Repitita iuvant dicevano i padri della nostra lingua. “Ripetere aiuta” a capire che senza le coppe, la Lazio sotto la gestione Lotito, va sempre abbastanza bene. Infatti da quando è presidente (stagione 2004-2005), Lotito ha messo nero su bianco il suo modus operandi. Ovvero, un anno è buono, mentre quello seguente è pressoché deprimente. Questo lo dicono i numeri, non chi scrive.
Infatti il primo anno alla presidenza della Lazio, con mister Caso e Papadopulo, la formazione biancoceleste terminò il campionato al decimo posto. Poi a seguire le quattro stagioni di Delio Rossi che, dopo il primo anno disastroso per lo scandalo di Calciopoli, (la Lazio arrivò sedicesima per la penalizzazione di trenta punti applicata alla stagione in corso), riportò la Lazio in Champions League, grazie a un’ottimo terzo posto, conquistato nella stagione (06-07). In quel momento tutta la piazza romana si aspettava una campagna acquisti mediamente importante e invece il presidente continuò nella filosofia del risanamento economico, tant’è che il tetto massimo per lo stipendio di ogni singolo giocatore era di appena 0.5 milioni di euro. A caratterizzare quest’importante momento furono le contestazioni da parte dei tifosi biancocelesti, perlopiù delusi dalla gestione della campagna acquisti da parte della dirigenza. Andando avanti, nell’anno che caratterizzo anche la morte di Gabriele Sandri, la Lazio arrivò ultima al girone di Champions e dodicesima in campionato. Nella stagione successiva (08-09) esplose il tormentone Mauro Zarate e, nonostante il decimo posto in campionato, la Coppa Italia vinta contro la Sampdoria fu un bel regalo per i tifosi di fede laziale. Nel 2009-2010 Lotito cambia pagina, affidando la panchina a Ballardini, un tecnico che dopo aver fatto bene a Palermo, riuscì subito a vincere la Supercoppa Italiana contro l’Inter di Mourinho nella gara giocata a Pechino. Purtroppo però, a fronte dei pessimi risultati, il dieci febbraio la panchina venne affidata a Edy Reja, che riuscì a salvare la squadra dalla serie cadetta, ma non andando oltre uno scialbo dodicesimo posto. Il tecnico goriziano si dimostrò subito capace conquistando per due stagioni consecutive il quinto posto (Europa League), ma i rapporti con Lotito non furono mai idilliaci e allora di comune accordo con la società, si scelse nuovamente di cambiare prospettiva andando a pescare il jolly estero, cosicché nella stagione 2012-2013, l’arrivo nella città eterna di Vladimir Petkovic, segnò una pagina indelebile per il costume cittadino. Questo mister semi-sconosciuto, regalò ai tifosi della Lazio una grandissima soddisfazione. Infatti nonostante il settimo posto, il tecnico svizzero conquistò la famosissima Coppa Italia vinta contro la Roma (mai prima di allora le due formazioni romane si erano scontrate in una finale). Nonostante la vittoria epica, Lotito ancora una volta steccò il mercato e il povero Petkovic si ritrovò solo nel malumore generale. Dopo qualche scoppola di troppo, durante l’inverno venne richiamato Reja che traghettò la Lazio fino al termine della stagione. Un’annata che però fu compromessa nella prima parte della stagione, tant’è che Reja non poté far miracoli e, pur recuperando qualche posizione, mestamente arrivò nono. Nel 2014-2015 è il turno di Stefano Pioli che dopo un campionato fantastico, dove grazie a un bel gioco e una buona campagna acquisti, riesce a conquistare la terza posizione e la qualificazione ai Preliminari di Champions. Lotito come spesso accaduto in passato, alzò subito i prezzi degli abbonamenti, non fece mercato, presentandosi ai preliminari con una squadra non all’altezza della competizione. Quindi, nemmeno il tempo di incensare Pioli, che la stagione seguente per via di una rosa troppo corta e le svariate sconfitte collezionate fra Europa League e campionato – puntuale come per gli altri predecessori – anche per l’attuale tecnico dell’Inter arrivò la lettera di licenziamento. Il mister venne cacciato troppo prematuramente e tutto il lavoro svolto, finì alle ortiche. Al suo posto il tecnico della Primavera Simone Inzaghi che terminerà il campionato in ottava posizione, con la Lazio di nuovo fuori dalle competizioni europee. La situazione attuale è molto simile alle precedenti. Bisogna ammetterlo e stare in guardia. La Lazio ora viaggia nelle prime posizioni e tanti sono i tifosi sono soddisfatti. Vedremo se in questa finestra di calciomercato, il presidente Lotito potrà permettersi acquisti in grado di migliorare ancora la rosa a disposizione. Con buone probabilità il prossimo anno (facciamo gli scongiuri del caso) la formazione romana tornerà a giocare una competizione europea. Lì vedremo e sapremo come verrà trattato Simone Inzaghi. Se ci porterà al trionfo (grazie a degli acquisti validi per due competizioni) oppure se farà la fine dei suoi predecessori. Repetita Iuvant. Speriamo di no.
