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De Canio: “Lazio-Genoa bella partita, ho sempre creduto in Immobile”. E su Inzaghi…

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Dopo la sosta per le Nazionali, la Serie A riprende spedita il proprio cammino nel weekend. Alla Lazio toccherà un impegno importante in chiave ambizioni d’Europa, all’Olimpico contro il Genoa di Juric. E proprio di questa sfida, e dell’ottimo inizio di stagione dei biancocelesti, ha parlato, ai microfoni di Radio Incontro Olympia, l’ex tecnico rossoblù Luigi De Canio:

Ho sempre considerato quella della Lazio un’ottima rosa, sotto il prifilo della qualità, dell’esperienza e della cultura del lavoro. Molti dei giocatori si conoscono da anni e sono piuttosto duttili per caratteristiche. Immobile? Lo volevo quando ero a Lecce e l’ho allenato a Genova, ho sempre creduto in lui. Il mio è ovviamente un giudizio di parte, ma credo che le sue prestazioni parlino chiaro. Se c’erano delle perplessità, era altri fattori, ad esempio lo scollamento tra tifoseria e società, elementi che hanno condizionato anche i giudizi estivi“. Poi sul ‘collega’ Simone Inzaghi: “Averlo scelto era una scommessa, non possiamo nascondere che è stato preso perché qualcuno ha rifiutato. Però dobbiamo dargli atto che è stato bravissimo e riconoscere i suoi meriti. Umile, perseverante e bravo anche sotto il profilo tecnico, ha dato un’identità tattica e morale alla Lazio. Non era semplice, considerato l’ambiente che ha trovato a luglio, ma lui ci ha creduto e ha saputo trasmettere tutto questo ai suoi giocatori. Ha fatto un grande lavoro con il gruppo“. Infine sul match contro il Grifone: “Domenica sarà una bella partita. Il Genoa non è una sorpresa, scegliendo Juric ha dato continuità alle scelte passate. Ha compiuto un percorso costruito negli anni, adesso è tornato a Genova e ha trovato dei buoni giocatori e una società che la pensa come il suo allenatore “.

L’ex Del Nero: “Ho pianto quando ho lasciato la Lazio, Matuzalem il più forte”. E su Inzaghi…

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Torna a parlare Simone Del Nero. L’ex giocatore della Lazio, ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com, ha ripercorso la sua carriera, tra presente e passato: “Qui a Carrara ho trovato il miglior gruppo della mia carriera, sto a già a 2 gol. Abbiamo ragazzi umili, volenterosi. E un grande allenatore come Danesi, che ho avuto anche nei dilettanti…“.  “Ho iniziato alla Carrarese – prosegue – e oggi chiudo un ciclo. Ho esordito in Serie A nel ’99 con l’Empoli di Orrico, poi sono andato a Brescia”. Tra i successi ottenuti, la vittoria dell’Europeo Under 21: “Avevamo già il titolo in tasca, la rosa era eccezionale! Impossibile perdere, momenti indelebili. Giocavo, ero al top della forma, ho dato il mio contributo. Porterò tutto con me. Barzagli, Gilardino, De Rossi, Zaccardo, Amelia, nel 2006 hanno vinto il Mondiale. Lasciatelo dire, se avessi avessi avuto la costanza e la freddezza di Cristian Ledesma avrei vinto la Coppa del Mondo insieme a loro, sono sicuro”.

Immancabile poi un ricordo dell’esperienza in biancoceleste: “Ho vinto una Coppa Italia, ho giocato in Champions, ho bei ricordi. Una volta entrai nello spogliatoio e vidi che Baronio aveva attaccato i miei vestiti alla parete col nastro adesivo. Non ci ho visto più, presi la sua roba e gliela buttai sotto la doccia. Poi abbiamo chiarito. In tutto ciò Cribari se la rideva come un matto! Lui è uno dei miei migliori amici, tutt’oggi lo sento ancora, siamo rimasti legatissimi, ci conosciamo dai tempi delle giovanili dell’Empoli”. Un’avventura terminata nell’ultima ora di mercato: “Avevo spento il cellulare quel giorno, volevo restare a Roma. Poi lo riaccesi, trovai 70 chiamate perse e fui costretto ad accettare. Ho pianto, non lo nego, ma a Cesena mi sono rimesso in gioco ed è andata bene, sono riuscito a segnare in Serie A 7 anni dopo l’ultima volta”.

