progressi. A questi si uniscono il ritorno dalla squalifica di Guendouzi e il tempo per Dia per recuperare dal trauma alla caviglia. Sembra un’opportunità perfetta per la squadra di ritrovare equilibrio e forza.

Ma la storia recente racconta un’altra storia, quella di una sosta per le nazionali che è spesso stata una “maledizione”, portando complicazioni e risultati deludenti per la Lazio. Come riportato dal Corriere dello Sport, il bilancio post-pausa è storicamente negativo per il “Comandante”, con un trend che ha pesato sul cammino della squadra.

Nell’anno che ha preceduto le sue dimissioni, su tre soste la squadra ha ottenuto una sola vittoria contro il Sassuolo, contro due sconfitte pesanti con Juventus e Salernitana. Negli ultimi tempi, il quadro è ancora più preoccupante: nelle ultime quattro occasioni, ci sono state tre sconfitte, l’ultima il 14 settembre al Mapei Stadium.

Ampliando lo sguardo a tutta la gestione, su 13 partite giocate dopo una pausa, il bilancio è equilibrato ma non rassicurante: 6 vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte. Questo dimostra che, pur avendo reagito in passato, la tendenza recente è allarmate. A Bergamo, la Lazio non gioca solo per i tre punti, ma per spezzare questo tabù e dimostrare di aver superato questa fragilità storica.

Ecco un riepilogo delle prestazioni post-sosta nelle stagioni recenti:
Stagione 2021-22
Milan-Lazio 2-0
Lazio-Inter 3-1
Lazio-Juventus 0-2
Lazio-Empoli 3-3
Fiorentina-Lazio 0-3
Lazio-Sassuolo 2-1

Stagione 2022-23
Lazio-Spezia 4-0
Lecce-Lazio 2-1
Monza-Lazio 0-2

Stagione 2023-24
Juventus-Lazio 3-1
Sassuolo-Lazio 0-2
Salernitana-Lazio 2-1

Stagione 2025-26
Sassuolo-Lazio 1-0

Con questa eredità alle spalle, la partita di Bergamo potrebbe essere il momento decisivo per invertire la rotta e scrivere una nuova pagina nella storia della squadra.

Lazio, futuro in bilico per Fabiani: Le ultimissime sul possibile esonero e il rinnovo

#LazioInStallo: I rinnovi della dirigenza sono congelati, cosa nasconde davvero questa pausa? #Calcio #SerieA

In casa Lazio, l’immobilismo sui rinnovi contrattuali non si limita solo ai calciatori, ma si estende anche alla dirigenza, lasciando spazio a mille interrogativi su cosa stia succedendo dietro le quinte. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, il contratto del direttore sportivo Angelo Fabiani è attualmente congelato, nonostante sia valido fino al 2027. Immaginate una squadra che guarda al futuro senza fare mosse decisive: è proprio questa l’atmosfera che aleggia nel club, e ci si chiede se sia una strategia o un segnale di incertezza.

Questa situazione si inserisce in un quadro più ampio di stallo generale, dove la priorità sembra essere quella di preservare lo status quo senza correre rischi. Nessun ritocco all’ingaggio per Fabiani, che ha giocato un ruolo chiave nella costruzione della rosa e nella gestione del mercato. Eppure, la società sembra intenzionata ad aspettare sviluppi futuri prima di rivedere qualsiasi contratto, inclusi quelli dirigenziali. Non vi fa venire voglia di scoprire cosa potrebbe scatenare un cambiamento improvviso?

Per Fabiani, figura centrale per la stabilità del club, la decisione di non intervenire appare quasi sorprendente, considerando il suo contributo tecnico e finanziario. Potrebbe trattarsi di un momento di riflessione interna, legato forse a valutazioni economiche o a risultati sportivi, che coinvolge non solo il campo ma anche le stanze dei bottoni. È come un enigma: il blocco dei rinnovi è un segnale di cautela o il preludio a qualcosa di più grande?

Intanto, Fabiani prosegue nel suo ruolo senza variazioni, con la scadenza del 2027 che offre ancora tempo. Ma l’assenza di un riconoscimento o di un gesto di fiducia potrebbe aprire scenari imprevedibili nel medio periodo. In un contesto in cui altri club blindano i loro dirigenti per garantire continuità, la Lazio sceglie di attendere: sarà solo una pausa temporanea o l’inizio di una ridefinizione dei ruoli? Resta da vedere come evolverà questa storia, tenendo tutti con il fiato sospeso.

Lazio di Sarri sfida il tabù a Bergamo: la maledizione è finita?

La Lazio sfida il tabù della sosta: Riuscirà a sfatare la maledizione a Bergamo? #LazioAtalanta #SerieA #Calcio

La Lazio sta per tornare in campo dopo una pausa che potrebbe essere cruciale, con la sfida di Bergamo contro l’Atalanta in programma sabato prossimo. I biancocelesti mirano a superare il pareggio per 3-3 contro il Torino e a conquistare i tre punti, in una trasferta che si annuncia tosta. La sosta per le nazionali, sulla carta, arriva al momento giusto per ricaricare le pile e svuotare l’infermeria dal caos.

Da Formello arrivano notizie incoraggianti: Vecino è in valutazione e potrebbe rientrare martedì, mentre Marusic e Pellegrini stanno facendo buoni progressi. A questi si uniscono il ritorno dalla squalifica di Guendouzi e il tempo per Dia per recuperare dal trauma alla caviglia. Sembra un’opportunità perfetta per la squadra di ritrovare equilibrio e forza.

Ma la storia recente racconta un’altra storia, quella di una sosta per le nazionali che è spesso stata una “maledizione”, portando complicazioni e risultati deludenti per la Lazio. Come riportato dal Corriere dello Sport, il bilancio post-pausa è storicamente negativo per il “Comandante”, con un trend che ha pesato sul cammino della squadra.

