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Il bilancio finale di Giordano sul 2016 della Lazio

Bruno Giordano a Radiosei: “Il bilancio dell’anno è positivo. Dopo le avvisaglie di questa estate sul caso Bielsa, la brutta scorsa stagione, però Inzaghi è stato bravo a ricompattare la squadra e l’ambiente. Peccato per la sconfitta poco prima della sosta natalizia. Il campionato fin qui è stato positivo, peccato non averci messo la ciliegina con la vittoria nel derby o contro l’Inter. Alla squadra manca vincere la prova di maturità per pensare in grande, ma io mi tengo stretto questa posizione. Non credo che questa Lazio possa migliorare chissà quanto,al contrario ad esempio di Napoli e Inter che al momento ci sono sotto, quindi rimanere quarti o quinti fino alla fine sarebbe molto importante”.

Con Roma e Napoli in crescita e le milanesi forti delle proprietà cinesi, in futuro la concorrenza sarà più alta: “La Lazio potrebbe essere la rompiscatole che quando una big sbaglia la stagione ne approfitta, a meno che non cambi il modo di pensare ma dubito. Sarà più dura, servirà fortuna e qualche investimento  importante”. 

Sul mercato cinese pigliatutto: “La mia idea sul mercato cinese è che potrebbe ulteriormente impoverire il campionato italiano ed i campionati europei in generale. Certe cifre fanno paura, ma molti saranno contenti. Stanno portando tecnici, non solo giocatori, hanno soldi da investire e stanno investendo non solo sul calcio ma in tutti i settori”.

Serie A e Tim Cup, gennaio all’ Olimpico per la Lazio. Ecco le partite

Il nuovo anno per la Lazio inizierà con un tour de force. I ragazzi di Inzaghi sono chiamati a disputare 5 gare dall’8 di gennaio al 28 dello stesso mese. Oltre alla Serie A, ci sarà anche l’esordio in Tim Cup. Di seguito il programma degli incontri di gennaio della nostra Lazio:

08/01/17 Lazio vs Crotone (SerieA)
15/01/17 Lazio vs Atalanta (SerieA)

18/01/17 Lazio vs Genoa (Tim Cup)

22/01/17 Juventus vs Lazio (Serie A)
28/01/17 Lazio vs Chievo (Serie A)

Dal 1 gennaio 2017 abbonamenti Atac gratis per over 70

Dal 1 gennaio 2017 abbonamenti Atac gratis per over 70

Esenzione prevista per i cittadini con reddito Isee sotto i 15mila euro. A partire dal 1 gennaio 2017 i cittadini over 70, con reddito Isee fino a 15mila euro, potranno usufruire gratuitamente degli abbonamenti Atac durante tutto l’anno. È quanto prevede una delibera approvata dalla giunta capitolina. Coloro che posseggono i requisiti previsti dovranno consegnare presso le biglietterie l’apposita domanda, corredata di certificazione reddituale in corso di validità rilasciata dal Caf oppure da sedi e agenzie Inps, oltre ad una fototessera (solo in caso di primo rilascio) e un documento di identità. Si conferma, così, la vocazione di questa amministrazione a sostegno delle fasce sociali più deboli.

UN ANNO DI CALCIO – Leicester e Portogallo campioni, Klose si ritira, si piangono Cruyff e la Chape

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Il 2016 calcistico sarà ricordato come l’anno delle sorprese. I verdetti si sono capovolti facendo trionfare squadre meno blasonate al cospetto delle big. L’icona è stato sicuramente il Leicester di Ranieri, autore di un autentico miracolo. Poi anche il Portogallo agli Europei. Vediamo insieme i maggiori fatti “calcistici” del 2016, avendo nel cuore, sempre, la Chapecoense

GENNAIO 2016  – In Serie A il Napoli è campione d’inverno; in Chievo vs Roma viene assegnato per la prima volta il gol con la Goal-Line Technology (rete di Pepe)
FEBBRAIO 2016 – Svolta nella FIFA: Infantino nuovo Presidente al posto di Blatter
MARZO 2016 – Buffon fa registrare il nuovo record di imbattibilità con 973 minuti senza subire reti. Muore Johan Cruyff. La Juventus viene eliminta dalla Champions League
APRILE 2016 – La polemica a distanza tra Totti e Spalletti; l’Atletico Madrid elimina il Barcellona ai quarti di Champions league. La Juventus è campione d’Italia per la quinta volta consecutiva. Il Crotone ottiene una storica promozione in Serie A.

MAGGIO 2016
– Il Leicester di Ranieri vince per la prima volta la Premier League; è il mese dei ritiri di Klose, Di Natale e Toni. Il Real Madrid vince la sua 11esima Champions League con Zidane e la Juventus trionfa in Coppa Italia contro il Milan
GIUGNO 2016
– L’Inter passa in mano ai cinesi; Messi perde l’ennesima finale con la sua Argentina in Copa America; l’Italia di Conte elimina la Spagna agli euopei
LUGLIO 2016 – L’Italia di Conte viene eliminata dalla Germania ai quarti degli Europei. fatali i rigori con gli errori di Zaza e Pellè, che poi qualche settimana dopo andrà a giocare in Cina; Conte al Chelsea e Ventura nuovo CT; il Portogallo è campione d’Europa; Higuain alla Juventus e Pogba al Manchester United
AGOSTO 2016 – La diatriba Lazio – Bielsa che si conclude con un nulla di fatto; la Roma viene eliminata dal Porto ai preliminari di Champions League; Mancini lascia l’Inter e viene sostituito da De Boer. Il Brasile vince l’oro alle Olimpiadi

SETTEMBRE 2016
– Nasce l’Italia di Ventura; esordio del Sassuolo nella fase a gruppi dell’Europa LeagueOTTOBRE 2016 – Conte macina vittorie con il suo Chelsea; in Germania al comando c’è la sorpresa Lipsia; in Italia sorprende l’Atalanta.
NOVEMBRE 2016 – Il dramma della Chapecoense; De Boer esonerato dall’Inter che si affida a Pioli
DICEMBRE 2016 – Pallone d’oro a Cristiano Ronaldo; il Real Madrid vince il Mondiale per Club; il Milan vince la Supercoppa Italiana a Doha contro la Juventus

UN ANNO DI CRONACA – Tutti i fatti di un nefasto 2016

Anno bisesto, anno funesto“, così recita un antico proverbio popolare. Mai fu più azzeccato per l’anno 2016, un anno pieno di eventi catastrofici e di scelte politiche alquanto discutibili nel panorama mondiale, molti personaggi dello spettacolo che ci hanno lasciato, ma anche di belle soddisfazioni come le Olimpiadi. Andiamo a ripercorrere insieme tutti gli eventi principali del 2016:

Gennaio 2016 – Il 10 muore il cantante David Bowie; 31 il dramma di Giulio Regeni
Febbraio 2016 – Il 19 muore Umberto Eco; 29 l’Oscar a Ennio Morricone
Marzo 2016 – Il 20 marzo muoiono 7 studentesse italiane coinvolte nell’incidente del bus durante l’Erasmus in Spagna; il 22 l’attentato terroristico a Bruxelles;
Aprile 2016 – Il 3 muore Cesare Maldini; 17 referendum sulle Trivelle senza quorum; 21 muore Prince;