Il più forte di tutti in quel gruppo era Matuzalem. – conclude – Inzaghi? Un giocherellone, avevamo un bellissimo rapporto. Spero faccia bene, è il miglior acquisto della Lazio e si merita tutto. Da giocatore faceva gruppo, andavamo anche a giocare a biliardo insieme“.

Circo Massimo: riapre l’area Archeologica

Finalmente, dopo sette anni di lavori, i cittadini ed ovviamente i turisti della capitale potranno visitare l’area Archeologica all’interno del Circo Massimo. A margine dell’inaugurazione, rilevanti le dichiarazioni della sindaca Virginia Raggi: “E’ importante aver restituito ai cittadini un’area Archeologica così preziosa per la città. Tutti noi romani passandoci vicino ci chiedevamo quando riaprirà? E oggi è un onore inaugurarla. Abbiamo votato ieri in giunta un prezzo politico per il biglietto – specifica la Raggi – è fondamentale che il biglietto fosse accessibile a tutti”. Un’area dal grande valore culturale che mette in risalto le stesse origini della città eterna. L’area Archeologica del Circo Massimo, infatti, nell’antichità rappresentava il più grande edificio esistente per lo spettacolo. Cittadini e turisti, quindi, potranno visitare l’area acquistando biglietti per un costo che varia dai 3 ai 5 euro. A seguito delle operazioni di restauro, realizzazione di percorsi di visita, impianti di illuminazione e contenimento del terreno l’ingresso ai visitatori è stato definito in piazza di Porta Capena.

 

Calcio estero: il ricordo di Puskas

Ricorrono oggi, 17 novembre 2016, i dieci anni dalla morte di Ferenc Puskas: il grande attaccante ungherese, protagonista sul campo fra gli anni ’50 e ’60. Puskas, dotato di un sinistro invincibile, ha indossato nel corso della sua carriera la maglia di sole due squadre: Honved di Budapest e Real Madrid dove approdò nel 1958 dopo aver vinto già 6 scudetti nel paese d’origine. Gli spagnoli, infatti, puntarono forte sul suo talento diventando presto uno dei punti di forza dell’undici titolare. Con il Real Madrid realizzò ben 156 gol disputando 180 match (da ricordare le 4 triplette nella sua prima stagione madrilista). Particolare anche la sua esperienza con la nazionale: debuttò con la nazionale ungherese nel 1945 (record di gol con 84 reti in 85 presenze totali), ma in seguito all’invasione dell’Ungheria nel 1956 Puskas decise di richiedere la nazionalità spagnola. Venne poi convocato, a 34 anni, dall’allora ct Helenio Herrera per debuttare direttamente in una partita di qualificazione mondiale contro il Marocco. Un campione, Ferenc Puskas, sicuramente da ricordare che al termine della carriera da calciatore professionista provò anche quella da ct girando il mondo: esordì in Spagna sulla panchina dell’Hercules di Alicante, passando poi per Usa e Canada.

 

Inzaghi: “Amo questi colori, la Lazio è casa mia”. Poi sulla squadra ribadisce…

Manca pochissimo e poi (finalmente) sarà ancora campionato. I ragazzi di mister Inzaghi si preparano ad affrontare il Genoa di Juric. Il tecnico piacentino non vede l’ora di ricominciare, a maggior ragione ora che l’infermeria si sta finalmente svuotando con i ritorni imminenti di Lukaku e de Vrij, oltre il gradito ritorno da ormai 2 settimane di Bastos. La sua Lazio è lì dove merita e non ha intenzione di scendere.  Per tutti è la nuova sorpresa che affascina (vedi Sconcerti), non per Simone Inzaghi. In un’intervista a La Stampa, il tecnico biancoceleste analizza un momento magico per tutti:

A sorpresa per qualcuno, non per me: conosco i miei ragazzi, so dove possono arrivare. Questo è un gruppo destinato a migliorare, anche perché spero che ci abbandoni la cattiva sorte per i tanti infortuni. Con i ragazzi bisogna saper parlare, e non è un luogo comune. Solo così capisci se hanno personalità o no: quando gli dai fiducia e ti dimostrano di capire come si sta in uno spogliatoio, il più è fatto. Poi, è chiaro, occorrono le qualità”. Ha scacciato l’ombra di Bielsa, si è preso finalmente la sua Lazio: “Nessun fastidio per come è andata. So come va il calcio, ma soprattutto conosco il mio amore per questi colori. E comunque, nelle sette partite della passata stagione, penso di aver dimostrato qualcosa. Io tecnico moderno? Se per moderno si intende la voglia di sperimentare, sì: io sono uno che cambia anche modulo a seconda degli avversari da affrontare, come accaduto ad esempio nella sfida di Napoli. Per ora sento la fiducia della gente e questo mi gratifica, al di là di quelli che potranno essere i giudizi futuri: Roma è una piazza non semplice, essere rispettati qui ha un valore doppio”. 

“ALLA LAZIO COME A CASA” – Anni di Lazio sulle spalle, una vita al servizio di quei colori: “Lazio significa essere a casa. E’ così che mi sento in una realtà che ho vissuto da professionista in campo e da tecnico partendo dal basso: questa è una forza che ti porti dietro per sempre”. Il rapporto con Pippo: “Con Pippo ci sentiamo ogni giorno perché è forte il legame tra lui e i miei figli: lo zio vuole sapere tutto. Il suo Venezia va alla grande e Pippo è felicissimo perché impegnato a trasmettere le sue conoscenze: poteva aspettare un’occasione in serie A a campionato in corso, o accettare la B, ma lo hanno convinto con l’entusiasmo che chiedeva. Prendi la squadra e avrai carta bianca: in un attimo ha detto sì”. Sinisa e Diego, due ex compagni, due amici, due colleghi: “Sinisa-Toro mi sembra un binomio perfetto: i granata giocano bene, faranno una bellissima stagione e magari saremo rivali per un posto in Europa. Al Toro c’è anche Lombardo, l’ho salutato con affetto quando abbiamo giocato là. Per quanto riguarda Simeone, sono stato a casa sua quando l’Atletico ha giocato contro il Psv Eindhoven in Champions League: là, a Madrid, lo amano e lo trattano come un re, sarà dura per lui andare via”. 

GLI INIZI – Piacenza, dove tutto cominciò. La sua Piacenza e un Materazzi come modello e maestro: “Penso a lui, il mio allenatore ai tempi di Piacenza: mi mandò in campo giovanissimo, eppure fra gli attaccanti di quella squadra c’era gente come Dionigi, Rastelli e Piovani”.

MURGIA – E in chiusura indica un giovane su cui puntare: “Il nostro Murgia: ha delle potenzialità incredibili!”.

Bob Dylan: no al ritiro del Nobel

Le polemiche intorno all’assegnazione del premio Nobel per la letteratura a Bob Dylan non sembrano placarsi. E’ delle ultime ore, infatti, il rifiuto da parte del cantautore americano di ritirare il premio Nobel e quindi la mancata partecipazione alla cerimonia di premiazione del prossimo 10 dicembre a Stoccolma. Ultimo tassello che si aggiunge alle precedenti difficoltà da parte del Comitato dell’Accademia di Svezia di riuscire a parlare direttamente con Dylan al momento dell’ufficializzazione della “vittoria”, datata 13 ottobre 2016. Da quanto riportato da un portavoce della stessa Accademia, Bob Dylan: “E’ molto onorato e vorrebbe ricevere il premio personalmente, ma altri impegni presi in precedenza purtroppo lo rendono impossibile”. Una scelta molto discussa, anticonformista, ma che non stupisce considerando il carattere di Bob Dylan che ha sempre vissuto fuori dallo star system. Inoltre la sua scelta ha dei precedenti altrettanto illustri: Doris Lessing, Harold Pinter e Elfriede Jelinek. Ma il caso più celebre è sicuramente quello del filosofo e scrittore francese Jean Paul Sartre che nel lontano 1964 rifiutò il premio. Al contrario di Sartre, invece, gioioso il momento in cui Dario Fo, nel 1997, venne a conoscenza di aver ricevuto il premio Nobel per la letteratura: il grande attore e drammaturgo, infatti, era in macchina mentre un  altro automobilista gli comunicò la vittoria mostrandogli un foglio bianco scritto a mano. A questo punto per concludere il tira e molla Bob Dylan, come da regolamento, avrà sei mesi di tempo per consegnare la sua “canzone” all’Accademia svedese.