Nell’anno che ha preceduto le sue dimissioni, su tre soste la squadra ha ottenuto una sola vittoria contro il Sassuolo, contro due sconfitte pesanti con Juventus e Salernitana. Negli ultimi tempi, il quadro è ancora più preoccupante: nelle ultime quattro occasioni, ci sono state tre sconfitte, l’ultima il 14 settembre al Mapei Stadium.

Ampliando lo sguardo a tutta la gestione, su 13 partite giocate dopo una pausa, il bilancio è equilibrato ma non rassicurante: 6 vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte. Questo dimostra che, pur avendo reagito in passato, la tendenza recente è allarmate. A Bergamo, la Lazio non gioca solo per i tre punti, ma per spezzare questo tabù e dimostrare di aver superato questa fragilità storica.

Ecco un riepilogo delle prestazioni post-sosta nelle stagioni recenti:
Stagione 2021-22
Milan-Lazio 2-0
Lazio-Inter 3-1
Lazio-Juventus 0-2
Lazio-Empoli 3-3
Fiorentina-Lazio 0-3
Lazio-Sassuolo 2-1

Stagione 2022-23
Lazio-Spezia 4-0
Lecce-Lazio 2-1
Monza-Lazio 0-2

Stagione 2023-24
Juventus-Lazio 3-1
Sassuolo-Lazio 0-2
Salernitana-Lazio 2-1

Stagione 2025-26
Sassuolo-Lazio 1-0

Con questa eredità alle spalle, la partita di Bergamo potrebbe essere il momento decisivo per invertire la rotta e scrivere una nuova pagina nella storia della squadra.

Hysaj della Lazio a caccia del record assoluto con l’Albania: sfida epica in vista

Elseid Hysaj a un passo dalla storia: stasera contro la Serbia potrebbe eguagliare il record di presenze con l’Albania! #Hysaj #Albania #Mondiali2026

Questa sera, sabato 11 ottobre, potrebbe essere una notte da ricordare per Elseid Hysaj, il terzino della Lazio che è a un passo da un traguardo storico. Con l’Albania impegnata in una trasferta complicata contro la Serbia alle 20:45, in palio ci sono non solo i tre punti cruciali per il girone di qualificazione ai Mondiali del 2026, ma anche un’opportunità unica per Hysaj di scrivere il suo nome nella leggenda del calcio albanese.

Se tutto andrà come previsto, Hysaj partirà titolare, come suggeriscono le probabili formazioni, e già dal fischio d’inizio scriverà una nuova pagina di storia. Si tratterebbe infatti della sua 92ª presenza con la maglia dell’Albania, un risultato che lo porterebbe a eguagliare il record assoluto di un’icona del calcio albanese, Lorik Cana, segnando un momento indimenticabile per lui e i suoi tifosi.

Questo traguardo è il frutto di una carriera segnata da dedizione e prestazioni costanti ai massimi livelli. È notevole come, da quando è arrivato alla Lazio nell’estate del 2021, Hysaj abbia accumulato ben 33 “gettoni” con l’Albania, quasi un terzo del suo totale, dimostrando la sua importanza per la nazionale e la sua capacità di mantenere un alto rendimento nel campionato italiano.

In campo stasera, Hysaj non sarà solo un difensore affidabile, ma un vero leader pronto a guidare i compagni in una sfida decisiva, con l’orgoglio di rappresentare un’intera nazione. L’Albania punta a vincere per avvicinarsi al secondo posto nel girone e continuare a sognare i Mondiali, mentre Hysaj mira a celebrare un record che lo posiziona come una leggenda vivente del calcio albanese.

Lazio di Sarri sfida il tabù a Bergamo: la maledizione è finita?

La Lazio sfida il tabù della sosta: Riuscirà a sfatare la maledizione a Bergamo? #LazioAtalanta #SerieA #Calcio

La Lazio sta per tornare in campo dopo una pausa che potrebbe essere cruciale, con la sfida di Bergamo contro l’Atalanta in programma sabato prossimo. I biancocelesti mirano a superare il pareggio per 3-3 contro il Torino e a conquistare i tre punti, in una trasferta che si annuncia tosta. La sosta per le nazionali, sulla carta, arriva al momento giusto per ricaricare le pile e svuotare l’infermeria dal caos.

Da Formello arrivano notizie incoraggianti: Vecino è in valutazione e potrebbe rientrare martedì, mentre Marusic e Pellegrini stanno facendo buoni progressi. A questi si uniscono il ritorno dalla squalifica di Guendouzi e il tempo per Dia per recuperare dal trauma alla caviglia. Sembra un’opportunità perfetta per la squadra di ritrovare equilibrio e forza.

Ma la storia recente racconta un’altra storia, quella di una sosta per le nazionali che è spesso stata una “maledizione”, portando complicazioni e risultati deludenti per la Lazio. Come riportato dal Corriere dello Sport, il bilancio post-pausa è storicamente negativo per il “Comandante”, con un trend che ha pesato sul cammino della squadra.

Nell’anno che ha preceduto le sue dimissioni, su tre soste la squadra ha ottenuto una sola vittoria contro il Sassuolo, contro due sconfitte pesanti con Juventus e Salernitana. Negli ultimi tempi, il quadro è ancora più preoccupante: nelle ultime quattro occasioni, ci sono state tre sconfitte, l’ultima il 14 settembre al Mapei Stadium.

Ampliando lo sguardo a tutta la gestione, su 13 partite giocate dopo una pausa, il bilancio è equilibrato ma non rassicurante: 6 vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte. Questo dimostra che, pur avendo reagito in passato, la tendenza recente è allarmate. A Bergamo, la Lazio non gioca solo per i tre punti, ma per spezzare questo tabù e dimostrare di aver superato questa fragilità storica.