Maggio 2016 – Il 19 precipita l’Egyptair; 19 muore Marco Pannella;
Giugno 2016 – Il 4 muore Mohammed Alì; 5 la Raggi è Sindaco di Roma; 12 strage a Orlando rivendicata dall’Isis; 27 muore Bud Spencer; 28 attentato all’Ataturk
Luglio 2016 – L’11 è il giorno del Brexit; 12 scontro tra due treni in Puglia; 14 la strage di Nizza; 15 muore il boss Provenzano; 15 colpo di stato fallito in Turchia; 22 attentato al centro commerciale di Monaco di baviera;
Agosto 2016 – Il 5 iniziano le Olimpiadi; 24 il terremoto nel Centro Italia;

Settembre 2016 – Il 4 viene proclamata Santa, Madre Teresa di Calcutta; 15 muore Carlo Azeglio Ciampi; 20 divorzio Jolie – Pitt;
Ottobre 2016 – Il 13 Nobel a Bob Dylan; 13 muore Dario Fo; 30 nuovo terremoto nel Centro Italia;
Novembre 2016 – Il 3 muoiono in mare 239 migranti; 8 muore Umberto Veronesi; 8 Donald Trump nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America; 20 il Papa chiude il Giubileo; 25 muore Fidel Castro; 28 il dramma della Chapecoense;
Dicembre 2016 – Il 4 al referendum vince il NO; 12 Gentiloni subentra a Renzi; 12 l’assedio ad Aleppo; 25 muore George Michael

Da gennaio sarà possibile portare biciclette su bus e tram di Roma

Da gennaio sarà possibile portare bici su bus e tram di Roma Capitale

Una grande novità per i romani. Finalmente dal sedici gennaio sarà infatti possibile  portare le biciclette su bus e tram di Roma Capitale. All’inizio le linee ATAC coinvolte saranno 16 e ben presto la normativa verrà utilizzata su tutte le altre, sempre se la sperimentazione dia gli effetti sperati.  “Utilizzare liberamente in città le due ruote. Questo per noi è mobilità sostenibile. Crediamo che il trasporto intermodale sia una pratica sempre più da incentivare. L’obiettivo, come già detto più volte, è far diventare Roma una Capitale sempre più in movimento. Per questo dal 2017 spazio alle biciclette sul trasporto pubblico, a bordo di bus e tram di 16 linee. Siamo al lavoro per far sì che quest’iniziativa sia possibile su un numero sempre maggiore di mezzi del trasporto pubblico”.  Queste le parole rilasciate dall’ assessore alla Città in Movimento Linda Meleo

Le linee coinvolte

Dal 16 gennaio sarà possibile portare le bici sulle seguenti linee:

2

3

5

8

14

19

83

118

120F

180F

412

673

715

772

791

911

Finalmente una buona notizia per tutti i cittadini dell’Urbe e soprattutto per chi si muove in bicicletta (o vorrebbe farlo). Non osiamo immaginare i litigi durante i primi tempi, soprattutto se l’autobus sarà pieno. Forza Romani ce la possiamo fare :)

 

Finalmente si riparte: 10 motivi per credere in questa Lazio anche nel 2017

E’ iniziato un nuovo anno e la nostra Lazio si prepara a riprendere il suo cammino in campionato: ad oggi il rullino di marcia recita 34 punti in 18 giornate. Quanti avrebbero messo la firma dopo lo sconforto totale dell’ultima estate? La Lazio aveva iniziato la stagione con un solo traguardo in testa: tornare in Europa. Ma alla luce del lavoro fatto fino ad ora da mister Inzaghi è giusto puntare ad andare ancora più su, o per lo meno provarci. “I nostri obiettivi sono cambiati”, ha tuonato Inzaghi prima della sconfitta contro l’Inter. E sinceramente non crediamo che le parole del tecnico siano cambiate dopo la sconfitta con i neroazzurri. Il 2° posto dista solo 4 punti ed il secondo posto significa Champions League. La Champions, ora, è diventato il sogno biancoceleste e finché la matematica non ci condanna abbiamo dovere di provarci. Ora…siccome la pesante sconfitta di Milano ha fatto riemergere mugugni inopportuni e da tempo sopiti, proviamo ad accendere un po’ di luce presentandovi 10 motivi per pensare positivo:

  1. Nonostante le lacune a livello di organico la rosa biancoceleste è comunque (con i suoi 34 punti) a soli 4 punti dal secondo posto in classifica. E se può crederci il Milan che non ha molto in più della Lazio non vediamo come non possano crederci anche i ragazzi di Inzaghi. Se si riuscisse ad invertire il trend con le big il 2017 potrà regalare tantissime emozioni ai biancocelesti. La Champions è un obiettivo fattibile.  Vogliamo crederci o il “non mollare mai” che tanto invochiamo allo Stadio è solo un modo per riempirsi la bocca finché le cose vanno bene per poi crollare nel disfattismo più totale al minimo intoppo? Con l’aquila sul petto nulla è impossibile.
  2. Una difesa veramente forte: de Vrij, Bastos, Wallace e Hoedt (più gli esterni Basta, Radu, Lukaku e Patric) formano una delle difese più forti del campionato. Devono riuscire a tenere alta la concentrazione: i 3 gol subiti nella prima frazione di gara ed i 18 subiti nella seconda sono una differenza troppo netta per una squadra che ambisce ad una posizione importante.
  3. Il risveglio di Immobile: il bomber napoletano non riesce a mettere il suo nome tra i marcatori da ben 7 partite, complice anche il fatto che non si è fermato mai in 18 gare di campionato. Ha corso in lungo e in largo senza mai risparmiarsi. Rappresenta il cuore di questa Lazio. La sosta natalizia dovrebbe restituire ad Inzaghi un Ciro Immobile tutto nuovo e pronto a superare la doppia cifra (ora è fermo a 9 gol). Certo la società dovrebbe dargli una mano affiancandogli un giocatore in grado di dargli il cambio. Djordevic purtroppo non è sufficiente ad oggi.

