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Veron: “Fossi Lotito lascerei la Lazio. Io e Simeone vorremmo tornare…”

E’ stato uno degli artefici dell’ultimo scudetto della Lazio. L’argentino Juan Sebastian Veron è rimasto nel cuore dei tifosi e nel suo è rimasta la Lazio. A Radiosei si è raccontato tra passato e futuro, dando anche consigli a Lotito: “La Lazio è stato il mio momento più bello a livello calcistico. Abbiamo vinto tanto. Forse avremmo dovuto vincere qualcosa in più come una Champions League. Ma il calcio è strano. Noi eravamo molto forti, ma c’erano anche altre suqdare ben attrezzate“.

Poi sulla Lazio del presente: “Dispiace vedere i tifosi tristi. La Lazio merita altri palcoscenici e di lottare per grandi traguardi. Un consiglio a Lotito? Dovrebbe farsi da parte e lasciare spazio a chi possa far sognare i tifosi“.

Poi afferma che vorrebe tornare alla Lazio un giorno: “Ci spero sempre, ma non ho avuto mai un incontro con Lotito. Io, così come Simeone, vorremmo aiutare la Lazio a risalire e riportarla a fasti di una volta. Lo dobbiamo fare per i tifosi che ci sono stati sempre vicini in quegli anni. Come dimenticare quell’ultima giornata di campionato nell’anno dello scudetto. Oppure la fantastica festa al Circo Massimo…

Quindi su Inzaghi: “Ho un buon ricordo di Inzaghi calciatore. Come allenatore non lo conosco, ma se è arrivato in prima squadra si vede che se lo è meritato. Gli auguro il meglio“.

Chiusura su Biglia e Di Padre in Figlio: “Biglia nella mia Lazio avrebbe fatto panchina. Mi dispiace non esserci in Di Padre in Figlio, ma ho già degli impegni in Malesia. Ma sarò li con il cuore“.

Oltre a Klose chi rischia di lasciare la Lazio?

Lazio-Fiorentina klose dice addio

Domenica sera andrà in scena l’ultima gara di un campionato che mai come quest’anno ha visto la Lazio subire una netta involuzione. Un calo drastico sia dal punto di vista prettamente sportivo, sia dal punto empatico fra società e tifoseria. Mai nella gestione Lotitiana si è era passati dall’esaltazione per il traguardo raggiunto nella passata stagione, quando è giusto ricordare che la società biancoceleste aveva stupito un po’ tutti, con una stagione esaltante terminata con la grandissima vittoria esterna sul campo del Napoli e distanziata di solo un punto dalla rivale cittadina terminata sopra di una sola lunghezza e arrivata seconda.

Il tweet della società

La notizia ufficiale che Klose non rinnoverà l’ha data proprio la società di Via di Santa Cornelia che attraverso il suo profilo Twitter dichiaro testualmente: “Dopo cinque stagioni nella Capitale, l’attaccante tedesco è pronto a dire addio: “Ci vediamo domenica all’Olimpico per salutare Miro”.

Ma siamo sicuri che sia solo il tedesco a dire addio ai pionieri capitolini, oppure dobbiamo aspettarci altre partenze illustri – vedasi Antonio Candreva e Lucas Biglia?

Per il primo ormai sembra quasi una cosa certa (ci auguriamo di no) quella di abbandonare la Lazio per una squadra più quotata e in grado di offrire oltre a una maggiore remunerazione anche una rosa all’altezza della qualità del talento romano. Di sicuro all’estero ci sarà una squadra pronta ad investire 30 milioni per accaparrarsi le prestazioni dell’esterno della nazionale italiana. Più difficile invece la pista italiana anche perché non tutti hanno il cash giusto per soddisfare le richieste della Lazio.

Biglia che farà?

Meno netta ma anch’essa delicata la questione legata al playmaker della nazionale argentina, Lucas Rodrigo Biglia, fenomenale interdittore della mediana laziale che, nonostante le difficoltà riscontrate nella prima stagione alla Lazio, è riuscito man mano a mettere in mostra tutto il suo immenso valore. Il contratto con la Lazio  scade il 30 giugno del 2018 ma occorre al più presto sedersi attorno a un tavolo per capire la strategia più giusta per entrambi. Si parla molto di Juventus che, dopo l’addio di Pirlo è rimasta scoperta in un ruolo fondamentale. Il modulo 3-5-2 proposto più volte da mister Allegri ne è la dimostrazione. D’altronde Marchisio è più abile nel ruolo di interno di centrocampo, mentre il processo di crescita di Pogba è più caratteriale che tattico. Un giocatore dalla classe cristallina come Biglia farebbe comodo a chiunque. L’età non è più quella giusta per sparare cifre altissime ma se pensiamo ad alcuni giocatori riommers beh, Lucas biglia come minimo vale una trentina di milioncini, utili per Lotito chissà se per re-investirli in una squadra che ha bisogno di vincere e di tornare il prima possibile su palcoscenici importanti.

La Lazio tenta la carta Klose per riportare qualcuno allo stadio

Il Dubbio Amletico

Essere o non essere questo è il problema. Andare o non andare allo stadio per festeggiare l’ultima partita con la maglia della Lazio di Miroslav Klose. Come sempre accade ormai da più di dieci anni, anche per questa tematica la tifoseria biancoceleste appare divisa. C’è chi crede sia giusto omaggiare il campione tedesco – che comunque non è mai stato particolarmente passionale nei confronti di tifosi e società – ma per quel che riguarda professionalità e spessore atletico non è mai stato secondo a nessuno.