Ecco un riepilogo delle prestazioni post-sosta nelle stagioni recenti:
Stagione 2021-22
Milan-Lazio 2-0
Lazio-Inter 3-1
Lazio-Juventus 0-2
Lazio-Empoli 3-3
Fiorentina-Lazio 0-3
Lazio-Sassuolo 2-1

Stagione 2022-23
Lazio-Spezia 4-0
Lecce-Lazio 2-1
Monza-Lazio 0-2

Stagione 2023-24
Juventus-Lazio 3-1
Sassuolo-Lazio 0-2
Salernitana-Lazio 2-1

Stagione 2025-26
Sassuolo-Lazio 1-0

Con questa eredità alle spalle, la partita di Bergamo potrebbe essere il momento decisivo per invertire la rotta e scrivere una nuova pagina nella storia della squadra.

Lazio Women-Genoa: le scelte decisive di Grassadonia nelle formazioni ufficiali!

Le formazioni ufficiali di Lazio Women vs Genoa: sorprese in vista per la seconda giornata di Serie A?

Dopo un debutto vincente contro il Como Women, la Lazio Women di Grassadonia affronta una nuova sfida contro il Genoa, fresco di promozione e guidato da De La Fuente. Con il calcio d’inizio fissato alle 12.30, i tifosi si chiedono quali mosse tattiche potrebbero fare la differenza in questa partita che promette emozioni e possibili colpi di scena fin dal primo minuto.

LAZIO WOMEN (3-4-2-1): Durante; Reyes, D’Auria, Mesjasz; Monnecchi, Castiello, Benoit, Oliviero; Le Bihan, Simonetti; Piemonte. Ecco le scelte di Grassadonia, con un mix di esperienza e gioventù che potrebbe sorprendere gli avversari – chissà se questa formazione confermerà la solidità vista all’esordio?

GENOA (4-3-3): Forcinella; Vigliucci, Di Criscio, Lipman, Acuti; Cinotti, Hilaj, Cuschieri; Monterubbiano, Sondergaard, Bahr. Per i neopromossi, De La Fuente opta per un assetto offensivo che fa pensare a un match aperto: resterete stupiti da come queste giocatrici potrebbero rispondere alla pressione di una squadra come la Lazio.

Arbitro: Leorsini (sez. Terni); Assistenti: Ceci – Scarpati; IV Ufficiale: Pascuccio; Operatore FVS: Pasqualetto. Con questi dettagli ufficiali, l’attenzione è tutta sul campo: quale squadra saprà imporsi in questa battaglia femminile di Serie A? Non perdetevi gli sviluppi di una gara che potrebbe ridefinire le gerarchie del campionato.

Lazio, maledizione sosta per Sarri: a Bergamo bisogna sfatare un tabù

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Manca poco più di una settimana al ritorno in campo della Lazio. La formazione di Maurizio Sarri scenderà in campo in quel di Bergamo contro l’Atalanta di Ivan Juric. La gara sarà fondamentale per riportare nuovi entusiasmi ad un ambiente a terra, quale è quello di Formello.

La sosta arriva proprio in un momento perfetto: dopo una brutta partita. Finalmente Mau avrà tempo per ricaricare le energie proprie e della sua squadra, almeno per i non convocati in Nazionale. Tuttavia, come evidenza Il Corriere dello Sport, i biancocelesti saranno chiamati a sfatare una vera e propria maledizione.

Infatti, nell’anno che ha preceduto le dimissioni del tecnico toscano, su tre soste la squadra ha raccolto solamente una sola vittoria, contro il Sassuolo, a fronte di due sconfitte con Juventus e Salernitana.

Lazio di Sarri sfida il tabù a Bergamo: la maledizione è finita?

La Lazio sfida il tabù della sosta: Riuscirà a sfatare la maledizione a Bergamo? #LazioAtalanta #SerieA #Calcio

La Lazio sta per tornare in campo dopo una pausa che potrebbe essere cruciale, con la sfida di Bergamo contro l’Atalanta in programma sabato prossimo. I biancocelesti mirano a superare il pareggio per 3-3 contro il Torino e a conquistare i tre punti, in una trasferta che si annuncia tosta. La sosta per le nazionali, sulla carta, arriva al momento giusto per ricaricare le pile e svuotare l’infermeria dal caos.

Da Formello arrivano notizie incoraggianti: Vecino è in valutazione e potrebbe rientrare martedì, mentre Marusic e Pellegrini stanno facendo buoni progressi. A questi si uniscono il ritorno dalla squalifica di Guendouzi e il tempo per Dia per recuperare dal trauma alla caviglia. Sembra un’opportunità perfetta per la squadra di ritrovare equilibrio e forza.

Ma la storia recente racconta un’altra storia, quella di una sosta per le nazionali che è spesso stata una “maledizione”, portando complicazioni e risultati deludenti per la Lazio. Come riportato dal Corriere dello Sport, il bilancio post-pausa è storicamente negativo per il “Comandante”, con un trend che ha pesato sul cammino della squadra.

Nell’anno che ha preceduto le sue dimissioni, su tre soste la squadra ha ottenuto una sola vittoria contro il Sassuolo, contro due sconfitte pesanti con Juventus e Salernitana. Negli ultimi tempi, il quadro è ancora più preoccupante: nelle ultime quattro occasioni, ci sono state tre sconfitte, l’ultima il 14 settembre al Mapei Stadium.

Ampliando lo sguardo a tutta la gestione, su 13 partite giocate dopo una pausa, il bilancio è equilibrato ma non rassicurante: 6 vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte. Questo dimostra che, pur avendo reagito in passato, la tendenza recente è allarmate. A Bergamo, la Lazio non gioca solo per i tre punti, ma per spezzare questo tabù e dimostrare di aver superato questa fragilità storica.

Ecco un riepilogo delle prestazioni post-sosta nelle stagioni recenti:
Stagione 2021-22
Milan-Lazio 2-0
Lazio-Inter 3-1
Lazio-Juventus 0-2
Lazio-Empoli 3-3
Fiorentina-Lazio 0-3
Lazio-Sassuolo 2-1

Stagione 2022-23
Lazio-Spezia 4-0
Lecce-Lazio 2-1
Monza-Lazio 0-2

Stagione 2023-24
Juventus-Lazio 3-1
Sassuolo-Lazio 0-2
Salernitana-Lazio 2-1

Stagione 2025-26
Sassuolo-Lazio 1-0

Con questa eredità alle spalle, la partita di Bergamo potrebbe essere il momento decisivo per invertire la rotta e scrivere una nuova pagina nella storia della squadra.