Presentata a Milano la prima edizione del Bilancio Integrato della FIGC

Consapevole del ruolo centrale e dei valori che rappresenta sia in Italia che all’estero, la FIGC ha deciso di dotarsi per la prima volta del Bilancio Integrato (riferito all’anno 2015), realizzato in collaborazione con PwC (PricewaterhouseCoopers), che nasce con l’obiettivo di comunicare all’esterno il valore prodotto dalle proprie attività, proseguendo con determinazione il percorso avviato sul tema della Sostenibilità sin dal 2011. Il documento è stato presentato nel Salone d’Onore della Triennale di Milano, con gli interventi di Carlo Tavecchio, presidente della FIGC, di Paolo Bersani, partner PwC, di Bjoern Gulden, CEO PUMA, del calciatore del Trapani Abdoulie Dampha, di Roberto Rosetti, responsabile del progetto VAR per l’Italia, di Fiona May, coordinatrice della Commissione integrazione FIGC, e di Cristiano Fiorio, responsabile delle sponsorizzazioni FCA.

La FIGC è una delle prime organizzazioni sportive al mondo ad adottare il Bilancio Integrato, strumento attraverso il quale intende rafforzare il percorso di responsabilità sociale fondato sulla trasparenza e caratterizzato da un’informazione accurata e completa nei confronti di tutti i suoi stakeholder.

Il documento, evoluzione delle tre precedenti edizioni del Bilancio Sociale FIGC (testimonianza di 4 anni di rendicontazione) illustra i principali programmi strategici della Federazione ed il loro potenziamento, con particolare riferimento all’efficienza organizzativa interna, alla sostenibilità e alla trasparenza, nonché alla valorizzazione della dimensione sportiva e giovanile, alle azioni relative al settore del calcio professionistico e dell’impiantistica sportiva, anche attraverso la rivisitazione delle norme e dei regolamenti. Il Bilancio Integrato analizza, inoltre, i processi di sviluppo della dimensione internazionale della FIGC e l’impegno sociale, nonché la valorizzazione del patrimonio storico e culturale del calcio italiano.

“Questo primo Bilancio Integrato – ha sottolineato il presidente della FIGC Carlo Tavecchio – non rappresenta il punto di arrivo, bensì la partenza di un percorso che impegna quotidianamente la FIGC nella ricerca della produzione di quei Valori trasversali che costituiscono l’identità della stessa Federazione e che impattano sulla vita di milioni di persone. Il sistema calcio italiano, con 6 miliardi di euro, non è poi tanto quello vituperato che dicono. Questo è qualcosa di più di un semplice documento di rendicontazione, ma rappresenta un altro importante traguardo. La Federazione – ha aggiunto – vuole continuare a investire in trasparenza e sostenibilità, due concetti molto di moda ma che vanno messi in pratica”.

Tra gli interventi, significativo e toccante è stato quello del calciatore del Trapani Abdoulie Dampha che ha raccontato la sua storia, scappato da una terra difficile come il Gambia alla ricerca di un futuro migliore, e l’impatto che ha avuto il “Progetto Rete!” sulla sua integrazione in Italia. “Progetto Rete!” è un’iniziativa promossa dalla FIGC attraverso il Settore Giovanile e Scolastico in collaborazione con lo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) rivolta ai minori stranieri non accompagnati con l’obiettivo di promuovere i processi di inclusione sociale ed interculturale attraverso il gioco del calcio. Abdoulie Dampha, accompagnato a Milano da Pascal Desiato, ex tutore legale del ragazzo e operatore presso lo SPRAR ‘Horizont’ di Caltagirone, ha partecipato alla prima edizione e, anche grazie all’attività svolta con lo SPRAR Horizont di Caltagirone, vincitore del torneo a Cesena, si è messo in mostra ed è stato tesserato per il Trapani (società di Serie B).