(Davide Sperati)






Miroslav Klose – Il 2016 è stato l’ultimo anno del tedesco con la maglia biancoceleste, nonché la chiusura di una gloriosa carriera da calciatore che lo ha portato a conquistare moltissimi trofei, l’ultimo (come a coronamento della carriera) è la Coppa del Mondo vinta con la sua Germania. Con la Lazio nel 2016 ci sono stati alti e bassi, dovuti anche alla non più giovane età del centravanti, che comunque non ha fatto mancare il suo apporto in zona-gol, facendo 7 gol e 6 assist, inoltre col calcio di rigore siglato con la Fiorentina (a furor di popolo) il 15/05/2016 è entrato nella top ten dei marcatori di tutti i tempi della Lazio con 63 reti. Adesso Miro è il collaboratore tecnico nella Germania di Low. Buona fortuna Miro e GRAZIE DI TUTTO! VOTO 8 (10 + alla carriera)
Per lui l’onore e l’onere di prendere il posto di Miroslav Klose. Un compito che avrebbe condizionato chiunque, ma non lo scugnizzo campano. Ciro si prende la maglia numero 17, chissenefrega della iella, perchè lo incoronò capocannoniere con la maglia del Pescara. L’inizio è da sballo: esordio con gol nella vittoria per 3-4 contro l’Atalanta. Da lì è un susseguirsi di prestazioni da applausi condite da gol. Leggero calo negli ultimi due mesi, in cui si dimostra utile al gioco di squadra. Ma se non segna fa assist. La Nord è pazza di lui, lui è pazzo della Lazio (e di Jessica, e lo siamo anche noi). Ad alcuni ricorda Signori, ad altri Giordano. Per la Lazio l’importante è che segni. Nel 2017 da lui ci si aspetta la consacrazione. Per ora ci accontentiamo di 9 gol in 18 presenze. PROLIFICO. VOTO 7.5
Filip Djordjevic – Se in tre anni giochi 61 gare e segni 11 gol, di cui 8 solo nella prima stagione, un motivo ci sarà. Evidentemente non sei da Serie A. A questo punto crediamo che anche Djordjevic se ne sia accorto, tanto da chiedere la cessione. Eppure quel doppio palo in finale di Coppa Italia poteva cambiare la sua storia, peccato. Il 2016 non gli ha sorriso, nonostane Pioli lo preferisse, per motivi oscuri, a Klose. Con Inzaghi poche occasioni e malamente sprecate. La tua cessione è nell’aria, di te, in caso di partenza, ci mancherà la bellezza di Jovana, per questo vogliamo ricordarti con la foto a sinistra nel tuo apice del “bomberismo“. ADIEU. VOTO 3
Felipe Anderson – La stagione 2014/2015 a livello di numeri sembra essere irripetibile per Felipe. Il numero 10 biancoceleste però sembra essere sulla buona strada per bissare quelle gesta. Se la prima parte del 2016 è stata condizionata in negativo anche dall’andamento della squadra, con l’arrivo di Inzaghi le cose sono cambiate. Si è riscoperto duttile giocando anche ala nel 3-5-2. Si sacrifica e gioca più per i compagni e lo testimoniano i numerosi assist, a discapito dei gol, solamente 2 per ora. Se solo fosse più continuo, il brasiliano davvero potrebbe essere tra i migliori al mondo nel suo ruolo. Sicurmanete più maturo quest’anno e consapevole dei suoi mezzi, grazie anche all’oro conquistato alle Olimpiadi, che gli ha trasmesso nuova linfa. RINATO. VOTO 7
Keita Balde Diao – Il 2016 per il gioiello del vivaio della Lazio è stato senza dubbio l’anno della consacrazione, infatti in quest’anno si è visto il Keita che si ammirava con la Primavera, velocità e dribbling sono il suo marchio di fabbrica, se poi aggiungi le 8 segnature e i 6 assist ai compagni. Resta comunque un po’ discontinuo, in estate è scoppiato il caso che lo vedeva lontano dalla società, ma , grazie all’intervento di Peruzzi, la situazione si è risolta ed ora lo spagnolo è un arma in più nell’arsenale di mister Inzaghi, che non disdegna assolutamente. Ora è circondato da voci di mercato che lo vedono lontano da Roma, complice anche il contratto in scadenza, a breve partirà per la Coppa d’Africa e guiderà il suo Senegal, più lontano possibile. VOTO 7
