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POLISPORTIVA – La SS Lazio Calcio a 5 Femminile apre il campionato con un pareggio

La squadra di Chilelli non riesce a portare a casa i tre punti. Le biancocelesti si portano sul 2-0 nel primo tempo grazie alle reti di Patri e Agnello ma a inizio secondo tempo vengono riprese, nella ripresa tornano in vantaggio ma non basta a guadagnare i tre punti. Nel finale l’assedio biancoceleste non porta i frutti sperati.

A Fiano Romano si è disputata la prima partita del campionato. Primi minuti dell’incontro molto equilibrati, la prima occasione è per le ospiti con Vecchione costretta a sventare su Belam. La Lazio prova a spingere, la prima accelerazione porta la firma di D’Incecco che pizzica la traversa. La squadra di Monopoli, però, si carica di falli e concede un primo tiro libero: da posizione defilata va Di Turi che cerca solo la potenza ed il tiro risulta centrale per Antonacci che alza in angolo. Il gol però è nell’aria e appena entrata in campo Patri sblocca l’incontro con un delizioso tocco sotto sull’uscita di Antonacci. La Lazio sale in cattedra e trova il raddoppio ispirata ancora dalla spagnola che trova Agnello sul secondo palo per il 2-0 con il quale si arriva all’intervallo.

Nella ripresa la Lazio parte male e il Fasano riesce a riportarsi immediatamente sul pari: prima Belam trasforma un calcio di rigore e subito dopo è ancora la numero 10 a firmare il pari. Le biancocelesti reagiscono e si gettano in avanti trovando il nuovo vantaggio firmato da una rasoiata di Roberta Maione. Quando però sembra che il match sia di nuovo incanalato verso casa Lazio, ancora Belam va in rete per il 3-3 finale. Duco ha un paio di buone occasioni negli ultimi secondi ma prima a causa del palo e poi per imprecisione la Lazio non riesce a conquistare i primi tre punti della stagione.

IL TABELLINO

LAZIO
: Tirelli, Pomposelli, D’Incecco, Barca, Patri, Agnello, Maione, Argento, Duco, Grieco, Guercio, Vecchione, Di Turi. All. Chilelli

FASANO: D’Errico, Puttow, Papapicco, Ficarotta, Masero, Belan, Gelsomino, Campanile, Lacirignola, Dos Santos, Antonacci. All. Monopoli

RETI: 13′ pt Patri (L), 18′ Agnello (L), 4’20” st e 5’07 Belam (F), 7’03” Maione (L), 9’50” Belam (F)
AMMONITI: Puttow (F), Gelsomino (F), Duco (L), Papapicco (F)

ARBITRI: Parretti (Prato), Paolino (Siena); CRONO: Turano (Roma 2).

Facco critico: “La Lazio non ha gioco. Biglia? Errore da dilettanti. Non parlatemi di sfortuna”

Intervenuto su Radiosei, Mario Facco ha commentato la prestazione della Lazio di ieri: “Con l’Empoli ho visto una vittoria soddisfacente, ma la cosa che più mi ha colpito è che questa squadra non abbia un gioco. Oltre a tanti lanci lunghi non ho visto gioco. Ripeto che voglio aspettare la fine di ottobre per dare un giudizio definitivo anche sui giocatori nuovi, non voglio dare né promozioni né bocciature ma è altrettanto vero che vorrei vedere dei miglioramenti. Lo scorso anno abbiamo vinto lo scudetto delle provinciali, in questa stagione non sarebbe tollerante. Non mi posso accontentare di questa squadra che gioca ad intuito, senza schemi. Per non parlare del caso Biglia, è stato un errore da dilettanti. Se si è fatto male in quel mondo vuol dire che non era ancora guarito. Le responsabilità sono di tutti, tecnico compreso. Biglia è troppo importante per buttarlo così, non venitemi a parlare di sfortuna”

Garlini: “Biglia grave perdita. Bastos e Wallace devono migliorare, Lukaku mi perplime”

Ex bomber di una Lazio anni ottanta, povera finanziariamente, ma ricca di sentimento. Oliviero Garlini è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio nella trasmissione “Laziali on Air” per fare il punto sui biancocelesti che hanno vinto, ma non pienamente convinto contro l’Empoli.

Si parte da un commento proprio sulla sfida di ieri contro l’Empoli: “Sicuramente la Lazio deve ancora trovare gli equilibri giusti. Partite come quella contro i toscani è importante vincerle. Certo il rammarico più grande di ieri non è la mancanza di gioco, ma la perdita di Biglia, un giocatore fondamentale per la Lazio. Ieri si è visto poi una volta di più come Keita sia un giocatore in grado di fare la differenza in questa Lazio, capace di cambiare il corso delle partite nonostante abbia ancora degli aspetti individuali da migliorare”.

Rischiare Biglia è stato un grave errore: “Bisogna capire anche come si sentiva il giocatore prima della partita e se si fosse sentito di forzare o meno. Sicuramente Inzaghi poteva essere più prudente, ma quando un giocatore come lui dà l’ok e dice di sentirsi pronto ci si fida anche della sua esperienza”.