Signori: “I tifosi della Lazio valgono più di 10 scudetti”, la dichiarazione che esalta il legame con i fan

Le rivelazioni di Giuseppe Signori sul calcio italiano e la sua amata Lazio

Giuseppe Signori, l’ex bomber della Lazio, ha condiviso pensieri profondi in un’intervista a “Dribbling” su Rai 2, anticipando una chiacchierata che andrà in onda integralmente oggi pomeriggio. Le sue parole toccano temi cruciali, dal futuro del calcio italiano ai ricordi personali, lasciando i fan incuriositi su come le sue esperienze possano ispirare il presente. Con un misto di nostalgia e analisi, Signori invita a riflettere su ciò che serve per riportare il calcio italiano ai suoi antichi splendori.

Parlando dei giovani talenti, Signori non nasconde le sue preoccupazioni sulla base del calcio odierno. «Il problema parte dalla base, i settori giovanili sono stati in qualche modo abbandonati. non si insegnano più ai bambini le cose essenziali, quelle che imparavamo noi negli oratori come saper palleggiare e da lì si può passare ad un lavoro più specifico di tipo tattico. Insomma, il calcio italiano oggi non ha una base». Queste riflessioni alimentano la curiosità su quanto il declino dei vivai possa influenzare le generazioni future, spingendo i lettori a chiedersi se un ritorno alle basi possa davvero cambiare le cose.

Tra i nomi emergenti, Signori esprime ottimismo per alcuni attaccanti che rappresentano una speranza per l’Italia. «Abbiamo giovani interessanti, soprattutto attaccanti. Retegui ha fatto una scelta di vita importante. Quando si decide di andare in Arabia a livello di allenamenti si può perdere qualcosa ma io credo che lui abbia tutte le qualità per diventare un grande attaccante. Camarda e Pio esposito rappresentano il nostro futuro, io punterei su di loro». Questa parte dell’intervista suscita interesse, facendoci immaginare come questi talenti potrebbero brillare nelle competizioni internazionali.

Sul fronte della Nazionale, Signori valuta il ruolo del CT Gattuso e l’evoluzione della squadra. «Gattuso, come tutti i Ct, più che un allenatore è un selezionatore. Nelle ultime uscite ho visto una Nazionale cresciuta sotto l’aspetto dell’impegno e soprattutto dell’attaccamento ai colori della maglia e questo mi fa credere che l’Italia possa essere ancora competitiva». Le sue parole creano curiosità su quanto l’impegno possa fare la differenza, invitando i lettori a riflettere sulle prossime sfide azzurre.

Passando ad altre realtà, come il Napoli, Signori non esita a elogiare l’impatto di un allenatore esperto. «L’allenatore conta il giusto perché in campo ci vanno i giocatori, ma Conte fa sempre la differenza. È sicuramente lui il valore aggiunto del Napoli che è una squadra forte». Questo commento aggiunge un tocco intrigante, mostrando come la guida tecnica possa elevare una squadra e stimolando dibattiti su chi fa davvero la differenza nel calcio.

Tornando alla Lazio, Signori analizza la situazione attuale con onestà, basandosi sulla sua esperienza. «Sarri conosce bene l’ambiente, ma la Lazio non ha potuto fare il mercato estivo. È una squadra incompleta in diversi ruoli. Sarà necessario intervenire nel mercato invernale. Arrivare in Europa credo sia l’obiettivo minimo della Lazio». Queste osservazioni destano curiosità sui possibili rinforzi invernali e sul cammino della squadra verso l’Europa, tenendo i fan in attesa di sviluppi.

Il legame con i tifosi biancocelesti emerge come un tema emotivo. «Nelle piazze dove ho giocato, da Foggia alla Lazio e al Bologna c’è stato un amore reciproco. Con la maglia biancoceleste non ho vinto nulla ma il fatto che i tifosi siano scesi in piazza per me mi fa sentire come se avessi vinto dieci scudetti». Questa confessione personale suscita interesse sul potere dei supporter, ricordandoci come il calcio vada oltre i trofei.

Guardando al suo passato, Signori non nasconde i rimpianti da Mondiale. «Il rimpianto è non aver disputato la finale di un mondiale. Ho pagato l’inesperienza e forse la presunzione perché’ avevo vinto la classifica dei cannonieri e mi sentivo un attaccante a tutti gli effetti. Una finale della coppa del modo va giocata anche in porta. Io e Baggio abbiamo pagato la sconfitta al debutto della partita mondiale. Abbiamo giocato tutte e due di punta e Sacchi preferiva, anche nel Milan, giocare con una punta alta e una bassa vicino. Io e Roberto avevamo caratteristiche simili fisicamente ma non nei movimenti perché’ lui era più un trequartista ed io più una punta e da centrocampista nel mondiale ho pagato la fatica». Queste parole invitano i lettori a riflettere sulle lezioni apprese dai grandi eventi, alimentando la curiosità su come le scelte tattiche influenzino le carriere.

Sul tema dei rigori, Signori rivela il suo “segreto” con un tocco di aneddoto. «Il mio segreto per tirare i rigori era guardare il ginocchio del portiere. Dopo che Neymar aveva sbagliato due rigori fui contattato dal suo entourage per insegnargli un modo diverso di calciarli. Infatti, poi i primi tre li ha battuti simili ai miei facendo gol, ma al primo errore è tornato alla sua vecchia maniera di calciarli». Questo dettaglio intrigante fa pensare a come le tecniche individuali possano fare la differenza in momenti cruciali.