Dall’altro lato però c’è chi, stufo di questa gestione societaria, delle barriere introdotte in curva Nord e altri dettagli contestualizzati negli anni della presidenza Lotito, se ne frega di celebrare Klose & Co. nonostante i prezzi ultra popolari proposti dalla Lazio. A proposito di prezzi, in redazione ci viene in mente una domanda? Come mai la biglietteria biancoceleste soltanto adesso abbassa i prezzi dei tagliandi d’ingresso rendendoli più umani e vicini alle esigenze del tifoso che magari è stanco di vedere la partita in una struttura ormai obsoleta e non  più in linea coi parametri contemporanei? Perché la Lazio non adotta politiche di pricing più vicine ai suoi stupendi tifosi? Noi di laziochannel.it ci ricordiamo che appena raggiunto il preliminare di Champions, dalla società non esitarono ad incrementare i prezzi degli abbonamenti con incrementi che raggiunsero anche il 60% per il settore Tribuna Tevere.

Insomma anche nell’ultima gara di campionato la Lazio non sarà unita. Più di qualcuno si dovrebbe domandare perché.

LA ROMA AGLI INTERNAZIONALI MA LA LAZIO QUANDO VA ?

Una società di basso profilo

Ci risiamo. Ancora una volta la Società Sportiva Lazio perde l’occasione di farsi conoscere dal grande pubblico extracalcistico che in questi giorni sta frequentando in massa il Foro Italico per il Torneo tennistico. A differenza dell’altra squadra capitolina molto abile nel creare sinergie e partnership con altre realtà manageriali, la nostra lazietta arranca, perdendo di colpo in colpo ogni buona occasione per promuovere al mondo intero i suoi valori e la propria identità aziendale.

Sventrata da un reparto marketing di fatto inesistente e rappresentata da un ufficio comunicazione più impreparato di una squadra di Lega Pro, la nostra Lazio ancora una volta perde il confronto mediatico con la A.S. Roma, ben più preparata e sensibile a carpire quello che è giusto, da quello che invece non lo è.

Per onestà intellettuale, dobbiamo informare i nostri lettori che non sappiamo di chi siano le responsabilità di questa incapacità. Forse il dottor Canigiani e De Martino vorrebbero fare molte iniziative per valorizzare la nostra squadra, ma noi non possiamo far finta di nulla. Qualcuno si prenda le proprie responsabilità. Qui c’è un brand che lavora poco e, spesso ma non sempre, molto male. Ciò che a noi redattori di laziochannel.it interessa, è valutare, informando, gli eventi che vedono coinvolta la nostra Lazio, sempre ai margini e addirittura prigioniera di un esposizione mediatica e commerciale tagliata appositamente in un modo che non valorizza né i nostri valori né la nostra storia ultracentenaria.

Sfruttando i dirigenti della federazione tennistica, ci aspettavamo come minimo un premio per celebrare un’ICONA DEL CALCIO MONDIALE come Miroslav Klose e invece ieri, di fronte a un Centrale stracolmo di gente, Roma è stata, ancora e purtroppo, rappresentata soltanto dalla società giallorossa con diversi atleti facenti parte della rosa della prima squadra, con l’immancabile francesco totti, star del Foro Italico.

La capitale d’Italia ha due squadre, ma nel circuito mediatico e commerciale, di fatto ne esiste soltanto una. Senza nulla togliere alla compagine nata dalla fusione di diversi club capitolini, Laziochannel.it lavora sodo per incentivare e cambiare questa gerarchia, dando alla Lazio il rispetto, la visibilità e il marketing che si merita.

Stasera l’ultima volta del mitico Upton Park

I’m forever blowing bubbles, pretty bubbles in the air…

Come preannunciato ieri, questa sera l’inno del West Ham verrà cantato per l’ultima volta nel mitico stadio degli Hammers, Boleyn Ground, meglio conosciuto come Upton Park. Già perchè la squadra che fu di Paolo di Canio, a partire dalla prossima stagione si trasferirà nello stadio Olimpico di Londra, costruito in occasione delle Olimpiadi del 2012. E’ la fine di un’epoca per tutti i romantici del calcio, un po’ come fu in occasione della dipartita dell’Arsenal dal mitico Highbury pewr trasferirsi nel nuovo ed avveniristico Emirates Stadium. Questa sera Upton Park chiuderà i battenti ospitando una sfida affascinante che vale l’Europa: West Ham-Manchester United. Comunque vada, sarà una serata di festeggiamenti. Carica di emozioni e di sentimento per i tifosi degli Hammers che dovranno salutare per sempre il loro storico impianto.
Una storia iniziata nel 1904, nata dal progetto di Henri Pillipe Tiite Parker. Sin dalla prima partita contro il Millwall – vinta dal West Ham per 3-0 – è stata la casa degli Hammers. Nonostante le numerose opere di ristrutturazione, e con le tribune (ri)intitolate a Bobby Moore e Trevor Brooking, il Boleyn Ground non ha perso il suo antico fascino. Le grandi vittoria del West Ham sono arrivate a Wembley è vero (come la conquista delle 3 FA Cup), me le emozioni regalate da upton Park ai claret / blue sono tante ed indescrivibili. La società ha già promesso grandi festeggiamenti, in cui eroi del presente e del passato daranno l’ultimo saluto alla loro storica casa.