    ©Gianni Barberi
  4. Giovani di belle speranze: la Lazio ha giovani di valore come Strakosha, Murgia e Lombardi che hanno dimostrato di non essere solo sagome che riscaldano la panchina in attesa di grandi nomi (che non verranno mai), ma risorse preziose, di cui Inzaghi si fida a tal punto di da mettere il suo destino nelle loro mani.
  5. Luis Alberto può essere l’uomo in più di questa Lazio. Dopo 6 mesi ai margini, il talento ex del Deportivo la Coruna è pronto a prendersi la scena vista l’assenza di Keita per la Coppa d’Africa.
  6. Felipe Anderson. Il brasiliano sta decisamente tornando ad alti livelli con Simone Inzaghi. Quando decide di giocare è insuperabile. Ha un’accelerazione che fa paura. Con lui tutto diventa possibile. Soffre un po’ quando il tecnico piacentino decide di metterlo largo nel 3-5-2 ma per la Lazio si fa questo ed altro. Se riesce a trovare con continuità la via del gol può diventare qualcosa di sublime. Proprio in questo periodo, 2 anni fa, con le sue giocate trascinava la Lazio verso la Champions, speriamo che anche il 2017 si riveli il suo anno.
  7. Dopo 6 mesi il lavoro svolto dietro le quinte dal Club Manager Angelo Peruzzi si è rivelato eccellente: lo spogliatoio è compatto anche grazie alla sua mediazione. Incomprensioni e delusioni vengono chiariti senza che diventino un caso politico su cui polemizzare e questo è molto importante.
  8. Non si può non citare i tifosi che hanno compreso l’impegno, la dedizione ma sopratutto il cuore che questa squadra (nonostante i limiti che ha) ed il suo tecnico mettono in ogni partita. Per questo mostrano costantemente affetto, vicinanza, supporto oltre che un grande tifo nei confronti dei ragazzi di Inzaghi in ogni ambito: in casa, in trasferta, alla Stazione Termini o all’aeroporto di Fiumicino (quando le trasferte sono vietate), ecc. Come si può non pensare positivo di fronte a questo? Insieme siamo più forti.
  9. Ulteriore motivo di positività è il tecnico Simone Inzaghi. Inzaghi conosce la piazza di Roma e sopratutto l’ambiente biancoceleste. Vive da 17 anni nella Capitale e sa gestire le pressioni, gli eccessi di entusiasmo e, di scetticismo. Ha dimostrato anche di essere molto in gamba come allenatore. Ormai è una realtà della Serie A. La sua Lazio sta meravigliando tutti ed ormai a tutti gli effetti una delle sorprese della stagione. Una squadra che gioca un calcio piacevole che l’ha portata a ridosso delle grandi e che ha mandato in gol ben 14 giocatori, diventando una vera e propria cooperativa del gol, in attesa che Immobile ritrovi la vena realizzativa. Tutto questo nonostante manchino ancora delle pedine importanti nell’organico e nonostante la presenza di tanti giovani in rosa. I giocatori lo seguono con dedizione ed impegno. E’ la loro guida. Il mister deve solo migliorare alcuni aspetti delicati in questo nuovo anno, ma è fuori dubbio che la sua Lazio sta facendo un miracolo nonostante tutto.
  10. Infine, ma non per ordine d’importanza, l’ultimo motivo che dovrebbe dare positività in vista di questo nuovo anno è che: se volevamo una vita triste avremmo scelto un’altra squadra. Ogni riferimento è puramente casuale…

Marco Lanari

 

Turchia: attacco in night club a Istanbul!

Attacco in night club a Istanbul! 39 morti e 69 feriti. Fra le vittime 15 sarebbero stranieri

A quanto si apprende, l’aggressore ha sparato sulla folla vestito da Babbo Natale.

Il nuovo anno non inizia benissimo per la Turchia. Infatti è di almeno 39 morti e 69 feriti l’ultimo bilancio di un attacco avvenuto al “Reina” una famosa discoteca di Istanbul. Una discoteca posta sulle rive del Bosforo posto nel quartiere di Ortakoy nel distretto di Besiktas, parte europea di Istanbul. Ancora non è sicuro, ma la rivendicazione potrebbe additarsi all’Isis. La discoteca al momento dell’attacco era piena di gente. Circa 500-600 persone. Una notte di festa trasformata in un incubo. L’attacco è avvenuto verso l’1:30 ora locale, le 23:30 in Italia. L’assalitore, vestito da Babbo Natale è ancora in fuga. Non c’è chiarezza se l’attentatore fosse solo o insieme ad altri due. Al momento è in atto una vera e propria caccia all’uomo. E il ministero dell’Interno turco afferma che un assalitore sarebbe ancora in fuga. Molti si sarebbero perfino gettati nelle acque gelide dello stretto per sfuggire alla morte. Circa 60 le ambulanze accorse sul posto.

ore 08.30 seguono aggiornamenti.

LAZIO, IL PAGELLONE 2016 – La dirigenza

Il direttore sportivo Igli Tare: voto 7 – “Elastic Heart”, tanto bravo a lavorare sotto traccia, quanto poco apprezzato per un eloquio non proprio cristallino. E non c’entra parlare sette lingue o anche più: non è questione certo culturale ma di sostanza, dal Klose trattenuto con tutte le forze (ma quando mai? la risposta piccata del tedesco) a Luis Alberto atteso “con curiosità”, all’Europa League “da vincere” alla presentazione sin troppo enfatica di Bisevac. Il problema è sempre quello, piazzare l’asino dove vuole il padrone, perché quando i margini di lavoro si allargano, si conferma un signor direttore sportivo. Da Immobile preso a otto milioni alle scoperte di Wallace e Bastos che hanno messo a posto una difesa che sembrava irrecuperabile, a De Vrij, Biglia e Anderson e Keita, che forse se ne andranno ma se sono lì non ce li ha messi di certo Babbo Natale. Sul piano vendite ci sarebbe qualcosa da ridire, visto che lui paga i suoi gioielli meno di quanto costano i vari Maksimovic e Bruno Peres, ma le storie Candreva, Hernanes e forse Keita all’orizzonte dicono che tirare troppo la corda non paga nel mercato di oggi. Ma anche in questo, la colpa è davvero sua?

Il Presidentissimo Megadirettore Ereditario Dottor Ing. Gran Mascalzon. di Gran Croce Visconte Claudio Lotito: 10 – Troppo facile dare un voto ad un personaggio così ingombrante, così accentratore, soprattutto così capace di fare incazzare tutto e tutti, giorno e notte. Lotito è come Berlusconi, sarà capito tra 20 anni. Ovvero quando sarà troppo tardi. Nel frattempo, il nostro continua a beccare bucce di banane che manco Tavecchio con Opti Pobà (Bielsa), ma dalla sua ha la capacità di diventare Machiavelli (o almeno così ha detto lui stesso). E recuperare Inzaghi (altro che tappetino…) e un gruppo di ottimi calciatori, forse lasciati al loro destino troppo presto e troppo spesso (in questo senso sono più che buone le mosse Diaconale & Peruzzi). A preoccupare è la solita mancanza di ambizione, che non si limita alla mancanza di mezzi per vincere la Champions League, ma a un mercato che non migliora mai la rosa quando la squadra è già buona, ad investimenti sistematicamente compiuti dopo le cessioni, a rinnovi di contratto tirati per le lunghissime, al vizietto di cercare di non pagare le ultime mensilità manco a gente come Onazi che sfama più orfanelli di madre Teresa. E allora dieci? Sì, il voto giusto quando tutti sbraitano ma poi alla fine il massimo che viene prodotto dall’ambientone è un messaggio di pronta guarigione a Florenzi. Andando verso i 13 anni di presidenza, la consapevolezza è più importante della propaganda.

D’altronde il cinese diceva: se il tuo nemico te lo mette nel culo, non agitarti troppo. Faresti solo il suo gioco.