Per quanto riguarda il documento presentato oggi a Milano, il percorso virtuoso di pubblicazione dei report e degli altri principali documenti che periodicamente la FIGC, ormai da diversi anni, elabora e rende disponibili (Codice Etico, budget, bilancio consuntivo, Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D.lgs. 231/2001, Management Report, Bilancio Sociale e ReportCalcio, consultabili sul sito FIGC nella sezione Trasparenza) ha permesso di rispondere in modo più efficace alle istanze di trasparenza nei confronti degli stakeholder, che le organizzazioni (sportive e non) sono sempre più chiamate a rispettare. Un aspetto ulteriormente testimoniato anche dalla recente relazione di Transparency International, che ha inserito la FIGC tra le 14 federazioni calcistiche più virtuose per aver reso disponibili in modo trasparente tutti i principali documenti di riferimento relativi alla propria attività e al proprio profilo, rispetto alle 211 federazioni affiliate alla FIFA.
Prima della fine della presentazione del Bilancio Integrato, il Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero per gli Affari Esteri Vincenzo De Luca ed il presidente della FIGC Carlo Tavecchio hanno sottoscritto un programma di collaborazione per sostenere, per quanto di rispettiva competenza, la promozione del sistema Italia in ambito internazionale.

CALCIOMERCATO – L’Utrecht dice no all’offerta della Lazio per l’attaccante francese

Con Filip Djordjevic in partenza la Lazio è alla costante ricerca di un attaccante di scorta da mettere a disposizione di Simone Inzaghi sin dal prossimo mercato di gennaio. I dirigenti biancocelesti avrebbero individuato il profilo giusto nell’attaccante ventiduenne dell’Utrecht Sebastian Haller tanto che, a quanto riportato da Calciomercato.it, il club olandese avrebbe respinto un’offerta di 10 milioni di euro presentata dal ds biancoceleste Igli Tare. L’attaccante francese, autore finora di 5 gol e 4 assist in 12 partite di campionato, è seguito in Italia anche dalla Fiorentina, mentre al Napoli è stato proposto ma i partenopei non si sono detti interessati. L’intenzione dell’Utrecht sarebbe quella di cedere il giocatore a giugno per tentare di ricavare il massimo dalla sua cessione.

Spostamento orario derby: la posizione della Lega Serie A

A margine della Junior Tim Cup, il torneo giovanile di calcio a 7 riservato agli Under 14, a pochi giorni dal derby capitolino è intervenuto ai microfoni il direttore generale della Lega Serie A Marco Brunelli che ha spiegato la posizione della Lega riguardo un’eventuale variazione di orario della stracittadina viste le elezioni per il Referendum costituzionale: “Abbiamo fatto presente, con totale serenità e spirito di collaborazione, sia alla Questura che all’Osservatorio i problemi organizzativi che comporterebbe un anticipo del derby alle 12:30. Una volta sentite le due società, la Lazio in veste di organizzatrice diretta della partita, e la Roma, abbiamo dichiarato il nostro punto di vista. Poi, eventualmente, ci atterremo alle eventuali decisioni prese come è sempre stato”.

Giappone, efficienza allo stato puro. L’Italia quando imparerà? (VIDEO)

Lo scorso 8 novembre una gigantesca voragine si era aperta in una strada della città giapponese di Fukuoka. L’enorme cratere (30 metri x 27 di larghezza e 12 di profondità) era stata causata dai lavori per l’estensione di una linea metropolitana sotterranea e non aveva provocato feriti. Una domanda a quel punto è sorta spontanea, quanti mesi ci vorranno prima che venga completamente riparata? Mai risposta fu più semplice…sono bastate solo 48 ore.  Gli operai hanno lavorato giorno e notte per rimettere tutto a posto, compresi i semafori che regolano il traffico dell’incrocio e la condotta della fognatura che passa nel sottosuolo proprio in quel punto. Per riempire il vuoto sono stati usati 6.200 metri cubi di terra e cemento.