Toccando aspetti extra calcistici, Signori si apre su un periodo difficile. «Della vicenda giudiziaria ho un ricordo amaro e di grande sofferenza per me, per la mia famiglia e tutte le persone che mi volevano bene. Ora lo racconto con serenità ma sono stati 10 anni difficili. Mi ha aiutato il mio carattere e il non voler mai restare nel grigiore di un dubbio e quindi sono voluto andare fino in fondo ottenendo di essere completamente scagionato». Questa parte aggiunge profondità, suscitando empatia e interesse per la resilienza umana.

Infine, guardando al suo presente, Signori esprime una rinnovata passione. «Dopo 15 anni mi è tornata la voglia di allenare e forse è troppo tardi. Per ora voglio insegnare ai ragazzini è per me un traguardo importante». Con questa nota, l’intervista si chiude su un tono ottimista, lasciando i lettori curiosi di seguire i suoi prossimi passi nel mondo del calcio.

Gattuso stupisce con l’Italia: quattro attaccanti per sfidare l’Estonia?

L’Italia di Gattuso sfida l’Estonia: un assalto offensivo per tenere viva la speranza al Mondiale? #Azzurri #NazionaleItaliana #Qualificazioni

A Tallinn, l’Italia di Gattuso ha un’unica missione chiara: conquistare i tre punti per non perdere il treno verso il torneo americano. Con una trasferta che non lascia spazio a errori, il ct opta per una formazione coraggiosa, un 4-2-4 travestito da 4-4-2, pensato per pressare alto fin dal primo minuto e replicare lo spirito aggressivo già visto in precedenza. Questa scelta audace non fa che accendere la curiosità: sarà questa la chiave per invertire la rotta?

Al centro dell’attenzione c’è un attacco inedito e formidabile, con un quartetto che promette scintille. In avanti, la coppia di centravanti formata da Kean e Retegui porta fisicità e pericolo costante in area, mentre sulle fasce due esterni puramente offensivi aggiungono imprevedibilità. A destra, la sorpresa è Riccardo Orsolini, in gran forma con il Bologna e pronto a fare la differenza come titolare. A sinistra, toccherà a Giacomo “Jack” Raspadori, l’uomo che ha già dimostrato il suo valore partendo dalla panchina, con due gol e due assist nelle prime uscite. Ma dietro queste scelte c’è anche la necessità, data dagli infortuni di Politano e Zaccagni, che avrebbero altrimenti occupato quelle corsie.

Raspadori, ora all’Atletico Madrid con Simeone, emerge come il jolly tattico di Gattuso, chiamato a bilanciare attacco e difesa. “Giacomo fa entrambe le fasi – ha detto Gattuso – perché ha due gambe come due tronchi,” un commento che evidenzia la sua forza e versatilità, e che fa sorgere una domanda: riuscirà a essere il perno di questa squadra dinamica?

Per sostenere un simile assedio offensivo, il centrocampo si affida a dinamismo e qualità con Nicolò Barella e Sandro Tonali, quest’ultimo reduce da una prestazione stellare contro Israele, segnando il gol decisivo nel 5-4. In un modulo così spinto in avanti, non c’è posto per mediani difensivi come Locatelli o Cristante, che sarebbero stati ideali in un setup più conservatore.

In difesa, con Donnarumma tra i pali, le scelte sono più rodate: Di Lorenzo a destra, la coppia centrale Bastoni-Calafiori a garantire solidità, e Dimarco favorito sulla sinistra rispetto a Udogie. Ma Gattuso sa bene che questa spinta offensiva richiederà energie extra, e qui entrano in gioco i cambi, con giocatori come Spinazzola e Cambiaso pronti a subentrare e mantenere alta l’intensità. Il ct ha lodato la versatilità di Spinazzola, che potrebbe sacrificarsi anche sulla fascia opposta, sottolineando come l’unità del gruppo e l’uso intelligente dei cinque cambi saranno decisivi per il successo di questa Italia audace e votata all’attacco.

Lazio di Sarri sfida il tabù a Bergamo: la maledizione è finita?

La Lazio sfida il tabù della sosta: Riuscirà a sfatare la maledizione a Bergamo? #LazioAtalanta #SerieA #Calcio

La Lazio sta per tornare in campo dopo una pausa che potrebbe essere cruciale, con la sfida di Bergamo contro l’Atalanta in programma sabato prossimo. I biancocelesti mirano a superare il pareggio per 3-3 contro il Torino e a conquistare i tre punti, in una trasferta che si annuncia tosta. La sosta per le nazionali, sulla carta, arriva al momento giusto per ricaricare le pile e svuotare l’infermeria dal caos.

Da Formello arrivano notizie incoraggianti: Vecino è in valutazione e potrebbe rientrare martedì, mentre Marusic e Pellegrini stanno facendo buoni progressi. A questi si uniscono il ritorno dalla squalifica di Guendouzi e il tempo per Dia per recuperare dal trauma alla caviglia. Sembra un’opportunità perfetta per la squadra di ritrovare equilibrio e forza.

Ma la storia recente racconta un’altra storia, quella di una sosta per le nazionali che è spesso stata una “maledizione”, portando complicazioni e risultati deludenti per la Lazio. Come riportato dal Corriere dello Sport, il bilancio post-pausa è storicamente negativo per il “Comandante”, con un trend che ha pesato sul cammino della squadra.

Nell’anno che ha preceduto le sue dimissioni, su tre soste la squadra ha ottenuto una sola vittoria contro il Sassuolo, contro due sconfitte pesanti con Juventus e Salernitana. Negli ultimi tempi, il quadro è ancora più preoccupante: nelle ultime quattro occasioni, ci sono state tre sconfitte, l’ultima il 14 settembre al Mapei Stadium.

Ampliando lo sguardo a tutta la gestione, su 13 partite giocate dopo una pausa, il bilancio è equilibrato ma non rassicurante: 6 vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte. Questo dimostra che, pur avendo reagito in passato, la tendenza recente è allarmate. A Bergamo, la Lazio non gioca solo per i tre punti, ma per spezzare questo tabù e dimostrare di aver superato questa fragilità storica.