LAZIO, IL PAGELLONE 2016 – Gli allenatori

Stefano Pioli voto 4.5 – Ci dispiace molto, visto che in realtà per certi versi è stato il miglior allenatore dell’ultimo decennio in casa Lazio. Non ce ne vogliano Delio Rossi, Vladimir Petkovic o Edy Reja, che pure hanno ottenuto risultati considerevoli, ma la proposta di gioco del tecnico emiliano nel suo primo anno è stata strabordante. Visto che questo è il pagellone del 2016, è impossibile non legare al declino di Pioli le pagine più brutte di questa annata. Che per distacco restano l’eliminazione dall’Europa League, bruciante e inaspettata, contro uno Sparta Praga appena sufficiente che è riuscito a maramaldeggiare all’Olimpico, e l’uno a quattro nel derby che gli è costato l’esonero. Ok gli sfottò, ok Wallace e ok l’acqua in faccia, ma perdere come si è perso ad aprile ti lascia un senso di vuoto che nessuna beffa al novantunesimo può eguagliare. Almeno, le persone ambiziose la pensano così. E non per niente dopo il derby Inzaghi è ripartito più forte di prima, Pioli è partito e basta, verso casa. All’Inter sta dimostrando di essere quello di due stagioni fa: il suo 2016 laziale è stato questo, ma a Stefano da Parma vorremo sempre bene, questo è certo.

Simone Inzaghi 9 – E’ lui il vero valore aggiunto di una Lazio che sembrava destinata a non ripartire più, affossata da un mercato che non decollava e dalla figuraccia Bielsa, che tradiva forse un’incapacità di reagire che nemmeno questa società aveva mai palesato, in dodici anni pur controversi di gestione. Poi è arrivato lui, con la forza di un pugno chiuso e di un sorriso, direbbe Lucio Dalla. L’immagine della riscossa è facilmente fissabile in lui che ad Auronzo predica ai non udenti: Keita di sicuro non cambierà testa, ma l’atteggiamento è cambiato eccome, e quasi da separato in casa sta ritornando la “Maravilha” dei tempi della Primavera. E Anderson? Altro che sergente di ferro Bielsa: vai pure a vincere l’oro alle Olimpiadi, bello de casa. Al ritorno ecco un giocatore trasformato, non più egoista, non più castrato da limiti autoimposti. La cura Simone fa guarire gli ammalati, bere gli assetati, vedere gli accecati: altro che piccolo uomo, l’unica cosa che conta nella strofa, per restare sullo spartito di Dalla, è il non andar più via…

LAZIO, IL PAGELLONE DEL 2016 – L’attacco: i centravanti

Quinta parte della rubrica dedicata al pagellone di fine anno. Dopo i portieri,  la difesa e il centrocampo, è il turno dell’attacco, più precisamente le arieti offensive. Buona lettura e se l’articolo vi piace condividetelo sui social network.

Miroslav Klose – Il 2016 è stato l’ultimo anno del tedesco con la maglia biancoceleste, nonché la chiusura di una gloriosa carriera da calciatore che lo ha portato a conquistare moltissimi trofei, l’ultimo (come a coronamento della carriera) è la Coppa del Mondo vinta con la sua Germania. Con la Lazio nel 2016 ci sono stati alti e bassi, dovuti anche alla non più giovane età del centravanti, che comunque non ha fatto mancare il suo apporto in zona-gol, facendo 7 gol e 6 assist, inoltre col calcio di rigore siglato con la Fiorentina (a furor di popolo) il 15/05/2016 è entrato nella top ten dei marcatori di tutti i tempi della Lazio con 63 reti.  Adesso Miro è il collaboratore tecnico nella Germania di Low. Buona fortuna Miro e GRAZIE DI TUTTO! VOTO 8 (10 + alla carriera)

Ciro Immobile – Il 27 luglio 2016 la Lazio lo acquista dal Siviglia. Per lui l’onore e l’onere di prendere il posto di Miroslav Klose. Un compito che avrebbe condizionato chiunque, ma non lo scugnizzo campano. Ciro si prende la maglia numero 17, chissenefrega della iella, perchè lo incoronò capocannoniere con la maglia del Pescara. L’inizio è da sballo: esordio con gol nella vittoria per 3-4 contro l’Atalanta. Da lì è un susseguirsi di prestazioni da applausi condite da gol. Leggero calo negli ultimi due mesi, in cui si dimostra utile al gioco di squadra. Ma se non segna fa assist. La Nord è pazza di lui, lui è pazzo della Lazio (e di Jessica, e lo siamo anche noi). Ad alcuni ricorda Signori, ad altri Giordano. Per la Lazio l’importante è che segni. Nel 2017 da lui ci si aspetta la consacrazione. Per ora ci accontentiamo di 9 gol in 18 presenze. PROLIFICO.  VOTO 7.5

Filip Djordjevic – Se in tre anni giochi 61 gare e segni 11 gol, di cui 8 solo nella prima stagione, un motivo ci sarà. Evidentemente non sei da Serie A. A questo punto crediamo che anche Djordjevic se ne sia accorto, tanto da chiedere la cessione. Eppure quel doppio palo in finale di Coppa Italia poteva cambiare la sua storia, peccato. Il 2016 non gli ha sorriso, nonostane Pioli lo preferisse, per motivi oscuri, a Klose. Con Inzaghi poche occasioni e malamente sprecate. La tua cessione è nell’aria, di te, in caso di partenza, ci mancherà la bellezza di Jovana, per questo vogliamo ricordarti con la foto a sinistra nel tuo apice del “bomberismo“. ADIEU. VOTO 3

Brayan Perea – Chi? VOTO 0

Marco Corsini (Immobile – Djordjevic)

Stefano Francesconi (Klose  – Perea)

LAZIO, IL PAGELLONE DEL 2016 – L’attacco: le ali

Quarta parte della rubrica dedicata al pagellone di fine anno. Dopo i portieri, la difesa (1 e 2) ed il centrocampo (1 e 2), è il turno dell’attacco, in particolar modo ci soffermeremo sugli esterni offensivi. Buona lettura e se l’articolo vi piace condividetelo sui social network.

Felipe Anderson – La stagione 2014/2015 a livello di numeri sembra essere irripetibile per Felipe. Il numero 10 biancoceleste però sembra essere sulla buona strada per bissare quelle gesta. Se la prima parte del 2016 è stata condizionata in negativo anche dall’andamento della squadra, con l’arrivo di Inzaghi le cose sono cambiate. Si è riscoperto duttile giocando anche ala nel 3-5-2. Si sacrifica e gioca più per i compagni e lo testimoniano i numerosi assist, a discapito dei gol, solamente 2 per ora. Se solo fosse più continuo, il brasiliano davvero potrebbe essere tra i migliori al mondo nel suo ruolo. Sicurmanete più maturo quest’anno e consapevole dei suoi mezzi, grazie anche all’oro conquistato alle Olimpiadi, che gli ha trasmesso nuova linfa. RINATO. VOTO 7

Keita Balde Diao – Il 2016 per il gioiello del vivaio della Lazio è stato senza dubbio l’anno della consacrazione, infatti in quest’anno si è visto il Keita che si ammirava con la Primavera, velocità e dribbling sono il suo marchio di fabbrica, se poi aggiungi le  8 segnature e i 6 assist ai compagni. Resta comunque un po’ discontinuo, in estate è scoppiato il caso che lo vedeva lontano dalla società, ma , grazie all’intervento di Peruzzi, la situazione si è risolta ed ora lo spagnolo è un arma in più nell’arsenale di mister Inzaghi, che non disdegna assolutamente. Ora è circondato da voci di mercato che lo vedono lontano da Roma, complice anche il contratto in scadenza, a breve partirà per la Coppa d’Africa e guiderà il suo Senegal, più lontano possibile. VOTO 7