La coperta nella rosa rischia di essere corta, ma questo può far mettere in evidenza diversi giovani. Strakosha ha esordito a Milano, Cataldi sta giocando con maggiore continuità e ieri si è rivisto anche Cristiano Lombardi. “Dipenderà molto dagli obiettivi che Inzaghi avrà prefissato con la società. Il tecnico sa lavorare molto bene con i ragazzi e credo che la società sia d’accordo sul loro inserimento graduale. Da ex allenatore della Primavera Inzaghi conosce bene questi elementi e raccogliere i frutti del lavoro svolto nel settore giovanile può essere fondamentale”.

Sulla difesa, che ha visto lanciati in due riprese prima Bastos e poi Wallace in Serie A: “Sicuramente Bastos ha dimostrato di essere un giocatore fisicamente forte, anche se può ancora migliorare sotto l’aspetto tecnico. Al fianco di un giocatore dell’esperienza e della qualità di De Vrij può sicuramente dare il meglio. Wallace deve riuscire a trovare gli equilibri giusti e soprattutto la forma fisica, ma ieri non ha sfigurato. Secondo il mio punto di vista lascia invece ancora delle perplessità Lukaku, lo vedo ancora inesperto per questa squadra, sta a lui mettersi in mostra cercando di imparare e migliorare”.

Sabato la trasferta di Udine è molto importante, ma può nascondere anche grandi insidie, anche se una vittoria potrebbe permettere di alzare l’asticella degli obiettivi: “Non so se una vittoria in Friuli potrebbe rappresentare una svolta, dipende molto anche dai giocatori e dalle sensazioni che ne ricaveranno. Inzaghi è stato bravissimo a recuperare Keita, ha recuperato qualità e convinzione in attacco. Sul fronte offensivo la Lazio ha qualità importanti, soprattutto se Felipe Anderson recupererà la giusta consapevolezza. Trasferte come quelle di Udine sono sempre complicate, spetterà alla squadra interpretare la sfida nella maniera giusta”. Su Inzaghi: “Credo sappia gestire molto bene lo spogliatoio, anche lui può migliorare, ma sicuramente ha iniziato bene ed ha le qualità per sostenere l’impegno di guidare la Lazio”.

 

Lotito a 360°: “Mi piace la capacità di dialogo che ha Inzaghi. Amatrice? Una ferita ancora aperta…”

Nel day after la sofferta vittoria contro l’Empoli è Intervenuto sulle frequenze dell’emittente umbra Radio Onda Libera, il patron laziale Claudio Lotito che ci tiene subito a tenere i piedi per terra:  “Stessi punti della Roma? Il campionato è lungo e la classifica in questo momento conta davvero poco“. Il presidente ha poi proseguito: “Noi abbiamo sofferto contro l’Empoli, però c’è l’equilibrio tattico e questo fattore ci sta premiando. Inzaghi? Mi colpisce la sua capacità di dialogo con la squadra, fermo restando che un allenatore si assume sempre le responsabilità delle scelte da fare con un organico ampio e dunque dovendo lasciare dei giocatori in panchina. Fin qui ha dato spazio praticamente tutti e ciò vuol dire che sta gestendo al meglio le risorse”.

L’ANTI-JUVE?, OCCHIO ALLE SORPRESE – “Se il Napoli è l’unica anti-Juve? Ci possono essere delle sorprese. Sulla carta ci sono sicuramente queste due squadre molto dotate, ma non sono mancati dei risultati a sorpresa in avvio di campionato. In una squadra contano principalmente il collettivo, al di là dei singoli, e l’umiltà. La Juve ha un organico di assoluto valore ed è chiaro che vale il principio del collettivo e l’umiltà, che magari gli avversari mettono al massimo riuscendo a creare delle difficoltà anche a una squadra così forte se non risponde al 100%. E’ così che le squadre meno dotate riescono a fare dei risultati inaspettati”.

VENTURA, LA NAZIONALE E I GIOVANI – “Ventura è l’uomo giusto perché ha tutte le qualità, conoscenze ed esperienza per valorizzare i giovani. Noi dobbiamo recuperare le risorse dei settori giovanili. Per questo con il presidente Tavecchio abbiamo messo in atto una serie di norme che vanno ulteriormente in questa direzione”.

“AMATRICE, UNA FERITA ANCORA APERTA…” – “Per me Amatrice significa l’infanzia, i ricordi, gli affetti familiari, tanti amici. Ho una ferita profonda nel cuore ancora aperta. Da un momento all’altro questa terra s’è ritrovata nella tragedia con tre generazioni coinvolte tra i lutti e l’aver perso tutto. E’ una realtà abituata al sacrificio e al lavoro, c’è gente radicata nel territorio che vuole fortemente rinascere. Servono gli aspetti materiali ma soprattutto ad Amatrice non vogliono perdere l’identità e questa realtà merita di avere un futuro. Vanno sostenuti”.

IL FILM DI LAZIO EMPOLI – Le immagini più belle dalla gara

La Lazio torna alla vittoria dopo la brutta sconfitta al San Siro contro il Milan. Decisive le reti di Keita nel primo tempo e di Lulic prima del triplice fischio. Rivivi gli scatti più belli di Lazio Empoli realizzati per laziochannel.it da Gianni Barberi. 