Messaggero.it“, ben cinque auto in sosta sono andate in fiamme, la notte scorsa, all’altezza del civico 32 di via Alatri a Roma. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri di Centocelle. Quattro auto sono state completamente distrutte dall’incendio, mentre la quinta è stata distrutta in parte. Il rogo ha danneggiato anche la cantina di uno stabile vicino. Nessuno è rimasto ferito e sono in corso le indagini dei militari per chiarire le cause dell’accaduto. L’incendio è scoppiato intorno alle 22.30: un’auto ha preso fuoco – sembrerebbe a causa di un petardo – poi la tramontana ha fatto espandere le fiamme. I condomini comunque sembrerebbero invece escudere l’ipotesi petardi.
quale, a sua volta, sarebbe ben felice di costruire la squadra del futuro intorno a quello che si può considerare il suo maggior pilastro e non sarebbe costretto a rivedere al ribasso le proprie richieste per la cessione in caso di mancato accordo: checchè ne dicano i media, infatti, nessuna squadra, anche con grosse potenzialità economiche, sarebbe disposta a staccargli un assegno da 25 milioni per un giocatore bravo, ma non più giovanissimo (compirà 31 anni tra qualche mese). E al quale ogni anno non mancano gli stop (a volte abbastanza lunghi) dovuti ad infortunio: sotto questo profilo, anche quello che si sta per chiudere non ha fatto certo eccezioni e ha visto spesso il ragazzo cadere vittima di guai, soprattutto muscolari, che, insieme all’incertezza per il proprio futuro, i noti tira e molla tra l’agente Montepaone e la società, sono stati spesso causa di oscillazioni nel suo rendimento. Prestazioni (e gesti, come il pallone lisciato costato il gol di Khedira contro la Juventus) non sempre all’altezza del suo valore, che gli hanno attirato critiche e malumori da più parti. Ma lui non si è certo perso d’animo e, soprattutto nell’ultima parte dell’anno, è riuscito a risalire la china e a tornare a mostrare quelle doti di geometria e di dettatura del gioco, condite anche da qualche gol (vedi quello su rigore contro la Fiorentina) che lo hanno reso famoso. E adesso si spera che nel 2017, con il rinnovo, arrivi la definitiva rinascita, una maggiore continuità e anche maggiori ‘attributi’ (visto che spesso e volentieri gli è stato imputato di tenere un atteggiamento un po’ troppo passivo nei confronti delle decisioni arbitrali), degni della sua fascia di capitano e dei quali la Lazio ha estremo bisogno per tornare a volare in alto.
apparire irreprensibile anche fuori dal terreno verde: mai una parola fuori luogo o polemica nelle interviste in zona mista e zero vita mondana, così come le apparizioni sui giornali scandalistici e sui social network (a differenzi di molti dei suoi ‘colleghi’). Insomma, il giocatore ideale, che tutti gli allenatori vorrebbero avere nelle proprie rose. E non solo in Italia: non è un caso se, nei mesi scorsi, indiscrezioni di stampa parlavano di interessi per lui dalla Premier League (Chelsea). Ma, per fortuna, a stoppare il tutto per tempo è intervenuto il presidente Lotito, che ha fatto firmare al centrocampista di Gallarate un rinnovo ‘a vita’ (nel senso letterale dell’accezione, visto che, nelle intenzioni, c’è anche la prospettiva di un ruolo dietro la scrivania, da dirigente). In questo modo il patron ha voluto partire da fondamenta solide e robuste per costruire la Lazio dei prossimi anni, quella che, nelle speranze sue e di tutto l’ambiente, dovrebbe tornare a far divertire e gioire il proprio pubblico, regalandogli quelle soddisfazioni e quei successi che da troppo tempo gli mancano e che, per sua natura e storia, merita.