Cristiano Lombardi – La storia di questo ragazzo è degna di far parte dei libri di fiabe Disney. Lo scorso anno all’Ancona in prestito giocava con il contagocce, ma soprattutto non lasciava mai il segno. Sembrava il classico ragazzo forte i Primavera, che poi si perdeva nel confronto con il calcio che conta. E invece… ecco che in estate, a sorpresa, Inzaghi lo convoca per il ritiro ad Auronzo. Lui non se lo fa ripetere due volte e si gioca tutte le sue carte. Ed ecco la maglia da titolare a Bergamo, ed ecco subito il gol all’esordio! Una gioia per tutti, una risorsa in più per la Lazio. Spesso preferito a Kishna, è la prima alternativa a Keita e Felipe. Ogni volta che entra in campo sembra voler spaccare il mondo. NASCE, CRESCE, CORRE. VOTO 6.5


Ricardo
Kishna – Poco da evidenziare in questo 2016 per l’ala olandese, che nell’anno solare conta solo 5 presenze per un totale di 203 minuti giocati. Nessun altro dato di r
ilievo per l’esterno orange, che non convince Inzaghi, che gli preferisce il giovane Lombardi, che il tecnico conosce meglio. Inizialmente Kishna veniva impiegato soprattutto per calciare le palle da fermo che richiedevano un cross, quei pochi che ha calciato quest’anno hanno fatto rimpiangere al mister di aver sprecato una sostituzione. VOTO 4

Clicca qui per il pagellone inerente i centravanti

Marco Corsini (Anderson – Lombardi )

Stefano Francesconi (Keita – Kishna )

Roma, auto in fiamme nella notte: “Incendio causato dai petardi”. Chissà cosa dirà il Tar…

Non è ancora iniziato il veglione di capodanno e già si cominciano a vedere i primi danni provocati dalla sospensione dell’ordinanza emanata dalla Sindaca Virgiani Raggi per mano del Tar del Lazio. Secondo quanto riportato da “Il Messaggero.it“, ben cinque auto in sosta sono andate in fiamme, la notte scorsa, all’altezza del civico 32 di via Alatri a Roma. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri di Centocelle. Quattro auto sono state completamente distrutte dall’incendio, mentre la quinta è stata distrutta in parte. Il rogo ha danneggiato anche la cantina di uno stabile vicino. Nessuno è rimasto ferito e sono in corso le indagini dei militari per chiarire le cause dell’accaduto. L’incendio è scoppiato intorno alle 22.30: un’auto ha preso fuoco – sembrerebbe a causa di un petardo – poi la tramontana ha fatto espandere le fiamme. I condomini comunque sembrerebbero invece escudere l’ipotesi petardi.

LAZIO, IL PAGELLONE 2016 – I centrocampisti (parte II)

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Seconda parte del pagellone di fine anno dedicato al centrocampo biancoceleste (se non hai visto la prima parte clicca qui):

BIGLIA 6,5 – Si spera in un 2017 decisamente più fortunato per El Principito. In primis, dal punto di vista economico: è attesa infatti per i primi giorni del nuovo anno l’agognata firma sul rinnovo del contratto, che lo dovrebbe legare alla Lazio per i prossimi anni. Un nero su bianco che dovrebbe far felici tutti: a partire dallo stesso regista argentino, nelle cui tasche finirebbero cifre da top player, mai pagate prima per un giocatore nella gestione del presidente Lotito. Il quale, a sua volta, sarebbe ben felice di costruire la squadra del futuro intorno a quello che si può considerare il suo maggior pilastro e non sarebbe costretto a rivedere al ribasso le proprie richieste per la cessione in caso di mancato accordo: checchè ne dicano i media, infatti, nessuna squadra, anche con grosse potenzialità economiche, sarebbe disposta a staccargli un assegno da 25 milioni per un giocatore bravo, ma non più giovanissimo (compirà 31 anni tra qualche mese). E al quale ogni anno non mancano gli stop (a volte abbastanza lunghi) dovuti ad infortunio: sotto questo profilo, anche quello che si sta per chiudere non ha fatto certo eccezioni e ha visto spesso il ragazzo cadere vittima di guai, soprattutto muscolari, che, insieme all’incertezza per il proprio futuro, i noti tira e molla tra l’agente Montepaone e la società, sono stati spesso causa di oscillazioni nel suo rendimento. Prestazioni (e gesti, come il pallone lisciato costato il gol di Khedira contro la Juventus) non sempre all’altezza del suo valore, che gli hanno attirato critiche e malumori da più parti. Ma lui non si è certo perso d’animo e, soprattutto nell’ultima parte dell’anno, è riuscito a risalire la china e a tornare a mostrare quelle doti di geometria e di dettatura del gioco, condite anche da qualche gol (vedi quello su rigore contro la Fiorentina) che lo hanno reso famoso. E adesso si spera che nel 2017, con il rinnovo, arrivi la definitiva rinascita, una maggiore continuità e anche maggiori ‘attributi’ (visto che spesso e volentieri gli è stato imputato di tenere un atteggiamento un po’ troppo passivo nei confronti delle decisioni arbitrali), degni della sua fascia di capitano e dei quali la Lazio ha estremo bisogno per tornare a volare in alto.

PAROLO 8 – In mancanza di un vero ‘leader‘, ci pensa lui a dare anima a questa Lazio. In primis in campo, dove fornisce praticamente sempre prestazioni sopra le righe: correndo, lottando, affrontando senza paura le sortite avversarie tanto in terra quanto per cielo, smistando palloni a destra e sinistra e togliendosi persino lo sfizio di segnare qualche gol (per cui possiede un fiuto degno di un attaccante). Un motorino instancabile, che ce la mette tutta per apparire irreprensibile anche fuori dal terreno verde: mai una parola fuori luogo o polemica nelle interviste in zona mista e zero vita mondana, così come le apparizioni sui giornali scandalistici e sui social network (a differenzi di molti dei suoi ‘colleghi’). Insomma, il giocatore ideale, che tutti gli allenatori vorrebbero avere nelle proprie rose. E non solo in Italia: non è un caso se, nei mesi scorsi, indiscrezioni di stampa parlavano di interessi per lui dalla Premier League (Chelsea). Ma, per fortuna, a stoppare il tutto per tempo è intervenuto il presidente Lotito, che ha fatto firmare al centrocampista di Gallarate un rinnovo ‘a vita’ (nel senso letterale dell’accezione, visto che, nelle intenzioni, c’è anche la prospettiva di un ruolo dietro la scrivania, da dirigente). In questo modo il patron ha voluto partire da fondamenta solide e robuste per costruire la Lazio dei prossimi anni, quella che, nelle speranze sue e di tutto l’ambiente, dovrebbe tornare a far divertire e gioire il proprio pubblico, regalandogli quelle soddisfazioni e quei successi che da troppo tempo gli mancano e che, per sua natura e storia, merita.