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©Gianni Barberi
©Gianni Barberi
©Gianni Barberi
©Gianni Barberi
©Gianni Barberi
©Gianni Barberi
©Gianni Barberi
©Gianni Barberi
©Gianni Barberi
©Gianni Barberi
©Gianni Barberi
©Gianni Barberi
©Gianni Barberi
©Gianni Barberi

Pancaro: “L’organico della Lazio è inferiore solo a quello delle grandi”. E sull’infortunio di Biglia…

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Ai microfoni di Radio Incontro Olympia, ha parlato Giuseppe Pancaro. L’ex difensore biancoceleste si è soffermato sugli aspetti positivi della prestazione della Lazio contro l’Empoli: “La partita a San Siro con il Milan ti toglie tante energie mentali. Io in questo momento guarderei il bicchiere mezzo pieno. I 10 punti sono un buon viatico per continuare a lavorare“. Sulla difesa a tre adottata da Inzaghi: “La Lazio ha un organico di grande qualità, inferiore solo a quello delle grandi Juventus, Napoli, Inter e Roma. A prescindere dal sistema di gioco, sono importanti principi e idee. Secondo me Simone sta lavorando su questo e bisogna avere pazienza. Non penso che giocare a 3 o a 4 possa essere un problema, anzi può essere un vantaggio se fatto bene. Poi è normale che ci voglia tempo“.

Ottima la prova, su tutta la fascia, di Felipe Anderson: “Se un giocatore così talentuoso è tanto disponibile a sacrificarsi, significa che Inzaghi li ha convinti. La sua qualità sono più consone dalla metà campo in su ma adesso in questo nuovo ‘lavoro’ ci sta mettendo grande impegno ed è un aspetto positivo“. Con l’Empoli hanno esordito inoltre in coppia Keita e Immobile: “Sono due giocatori forti, che devono sempre giocare se si fa un calcio di possesso. Non ci sono problemi. Secondo me sono molto più importanti le idee e i compiti che si chiedono“. Poi sulla difesa: “De Vrij è un fuoriclasse tra i primi al mondo, un grandissimo calciatore. Dispiace per Bastos che mi aveva colpito positivamente. Si completava con l’olandese. Wallace? Considerato che era una delle prime partite, secondo me ha fatto quello che doveva fare, ha fatto un esordio positivo. Non è semplice all’Olimpico con la maglia della Lazio e lui se l’è cavata“.

Infine, un commento sull’infortunio di Biglia: “La responsabilità non è di una sola persona. C’è il giocatore, per primo, che se la deve sentire. Poi c’è lo staff medico e tecnico con l’allenatore. Non è il primo e non sarà l’ultimo caso. Successe anche a me in un Brescia-Lazio. Diverso è il discorso se ci sono dei dubbi, ma sennò, con un comune accordo tra le parti, anche Simone è scagionato“.

Biglia, ecco l’entità dell’infortunio e i tempi di recupero

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Non arrivano certo buone notizie in casa Lazio circa le condizioni di Lucas Biglia. Il capitano biancoceleste, costretto a lasciare il campo dopo appena otto minuti dall’inizio della gara con l’Empoli (abbandonando l’Olimpico sorretto dalle stampelle), secondo quanto scrive il Corriere dello Sport, potrebbe essersi procurato un infortunio più grave del previsto: le indiscrezioni riportate dal quotidiano romano parlano infatti di uno strappo al polpaccio. Una diagnosi che, se confermata, costringerà il centrocampista argentino a stare fuori per circa 3 mesi e ai tifosi laziali a dover aspettare fino a non prima di dicembre per tornare ad ammirare le sue giocate in campo. Una vera propria tegola, insomma, sia per il Principito, al nono infortunio negli ultimi due anni, sia per Inzaghi, che già deve rinunciare a numerosi importanti titolari (tra cui Bastos, per circa un mese) per le prossime gare di campionato.

LE STATISTICHE DEL MATCH – Numeri buoni, ma manca il gioco

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Due gol fatti, zero subiti, quarto posto in classifica a quota dieci punti, frutto di tre vittorie, un pareggio e due sconfitte. I numeri sono buoni, è il gioco quello che manca alla Lazio di Simone Inzaghi, che, a quanto riferiscono le statistiche, ieri contro l’Empoli è scesa in campo con la chiara volontà di lasciare il possesso palla ai toscani per poi colpire in ripartenza.

Solo quattro infatti le azioni frutto di una manovra, a fronte di 7 ripartenze: un dato che è il più basso degli ultimi due anni e mezzo e che peggiora quello riscontrato lo scorso anno a Bologna, quando furono appena 8 gli spostamenti ben organizzati. E anche sotto il profilo del possesso palla, si vede come Inzaghi sia molto attento a gestire la gara secondo le qualità degli avversari.

Appena il 44% i palloni gestiti dal gruppo biancoceleste, un dato che l’anno scorso si otteneva solo con Napoli e Roma. L’Empoli invece ha trascorso nella metà campo avversaria 16 minuti e 20′’ (contro 8′ e 49′’) e nella ripresa ha completamente assediato gli avversari, tenendo ben otto giocatori in possesso palla oltre la linea di metà campo, a fronte, sull’altro versante, del solo Keita, il cui possesso nella porzione di campo ospite è stato, oltretutto, minimo, visto che il senegalese è stato il primo a lasciare il campo per lasciare spazio a Lukaku. 19 inoltre gli assi di passaggio empolesi nei primi 22 minuti di gara, solo 3 quelli laziali, di cui due passaggi all’indietro da parte di Lulic e Felipe Anderson verso Radu e Wallace, più un altro del romeno per il numero diciannove. Menzione d’onore invece per Danilo Cataldi, chiamato in cabina di regia al posto dell’infortunato Biglia: il centrocampista ha completato appena 25 passaggi, segno che deve essersi accorto della mancanza di gioco.