Ecco un riepilogo delle prestazioni post-sosta nelle stagioni recenti:
Stagione 2021-22
Milan-Lazio 2-0
Lazio-Inter 3-1
Lazio-Juventus 0-2
Lazio-Empoli 3-3
Fiorentina-Lazio 0-3
Lazio-Sassuolo 2-1

Stagione 2022-23
Lazio-Spezia 4-0
Lecce-Lazio 2-1
Monza-Lazio 0-2

Stagione 2023-24
Juventus-Lazio 3-1
Sassuolo-Lazio 0-2
Salernitana-Lazio 2-1

Stagione 2025-26
Sassuolo-Lazio 1-0

Con questa eredità alle spalle, la partita di Bergamo potrebbe essere il momento decisivo per invertire la rotta e scrivere una nuova pagina nella storia della squadra.

Lazio di Sarri sfida il tabù a Bergamo: la maledizione è finita?

La Lazio sfida il tabù della sosta: Riuscirà a sfatare la maledizione a Bergamo? #LazioAtalanta #SerieA #Calcio

La Lazio sta per tornare in campo dopo una pausa che potrebbe essere cruciale, con la sfida di Bergamo contro l’Atalanta in programma sabato prossimo. I biancocelesti mirano a superare il pareggio per 3-3 contro il Torino e a conquistare i tre punti, in una trasferta che si annuncia tosta. La sosta per le nazionali, sulla carta, arriva al momento giusto per ricaricare le pile e svuotare l’infermeria dal caos.

Da Formello arrivano notizie incoraggianti: Vecino è in valutazione e potrebbe rientrare martedì, mentre Marusic e Pellegrini stanno facendo buoni progressi. A questi si uniscono il ritorno dalla squalifica di Guendouzi e il tempo per Dia per recuperare dal trauma alla caviglia. Sembra un’opportunità perfetta per la squadra di ritrovare equilibrio e forza.

Ma la storia recente racconta un’altra storia, quella di una sosta per le nazionali che è spesso stata una “maledizione”, portando complicazioni e risultati deludenti per la Lazio. Come riportato dal Corriere dello Sport, il bilancio post-pausa è storicamente negativo per il “Comandante”, con un trend che ha pesato sul cammino della squadra.

Nell’anno che ha preceduto le sue dimissioni, su tre soste la squadra ha ottenuto una sola vittoria contro il Sassuolo, contro due sconfitte pesanti con Juventus e Salernitana. Negli ultimi tempi, il quadro è ancora più preoccupante: nelle ultime quattro occasioni, ci sono state tre sconfitte, l’ultima il 14 settembre al Mapei Stadium.

Ampliando lo sguardo a tutta la gestione, su 13 partite giocate dopo una pausa, il bilancio è equilibrato ma non rassicurante: 6 vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte. Questo dimostra che, pur avendo reagito in passato, la tendenza recente è allarmate. A Bergamo, la Lazio non gioca solo per i tre punti, ma per spezzare questo tabù e dimostrare di aver superato questa fragilità storica.

Ecco un riepilogo delle prestazioni post-sosta nelle stagioni recenti:
Stagione 2021-22
Milan-Lazio 2-0
Lazio-Inter 3-1
Lazio-Juventus 0-2
Lazio-Empoli 3-3
Fiorentina-Lazio 0-3
Lazio-Sassuolo 2-1

Stagione 2022-23
Lazio-Spezia 4-0
Lecce-Lazio 2-1
Monza-Lazio 0-2

Stagione 2023-24
Juventus-Lazio 3-1
Sassuolo-Lazio 0-2
Salernitana-Lazio 2-1

Stagione 2025-26
Sassuolo-Lazio 1-0

Con questa eredità alle spalle, la partita di Bergamo potrebbe essere il momento decisivo per invertire la rotta e scrivere una nuova pagina nella storia della squadra.

Lazio, Sarri rilancia il vecchio modulo contro gli errori di Baroni: ma quale sarà l’ostacolo?

La Lazio sperimenta cambiamenti tattici per affrontare l’Atalanta, ma i dubbi restano

La Lazio è di fronte a una sfida intrigante: tornare al modulo classico per evitare errori passati, eppure un enigma tattico potrebbe complicare tutto. Con un attacco che ha segnato sei gol nelle ultime partite, emergono interrogativi su equilibrio e vulnerabilità. #Lazio #Atalanta #CalcioItaliano

Sembra un vero paradosso, ma non lo è. Nonostante i sei gol segnati nelle ultime due uscite, la Lazio si trova ad affrontare un serio problema offensivo, unito a un allarmante squilibrio tattico. L’esperimento del 4-4-2, o 4-2-4 come preferisce definirlo il tecnico, ha mostrato tutti i suoi limiti nella partita contro il Torino, lasciando in eredità più dubbi che certezze.

Contro i granata, la Lazio è apparsa pericolosamente sbilanciata in avanti, una squadra spezzata in due che concedeva praterie nella propria metà campo, quasi irriconoscibile e più simile a una formazione di Baroni per la sua vulnerabilità. Il Torino ha saputo sfruttare con cinismo queste crepe, colpendo su una disattenzione del reparto offensivo in fase di non possesso, su una leggerezza di Hysaj e su un’uscita errata di Gila, oltre a mettere a nudo le ormai croniche difficoltà sui calci piazzati. In attacco, però, la Lazio è stata cinica, capitalizzando al meglio le occasioni create, spesso nate dalle accelerazioni di un Matteo Cancellieri in stato di grazia, ma il prezzo pagato in termini di equilibrio è stato troppo alto.

Per questo, a partire dalla difficile trasferta di Bergamo contro l’Atalanta, il tecnico è pronto a fare un passo indietro, tornando all’ortodossia del suo “Sarrismo”. Con il rientro di Matteo Guendouzi, la squadra dovrebbe riabbracciare l’assetto con tre centrocampisti, un sistema decisamente più congeniale a una filosofia basata sul palleggio e sul controllo del gioco.