CATALDI 6- – Una promessa mantenuta…a metà. Il ragazzo di Ottavia, dopo essersi messo in luce con la maglia del Crotone, sembrava destinato, al suo ritorno alla casa madre biancoceleste, a grandi cose, a diventare un pilastro di quella squadra che da sempre è nel suo cuore di tifoso e di cui sperava, perché no, un giorno di diventare il capitano (in pianta stabile stavolta, e non in una singola occasione come nel 2015). E invece anche in questo 2016 la sua stella è andata ad intermittenza, facendo prevalere le volte in cui è stata spenta o fioca su quelle in cui ha brillato di luce viva. La colpa, è bene dirlo, è stata in primis dei due allenatori, Pioli prima e Inzaghi poi, che lo hanno avuto alle proprie dipendenze, che lo hanno utilizzato col contagocce, non ritenendolo adatto a quel ruolo di vice Biglia che qualcuno, in maniera impropria, gli aveva cucito addosso. Ma anche lui, quando è stato chiamato in causa, ha alternato sprazzi di bel gioco (e gol, anche di pregevole fattura) a vere e proprie ‘imbarcate’. Ultima quella del derby, il parapiglia con Strootman con cui di fatto ha chiuso in anticipo il suo 2016. Dalla squalifica rimediata a seguito di quell’episodio si spera ora che il ragazzo abbia imparato la lezione e che nel 2017 riparta alla conquista di nuovi traguardi, magari ancora in biancoceleste (nonostante gli interessi esterni, desiderosi di aiutarlo a ‘rinascere’, non siano certo mancati). Il talento ce l’ha, ora sta a lui – e alla Lazio – non sprecarlo, ma amministrarlo nel modo più saggio possibile e renderlo per quello che merita, ovvero fruttuoso.

Di Marzio: “Il sostituto di Keita potrebbe venire dall’Olanda. Incontro Tare-Mendes”

Tare-Mendes, qualcosa bolle in pentola. Ormai lo sanno tutti che la Lazio è alla disperata ricerca di un sostituto di Keita. Non solo per questo mese (visto che il giocatore è impegnato in Coppa d’Africa con il suo Senegal) ma anche per il futuro visto che ha chiesto da tempo di essere ceduto (anche se il presidente Lotito è convinto di riuscire a fargli firmare il rinnovo).  Ecco allora che uno dei procuratori più importanti del mondo calcistico, George Mendes (procuratore di Cristiano Ronaldo), viene in soccorso della Lazio. Dopo Wallace, il procuratore portoghese potrebbe presto portare un nuovo giocatore alla corte di Inzaghi.

Secondo quanto riportato dal giornalista Sky, Gianluca Di Marzio, sul suo portale gianlucadimarzio.com. Ieri c’è stato incontro di lavoro a Dubai tra il direttore sportivo della Lazio Igli Tare e Jorge Mendes. Diversi i temi affrontati, a partire dalla soddisfazione del club biancoceleste per l’affare Wallace. Ma Tare e Mendes hanno parlato di Anwar El Ghazi, finito anche nel mirino della Lazio dopo essere stato cercato dalla Roma. Quella che porterebbe all’esterno dell’Ajax, il cui prezzo è sceso a 9 milioni, è un’ipotesi da tenere in considerazione qualora dovesse uscire Keita Balde, per il quale lo stesso Jorge Mendes potrebbe provare ad aprire una trattativa con il Manchester United.

 

LAZIO, IL PAGELLONE 2016 – I centrocampisti (parte I)

Terzo approfondimento dedicato al pagellone di fine anno. Dopo i portieri e i difensori (1 e 2), è il turno del centrocampisti. Buona lettura e se l’articolo vi piace condividetelo sui social network.

MURGIA 7,5 – Per un ragazzo della sua età non è mai facile il passaggio dalla Primavera alla Prima Squadra ma lui non ne ha risentito e si è messo subito al servizio del tecnico Simone Inzaghi ottenendo ottimi risultati. Altro giovane della cantera biancoceleste, romano come Cataldi. Centrocampista di quantità e qualità. Il tecnico biancoceleste, grazie ai suoi trascorsi nelle giovanili, conosce molto bene il ragazzo e sa quello che può dargli. In questo primo scorcio di campionato ha dimostrato di tenerlo in grande considerazione, tanto da inserirlo nella rosa di prima squadra e farlo esordire in Serie A. Murgia non ha deluso ripagando il proprio tecnico con buone prestazioni e riuscendo anche a togliersi la soddisfazione di realizzare (a Torino contro i granata) il suo primo gol nella massima serie.

LUIS ALBERTO 5 – Settimo spagnolo della storia della Lazio. Arrivato dal Liverpool in prestito con diritto di riscatto fissato a 5,5 milioni di euro (2 di bonus già pagati). Il nome completo è Luis Alberto Romero Alconchel. Ventiquattrenne nato a San José del Valle. La Lazio lo ha acquistato quest’estate per sostituire Antonio Candreva ma Luis Alberto non è un esterno puro, si adatta al ruolo, ma preferisce muoversi di più dietro le punte. Il 3-4-1-2 di Inzaghi sembrerebbe disegnato proprio per esaltare le sue doti ma finora i risultati raccolti non sono quelli sperati dal calciatore e dalla società. La delusione per il suo rendimento è tanta e voci di corridoio lo vogliono di nuovo in partenza per un pronto ritorno in Spagna ma la società biancoceleste difficilmente lo lascerà andare.

MILINKOVICSAVIC 7 – Il serbo sta dando dimostrazione di essere in un fase di crescita esponenziale che gli sta pian piano permettendo di diventare uno dei pilastri del centrocampo di Simone Inzaghi. Il centrocampista, si sta rilevando un grande acquisto per la Lazio. Sergej sta dimostrando di poter essere uno dei titolari del reparto centrale biancoceleste, giocando sia come centrocampista centrale che come trequartista, e le sue ottime prestazioni potrebbero presto far gola a società più importanti ma la Lazio per ora, viste le sue ottime prestazioni condite anche da importanti marcature, se lo tiene ben stretto.

LEITNER s.v. – Verrebbe da chiedersi “Leitner chi?”. Arrivato la scorsa estate con l’etichetta di ex promessa, Moritz Leitner, centrocampista tedesco ventiquattrenne voluto fortemente dalla Lazio che lo aveva avvicinato già l’estate precedente, fino a questo momento non si è praticamente mai visto.

 

 

 

A breve uscirà la seconda parte inerente il centrocampo (CLICCA QUI)

Danilo Tramontana

MERCATO – Lazio, concorrenza francese per Cafù

Si parla tanto dei potenziali sostituti di Keita in caso di addio prematuro da parte di quest’ultimo nella finestra di mercato invernale. Tra i principali candidati a sostituirlo spicca Jonathan Cafù del Ludogorets, accostato più volte alla Lazio nel corso di questi ultimi mesi. Il giocatore sembra piacere alla dirigenza laziale, ma deve muoversi perché la concorrenza aumenta sempre di più. Come riferisce ‘France Football’ sull’esterno dei bulgari sembra essere piombato in modo deciso il Saint-Étienne. L’ordine di provare a prendere Cafù arriva direttamente dal tecnico dei francesi Christophe Galtier, che sarebbe rimasto colpito dal brasiliano in occasione della sfida di Champions League fra Ludogorets e PSG e vorrebbe prelevare il classe ’91 già a gennaio.