Efficienza ed organizzazione allo stato puro che molti paesi si sognano e tra questi, purtroppo, si trova anche l’Italia. La disorganizzazione regna sovrana nel nostro Stato: basti pensare che possono passare anche più di 20 giorni prima che una semplice “buca” situata sul manto stradale venga riparata e solo quando ques’tultima è stata fonte di incidenti…forse ( e sottolineiamo il “forse”), gli organi competenti si decidono ad intervenire, per la serie “con calma e per piacere“. Possiamo solo immaginare los scenario apocalittico che si verrebbe a creare nel caso di una vera e propria voragine. Se lo stato italiano vuole crescere sul serio deve assolutamente prendere esempio da episodi di efficacia ed efficienza come avviene in Giappone. Basterebbe abbandonare un po’ di quella “disorganizzazione tipica italiana” per notare immediatamente una netta differenza. Si spera ciò avvenga il prima possibile

 

Petrelli: “Inzaghi sta creando un grande gruppo. Ricordo quella gara dell’anno dello Scudetto quando…”

Per presentare la gara di domenica tra Lazio e Genoa è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 89,3 Sergio Petrelli. L’ex difensore biancoceleste ha inoltre raccontato un ricordo sulla sfida tra biancocelesti e liguri nell’anno del primo Scudetto laziale:

“Ricordo il LazioGenoa dell’anno dello Scudetto del 1974 perché in quel frangente mancava un giocatore fondamentale come Vincenzo D’Amico, il quale venne sostituito egregiamente da Franzoni. Vincemmo di misura grazie a una rete siglata da Garlaschelli al 43’. Quelli furono tre punti fondamentali per la conquista del Tricolore, visto che due giornate più tardi ci saremmo laureati Campioni d’Italia. Per quanto concerne la gara di domenica prossima, i biancocelesti ci arriveranno bene. Keita e Felipe Anderson sono in forma, Parolo è un punto fisso della Nazionale, è un tuttocampista. Inzaghi dovrà sistemare la difesa. Al momento il campionato non ha una squadra dominatrice, la Juventus sta evidenziando alcune falle e i biancocelesti potrebbero inserirsi nella lotta per le prime posizioni, ma devono crederci. Inzaghi ha un modo di fare molto tranquillo e sta mettendo in piedi un grande gruppo”.

Calori: “Il segreto della Lazio? Gli arrivi di Inzaghi e Peruzzi”

L’ex difensore Calori, è intervenuto a Lazio Style Radio per presentare la prossima sfida della Lazio contro il Genoa. Altri argomenti affrontati sono stati la Nazionale con Immobile e Parolo e la tattica di Juric. Queste le sue parole:

Il Genoa è una squadra che non fa giocare bene le squadre. E’ una cosa che spesso si verifica nelle squadre che giocano contro i rossoblu. La Lazio però ha acquisito sicurezza e consapevolezza nei propri mezzi. Penso che sarà una partita divertente sul piano tecnico, entrambe le squadre possono far vedere un bel calcio. A volte giocare in Nazionale ti esalta ma potresti risentirne fisicamente. Immobile ha resistenza e non è uno di quelli che può soffrirne. Parolo ha esperienza e penso che sappia autogestirsi.

Cataldi è un calciatore che ha la potenzialità di giocare in Nazionale ad un certo livello, se Ventura l’ha portato vuol dire che lo ritiene un ottimo elemento. Può confermare tutto ciò che si diceva di buono su di lui. E’ un giocatore di qualità. Immobile è un giocatore che gioca per la squadra, è generoso e sà vedere bene la porta. Dopo le parentesi all’estero si sta ritrovando e sta lottando per la classifica cannonieri. In Nazionale si compensa con Belotti. Immobile nella profondità e nell’acrobazia ha sempre fatto vedere le sue giocate, le prestazioni con la Lazio gli permettono di guadagnarsi la maglia azzurra. L’attaccante classe 1990 ha tratto dalle esperienze negative la voglia di dimostrare le sue capacità, nella squadra biancoceleste ha trovato dei compagni che lo aiutano.

Quello dei biancocelesti è un percorso che con Simone Inzaghi ha visto ritrovare un gruppo che si sta esprimendo bene. Il tecnico conosceva il gruppo, con umiltà si è messo a disposizione ed è stato bravo a gestire la rosa. Con l’aiuto anche di Peruzzi e della società, il mister ha tracciato al strada che ha dato vita a questo gruppo. Inzaghi ha fatto un lavoro importante. Juric è un allenatore che ha seguito Gasperini con l’aggressività. Tendenzialmente gioca con un 3-4-3 nel quale si cerca molto l’uno contro uno. Inzaghi punta sulla coralità mentre il tecnico genoano è un allenatore che lavora in un altro modo e ha un’idea precisa”.