Addio Upton Park, anzi goodbye.

Fortune’s always hiding, I’ve looked everywhere, I’m forever blowing bubbles, Pretty bubbles in the air“.

Delio Rossi: “Inzaghi ha bisogno dell’appoggio della società”. Poi su Anderson e Klose…

L’ex tecnico biancoceleste Delio Rossi è intervenuto alla trasmissione radiofonica “I Laziali Sono Qua“, per analizzare la tormentata stagione della Lazio e l’operato del tecnico Simone Inzaghi.

Dall’approdo del tecnico piacentino la Lazio sembra essere cambiata: “È difficile fare valutazioni dall’esterno. Da ciò che ho visto credo che la Lazio non riuscisse più a muoversi in campo come un gruppo, aspetto che al contrario era stato la caratteristica vincente della passata stagione. A volte all’interno degli spogliatoio scattano dei meccanismi che, da un particolare banale, scatenano una reazione a catena che diventa poi incontrollabile. Inzaghi l’ho conosciuto da calciatore, ma questo non basta per darne una valutazione da allenatore, perché cambia completamente il modo di ragionare da un ruolo all’altro. Posso dire che è un ragazzo molto intelligente e molto simpatico. Soprattutto conosce molto bene l’ambiente, penso che abbia la sensibilità calcistica e conosca le dinamiche dello spogliatoio per diventare un buon allenatore: la differenza però la fa sempre la società che deve avere la forza di sostenerlo anche nei momenti difficili. Deve essere una scelta non di comodo ma fortemente voluta, se si deciderà di affidare a lui la guida della prima squadra”. Riguardo il mercato: “La Lazio lo scorso anno molto probabilmente ha fatto un campionato al di sopra delle aspettative. Penso che alla base ci sia stato un errore di valutazione, provare a superare il preliminare col gruppo dell’anno precedente e poi eventualmente intervenire sul mercato. Col senno di poi è stata chiaramente una scelta errata, bisognava intervenire subito sulle carenze già evidenziate l’anno scorso: con due-tre giocatori di livello il tasso tecnico sarebbe aumentato e alcuni problemi sarebbero stati prevenuti. I giocatori non devono avere l’alibi del mancato rafforzamento, ma devono essere pronti ad affrontare la concorrenza di altri calciatori forti in rosa”. Poi sui singoli, Felipe Anderson e Klose: “Si vede che Anderson ha delle qualità tecniche superiori: non so come si rapporta con i compagni, ma da quel che si può riscontrare è l’incostanza il suo punto debole. Penso che abbia la necessità di avere un allenatore che punti su di lui senza dubbi, senza essere messo costantemente sotto pressione. Bisogna trovare la chiave giusta, ricordo che Zarate aveva ancora più alti e bassi, ma sentire la fiducia dell’allenatore e dei compagni lo motivava fortemente. Klose? Parliamo di un campione del mondo, un grandissimo profilo del calcio internazionale, sempre pronto a mettersi a disposizione dei compagni. Il neo è la carta d’identità: alla sua età non si può avere più l’esplosività necessaria per reggere certi ritmi. È chiaro che Klose deve decidere il suo futuro, ha vinto tutto quello che doveva vincere e ora deve essere libero di decidere per la fine della sua carriera”. Infine chiusura sul suo rapporto con i tifosi biancocelesti: “Mi riempie sempre d’orgoglio essere accostato ad allenatori che hanno fatto la storia della Lazio a livelli assoluti. Ho allenato forse una Lazio che non è stata la più forte, neanche relativamente a questi ultimi anni di gestione societaria. Però era una squadra che dava il massimo e riusciva a offrire anche un buon gioco. Ricordo che mi dissero che chi si comporta bene con la Lazio viene ricordato con affetto per sempre, e devo dire che questa si è rivelata la verità. Ed è un attestato a livello umano che mi fa particolarmente piacere”.

Panchina: sfuma un nome e ne spunta un altro…

Di nomi per la panchina biancoceleste della prossima stagione se ne sono fatti tanti e tanti altri se ne faranno, ma si può cominciare a depennarne qualcuno dalla lunga lista.

E’ notizia di oggi infatti, che Cesare Prandelli, che sembrava uno dei papabili a sedere sulla panchina della Lazio, è vicinissimo ad un accordo con l’Atalanta, squadra dove l’ex Ct della Nazionale ha militato da giocatore ed ha allenato nella Primavera prima, e per una breve esperienza con la prima squadra poi (93-94 dopo l’esonero di Guidolin).
Secondo SportMediaset i contatti con il presidente degli orobici Percassi sarebbero ben avviati e avrebbero già portato ad un accordo di massima.
Mentre sfuma il nome di Prandelli ecco che, sempre secondo il portale sportivo di Mediaset, ne spunta un altro: Gian Piero Gasperini, allenatore del Genoa, con i rossoblu di Preziosi che sarebbero intenzionati a dare una chance al tecnico del Crotone Juric, fresco di promozione in Serie A.

PAIDEIA – Il difensore out per l’ultima di campionato

Wesley Hoedt sta effettuando in questo momento accertamenti di tipo strumentale presso la clinica Paideia.