Il primato nel numero di tiri in porta è di Keita, a segno per la prima volta in questa stagione (non segnava da Lazio-Verona dello scorso febbraio), una gioia che si accompagna ai due assist contro Chievo e Pescara. È invece Felipe Anderson a creare il maggior numero di occasioni insidiose per l’Empoli, 3 per la precisione, mentre Marco Parolo ottiene la percentuale più alta di passaggi completati, 81.8%. Quanto infine ai duelli aerei, gradino più alto del podio per i due giganti Milinkovic e Wallace, con cinque vinti ciascuno.

Felipe e Jankto in coro: “Vogliamo il riscatto con la Lazio”

Tra le delusioni di queste prime sei partite di campionato c’è sicuramente lei: l’Udinese da tre giornate ormai in crisi di gioco e di risultati. L’ultima delusione è arrivata giusto ieri per opera del Sassuolo di Eusebio i Francesco. La squadrati Iachini però non si arrende e vuole ripartire subito anche in una sfida ad oggi proibitiva come quella con la Lazio tra meno di una settimana. Felipe non vuole sentir parlare di crisi ecco le sue parole riportate su tuttoudinese.it: “La squadra è compatta, sa quello che deve fare, lavoriamo tanto durante la settimana, ma non possiamo svegliarci solo nel secondo tempo, ci deve far pensare. Con la Lazio sarà difficile, ma noi dobbiamo essere squadra e cercare di fare il nostro gioco dall’inizio alla fine della partita.

Anche Jankto ha le idee chiare riguardo i prossimi impegni: “Ora dobbiamo guardare alle prossime partite, sarà importante vincere quelle. Non possiamo pensare alla difficoltà di affrontare la Lazio o la Juventus. Dobbiamo andare a 200 all’ora in ogni partita, senza guardare all’avversario, sia esso il Sassuolo o un’altra formazione”.

LAZIO SOCIAL – Cataldi tranquillizza i tifosi: “Vittoria importante, il gioco arriverà!”

Il ritornello di oggi è semplice: la Lazio vince ma non convince. Il timore di molti tifosi ansiosi è che questa non sia l’eccezione ma la regola. Del resto perché tenere conto delle 3 partite in una settimana che si fa sentire a seguito di una preparazione che – ripetiamo per l’ennesima volta- è proiettata ad avere effetti più in là nel tempo? Fortunatamente tanti sana che questa partita è stata solo una mera eccezione e che quel che conta è l’aver preso i 3 punti (tra l’altro i biancocleelsti hanno creato ben 5 palle gol pur giocando male, chissà cosa farà quando giocherà bene…). Insomma non dobbiamo preoccuparci, il gioco arriverà. E’ quello che ribadisce anche un grande protagonista della partita contro l’Empoli, Danilo Cataldi. Il centrocampista biancoceleste – chiamato in campo da Inzaghi dopo il riacutizzarsi del problema al polpaccio di Biglia – ha espresso così su Instagram la propria soddisfazione per la vittoria, nonostante la sfida non sia stata bellissima: “Oggi partita molto sofferta e brutta ma abbiamo portato a casa tre punti importanti!Il gioco arriverá!”Poi un pensiero a Gabriele Sandri, che due giorni fa avrebbe compiuto 35 anni: “Auguri Gabbo e FORZA LAZIO”.

Oggi partita molto sofferta e brutta ma abbiamo portato a casa tre punti importanti!! Il gioco arriverá!! PS: auguri Gabbo e FORZA LAZIO 🔵⚪️

Una foto pubblicata da Danilo Cataldi ✔️ (@danilocat32) in data:

Sconcerti: “La Lazio ha qualità, con un po’ di fortuna può raggiungere il 4° posto”

Nonostante gran parte dei tifosi biancocelesti siano molto scettici sul percorso della Lazio augurandosi presto di raggiungere la quota salvezza, fortunatamente molti addetti ai lavori credono nel potenziale della squadra di Inzaghi. Tra coloro che credono nel percorso dei biancocelesti (fortuna permettendo: vedi gli infortuni di Bastos e Biglia) c’è il giornalista Mario Sconcerti che nel corso della trasmissione “Novantesimo Minuto Serie A” ha detto:

Sarebbe tempo che i laziali tornassero a sperare in qualcosa, al di là di ogni vicissitudine con la dirigenza, perché quella biancoceleste è un’ottima squadra che può fare molto bene in questa stagione. Dopo sei gare ci sta che Lazio e Roma abbiano gli stessi punti e siano sullo stesso piano. La Lazio ha qualità, ha perso con le due ‘grandi’ ma poi batte tutte le altre e riesce a chiudere le partite, questo è importantissimo in un campionato difficile come quello italiano. I ruoli di Keita e Anderson? Credo dipenda dagli avversari: contro la metà delle squadre italiane Anderson non può giocare in difesa e fare le diagonali, non è il suo ruolo, mentre in casa con l’Empoli può farlo”. “Secondo me la Lazio può raggiungere il 4° posto ma serve un po’ di fortuna, serve un’altra punta perché Djordjevic non basta sicuramente e deve recuperare al più presto Biglia. Ripeto, se ha fortuna la Lazio ce la farà…

 

LAZIO SOCIAL – Wallace festeggia la vittoria: “Complimenti a tutti”

