Continua in Italia l’allarme demografico: il nostro popolo è destinato a sparire? Le nascite sono sempre più in caduta libera e inoltre aumentano i decessi. L’anno scorso sono nati 488mila bambini, di cui l’8 per mille residenti, ben quindicimila in meno rispetto l’anno precedente, toccando il minimo storico dalla nascita dello Stato Italiano. A denunciare tale situazione è l’Istat tramite la diffusione degli indici demografici. Di media per ogni donna il numero dei figli è di 1,35 al 2015, percentuale che conferma il calo della fecondità per il quinto anno consecutivo. L’età media delle donne al momento del parto è salita a 31,6 anni.
La crisi sociale che stiamo vivendo ha come conseguenza immediata il calo delle nascite. L’Italia, di conseguenza, ha ormai raggiunto il fondo della classifica europea per il numero di nuovi nati. Gli italiani sono consapevoli delle difficoltà di mettere al mondo un figlio e, soprattutto, di come crescerlo in questo periodo negativo in cui la crisi impazza: secondo l’83% la crisi economica rende più difficile la scelta di avere un figlio. E se si chiede ai giovani fino a 34 anni la percentuale supera il 90%, fatto estremamente negativo in quanto si tratta di quelle persone che subiscono in maniera più pesante l’impatto della crisi e che inoltre sono più direttamente interessate vista l’età all’argomento bambini. Il fenomeno è dovuto sostanzialmente all’insufficienza delle politiche pubbliche a sostegno della famiglia. Il 61% degli italiani è convinto che le coppie sarebbero più propense ad avere figli se si migliorassero gli interventi pubblici. Sgravi fiscali e aiuti economici diretti sono le principali richieste (71%), il 67% segnala l’esigenza di potenziare gli asili nido, il 56% fa riferimento ad aiuti pubblici per sostenere i costi per l’educazione dei figli (rette scolastiche, servizi di mensa o di trasporto).
Inoltre, mentre nascono sempre meno bambini aumenta il numero dei decessi. Nel 2015 è stato registrato il picco più alto di decessi dal secondo dopoguerra: i morti, sempre secondo l’Istat, sono stati 653mila, 54mila in più dell’anno precedente (+9,1%). La mortalità risulta concentrata nelle classi di età molto anziane (75-95 anni). Dal punto di vista demografico il picco di mortalità del 2015 è in parte dovuto a effetti strutturali connessi all’invecchiamento e in parte al posticipo delle morti non avvenute nel biennio 2013-2014, più favorevole per la sopravvivenza. Diminuisce la speranza di vita alla nascita. Per gli uomini si attesta a 80,1 anni (da 80,3 del 2014), per le donne a 84,7 anni (da 85).
Nel 2015, secondo i dati del Report Istat, la popolazione residente in Italia si è ridotta di 139mila unità (-2,3 per mille). All’1 gennaio 2016 la popolazione totale è di 60 milioni 656mila residenti. Gli stranieri residenti in Italia al 1 gennaio 2016 sono 5 milioni 54mila e rappresentano l’8,3% della popolazione totale. Rispetto a un anno prima si riscontra un incremento di 39mila unità. La popolazione di cittadinanza italiana scende a 55,6 milioni, conseguendo una perdita di 179mila residenti. Nel 2015 centomila cittadini italiani si sono cancellati dall’anagrafe per trasferirsi all’estero. Un dato in aumento (+12,4%) rispetto al 2014. L’anno scorso le iscrizioni anagrafiche dall’estero di stranieri sono state 245mila; 28mila invece i ritorni in patria degli italiani. Le cancellazioni per l’estero hanno riguardato 45mila stranieri (-4,8% sul 2014) e centomila italiani.

Sottrattosi alla cattura si rifugia a Milano e poi in Francia, a Parigi, dove chiede e ottiene asilo politico. Anche in Francia subisce due processi per la sua attività politica. Nel 1929 rientra in Italia dove viene di nuovo arrestato e processato dal tribunale speciale per la difesa dello Stato, che lo condanna a undici anni di reclusione. Dopo i primi sette viene assegnato per otto anni al confino: ha rifiutato di impetrare la grazia anche quando la domanda è stata firmata da sua madre. Ad agosto del 1943 torna libero ed entra a far parte del primo esecutivo del Partito socialista. Viene però catturato dalle SS, viene condannato a morte ma la sentenza non ha luogo. Nel 1944 evade dal carcere insieme a Giuseppe Saragat e raggiunge Milano per assumere la carica di segretario del Partito Socialista nei territori occupati dal Tedeschi e per poi dirigere la lotta partigiana. E’ stato insignito della Medaglia d’Oro.

piena corsa per la Champions. In quell’occasione i biancocelesti stritolarono davanti a 50.000 persone la squadra del “fenomeno” Sarri con un netto 4-0 (Mauri, Klose, Candreva e Felipe Anderson). Una domenica sublime, in cui si respirava, magia, gioia, spensieratezza, in una parola? AMORE! Amore di 49.096 spettatori. Un numero così insolito, che sembra appartenere ad un Olimpico di tanti anni fa. E invece era solo la stagione 2014/2015, quella della Lazio delle meraviglie di Pioli e dell’Europa che conta. Il 12 aprile 2015 l’Olimpico vede la Curva Nord e i Distinti stracolmi, un oceano biancoceleste che arriva a coprire quasi tutte le tribune. Proprio contro i toscani si polverizzava il precedente primato di presenze di 42.044 spettatori, fatti registrare nella sfida interna contro la Juventus. Sarebbe bello tornare a vivere il più presto possibile situazioni così…”tu chiamate se vuoi…emozioni…”.
a sorta di Under 23 con alcuni fuoriquota. Parolo (31 anni) è l’unico “vecchio” che supera i trent’anni, ci si avvicina Radu che li compirà tra un mese. Immobile, con 26 anni, è l’altro “veterano”. Poi solo giovani: tre ventunenni (Keita, Milinkovic e Strakosha), due ventiduenni (Cataldi e Hoedt), due ventitreenni (Anderson e Patric) e un ventiquattrenne (De Vrij). Tutti con motivazioni diverse, ma la stessa voglia di mettersi in mostra. Specie Keita e Felipe Anderson che, per la prima volta in stagione, potrebbero partire entrambi titolari. E chissà che l’emergenza non possa trasformarsi allora in una svolta.
altrettanti gol. Una media significativa per l’attaccante della Lazio, rimasto a secco soltanto in una delle partite in questione: era lo scorso 15 maggio 2016 e il napoletano entrò in campo negli ultimi 30′. Sempre titolare negli altri due precedenti, in uno dei quali realizza anche una doppietta (Pescara–Empoli 3-2, Grosseto–Empoli 2-1). Il numero 17 biancoceleste vuole esultare ancora, mister Martusciello comincia a preoccuparsi. Lazio–Empoli, appuntamento a domenica.