Per il difensore olandese, uscito al 15esimo del primo tempo durante l’ultima sfida di campionato contro il Carpi per un problema fisico, si sospetta una lesione muscolare. In attesa dell’esito dei controlli, sembra già molto improbabile, se non impossibile, un suo recupero per l’ulima di campionato, Lazio-Fiorentina, in programma domenica allo stadio Olimpico. Per lui quindi arrivederci ad Auronzo di Cadore, confermata sede del ritiro estivo biancoceleste.

Importanti riconoscimenti dal CIES per due giocatori laziali

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Ci sono anche due calciatori della Lazio all’interno delle speciali classifiche stilate dal CIES (Centro Internazionale di Studi di sport) della Fondazione Football Observatory. Uno è Senad Lulic, inserito tra i migliori 10 esterni. La classifica, redatta in base a determinate caratteristiche (rigore tattico, distribuzione e recupero palla, facilità di lasciare sul posto l’avversario), ha posto il bosniaco in fondo alla lista, dietro, per quanto concerne la Serie A, solo ad Abate del Milan e a Marcos Alonso della Fiorentina. Sul podio troviamo Filipe Luis dell’Atletico Matrid, Lahm e Dani Alves.

L’altro è Lucas Biglia, le cui prestazioni lo hanno reso tra i migliori playmaker del panorama europeo. Il CIES lo ha infatti posto in terza piazza tra i migliori centrocampisti difensivi d’Europa, primo della Serie A. In vetta alla classifica, basata su alcuni parametri di gioco, tra cui recupero palla, distribuzione dei passaggi, ruolo in campo, opportunità create e tiri nello specchio, spicca Arturo Vidal del Bayern Monaco, seguito dal compagno di squadra Xabi Alonso, mentre, dietro al capitano laziale, troviamo lo juventino Claudio Marchisio, unico italiano insieme a Jorginho del Napoli.

Primavera, sabato Lazio in campo per il primo turno dei play off ad Empoli

Nel fine settimana la corsa allo scudetto nel campionato Primavera entrerà nel vivo con lo svolgimento del primo turno dei play off. La Lazio scenderà in campo ad Empoli sabato 14 maggio alle ore 15.00, partita secca per gli aquilotti che in caso di passaggio del turno affronteranno la vincente della sfida tra Milan e Sassuolo (in campo sempre sabato 14 maggio ma alle ore 13.00).

Dall’altra parte del tabellone, la vincente di Torino-Cagliari (in campo sabato 14 maggio alle ore 15.00) se la vedrà nel secondo turno con la vincente di Fiorentina-Chievo (in campo domenica 15 maggio alle ore 11.00).

Giudice Sportivo, ecco le decisioni ufficiali per Lazio-Fiorentina

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Sono state rese note le sentenze del giudice sportivo Giampaolo Tosel in merito alla 37esima giornata di Serie A. E riguardano diversi giocatori di Lazio Fiorentina, che salteranno per squalifica il match di domenica sera allo stadio Olimpico. In casa biancoceleste mancheranno Lucas Biglia e Filip Djordjevic. All’argentino è stata inoltre comminata un’ammenda di 1.500 euro per “doppia ammonizione per proteste nei confronti degli Ufficiali di gara e per comportamento scorretto nei confronti di un avversario. Sanzione aggravata perché capitano della squadra”. Entra invece in diffida Marco Parolo, giunto, con l’ammonizione rimediata contro il Carpi, alla nona sanzione. Tra i toscani invece non saranno a disposizione Pasqual e Borja Valero, ammoniti nella sfida contro il Palermo e, siccome entrambi diffidati, costretti a saltare la trasferta nella Capitale.

Orsi: “Rivoluzione? Avrei preferito un progetto dodici anni fa”. E su Lotito…

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In attesa di giocare l’ultima di campionato contro la Fiorentina, in casa Lazio si è già proiettati sulla ormai nota rivoluzione estiva. Molti e grandi saranno infatti i cambiamenti che avranno luogo in quel di Formello a partire dal prossimo giugno e che riguarderanno la rosa fino ad arrivare all’allenatore. Proprio su questo argomento è intervenuto, ai microfoni di ‘Radio Radio’ l’ex portiere biancoceleste Fernando Orsi: “Questa rivoluzione non mi stuzzica molto. – ha detto – Avrei preferito un progetto partito dodici anni fa e concluso con qualcosa di importante. Invece siamo sempre alle stesse situazioni, sono anni che ne parliamo e non è cambiato molto. Lotito dovrebbe risolvere i problemi senza parlare“.

Facciamo i conti: ecco chi più spende e chi più vince. Lazio virtuosa, Fiorentina la più parismoniosa. Disastro Roma

Confutare l’assioma più spendi, più vinci può ridursi – come in passato si è tentato di fare – ad un mero esercizio economico, una logica concettuale basata su dati sterili; sovvertire però tale assetto metodologico con l’incontestabile – il numero, non manipolabile nella sua interezza – restituisce una chiarezza dovuta e necessaria al quadro d’insieme, troppo spesso distorto, capovolto, stravolto.