QUI GENOA – Il report dell’allenamento odierno dei grifoni

PEGLI – Prosegue la preparazione del Genoa, prossimo avversario della Lazio. Quest’oggi, agli ordini di Juric, i rossoblu hanno effettuato una serie di esercitazioni e partitelle, grazie anche al rientro di molti nazionali. Tra questi presente anche Ocampos, che sembra aver smaltito i piccoli acciacchi che si portava dietro dalla scorsa settimana.

Il gruppo si ritroverà di nuovo giovedì per un’altra seduta atletica. L’allenamento sarà a porte aperte, mentre da venerdì gli allenamenti saranno a porte chiuse.

 

Marchetti: “Pensiamo al Genoa, non al derby. Inzaghi? Ha ottime idee”

Al margine della presentazione della Juniro Tim Cup, Federico Marchetti ha rilasciato alcune dichiarazioni ai cronisti presenti all’evento. Queste le sue parole:

Il derby? E’ presto per pensarci. Abbiamo altre due partite da giocare e siamo concentrati prima sulla partita di domenica e poi su quella di Palermo, il derby è ancora lontano. Mister Inzaghi ha ottime idee e siamo felici di quello che sta facendo. Arrivava da un momento un po’ difficile, ma dopo un’estate un po’ travagliata, si è dimostrato carico e fiducioso“.

D’Amico: “Lazio di Pioli migliore di quella di Inzaghi”

La Lazio di Inzaghi sta viaggiando nei piani alti della classifica. A molti ricorda la prima Lazio di Pioli che vinceva e convinceva, ma c’è chi, come Vincenzo D’Amico, crede che quella di Pioli fosse migliore di quella di Inzaghi. Queste le sue parole a Radiosei:

E’ dura non pensare al derby anche se siamo ancora a due settimane dalla gara. E’ difficile anche non fare calcoli con i diffidati, in questo caso con Felipe Anderson. Un’ammonizione può arrivare in qualsiasi momento, ma non fare calcoli, lo fare giocare normalmente anche perchè con il Genoa non te lo porti da casa. I calcoli non mi piacciono, poi se capita di prendere un’ammonizione prima del Palermo pazienza. Paragone tra la Lazio di Inzaghi e quella di Pioli? La differenza è sostanziale, quella Lazio giocava un grande calcio, questa sta più attenta. Poi aveva Felipe che ha fatto il fenomeno, mentre ora sta ricominciando a fare bene. Quella era più pronta, ora sta lavorando per farlo. Quella di Pioli era anche più arrogante, anche se inizialmente delle difficoltà ci sono state“.

Lazio e Roma in coro: “No al derby alle 12.30”

Il 4 dicembre è ancora lontano , ma il derby è già sulla bocca di tutti. Se i tifosi pian piano iniziano a sentire l’adrenalina aumentare giorno dopo giorno, fuori dal campo c’è una partita che si sta giocando già in questi giorni tra la Serie A e la Questura. L’orario del derby è previsto per le ore 15.00, ma la Questura ha chiesto di anticipare l’inizio della partita alle ore 12.30.

Quest’oggi Lazio e Roma hanno presentato un esposto all Questura indicando le criticità di far giocare il derby alle 12.30. Tramite Marco Brunelli, direttore generale della Lage A, i club capitolini hanno fatto valere le loro ragoni. Ora si attende la risposta dell’Osservatorio per il via libera definitivo per le ore 15.00.

Morabito su Keita: “Non rinnoverà, bisogna cederlo”. Poi sui rinnovi di Biglia e de Vrij…

In casa Lazio tiene sempre banco il caso Keita. Il senegalese, nonostante sia un titolare inamovibile, sembra orientato a cambiare aria. Infatti il rinnovo tarda ad arrivare e le sirene di altri club si fanno sempre più insistenti. Su questa questione e su altre dinamiche, è intervenuto Vincenzo Morabito, agente FIFA, che dalle frequenze di Radio Olympia si è così espresso:

Sul caso Keita sono sicuro: il senegalese non rinnoverà con la Lazio. I biancocelesti fanno bene a volerlo cederlo altrimenti si rischia di avere un nuovo caso in stile Pandev e Zarate. Keita è stato chiaro e vuole cambiare aria. Sono invece fiducioso per i rinnovi di Biglia e de Vrij. Le parti ne stanno parlando e questo fa ben sperare. L’Italia? L’ho vista bene in queste partite e Immobile – Belotti fanno dormire sonni tranquilli per il futuro. Vi dirò di più: Belotti mi ricorda Chinaglia“.