LAZIO, IL PAGELLONE DEL 2016 – La difesa: i terzini

Seconda parte del pagellone di fine anno dedicato alla difesa biancoceleste (se non hai visto la prima parte clicca qui). Ora è il turno dei terzini:

PATRIC (6,5) – Grazie alla “cura Inzaghi” Patricio Gabarron, noto semplicemente come Patric è migliorato tantissimo in fase difensiva rispetto al suo arrivo a Roma la scorsa stagione. Il mister ha fin dal primo giorno di ritiro creduto in lui ritenendo senza alcun ombra di dubbio che sia lui il “vice-Basta”. Dichiarazione che, inutile dirlo, creò non pochi mugugni tra i tifosi (per usare un eufemismo)., ma i fatti gli hanno dato ragione. In quelle poche occasioni che Basta non è potuto scendere in campo il suo vice, Patric appunto, lo ha sostituito benissimo. L’ex Barca, è, come molti suoi colleghi nella Lazio, l’ennesima prova che la svolta può arrivare da un momento all’altro bisogna solo avere pazienza e lasciar parlare il campo. Sia a sinistra che a destra il terzino spagnolo ha mostrato quest’anno sicurezza e affidabilità. La sua simpatia e il suo essere letteralmente un tifoso in campo lo ha fatto addirittura diventare un beniamino della tifoseria. Insomma questa stagione è sicuramente positiva per lo spagnolo e speriamo continui così.

BASTA (6) –  12 presenze nella sua terza stagione consecutiva alla Lazio e rimane inamovibile quando  si gioca con la difesa a 4 nonostante il passare degli anni. In basso a destra si fa sempre trovare pronto quando c’è da difendere ma da una grande mano anche in fase offensiva, in particolare nel sovrapporsi ad Anderson con cui ha maturato una grande sintonia. Le sue prestazioni sono andate scemando soprattutto per quando riguarda la capacità di correre per 90 minuti, caratteristica che gli ha sempre garantito un posto nell’11 titolare, ma rimane ampiamente sufficiente proprio per la sua caparbietà e tenacia nel mantenersi un ruolo importante nella squadra.

RADU (7) – E’ uno degli uomini chiave di Inzaghi. Un jolly a cui il mister non ha intenzione di rinunciare, complice anche la buona stagione disputata fino ad ora. Rispetto all’inizio del 2016 il rendimento del difensore rumeno (ormai romano) è cresciuto in maniera esponenziale, sta vivendo una sorta di seconda giovinezza. Simone lo fa sentire importante e Stefan, in fiducia, risponde più che presente. Centrale nella difesa a 3 o a 4, terzino sinistro, insomma se Radu sta bene la prima maglia – dopo de Vrij – è la sua. La sua duttilità tattica e il suo carisma in campo sono elementi troppo preziosi a cui nessuno vuole rinunciare il tutto coadiuvato dall’esperienza dei 30 anni. È tornato il giocatore ammirato nelle prime stagioni all’ombra del Colosseo. Queste prime 18 giornate hanno ridato alla Lazio un difensore di primissimo livello.  Le sue esultanze e il suo modo di fare hanno conquistato il popolo laziale per cui è un autentico beniamino. Non si tira mai indietro, ci mette la faccia anche quando le cose vanno male. Il ragazzo di Bucarest è pronto a riscrivere la storia, sta scalando la classifica dei calciatori con maggiori presenze in maglia biancoceleste. Ora è 17º, ma non vuol fermarsi e perché no provare ad avvicinare le 401 di Favalli. Sarà dura, ma Stefan non ha paura.

LUKAKU (6) – Stagione sufficiente quella disputata fino ad ora dal nostro Jordan Lukaku. Il terzino belga inizialmente era riuscito a scendere in campo con una certa continuità mostrando buone doti in fase difensiva e un’eccellente progressione offensiva. E’ anche lui molto giovane, ha ampi margini di miglioramento. Con l’aiuto di Inzaghi e il costante all’allenamento può diventare un giocatore importante. L’infortunio subito in nazionale che lo ha tenuto a lungo fuori dal terreno di gioco, purtroppo ne ha rallentato la crescita ed ora sta faticando a ritagliarsi lo spazio di prima. Resta comunque una delle preziose risorse di Simone Inzaghi. Speriamo che il 2017 sia un’annata più fortunata per il giovane Jordan.

KONKO (5,5) – Sotto la sufficienza il giocatore francese che ha trovato poco spazio nella prima parte dell’anno se non per coprire qualche infortunio. Mai stato particolarmente brillante in campo in passato era comunque riuscito ad esprimersi meglio rispetto ad un 2016 che non lo ha visto assolutamente protagonista. Questo insieme alla pessima stagione di tutta la squadra sono tra i motivi della sua partenza verso l’Atalanta dove ancora non ha trovato posto da titolare fisso ma ha collezionato più di qualche buona prestazione oltre ad un ennesimo infortunio.

BRAAFHEID (4) – E’ stato un 2016 decisamente da dimenticare al più presto quello di Edson Braafheid. Solo 4 apparizioni della prima metà dell’anno solare tra infortuni a ripetizione e problemi di spogliatoio. La musica non cambia nemmeno quando nelle ultime gare di campionato Inzaghi subentra a Pioli. Anche lui come Gentiletti ha detto addio alla Lazio in estate per tornare a casa, in Olanda. Oggi gioca, o meglio giocava per l’Utrecht: ha giocato titolare le prime 2 partite di campionato ad Agosto. Da allora è fermo a causa dell’ennesimo infortunio (lacerazione parziale del tendine d’Achille). Un vero peccato.

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Marco Lanari (Patric – Radu – Lukaku – Braafheid)

Alberto Cicloni (Basta – Konko)

FORMELLO – Ultimo allenamento dell’anno. Inzaghi alla ricerca del tridente anti-Crotone

Si è concluso da poco l’ultimo allenamento del 2016 prima di festeggiare il nuovo anno. Mister Inzaghi ha diviso la rosa in 2 gruppi:

  • il primo composto dagli elementi del reparto arretrato,
  • il secondo dai centrocampisti e gli attaccanti.

I calciatori si alternano tra campo (per le esercitazioni tecnico-tattiche) e il lavoro in palestra. Simone Inzaghi, con i uomini a disposizione (ancora assenti i sudamericani Wallace, Biglia e Felipe Anderson che torneranno a Roma il 2 gennaio), prova le diverse soluzioni a disposizioni. Dietro ruotano tutti i difensori, il tecnico testa prima la coppia de Vrij-Hoedt, poi Bastos-Hoedt e infine Bastos-de Vrij. Ovviamente è impossibile per ora fare una prima bozza di formazione anti-Crotone. Le vere prove tattiche scatteranno la settimana prossima. Inzaghi non avrà a disposizione Lulic e Felipe Anderson (squalificati) e nemmeno Keita, impegnato nel mese di gennaio con il Senegal in coppa d’Africa. Nell’allenamento di oggi ha provato due tipologie di tridenti:

  • Lombardi, Djordjevic e Lulic da una parte;
  • Kishna, Immobile e Luis Alberto dall’altra.