andata ad intermittenza, facendo prevalere le volte in cui è stata spenta o fioca su quelle in cui ha brillato di luce viva. La colpa, è bene dirlo, è stata in primis dei due allenatori, Pioli prima e Inzaghi poi, che lo hanno avuto alle proprie dipendenze, che lo hanno utilizzato col contagocce, non ritenendolo adatto a quel ruolo di vice Biglia che qualcuno, in maniera impropria, gli aveva cucito addosso. Ma anche lui, quando è stato chiamato in causa, ha alternato sprazzi di bel gioco (e gol, anche di pregevole fattura) a vere e proprie ‘imbarcate’. Ultima quella del derby, il parapiglia con Strootman con cui di fatto ha chiuso in anticipo il suo 2016. Dalla squalifica rimediata a seguito di quell’episodio si spera ora che il ragazzo abbia imparato la lezione e che nel 2017 riparta alla conquista di nuovi traguardi, magari ancora in biancoceleste (nonostante gli interessi esterni, desiderosi di aiutarlo a ‘rinascere’, non siano certo mancati). Il talento ce l’ha, ora sta a lui – e alla Lazio – non sprecarlo, ma amministrarlo nel modo più saggio possibile e renderlo per quello che merita, ovvero fruttuoso.
anto riportato dal giornalista Sky, Gianluca Di Marzio, sul suo portale gianlucadimarzio.com. Ieri c’è stato incontro di lavoro a Dubai tra il direttore sportivo della Lazio Igli Tare e Jorge Mendes. Diversi i temi affrontati, a partire dalla soddisfazione del club biancoceleste per l’affare Wallace. Ma Tare e Mendes hanno parlato di Anwar El Ghazi, finito anche nel mirino della Lazio dopo essere stato cercato dalla Roma. Quella che porterebbe all’esterno dell’Ajax, il cui prezzo è sceso a 9 milioni, è un’ipotesi da tenere in considerazione qualora dovesse uscire Keita Balde, per il quale lo stesso Jorge Mendes potrebbe provare ad aprire una trattativa con il Manchester United.
cantera biancoceleste, romano come Cataldi. Centrocampista di quantità e qualità. Il tecnico biancoceleste, grazie ai suoi trascorsi nelle giovanili, conosce molto bene il ragazzo e sa quello che può dargli. In questo primo scorcio di campionato ha dimostrato di tenerlo in grande considerazione, tanto da inserirlo nella rosa di prima squadra e farlo esordire in Serie A. Murgia non ha deluso ripagando il proprio tecnico con buone prestazioni e riuscendo anche a togliersi la soddisfazione di realizzare (a Torino contro i granata) il suo primo gol nella massima serie.
Ventiquattrenne nato a San José del Valle. La Lazio lo ha acquistato quest’estate per sostituire Antonio Candreva ma Luis Alberto non è un esterno puro, si adatta al ruolo, ma preferisce muoversi di più dietro le punte. Il 3-4-1-2 di Inzaghi sembrerebbe disegnato proprio per esaltare le sue doti ma finora i risultati raccolti non sono quelli sperati dal calciatore e dalla società. La delusione per il suo rendimento è tanta e voci di corridoio lo vogliono di nuovo in partenza per un pronto ritorno in Spagna ma la società biancoceleste difficilmente lo lascerà andare.
rilevando un grande acquisto per la Lazio. Sergej sta dimostrando di poter essere uno dei titolari del reparto centrale biancoceleste, giocando sia come centrocampista centrale che come trequartista, e le sue ottime prestazioni potrebbero presto far gola a società più importanti ma la Lazio per ora, viste le sue ottime prestazioni condite anche da importanti marcature, se lo tiene ben stretto.
estate con l’etichetta di ex promessa, Moritz Leitner, centrocampista tedesco ventiquattrenne voluto fortemente dalla Lazio che lo aveva avvicinato già l’estate precedente, fino a questo momento non si è praticamente mai visto.