Parole di elogio per Simone Inzaghi dell’ex rossoblu Onofri

Per parlare della gara di domenica prossima tra Lazio e Genoa, e non solo, l’ex rossoblu Claudio Onofri ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Radiosei.

Sul Genoa: “Grazie anche ai meriti di un tecnico intelligente come Juric, la squadra ha un bel marchio di fabbrica. La squadra di Gasperini era più spericolata di questa, ora c’è più copertura della palla. Adesso, a parte il problema di Pavoletti, nel prossimo mercato verrà acquistato qualcuno in attacco”.

Sul confronto fra Pavoletti e Immobile: Ciro sull’arco dell’attacco si muove molto di più. Pavoletti è un ragazzo serio, un idolo incontrastato. La sua forza sta nell’acrobazia in area di rigore, quando arriva il pallone c’è sempre. Immobile in più ti va via anche palla al piede”.

Su Ciro Immobile: “E’ cresciuto tantissimo. Quello di Pescara era un buon giocatore ma certamente non di questo livello, credevo che il merito fosse del gioco di Zeman. Ma poi anche con il Torino si è confermato. In Germania e in Spagna non ha fatto bene, poi è rientrato a Torino ed è tornato il vero Immobile.

Sulla gara di domenica: “Sarà una partita stategica, mi aspetto una bella gara. Il Genoa applicherà un pressing alto cercando di rubare palla e tentando di verticalizzare subito”.

Inzaghi o Juric: “Se non si segue il lavoro settimanale è difficile esprimersi. Simone Inzaghi l’anno scorso ha dimostrato di poter fare molto bene questo mestiere. La squadra sa sempre ciò che deve fare, cambia modulo anche in corsa senza fossilizzarsi sulle proprie idee”.

Sul futuro di Biglia: “L’Inter è da sempre alla ricerca di un giocatore con le caratteristiche dell’argentino. Banega e Medel hanno caratteristiche diverse e hanno fallito in quel ruolo. L’argentino della Lazio anche nella gara persa dalla sua Nazionale con il Brasile ha faticato. Quella biancoceleste anche quando aveva problemi era una squadra costruita molto bene e con molti talenti. de Vrij e Biglia, in buone condizioni, erano i due che costituivano l’asse portante della squadra. Senza dimenticare Milinkovic, che è un ottimo giocatore, anche quando gioca come trequartista”.

 

Olimpico: niente da fare le barriere restano

A quanto riportato da Il Tempo la rimozione delle barriere nelle due curve dello stadio Olimpico di Roma non ci sarà. Sulle colonne del quotidiano è intervenuto Marco Cardilli, neo delegato capitolino alla Sicurezza, che ha confermato: “Da quando sono state fissate le barriere divisorie i risultati sono stati evidentemente positivi, facilitando il lavoro degli agenti e rendendo l’ambiente più sicuro per gli stessi tifosi”.

 

FORMELLO – Rientrati alcuni nazionali, fermi Keita e Djordjevic

Messa ormai alle spalle la sosta per gli impegni dei giocatori convocati con le rispettive nazionali si ricominciano a vedere al centro sportivo di Formello i primi ragazzi di Simone Inzaghi. Nella seduta pomeridiana a disposizone dl tecnico biancoceleste anche Cataldi e Hoedt. Nelle prossime ore rientreranno anche gli altri, l’ultimo a rientrare sarà Biglia. Ancora assenti Biglia, Immobile, Milinkovic, Parolo e Vargic. Lulic e Keita sono tornati ieri, ma l’attaccante senegalese non ha partecipato alla seduta con i compagni. Tornando al campo Bastos è recuperato, si allena regolarmente e svolge le sfide in famiglia a campo ridotto già dalla scorsa settimana. Ancora fermi de Vrij e Lukaku, domenica non saranno della partita con i liguri ma proveranno a rientrare per la gara di Palermo. Assente Djordjevic che anche ieri aveva effettuato lavoro differenziato per via di un problema fisico.