Per far ciò un loophole biancoceleste ci riporterà alla stagione 2008/2009, annata in cui viene conquistato il primo trofeo dell’era Lotito – che lo stesso presidente descriverà come il primo tassello di un valoroso progetto: il 13 maggio 2009, allo Stadio Olimpico di Roma, la Lazio vince la finale di Coppa Italia battendo la Sampdoria dopo i calci di rigore (i tempi supplementari si erano conclusi sull’1-1). Non ridimensionando l’ambizione e il valore – presunto o reale – di tale progetto, è tuttavia più facile ora evidenziarne la crescita, ancora meglio se circoscritta alle tre squadre prese come termine di paragone: Napoli, Fiorentina e Roma – da cui i biancocelesti si distinguono, dato di fatto, per quanto concretizzato e materializzato in quasi un decennio nonostante le differenze d’approccio, di strategia e di gestione. Escluse le “strisciate” Juventus (inarrivabile nell’ultimo lustro), Milan e Inter, sono questi infatti i club, per similare storia, blasone e potenzialità, con cui si può raffrontare con maggior efficacia l’operato biancoceleste per trarne conclusioni concrete

Nella stagione già citata, infatti, la Lazio pur lanciandosi in mirati investimenti atti ad apportare migliore qualità tecnica ed una complessiva crescita di ogni settore della rosa – l’ingaggio di Juan Pablo Carrizo (7 milioni di euro); l’acquisto, per 1,5 milioni di euro, del terzino Lichtsteiner;  il riscatto di Rozehnal per 3,6 milioni di euro e di Radu, per 4,5 miloni di euro; Brocchi e Matuzalém (prelevato dal Real Saragozza a titolo di prestito con diritto di riscatto fissato a euro 8 milioni), per il centrocampo; due attaccanti: il ceco Libor Kozák, acquistato dall’Opava, e l’argentino Mauro Zárate, di proprietà dell’Al-Sadd, in prestito (2 milioni di euro) con diritto d’opzione – è la squadra a detenere uno dei minori monte ingaggi della Serie A: la Roma ha una rosa stipendiata 65 milioni di euro; la Fiorentina 37 milioni di euro; il Napoli 29 milioni di euro; la Lazio, appunto, solo 27 milioni di euro.

Vero è che se rapportata alle due precedenti stagioni la retribuzione complessiva è più che raddoppiata, ma la differenza di competitività economica dalle avversarie è ancora evidente – pur non costituendo, tuttavia, motivo di minore valore calcistico: la stagione successiva è infatti inaugurata dalla vittoria della Supercoppa Italiana, contro la invincibile armata nerazzurra – l’Inter Mourinhiana. Tanto basta ad affermare che vale più un trofeo di un piazzamento in campionato: l’annata 2008/2009 si conclude al decimo posto per i biancocelesti – peggio di loro, nel prospetto a quattro che si tenta di ricostruire, solo il Napoli che termina la stagione al dodicesimo posto; la Fiorentina e la Roma ottengono rispettivamente la quarta e la sesta posizione. La stagione successiva peggiora addirittura il piazzamento della Lazio: 12esima in classifica ma secondo trofeo per un Claudio Lotito ferocemente contestato – una costante invariabile, che poco sposta gli equilibri. I giallorossi confermano la crescita nella competizione nazionale, ottenendo il secondo posto; i partenopei conquistano il sesto posto e la qualificazione in Europa League; ma – e trattasi di un crollo – la Fiorentina si posiziona undicesima, ad un solo punto di vantaggio sui biancocelesti.

Lecito e legittimo quindi che i tifosi pretendano la profusione di maggiori sforzi – siano questi sostenitori della Lazio, della Roma, della Fiorentina o del Napoli: quanto però è giustificabile la voglia di aggredire ostinatamente il calciomercato e il campionato, senza prima stabilirelinee guida nell’affrontare le competizioni? Dopotutto, nel calcio, ci sono solo vincitori – nessun premio al merito: e pur disputando campionati mediocri, è la Lazio a figurare negli almanacchi e negli annuari – quasi a volersi appropriare di una dimensione d’orgoglio. I biancocelesti hanno infatti ottenuto quel che è storicamente al di sopra degli obiettivi stagionali fissati: quasi che l’arrivo di Lotito abbia restituito voglia di vittorie, ambizioni ed aspettative. Consultando le statistiche relative al quinquennio 2009-2014, si apprende che la media punti della Lazio (58) è del 5,7% superiore al trending delle precedenti 25 stagioni; mentre il valore della rosa ha avuto un incremento dell’8,5% (passando da un valore minimo di 113,8 milioni di euro ad un massimo di 161,3 milioni di euro). La rivale per antonomasia – la Roma – ha una media di 69 punti (e nessun trofeo), ed un segno negativo sulla crescita annuale del valore della rosa: -5,4%, a riprova che la tanto ricercata pratica delle plusvalenze è un rischio, non un criterio meritocratico aggiunto. La Fiorentina incrementa del 3,1%; il Napoli registra il dato migliore in assoluto: un +26,6% che riscatta l’anonimato delle passate stagioni.

La maggiore differenza, però, sta nuovamente nella linea di credito: tutti i club in lotta per un posto in Europa hanno aumentato i loro investimenti, e ciò accade per i frequenti adeguamenti contrattuali. Lo sforzo maggiore l’ha fatto il Napoli, con un’impennata nella stagione2009/2010 a 37 milioni; si confermano Roma (69,7 milioni di euro) e Fiorentina (40 milioni di euro); cresce la Lazio (32,9 milioni di euro). Non è facile, ma anche questa è la riprova di una programmazione biancoceleste che tende a valorizzare il gruppo: dando ai più il tempo di crescere, senza forzature di alcun tipo. Perché è possibile uno sviluppo sostenibile, senza ricorrere ad illusori e pericolosi salti in alto.