Assenti Marchetti e Milinkovic. Entrambi non sono scesi in campo con il resto dei compagni. La squadra riposerà domani e tornerà ad allenarsi il pomeriggio del 2 gennaio (alle 15).

LAZIO, IL PAGELLONE DEL 2016 – La difesa: i centrali

Secondo approfondimento dedicato al pagellone di fine anno. Dopo i portieri, è il turno della difesa, per la precisione i centrali. Buona lettura e se l’articolo vi piace condividetelo sui social network.

DE VRIJ (8) – Nonostante quasi la totalità dell’anno passata in infermeria e qualche sbavatura l’olandese, come rendimento, stacca tutti i suoi compagni. Si è conquistato il ruolo di colonna portante del reparto difensivo con la media punti che raddoppia quando gioca e con una personalità che matura di giorno in giorno. Solo con queste considerazioni sarebbe arrivato oltre la sufficienza ma un voto in più gli va dato per la grande professionalità mantenuta durante il suo lungo stop: seguito da mezza Europa non ha lasciato trapelare trattative nascoste o voci che avrebbero destabilizzato l’ambiente, non ha espresso malumori e si è sempre concentrato al massimo sulla Lazio, basti ricordare che approdò a Roma dopo un mondiale giocato benissimo all’età di 22 anni. Se la sua strada e quella della Lazio si divideranno, e nel caso quando, non si può dire ora ma sicuramente merita tutto il nostro rispetto.

BASTOS (7) – Bartolomeu Jacinto Quissanga meglio noto come Bastos, può essere sicuramente definito come una delle sorprese piacevoli del 2016. Ha dimostrato che troppo spesso nel calcio si giudica prima ancora di conoscere un giocatore e alla fine tutti hanno finito per innamorarsene. Si è presentato subito alla grande nella sua prima da titolare: Lazio-Juventus. Il difensore angolano in quell’occasione fu protagonista di una partita sublime: non fece toccare un solo pallone a Gonzalo Higuain e fu epico ciò che accadde nell’unica volta in cui il campione argentino riuscì ad immolarsi verso la porta di Marchetti.  Bastos in quell’occasione fu protagonista di una rimonta epica, caratterizzata da forza e velocità, ma anche classe ed eleganza che ha ricordato tanto i difensori dei tempi d’oro cragnottiani. Insomma un intervento che valse da solo il prezzo del biglietto. Bastos con de Vrij ha formato, per un breve periodo, una della coppie più forti del campionato,  purtroppo il suo infortunio ne ha rallentato l’ascesa.  Il suo lungo stop ha sicuramente spaventato tutti i tifosi biancocelesti. Per un po’ si è temuto di rivivere l’incubo già visto 2 stagioni fa con Gentiletti. Fortunatamente una volta tanto la sfortuna non si è accanita sulla Lazio.

WALLACE (7-)  Wallace Fortuna dos Santos è anch’esso una delle sorprese più belle di questo 2016. Anche lui come il collega Bastos rappresenta la vittoria sui pregiudizi. In realtà come voto per quello che ci ha fatto vedere fino ad ora (la classe, l’eleganza, l’agilità nonostante la stazza, la sicurezza che ha trasmesso alla difesa, etc) meriterebbe un 8, ma pesa come un macigno quella “pazzia” (per usare un eufemismo) fatta durante il derby con la Roma che di fatto è costata la partita ai biancocelesti. Lui non si è demoralizzato, anzi è ripartito più determinato che mai. Dimostrando, oltre alle qualità tecniche e tattiche, anche una grande personalità. Lo conferma anche il fatto che ha scelto un numero pesantissimo sulla sua maglia: il 13 dell’immenso Alessandro Nesta. E’ un difensore sicuro di sé, padrone delle palle alte, dotato di un buon senso dell’anticipo ed un’ottima capacità di leggere prima le situazioni di gioco. A parte l’episodio del derby quindi la sua stagione resta eccellente. E’ molto giovane (22 anni), ha ancora tantissimi margini di miglioramento. Se evita altre “pazzie” il futuro è suo e noi non vediamo l’ora di godercelo. Insomma si può dire che a differenza della stagione passata la Lazio ha 4 difensori centrali di grande livello.

HOEDT (6) – Guadagna la piena sufficienza per essere riuscito ripartire dopo l’inizio disastroso della scorsa stagione. Giovane di belle speranze si è ritagliato un posto in squadra nel momento peggiore della Lazio ed è cresciuto moltissimo sotto l’ala del suo compagno di nazionale de Vrij. Quest anno dove avrebbe meritato più spazio se non fossero subentrati in rosa due giocatori come Bastos e Wallace, ufficialmente in competizione per il ruolo affianco a de Vrij, che di fatto lo hanno scalzato. Nonostante questo ha avuto le sue occasione per mettersi in mostra in questa stagione ed ha confermato la sua crescita. In dubbio ora la sua permanenza alla Lazio ma non le sue qualità.

GENTILETTI (5) – Un 2016 decisamente amaro quello dell’ex San Lorenzo. Da quando è tornato dal brutto infortunio non si è più ripreso. Vuoi perché non gli è stato dato il tempo di poter recuperare con calma, vuoi il fatto che ha avvertito intorno a se una sfiducia sempre più crescente, sta di fatto che il giocatore che aveva conquistato i laziali si è dissolto completamente. Questa estate ha chiesto di essere ceduto ed ora cerca di ritagliarsi delle soddisfazioni con il Genoa di Juric. Si proprio in quel campo dove suoì quel terribile infortunio che ne sta condizionando la carriera. Purtroppo per lui però lì che non sta vivendo un momento idilliaco. Oscilla spesso tra campo e panchina. Purtroppo è il calcio. Auguriamo comunque a Santiago di tornare a splendere come faceva prima di quel terribile giorno. Buena Suerte.

MAURICIO (5) – Il voto non completamente negativo è dato da dalla difficoltà del ruolo coperto nella seconda parte della scorsa stagione: ultimo uomo di una difesa che faceva acqua da tutte le parti, in un campionato Mauricio pregaveramente poco entusiasmante per tutta la Lazio. Mauricio si è trovato a dover risolvere situazioni intricate, riuscendoci poche volte ma mantenendo per quanto ha potuto un ruolo di riferimento per tutto il campionato. Le sue scarse qualità non potevano assicurare la copertura di cui la Lazio aveva bisogno nelle 3 competizioni ed è partito verso lo Spartak Mosca dove ha collezionato 8 presenze e anche un gol.

BISEVAC (4,5) – Per lui valgono le stesse considerazioni fatte per Mauricio: è venuto alla Lazio appena uscito da un gravissimo infortunio per sostituire de Vrij senza avere neanche una possibilità di riuscirci. Ma diversamente dall’ex 33 laziale le sue prestazioni sufficienti si contano sulle dita di una mano ed è stato protagonista del disastroso 3 a 0 di Europa League contro lo Sparta Praga che è costato ai biancocelesti l’eliminazione della competizione. La fine del 2016 lo ha visto tornare in Francia alla volta del Metz dove non è ancora mai sceso in campo.

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Marco Lanari (Bastos – Wallace- Gentiletti) 

Alberto Cicolani (de Vrij – Mauricio – Bisevac – Hoedt)