Tuttavia, questa scelta, pur risolvendo un problema di equilibrio, ne lascia aperto un altro, forse ancora più preoccupante. Come evidenziato dal Messaggero, la Lazio del 4-2-4 è stata pericolosa soprattutto in ripartenza, ma quando si è schierata con una sola punta ha mostrato una sterilità offensiva drammatica. Il dato statistico è impietoso: nelle partite affrontate con il solo Castellanos o il solo Dia come unico riferimento avanzato, la Lazio ha prodotto un numero di tiri in porta superiore soltanto a quelli di Lecce e Cremonese.

Il tecnico si trova dunque a un bivio: da un lato un modulo a due punte che garantisce gol ma scoperchia la difesa, dall’altro il suo amato 4-3-3 che restituisce solidità ma, al momento, non crea occasioni da gol. Il “Comandante” dovrà trovare una soluzione in fretta, cercando un equilibrio che permetta alla sua Lazio di essere efficace in entrambe le fasi di gioco.

Lotito fissa condizioni per il progetto Lazio-Flaminio: lo presenterà solo se…

Il futuro dello Stadio Flaminio: Lotito fissa condizioni decisive per il nuovo stadio della Lazio!

Ma cosa succederà al sogno biancoceleste? Il presidente Claudio Lotito è pronto a presentare il progetto solo se Roma Capitale concede al club la proprietà dell’impianto o, in alternativa, il diritto di superficie sull’area circostante. #Lazio #StadioFlaminio #CalcioItaliano

Il sogno di una nuova casa per la Lazio, un progetto che il presidente Claudio Lotito coltiva da anni, è strettamente legato al destino dello storico Stadio Flaminio. Immaginate un impianto riqualificato con un investimento da capogiro: circa 430 milioni di euro. Eppure, tutto dipende da una scelta cruciale di Roma Capitale, che potrebbe sbloccare o bloccare definitivamente l’ambizioso piano.

Come riportato dal Corriere della Sera, Lotito si è imposto con fermezza: non accetterà una semplice concessione a lungo termine. Per un investimento così massiccio, servono garanzie solide e un controllo diretto sull’asset. Viene da chiedersi: perché rischiare tanto senza certezze assolute?

A supportare la sua posizione, Lotito cita esempi lampanti dal calcio italiano. Pensate alla Roma, che per il suo stadio a Pietralata otterrebbe il diritto di superficie, o ai casi di eccellenza come il Bluenergy Stadium dell’Udinese e il Gewiss Stadium dell’Atalanta, veri modelli di stadi di proprietà. Queste referenze rafforzano l’idea che, per un progetto del genere, la proprietà non è un lusso, ma una necessità imprescindibile.

E non finisce qui: guardate a Milano, dove Inter e Milan stanno lottando per acquisire la piena proprietà dell’area di San Siro, abbandonando l’idea di una semplice concessione. Lotito usa questi precedenti per tracciare una linea netta, rendendo chiaro che senza tali garanzie, il suo piano rischia di rimanere solo un’illusione.

Al momento, però, la situazione è in una fase di attesa tesa. La conferenza dei servizi, prevista per metà giugno, non è ancora partita, e Lotito sta procedendo con cautela prima di presentare il piano economico-finanziario. Il timore? Un rifiuto dalle Sovrintendenze, data la natura storica del Flaminio, potrebbe vanificare tutto.

Ora, la palla passa interamente a Roma Capitale, che deve valutare non solo la fattibilità del progetto, ma anche se è disposta ad accettare le condizioni non negoziabili di Lotito. Il futuro del Flaminio e della nuova casa biancoceleste pende da questa decisione: riuscirà l’amministrazione a dare il via libera e trasformare un sogno in realtà?

Zazzaroni spiega il vero motivo della frase di Sarri: “Lazio come Torino”

Ivan Zazzaroni sul confronto Lazio-Torino: “So bene perché è stata usata quella frase”. Un’analisi che fa riflettere sui momenti di crisi nel calcio. #Lazio #Torino #SerieA

Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, si addentra nelle recenti dichiarazioni del tecnico della Lazio, offrendo un’analisi che invita i lettori a riflettere sulle sfide del mondo calcistico. Con un tono che mescola insight e preoccupazione, Zazzaroni esplora le parole pronunciate, suscitando curiosità su cosa davvero si nasconde dietro quelle frasi.

Così ha parlato il tecnico, con un velo di amarezza: «Chi non aveva previsto questi alti e bassi era un folle. Prima di tutto dobbiamo ritrovare i giocatori che abbiamo fuori, poi vediamo a che punto siamo perché ora stiamo solo inseguendo le difficoltà… Era palese che la strada sarebbe stata lunga. Avevo detto fin dalle prime interviste che serviva una pazienza enorme che sorprendentemente sto trovando, ma la devono trovare tutti. Non posso averla solo io». Queste parole non solo evidenziano le difficoltà attuali, ma fanno sorgere la domanda: quanto è pronta la squadra a superare gli ostacoli?

Non tutti possono permettersi quella pazienza, come sottolinea Zazzaroni. Il proprietario della squadra, visto come il fulcro delle difficoltà stagionali, e i tifosi, che hanno esaurito le riserve di tolleranza, si trovano ora in una situazione delicata, dove i sogni sembrano ridotti a mere illusioni o addirittura assenti.

Poi arriva quella frase che cattura l’attenzione: «Siamo al livello del Torino». Era una bugia, una verità cruda o un modo per prepararsi al peggio? Zazzaroni la usa per ampliare il discorso, suggerendo che si tratti di un richiamo alla realtà più dura: c’è da soffrire, e con il rumore della rabbia che cresce, il cammino appena iniziato potrebbe diventare un labirinto.