Quali sono però i motivi che inducono – o dovrebbero indurre, riferendoci ai giallorossi – ad un controllo delle spese? Tanto per la Lazio quanto per il Napoli, la Fiorentina e la Roma, negli anni c’è stato un netto aumento dei ricavi; questi, però, non sono ricavi strutturali: le entrate costituiscono un una tantum (premi europei UEFA, cessioni e plusvalenze), mentre i costi, dagli ingaggi alle spese, e gli investimenti sul mercato, sono in costante aumento.

É un fenomeno consequenziale alla nuova frontiera retributiva – e ciò avviene effettivamente non solo per le squadre di vertice: analizzando il bilancio di calciomercato del Napoli degli ultimi 5 anni, la squadra è al terzo posto nella ipotetica classifica spese. Sono quasi 100 i milioni di euro di deficit tra acquisti e cessioni tra il 2010 ed il 2015 (bilancio alla mano, solo nel 2012/2013 i partenopei hanno incassato più di quanto speso) – certo, molte operazioni di mercato hanno poi generato plusvalenze che ritoccano in meglio il bilancio della società di De Laurentiis. Basti citare i 114 milioni di euro complessivamente versati dal PSG per Lavezzi e Cavani, con l’attaccante uruguaiano quinto acquisto più costoso di sempre nella storia del calciomercato. Così come il Napoli ha usufruito dei ricavi Champions per rinforzare la propria rosa e far quadrare i propri conti. Eppure si poteva fare meglio con questo budget? Sono solo tre i trofei conquistati: due Coppa Italia (nella stagione 2011/2012; 2013/2014) ed una Supercoppa (2014/2015) – tanto quanto vinto dalla Lazio, la cui gestione è sempre stata parsimoniosa secondo alcuni, oculata a detta di altri.

Dalla lettura di ogni bilancio biancoceleste si evince come ogni spesa abbia un suo ritorno, ed il pareggio tra entrate e uscite è quasi sempre assicurato al termine della stagione. Un esempio su tutti: l’operazione Cissé. Che non è stata poi così tanto fallimentare, almeno per quanto riguarda le finanze: la cessione a gennaio dell’attaccante francese (Cissé arriva nel luglio 2011 dal Panathinaikos, pagando ai greci una cifra vicina ai 6 milioni di euro) ha prodotto una plusvalenza di 800mila euro, oltre poi al risparmio sul suo oneroso ingaggio.

Proprio qui sta la differenza abissale tra le due società romane: quella giallorossa è la seconda squadra italiana ad aver speso di più sul mercato negli ultimi 5 anni. Pur non tenendo in considerazione il passivo della stagione in corso, il deficit tra uscite ed entrate dal 2010 al 2015 è di oltre 100 milioni di euro. L’utile registrato nel 2014 (quasi 44 milioni di euro il guadagno tra acquisti e cessioni grazie alle plusvalenze sulle cessioni di Marquinhos, Lamela ed Osvaldo) è stato surclassato dai pesanti passivi 2011/2012 e 2014/2015 – nell’ultima stagione, infatti, i giallorossi hanno investito più di tutti sul mercato, senza però ottenere i risultati sperati.

Peggio, quindi, va alla Roma: l’ultimo trofeo vinto risale alla stagione 2007/2008, quando i giallorossi si imposero per 2-1 sull’Inter e sollevarono la Coppa Italia. Da allora, nonostante gli ingenti investimenti, i vanagloriosi proclami e l’assoluta certezza della bontà del progetto, più nulla – più nulla di concreto, tangibile, che non sia la morale del secondo posto. E pesa ancora l’onta del 26 Maggio 2013: nonostante i giallorossi guidati dalla proprietà americana si siano obiettivamente rafforzati – tanto che il monte ingaggi è passato da 76,5 milioni a 95 in quella sola stagione – Il 26 maggio la Lazio trionfa in finale di Coppa Italia contro i rivali storici, battuti per 1-0 grazie a una rete di SenadLulić. La società biancoceleste, pur ormai omologato il pensiero di un Lotito estraneo agli investimenti, statisticamente ha invece sempre chiuso in leggero passivo ogni sessione di calciomercato dal 2010 ad oggi: passivi minimi, che sommati hanno però totalizzato 21 milioni di euro di scarto negativo tra acquisti e cessioni.

La Fiorentina, invece, ha contenuto le spese: sono 9 i milioni di deficit tra entrate ed uscite nel quinquennio. È stata l’avveduta gestione dei Della Valle a sanare il disastroso bilancio 2011 (che i Viola hanno su anno solare), chiuso con un passivo di 32 milioni di euro: l’obiettivo dichiarato della società è infatti di non ricorrere più al supporto dei soci. Le plusvalenze ottenute dalle cessioni di Jovetic, Ljajic e Cuadrado, negli anni, sono state le principali artefici della quadratura del bilancio. Tanto più che uno dei capisaldi dei Viola – e del Napoli – è evitare il ricorso al credito delle banche, logica diametralmente opposta alla strategia giallorossa. Tanta accortezza gestionale da parte della dirigenza toscana è però probabilmente dovuta anche ai mancati riscontri in campionato: la stagione 2011/2012, a conferma di quanto detto in precedenza, si conclude con un mediocre tredicesimo posto. La Fiorentina fa quindi registrare in quell’annata il peggiore rapporto monte ingaggi/posizionamento: i fratelli Della Valle sono settimi come classifica stipendi – circa 37 milioni di euro.