Oltre alla coppia d’attacco, la partita contro l’Empoli ha visto un’altra novità. L’esordio del difensore Wallace, che ha preso il posto dell’infortunato Bastos. Il debutto con la maglia della Lazio è stato positivo ed ordinato anche se non si sono visti interventi eclatanti (Sky lo ha comunque nominato migliore in campo). Comunque ad oggi non sembra non valere il prezzo pagato per acquistarlo (circa 8 milioni di euro), sicuramente nelle prossime partita mostrerà il suo valore. Il ventunenne festeggia comunque la vittoria, e lo fa tramite il proprio profilo Instagram: “Complimenti a tutti i miei compagni per i duelli e soprattutto per la vittoria!”. Tre punti decisamente importanti per la classifica, ora sotto con l’Udinese.

 

TEMPI BELLI – Noi non siamo infinito

Di spunti di cui parlare, dopo la vittoria contro l’Empoli, ce ne sarebbero parecchi. Questione di gioco che manca ancora ad una Lazio soprattutto timida e intimorita dai toscani nel secondo tempo, proprio quando sarebbe stata l’ora di sferrare il colpo di grazia. Oppure della gestione del caso Biglia, rischiato senza motivo in una partita che sicuramente si poteva vincere come si è poi effettivamente fatto, con Danilo Cataldi in campo dal primo e non dal nono minuto. E d’altronde se anche i giocatori a fine partita hanno parlato di risultato positivo come unica nota lieta del pomeriggio, qualcosa vorrà dire.

La critica è importante, e gli spunti non mancano, per riflettere, migliorare e migliorarsi. Poi però capita di tornare a casa, leggere la solita ridda di commenti tra radio e social network, e arrabbiarsi un po’. Proprio quando non era possibile aspettarselo, visto che la vittoria non poteva non offrire gli spunti di riflessione di cui sopra. Tifosi sì, ottusi no. Eppure, c’è qualcosa, troppo spesso c’è qualcosa.

C’è qualcuno a cui se la Lazio vince, rode. Ma rode parecchio. E non sono quelli che criticano, giustamente e legittimamente anche, perché se qualcosa non piace è giusto dirlo, vivendo ancora in un paese libero. Il problema è quelli che si vede che gli rode, si sente, è quasi fisicamente percepibile. Perché ormai si è ingaggiata una guerra senza quartiere alla propria squadra del cuore ed avere ragione è più importante di qualsiasi altra cosa. Anzi, meno di una: dimostrare di avere potere. E allora se non posso dimostrare di avere potere sulla società (una delle più longeve della storia della Lazio, forse era meglio se non si impicciavano, queste influentissime teste di c***o), allora largo al massacro all’allenatore. Che se il capoclaque dice che è simpatico, va difeso anche se ne perde tre su sette. Se dice che è antipatico, allora apriti cielo. A prescindere, senza considerare che se si punta su un allenatore ex Primavera, al limite va criticata la scelta a monte, ma non puoi non dare tempo a chi prova a gestire una cosa grande e complicata come la Lazio.

Poi vedi lo stadio vuoto, senti le bocche storte e le frasi velenose sputate quando si vince: fateci caso, è un metodo infallibile. Se si perde a Milano è una sentenza senza appello di fallimento e mediocrità, se si vince (Atalanta, Pescara, Empoli) il sipperò è sempre dietro l’angolo. Questo modo di ragionare è piuttosto pericoloso e peserà molto sull’ambiente laziale anche dopo l’avvento di una nuova proprietà. Perché, la notizia è questa, noi non siamo infinito. Non ci sono risorse che si rinnovano automaticamente, anche gli opportunisti a un certo punto si stuferanno di tornare allo stadio se si vincerà, nessuno farà sentire la sua voce se perderemo.

Come diceva Nietzsche, è bello stare seduti sul ciglio a guardare l’abisso, il problema diventa quando l’abisso guarda te. Questo gioco al massacro non porterà a nulla se non a un meraviglioso declino. A Roma l’equilibrio manca spesso, dopo una partita come quella di ieri è difficile essere soddisfatti, ma così il disappunto di qualcuno quando la Lazio vince inizia a diventare davvero troppo evidente. E soprattutto, fastidioso.

Fabio Belli

Era un po’ tardi ma alla fine hai capito

che Noi non siamo infinito

Preferire essere meteore 

che esplodono in un bagliore

diversi da questi pianeti coglioni

mobili nelle loro posizioni

che non sentono niente,

non fanno domande

hanno solo soluzioni

Non ce ne andremo facendo l’inchino

dovrei mangiare senza avere appetito

se mi permetto di non essere pentito

perché noi non siamo infinito

te lo prometto faremo un casino

senza futuro non esiste il destino

se abbracceremo questo splendido declino

perché noi non siamo infinito

MOVIOLA – Ordinaria amministrazione per Fabbri

La Lazio torna a vincere ma non lo fa in grande stile, smorzando soltanto in parte i mugugni dei pessimisti. Vittoria sofferta quella dei biancocelesti che battono l’Empoli per 2-0. All’Olimpico l’arbitro Fabbri non ha avuto un gran da fare, le decisioni prese tutte giuste e corrette.