Proprio come un navigatore esperto, il tecnico deve mantenere salda la bussola tra le mani per evitare di perdersi nel caos. Zazzaroni sottolinea che, se si cede alle onde, il destino è segnato, richiamando lezioni dal passato che tutti conoscono. Per chi ama la squadra, il pericolo è reale, e solo con pazienza si può pensare a ricostruire.

Alla fine, l’idea che emerge è quella di un futuro possibile: se la pazienza si trasforma in qualcosa di duraturo, magari in un nuovo inizio, la squadra potrebbe rinascere, portando con sé le lezioni apprese da questi momenti turbolenti.

Lazio, Sarri prepara mosse innovative per il dopo Zaccagni: cosa bolle in pentola?

La Lazio in crisi: come gestire l’assenza di Zaccagni senza il suo capitano in campo? Scopri le soluzioni creative in arrivo! #Lazio #SerieA #Calcio #Infortuni

La squadra biancoceleste sta affrontando una vera e propria tempesta di difficoltà, con l’assenza prolungata del suo capitano Mattia Zaccagni che complica ulteriormente la situazione. Gli esami medici hanno rivelato una lesione tra il primo e il secondo grado all’adduttore, costringendolo a rimanere lontano dai campi per almeno altri 20 giorni. Questo significa saltare partite cruciali come quella di Bergamo contro l’Atalanta, lasciando un buco evidente sulla fascia sinistra e ponendo il tecnico di fronte a un rompicapo tattico che alimenterà discussioni tra i tifosi.

Tra le opzioni già provate, c’è quella di schierare Pedro, ma la sua performance contro il Torino non ha entusiasmato, specialmente quando affiancato a un terzino come Tavares. A 38 anni, lo spagnolo sente il peso dell’età e ha espresso chiaramente le sue preferenze: “Con il passare dell’età giocare sulla fascia è più dura.” Questa ammissione potrebbe spingere verso un ruolo più centrale per lui, magari come arma di lusso da utilizzare a gara in corso, lasciando i fan a chiedersi se questa mossa possa davvero risollevare le sorti della squadra.

Un’altra possibilità interna è quella di Tijjani Noslin, un calciatore stimato dal tecnico ma con un profilo enigmatico che incuriosisce. Le parole del mister su di lui sono state esplicite: «Ha la gamba da esterno ma non lo è propriamente; potrebbe essere un trequartista ma non ha la giusta qualità; può essere un centravanti ma non lo è fino in fondo». Si tratta di un jolly versatile, ideale per situazioni particolari, ma forse non la risposta ideale per colmare il vuoto lasciato da un elemento insostituibile come Zaccagni, alimentando il dibattito su come adattarlo al meglio.

Per superare questo impasse, il tecnico sta esplorando idee più innovative, come quella di testare Toma Bašić come esterno alto a sinistra. Il centrocampista croato ha già sperimentato questo ruolo nelle amichevoli estive, e questa mossa potrebbe rivelarsi una sorpresa tattica astuta, lasciando i sostenitori in attesa di vedere se diventerà una scelta vincente.

Infine, un’opzione intrigante ruota attorno al ritorno di Luca Pellegrini, il terzino pronto a rientrare in formazione. Inserirlo subito da titolare in difesa potrebbe liberare Nuno Tavares, permettendogli di spingere in avanti come ala offensiva. Qui, le sue abilità nel dribbling e nella corsa potrebbero finalmente brillare, riducendo i rischi difensivi e offrendo alla squadra un’arma fresca per accumulare punti preziosi nella settimana che precede la sfida cruciale.

Lazio, Lazzari pronto per l’Atalanta: non si accontenta e punta al rilancio stagione!

Lazzari Pronto per lo Scontro con l’Atalanta: Un Ritorno che Potrebbe Cambiare Tutto? #Lazio #Atalanta #SerieA

Il recupero di Manuel Lazzari sta accendendo i riflettori sul prossimo match della Lazio, con un potenziale colpo di scena che potrebbe ravvivare le speranze della squadra. Dopo un periodo di stop, l’esterno biancoceleste è ora focalizzato su una prestazione da protagonista, lasciando i tifosi a chiedersi se questa sarà la svolta decisiva per la stagione.

L’infortunio è finalmente un ricordo per Manuel Lazzari, che ha superato la lesione di primo grado al polpaccio e si prepara a reclamare un ruolo chiave. La sua esclusione dall’undici titolare dipenderà unicamente da scelte tecnico-tattiche di Maurizio Sarri, non più da precarie condizioni fisiche, un dettaglio che aggiunge suspense alla formazione. Con la Lazio di fronte a una trasferta complicata contro l’Atalanta a Bergamo, l’emergenza tra i terzini potrebbe aprire le porte proprio a lui, rendendo ogni allenamento una vera opportunità.

La situazione al centro sportivo di Formello è tutt’altro che ideale, con Marusic e Pellegrini ancora alle prese con i rispettivi infortuni e Hysaj e Tavares partiti per le nazionali. Questo scenario rende Lazzari praticamente l’unico terzino di ruolo pronto, un vantaggio che sta sfruttando per accumulare minuti e dimostrare il suo valore, alimentando la curiosità su come il tecnico gestirà questa risorsa unica.

Il cammino di Lazzari è stato finora una rollercoaster: partito titolare all’esordio contro il Como, è finito in panchina contro il Verona dopo una prestazione collettiva deludente, e l’infortunio di settembre lo ha fatto saltare le sfide con Sassuolo, Roma e Genoa. Il suo rientro è arrivato con un breve cameo contro il Torino, solo un minuto all’89’, ma ora punta con decisione alla titolarità contro l’Atalanta. Con un precedente positivo – nella scorsa stagione, il 6 aprile, giocò dal primo minuto proprio a Bergamo, venendo preferito a Marusic e ripagando la fiducia con un’ottima prestazione – l’esterno ha tutti gli elementi per convincere, lasciando i fan in attesa di una conferma che potrebbe arrivare solo all’ultimo momento.