In questi ultimi anni Claudio Lotito ha risanato la Lazio, alzato l’asticella degli ingaggi, agito coerentemente al credo si spende soltanto quello che si incassa. Da qui la risaputa cautela sul mercato – pur centrando in più occasioni colpi di valore e prestigio (gli acquisti di Lulic, Klose, Hernanes, Biglia, Candreva…) – abbinata ad una visione sul medio-lungo periodo. Quanto sia pratica condivisibile, quanta lungimiranza ci sia nell’attuazione di una strategia temporeggiatrice – che non stravolga l’equilibrio economico nel (vano, il più delle volte) tentativo di conquistare prestigio immediato nella competizione italiana ed europea – è di tanta difficile stima quanto facile deduzione: gli americani a capo della società giallorossa non sono mecenati; la Fiorentina pare essersi drasticamente ridimensionata pure analizzando i risultati ottenuti nella stagione in corso – e, più generalmente, le già non esaltanti prestazioni delle annate passate. Ad avere solide basi è il Napoli, poco più indietro la Lazio: in questi anni De Laurentiis e Lotito hanno saputo far di conto, tanto che hanno potuto vantare una gestione virtuosa. Ma ad avere la meglio, nella stagione 2014/2015, è proprio la formazione biancoceleste: con un monte ingaggi di 55,1 milioni di euro (il Napoli è già a quota 70 milioni di euro) riesce ad imporsi sulla rivale partenopea. Il 31 maggio, in occasione dell’ultima partita di campionato, la Lazio espugna lo Stadio San Paolo, battendo per 2-4 il Napoli; tale risultato permette al club capitolino di piazzarsi al terzo posti in classifica e di qualificarsi per la Champions League, cosa che non accadeva dalla stagione 2006-2007. La Lazio conclude la stagione conquistando la finale di Coppa Italia e la finale di Supercoppa italiana – entrambe perse contro la Juventus.

Arianna Michettoni (tratto dal Nuovo Corriere Laziale)

MERCATO – Contatti con un ex ct per la panchina. E sulla trequarti…

Domenica scorsa, dopo la vittoria sul Carpi, Simone Inzaghi ha dichiarato di aspettarsi la riconferma. Eppure la Lazio continua a guardarsi intorno alla ricerca di un nuovo allenatore per la prossima stagione. Tra i tanti nomi circolati, oltre a quello di Cesare Prandelli, nelle ultime ore è emerso anche quello dell’ex ct del Cile Jorge Sampaoli. Si tratta di un interesse concreto: nei giorni scorsi, infatti, le due parti avrebbero allacciato i contatti per parlare di cifre e dunque di contratto. Sampaoli si inserisce dunque a pieno titolo nella corsa all’eventuale dopo Inzaghi, che intanto si prepara all’ultimo esame della stagione contro la Fiorentina. Con l’obiettivo di confermare la promozione.

Per il reparto offensivo, invece, secondo quanto riporta ‘Calciomercato.com’, piace molto Ryad Boudebouz, trequartista classe ’90 del Montpellier. Con la cui maglia quest’anno ha collezionato 47 presenze e ben 12 assist, che gli hanno permesso di piazzarsi al terzo posto tra i migliori assist-man della Ligue 1, dietro Ibrahimovic e Di Maria. Insomma, l’alternativa ideale in caso di partenza di uno tra Candreva Felipe Anderson.

Calcio femminile, pareggio sul campo della Neapolis per la Lazio Women

Pareggio sul campo della quinta in classifica del campionato di Serie B Girone D per la Lazio Femminile di mister Roberto De Cosmi.

Nonostante le tante defezioni per infortunio, ben otto, le ragazze biancocelesti hanno disputato una bella partita, segnando la propria rete con il difensore centrale Lommi alla sua terza segnatura stagionale.

La Lazio Women si è trovata in svantaggio dopo pochi minuti ma ha poi spinto sull’acceleratore e solo l’ottima partita del portiere avversario Balbi, autrice di ben tre grandi interventi, ha salvato il risultato per le partenopee. Una grande parata nel primo tempo sulla Celli all’incrocio, poco dopo su calcio d’angolo della Lombardozzi, ancora un intervento miracoloso sul colpo di testa di Lommi, abile però sulla seconda palla la Casali a rimettere al centro per la stessa Benedetta Lommi, sedici anni, tap-in a segno al 45’, per la terza volta in campionato in goal.

Nella ripresa è ancora Lazio a fare la gara, un rigore reclamato dalla squadra di De Cosmi e non concesso, una grande azione della Corradino per la Pezzotti e di nuovo un’ottima parata avversaria, ed infine bravissima la nostra Ilenia Sarnataro, portiere e all’occorrenza attaccante, a salvare il pareggio su un pericoloso tiro ravvicinato.