PRIMO TEMPO – Al 2′ subito prima occasione per la Lazio con Keita, il sinistro va fuori di poco. Partito da posizione regolare l’attaccante, bravo il segnalinee. Al’11’ Zambelli va giù duro su Milinkovic, giallo ma se avesse estratto il rosso nessuno avrebbe gridato allo scandalo. Al minuto 35′ Felipe Anderson subisce un tunnel da Croce, fallo del brasiliano, Fabbri dà il giallo che ci sta.

SECONDO TEMPO – 10′ del secondo tempo, uno dei pochi errori: viene fischiato fuorigioco a Immobile che non c’era. Errore di Valeriani. Dopo 3′ accelerata di Felipe Anderson, Pasqual lo ferma con il fallo e si becca il giallo. 28′ giallo per Cataldi su ripartenza di Bellusci, decisione corretta.

 Nel complesso è stato senza dubbio un match ordinato dal punto di vista dell’arbitraggio.

FORMELLO – Lazio, domani la ripresa in vista di Udine. Ansia Biglia, Marchetti l’unico recuperabile

La Lazio vince ma non convince contro l’Empoli. Del match disputato ieri contro i toscani va preso soltanto il risultato. Mentre per quanto guarda tutto il resto Inzaghi avrà molto da lavorare, a partire da domani quando ci sarà la ripresa degli allenamenti (ore 16). E’ vero che 3 sfide in una settimana si fanno sentire e quindi non è il caso di enfatizzare troppo la situazione ma sicuramente la Lazio non sta vivendo il suo momento d’oro. Soffrire contro l’Empoli non è una cosa positiva.

Dopo Marchetti, Bastos e Basta, agli infortuni importanti si (ri)aggiunge anche Biglia. Il capitano biancoceleste sembrava aver recuperato perfettamente dal  suo infortunio, ma dopo appena a 8 minuti ha dovuto alzare bandiera bianca e abbandonare il terreno di gioco. Inzaghi si è fidato troppo delle rassicurazioni del suo capitano. E’ vero che è dura rinunciare al capitano e sentirsi dire “Mister sto bene” è una manna dal cielo, ma ora si rischia che questa scelta verrà fatta pagare cara (il capitano è stato visto uscire dall’Olimpico in stampelle..). Si teme un lungo stop (2 mesi). Lo stiramento è scontato. La speranza è che si sia evitata la lesione di secondo grado. Oggi farà degli accertamenti strumentali in Paideia. Non resta che sperare e incrociare le dita: che la ricaduta non sia troppo pensante. Basta e Bastos (almeno un mese) non hanno chances per Udine. La ripresa degli allenamenti è fissata per domani alle 16.

Ora…inutile fare piagnistei, “Show must go on” pertanto si torna a pensare all’Udinese, con una settimana piena di tempo per preparare la partita. Biancocelesti subito in campo. E’ presto per ipotizzare qualsiasi disposizione tattica. Come di consueto dopo un match ci sarà un defaticante per chi ha giocato ieri e allenamento classico per tutti gli altri.  Marchetti, è l’unico recuperabile per la gara alla Dacia Arena. Il portiere si è fermato prima del match con il Milan (risentimento al polpaccio). Le sue condizioni verranno valutate quotidianamente, impensabile rischiare altre ricadute (vedi Biglia), fortunatamente il suo sostituto Strakosha si comportato in modo egregio in queste 2 partite.

SOCIETA’ – Bollo Auto: ecco quando non bisogna più pagarlo

Sono tantissimi gli italiani che si trovano a pagare  il bollo dell’auto in ritardo e, in queste circostanze, alla quota da pagare vengono aggiunti prezzi maggiorati da sanzioni ed interessi. Ma tuttavia se il pagamento avviene entro un anno dalla data in cui doveva essere effettuato si applica quello che in viene definito “ravvedimento operoso” e le sanzioni sono ridotte.

Ma può anche capitare che il bollo non venga più pagato, ed allora che succede in questi casi? Se l’amministrazione finanziaria non contesta nulla nei successivi tre anni rispetto a quello in cui si sarebbe dovuto provvedere al pagamento non potrà più essere preteso niente dal contribuente. Lo stesso accade se l’avviso di accertamento, notificato nei termini, non è seguito da alcun altro atto interruttivo per i tre anni successivi al 61° giorno dalla notifica.

“Il bollo auto dunque non si paga più se è caduto in prescrizione. In sintesi, se il sollecito di pagamento o la cartella di Equitalia, dell’Agenzia delle Entrate o altro ente preposto alla riscossione, non arrivano entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento è divenuto definitivo il tributo non sarà più dovuto”, a stabilirlo è l’articolo 1, comma 163, della legge 296/06 che chiarisce come il titolo esecutivo (la cartella di pagamento) deve essere notificato a pena di decadenza entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento è divenuto definitivo.

ACCADDE OGGI – Anna Magnani, l’antidiva per eccellenza

Il 26 settembre 1973, all’età di sessantacinque anni, muore di cancro a Roma la grande attrice Anna Magnani. Figura chiave del neorealismo italiano interpreta con stile inimitabile il personaggio della popolana focosa e sboccata, ma anche sensibile e generosa. I personaggi da lei interpretati, tutti caratterizzati dal suo temperamento focoso e passionale ma anche capaci di toccanti e imprevedibili dolcezze, le si addicevano in modo perfetto. La Magnani è ricordata per la sua passionale carica umana che a volte sfociava in sanguigne manifestazioni di rabbia o di affetto, tratti che la distinguevano, oltre che come inarrivabile interprete, anche come donna forte e sensibile anche se profondamente tormentata.