La classifica per le azzurre è quinto posto, mentre per le biancocelesti alla fine è ottavo posto in graduatoria.

Il tabellino

DOMINA NEAPOLIS-LAZIO WOMEN 1-1

Marcatrici: 11’ Ciccarelli 1-0, 45’Lommi 1-1

LAZIO (4-2-3-1): Sarnataro; Sette, Vaccari(K), Lommi, Autili; Casali, Lombardozzi; Pezzotti, Lattanzi, Corradino; Celli (40’st Olivieri). A disp.: Schiavi

Indisponibili: Spagnuolo, Coletta, Cianci, Berarducci, Latini, Santoro, Angelini, Mari.

Arbitro: Pierpaolo Salvati.

Nome nuovo per il reparto offensivo biancoceleste. Classe ’90 di proprietà del Porto

Inizia il tam tam mediatico riguardo il mercato estivo, e come al solito nomi su nomi riempiono le pagine dei giornali sportivi.

Oggi il Corriere dello Sport ha aggiunto una voce nuova per l’attacco dei biancocelesti, un tale Josuè Filipe Soares Pesqueira, esterno offensivo in prestito al Braga ma di proprietà del Porto. Classe ’90 è nel mirino di Tare da un po’ di tempo, che valuterà le scelte da farsi, considerando che l’attacco sarà uno dei reparti (crediamo) con più modifiche da fare e rivoluzionare.

Bernardo Corradi su Inzaghi: “Persona seria, andrebbe confermato”

Torna a parlare di Lazio Bernardo Corradi e lo fa ai microfoni di Tennis Press, dove ha potuto commentare anche il momento attuale della sua ex squadra, sottolineando la preparazione e serietà dell’attuale tecnico biancoceleste Simone Inzaghi, che meriterebbe pertanto la conferma a fine stagione. 

Lotito parla di una figura manageriale in società, ennesimo proclama?

L’annata appena conclusasi non passerà di certo nel novero degli sportivi come esaltante o foriera di emozioni. Claudio Lotito ha compiuto ieri 59 anni, e raggiunto dai microfoni di Lazio Style Radio ha parlato a tutto tondo del momento Lazio e di voler mettere in atto una piccola rivoluzione.

Questa volta però non si è soffermato soltanto su organico o allenatore, ma ha lasciato trapelare la sua volontà di farsi affiancare da una figura manageriale, cercando di ricompattare ambiente e dirigenza. Idee che non sono una novità, per Lotito, che spesso ha pensato di mettere mano alla dirigenza del club. Ovviamente per ora nulla è definito e si brancolerà nel buio ancora per mesi, cercando di capirne le intenzioni e la volontà. Ieri (per l’ennesima volta) ha parlato di cambiamento e unione, sperando che questa volta possa dare seguito a parole, che ormai si accumulano e vanno nel dimenticatoio.

 

 

La Serie A un anno dopo – Napoli a +16, Fiorentina come un anno fa. La Lazio…

Classifiche a confronto dopo 37 giornate. Rispetto a un anno fa, la Juventus ha due punti in più nonostante la sconfitta contro in fanalino di coda Hellas Verona nell’ultimo turno. La squadra col miglior score resta il Napoli (+16), quella col peggiore l’Hellas Verona (-17) ultimo in graduatoria. A 90 minuti dal termine la Fiorentina ha gli stessi punti di un anno fa. Di seguito le graduatorie a confronto riportate da Tuttomercatoweb.it:

Juventus 88 (+2 rispetto alla Serie A 2014/15 dopo 37 giornate)

Napoli 79 (+16)

Roma 77 (+7)

Inter 67 (+14)

Fiorentina 61 (=)

Sassuolo 58 (+12)

Milan 57 (+8)

Lazio 54 (-12)

Chievo Verona 49 (+6)

Genoa 46 (-13)

Torino 45 (-6)

Empoli 43 (+1)

Atalanta 42 (+5)

Bologna 41 (in Serie B)

Sampdoria 40 (-15)

Udinese 39 (-2)

Palermo 36 (-10)

Carpi 35 (in Serie B)

Frosinone 31 (in Serie B)

Hellas Verona 28 (-17)

Prese le borseggiatrici dei Musei Vaticani: si fingevano turiste e rapinavano chi faceva la fila…

Si fingevano turiste per rapinare i visitatori in fila ai Musei Vaticani. Le borseggiatrici, due donne di origini bosniache di 28 e 24 anni, senza fissa dimora e con precedenti, sono state sorprese dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia San Pietro mentre stavano rubando il portafoglio di una giovane turista cinese in coda per l’ingresso ai Musei Vaticani. Come riporta il portale Adnkronos, le due donne indossavano abiti di tendenza allo scopo di mimetizzandosi al meglio tra i numerosi visitatori in fila per l’accesso ai Musei Vaticani per agire indisturbate. Questa volta il loro travestimento, non è bastato. Una pattuglia di carabinieri le ha riconosciute e notate mentre stavano rovistando all’interno della borsa di una turista cinese in attesa di entrare ai Musei Vaticani. La 28enne ha bloccato con una scusa il braccio della turista cinese, per permettere alla sua complice, posizionata alle spalle, di aprire la borsa e sfilare il portafoglio. Le arrestate, sono state portate in caserma su disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa del rito direttissimo. Il portafoglio rubato è stato restituito alla malcapitata turista cinese.