Nonostante alcune fonti riportino Alessandria d’Egitto Anna Magnani ha sempre sostenuto di essere nata a Roma il 7 marzo 1908. Cresciuta dalla nonna materna in condizioni di estrema povertà inizia molto presto a cantare nei cabaret e nei night-club romani e contemporaneamente studia all’Accademia d’Arte Drammatica. Tra il 1929 e il 1932 lavora nella compagnia teatrale diretta da Dario Niccodemi e nel 1934 passa alla rivista divenendo ben presto uno dei nomi più richiesti del teatro leggero italiano. Lavora con Vittorio De Sica e con Totò, con il quale recita in numerose riviste, come “Quando meno te l’aspetti” nel 1940 e “Volumineide” nel 1942.

Nel cinema si rivela nel film di De Sica “Teresa Venerdì” del 1941. In seguito interpreterà alcune commedie leggere: “Campo de’ Fiori” nel 1943, “L’ultima carrozzella” nel 1944, “Quartetto pazzo” nel 1945, fino a quando arriva la sua completa rivelazione nel film neorealista “Roma città aperta”, sempre del 1945 di Roberto Rossellini, con il quale avrà una burrascosa ma intensa relazione amorosa. In quest’ultimo film la Magnani si rivela interprete dotata di una incredibile sensibilità recitando nella parte di Pina, popolana romana uccisa mentre tenta di raggiungere il camion sul quale i nazisti stanno per deportare il suo uomo. Accanto a uno straordinario Aldo Fabrizi, la Magnani rappresenta la redenzione di un popolo, attraverso le sue grandi qualità umane e morali, tanto che la sua interpretazione le farà meritare il primo dei suoi cinque Nastri d’argento. Nel trionfo neorealistico è d’obbligo tratteggiare per lei la figura della popolana sfacciata, volitiva, sempre sicura e persino violenta nella difesa dei giusti valori, attraverso la sua bonaria veemenza. L’apoteosi di questo personaggio è “L’onorevole Angelina”, del 1947, dove interpreta una donna di borgata “chiamata” a far politica per rappresentare gli interessi della povera gente come lei. Nel 1948 interpreta l’episodio ‘La voce umana’ del film di Rossellini “L’amore”, nel quale si cimenta in un grande pezzo di bravura interpretativa: la telefonata di una donna abbandonata dall’amante. Nel 1951 un altro grande ruolo nell’amaro “Bellissima” di Visconti: quello della donna frustrata che trasmette le sue illusioni ed i suoi sogni infranti nell’impossibile carriera cinematografica della figlia a costo anche di mettere in crisi il suo matrimonio. Anche questo film le vale un Nastro d’argento. Nel 1955 la Magnani vince il premio Oscar per la sua interpretazione nel film “La rosa tatuata”. In seguito sarà interprete di pellicole di media-alta qualità come “Suor Letizia” del 1956, “Nella città dell’inferno” del 1958 e “Risate di gioia” nel 1960, il primo e unico film accanto al suo vecchio compagno di palcoscenico Totò. Nel 1962 prende parte al film “Mamma Roma” di Pasolini.

Gli anni ’60 non le offrono molto e Anna torna a lavorare in teatro interpretando “La lupa” di Verga, diretta da Franco Zeffirelli, e “Medea” di Anhouil, diretta da Giancarlo Menotti, che la vedono trionfare su tutti i più grandi palcoscenici d’Europa. Ma negli ultimi anni la Magnani passa a lavorare per la televisione. Tra il 1971 e il 1973 interpreta quattro stupendi film-tv: “La sciantosa”, “1943: un incontro”, “L’automobile” e “…correva l’anno di grazia 1870”. La sua ultima apparizione sugli schermi è stata nel film “Roma” del 1972 di Federico Fellini, nella parte di se stessa.

 

Fin che la Lazio va lasciala andare…

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Fin che la Lazio va lasciala andare

Bene Cosi. Vittoria importantissima. Avanti Lazio! Altri tre punti conquistati. Ora siamo già a dieci. Non è bella questa Lazio, ma cosa importa? L’importante è andare avanti e vincere. Con il recupero di de Vrij siamo migliorati tantissimo. Credo ci siano molte probabilità che il prossimo anno torneremo a viaggiare in Europa al fianco della nostra Lazio (soldi permettendo).

Quello che veramente non va

Non ci importa di Lotito e Tare, già abbiamo giudizi su di loro. Oggi però godiamoci questa Lazio, nel deserto dello Stadio Olimpico. Questo sì che è un problema su cui riflettere, ragionare, discutere e proporre azioni e soluzioni. La Lazio ha bisogno di noi. Ma tanti (la maggioranza) in questo momento storico pensano che, chi ama la Lazio, diserta Lotito e con lui le idee dell’Osservatorio: antiquate, esagerate, fallimentari. Proposte da regime militare. Oggi Senad è tornato al gol, ed ogni qual volta che succede, c’è sempre un ricordo che riemerge dal fondo di un passato, nemmeno troppo lontano. Keita è un po’ troppo egoista ma ci serve come il pane. Uniti e compatti possiamo far bene quest’anno. Ma senza tantissimi tifosi. Non ce ne vogliate ragazzi, ma non siamo gente che si vende facilmente, noi siamo laziali. Gente pensante, non consumatori drogati dalla mercificazione della fede.

Qualcuno va e merita rispetto, mentre qualcuno tornerà dopo qualche vittoria. Ma la stragrande maggioranza non tornerà, non farà un passo indietro perché ha capito il gioco. Non è più bello lo stadio. Torneremo, statene certi, ma quando finiranno le prepotenze e ci sarà una guida in cui credere. Tranquilli però, il nostro simbolo non è solo, perché noi, tutti i giorni lo innalziamo fieri dentro la città e fuori le mura. Dappertutto. Dai banchi di scuola ai luoghi di lavoro, la nostra storia è chiara, l’ideale ben scolpito, la passione dei nostri nonni tramandata a dovere. Non scrivo molto, perciò sfrutto l’occasione, per esprimere tutta la mia solidarietà a Paolo Di Canio e dare un abbraccio a Gabriele Sandri. Laziali come me. Forse anche come te che leggi.

Così a braccio. Liberi pensieri di un uomo qualunque.

Ragazzi buona domenica. Noi felici pochi.

Davide Sperati    

SERIE A – Tutti i risultati della 6^ giornata di serie A Tim

Questi i risultati finali della VI giornata di Serie A:

Sabato 24 settembre
Palermo-Juventus 0-1 (4′ st Goldaniga aut.)
Napoli-Chievo 2-0 (23′ Gabbiadini, 38′ Hamsik)

Domenica 25 settembre
Genoa-Pescara 1-1 (2′ st Simeone, 40′ st Manaj)
Inter-Bologna 1-1 (14′ Destro, 38′ Perisic)
Lazio-Empoli 2-0 (29′ Keita, 45′ st Lulic)
Sassuolo-Udinese 1-0 (34′ Defrel)
Torino-Roma 3-1 (8′ Belotti, 52′ rig., 65′ Iago Falque, 53′ Totti rig.)
Fiorentina-Milan 0-0

Lunedì 26 settembre
Crotone-Atalanta ore 19,00
Cagliari-Sapdoria ore 21,00

CONFERENZA – Inzaghi: “Soddisfatto di queste prime 6 gare”

Al termine della vittoria dei biancocelesti contro l’Empoli nella sesta giornata di campionato, mister Inzaghi ha commentato il match in conferenza stampa.

Queste le parole di Inzaghi nella sala stampa dello stadio:

Come mai una differenza così abissale tra primo e secondo tempo?

“Sì abbiamo fatto un ottimo primo tempo dove abbiamo concesso solo un colpo di testa a Gilardino. Nel secondo tempo loro sono entrati meglio, ci siamo abbassati e abbiamo sofferto il loro possesso palla come l’hanno sofferto squadre più blasonate di noi. Ci teniamo stretti il risultato, abbiamo giocato bene, in maniera organizzata e compatta, forse nella ripresa è subentrata la stanchezza e siamo calati. Comunque dieci punti sono un ottimo bottino, specialmente considerando che abbiamo affrontato Juve e Milan, unico neo di questo primo inizio di stagione sono gli infortuni”.

E’ stato un errore far giocare Biglia?

“Ieri io e Lucas abbiamo parlato, si è allenato bene. Lui è il nostro capitano e vuole esserci sempre perché è un lottatore ed era dispiaciuto di non averci potuto dare una mano a Milano e col Pescara. Se si fosse allenato stamattina probabilmente si sarebbe fatto male ugualmente. Come detto l’unico neo di questo inizio di stagione sono gli infortuni perché abbiamo perso giocatori importanti”.

Sei sincero quando parli di squadra organizzata? Anderson è parso in difficoltà in fase di ripiego, sicuro che si esprime al meglio in quel ruolo?

“Nel secondo tempo si poteva fare meglio, ma nel primo tempo avremmo meritato un vantaggio più ampio. Dieci punti in 6 partite alla viglia nessuno se lo sarebbe aspettato ma noi non ci culliamo, continuiamo a lavorare. Secondo me Felipe si è sacrificato molto per la squadra, è un ruolo diverso dal suo, ma penso possieda le caratteristiche per farlo. Deve migliorare e fare quel salto che purtroppo non ha ancora fatto. Sono soddisfatto di lui e di come si sta allenando”.

Chi recuperi per Udine?

“Penso solo Marchetti”.

La squadra ha avuto un calo atletico?

“Il calo è dovuto all’Empoli, anche Juve e Inter hanno dovuto concedere qualcosa e abbassarsi contro di loro. Avremmo dovuto ripartire meglio ma è la terza partita in una settimana e la squadra era stanca”.

Perché hai tolto Keita e non Immobile? Djordjevic avrebbe giocato se fosse stato bene?

“Avrebbe giocato comunque Keita. Filip ieri si è allenato bene, non aveva problemi. Keita ha lavorato benissimo, crescerà il suo minutaggio. E’ un giocatore importantissimo, ci aiuterà a migliorare le nostre prestazioni. Immobile aveva ancora energie da spendere invece Keita ne aveva di meno, per questo l’ho tolto”.

La squadra è apparsa spesso egoista…

“Anche io quando giocavo da attaccante ero egoista ma hai ragione. Bisogna cercare di avere meno egoismi. Abbiamo fatto il 2 a 0 al 90′, con un pizzico di egoismo in meno probabilmente avremmo potuto chiudere la partita prima e soffrire di meno”.

Fabrizio Piepoli