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Cristiano Sandri: “La Lazialità è sotto anestesia. Emozione Lazio? C’è un difetto di legittimazione…”

Cristiano Sandri è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua“. Parlando di Lazio a trecentosessanta gradi alla vigilia dell’importantissimo derby di domenica prossima.

Il momento è brutto perché sto notando come un appassire del tifoso laziale, una desertificazione delle emozioni che non dovrebbe mai avvenire. La lazialità dei tifosi che hanno sempre preso iniziative a difesa della Lazio è ancora viva, ma il nostro mondo è come se fosse sotto anestesia e dovremmo riuscire a reagire in qualche modo. Il problema è che non si vedono gli strumenti per mettere in atto questa reazione.

Si è parlato in questi giorni della consulta “Emozione Lazio“, costituita da circa cento tifosi vip per sensibilizzare l’ambiente biancoceleste in un momento difficile. Si è letto però anche il nome di Cristiano Sandri tra i partecipanti e di altri personaggi che hanno affermato di non essere stati avvertiti di essere inseriti dell’iniziativa. “Personalmente non ne sapevo niente e non sono mai stato contattato. Ma al di là dei commenti sull’iniziativa ritengo che ci sia un difetto di legittimazione. Non sono questi i personaggi che possono riportare la Curva Nord a tifare e ad essere presente allo stadio. Soprattutto non vengono considerate minimamente le motivazioni che hanno portato i ragazzi ad attuare le loro proteste. Io voglio pensare che chi ha avuto questa idea si sia sentito stremato da un periodo di mediocrità infinita che dura ormai da anni e abbia voluto avere un sussulto. Bisogna però fare i conti con la realtà: in questo momento c’è chi potrebbe parlare realmente, ma non lo fa o non vuole farlo. La Lazio è la prima società della Capitale e non può essere portata avanti in maniera poco ambiziosa: bisogna guardare al futuro superando questo corto circuito che l’ambiente Lazio sta vivendo.”

Quali potrebbero essere le soluzioni? “Posso ipotizzare l’annuncio di sei campioni per poter contare su una squadra davvero competitiva, una dichiarazione di intenti per far diventare di nuovo il Flaminio la casa dei biancocelesti ed un mea culpa su come il tifoso laziale è stato trattato negli ultimi anni. Decisioni radicali, ma in questo momento serve qualcosa di forte per cambiare la situazione: questi tre punti possono essere fantascientifici ma non dovrebbero esserlo. La società spesso trova nell’allenatore il capro espiatorio, ma non vedo mai assunzioni di responsabilità.

Ma i fini pratici di questa iniziativa andranno in porto? “Non credo che idee di questo tipo possano far cambiare il modo di agire alla società. Si rischia solo di accavallare propositi su propositi senza partorire qualcosa di concreto. La gente allo stadio si riporta con azioni reali e non solleticando la pancia del tifoso, io non so quanta reale voglia ci sia di riqualificare uno stadio contro il Flaminio, che pure riporterebbe la Lazio nella zona di Roma dove è nata e far nascere una nuova realtà anche sul piano del merchandising e della crescita societaria. Questa stagione purtroppo è il frutto di tante altre precedenti, si è affrontato un preliminare di Champions League senza attaccanti e non si è sostituito il miglior giocatore della propria difesa, infortunato fino a fine stagione. Queste sono le prove che non c’è voglia di emergere e forse è ora di capire che non vale più la pena continuare sulla stessa strada.

Fabio Belli

Vespa, il ‘mito intramontabile’ compie ’70 anni

Buon compleanno alla due ruote più famosa delle storia: La Vespa. Il nome datogli da Enrico Piaggio, in virtù della somiglianza con il noto insetto e del rumore del motore, ha portato nel corso dei decenni ad iconografare la Vespa come il modello di eleganza e semplicità da seguire, la tendenza e l’essenza italica.

A rendere famosa la due ruote ci ha pensato il ‘capolavoro‘ e campione d’incassi Vacanze Romane, film del 1953 diretto da William Wyler ed interpretato da Gregory Peck e un’inarrivabile Audrey Hepburn. Oggi compie settant’anni, era il 29 Marzo del 1946 e nonostante tutti i cambiamenti della società, la Vespa ha saputo rinnovarsi e deliziare i clienti con continui rinnovamenti che hanno tenuto sempre alto il marchio di questo motoveicolo, pur mantenendone inalterati fascino e prestigio. Un mito intoccabile.

Ne sa qualcosa il sindaco di Genova, Marco Doria, che nel gennaio scorso ha dovuto fronteggiare quella che è passata alle cronache come la battaglia delle Vespe. A scatenarla un’ordinanza che vietava la circolazione degli scooter ‘Euro 0’ a due tempi dalle sette di mattina alle sette di sera in un’ampia area cittadina. Appena i vespisti hanno saputo della misura antismog, si sono subito mobilitati al grido di #lamiavespanonsitocca e #genovasu2ruote, con tanto di hashtag.

L’iniziativa è rimbalzata di città in città e, complice la celebrità della Vespa, ben presto ha fatto il giro del mondo. Tanto da costringere il sindaco al passo indietro perché, come recita l’hashtag e conferma la storia, la vespa non si tocca.

Egitto, dirottato un volo della Egyptair. Passeggero con cintura ‘esplosiva’

Un Airbus dell’Egypt Air con circa 80 passeggeri a bordo è stato dirottato da Alessandria d’Egitto verso Larnaka (Cipro)”: lo riferiscono fonti aeroportuali al Cairo. Il velivolo è atterrato sull’isola di Cipro e si sospetta che a bordo ci sia una bomba. I sequestratori hanno accettato subito di liberare donne e bambini. Successivamente anche gli altri a bordo sono stati fatti scendere.

La tv Al Jazeera, citando proprie fonti, dice che “un passeggero sospettato di portare una cintura esplosiva ha dirottato l’aereo verso Cipro”.

I dirottatori hanno contattato la torre di controllo di Larnaka alle 7.30 ora italiana, ricevendo l’autorizzazione all’atterraggio venti minuti più tardi; al momento i dirottatori – il cui numero è imprecisato – non avrebbero trasmesso alcuna richiesta alle autorità cipriote, che hanno inviato all’aeroporto un’unità di crisi.

Strage Bruxelles – Attentatore in Italia nel 2015. Rubava identità di un giocatore dell’Inter

La notizia che è trapelata rende ancora più assurda una vicenda che già di per sé provoca sgomento e sdegno, per tutto quello che si sta ascoltando in queste settimane tramite i giornali. Pare infatti che uno degli attentatori che si è fatto ‘esplodere’ nella stazione metropolitana di Maelbeek di Bruxelles, Khalid El Bakraoui, sia passato dall’Italia nell’estate del 2015 per poi spostarsi ad Atene. La notizia divulgata da Sky Tg24 ha avuto il riscontro tramite un dossier antiterrorismo consultato.

Il terrorista ha usato falsa identità per entrare nel paese, spacciandosi per Ibrahim Maaroufi, un ex calciatore belga dell’Inter. Il giocatore naturalizzato marocchino, militò nel club nerazzurro per due stagioni totalizzando sei presenze tra Coppa Italia e Serie A.

Il furto dell’identità sarebbe servito per affittare un appartamento trasformato poi nel covo del commando delle stragi di Parigi. Appartamento che si trova in Rue de Fort a Charleroi. La notizia che Khalid El Bakraoui avesse sfruttato il nome di Maaroufi circola da tempo, ma nessuno fino a oggi lo aveva collegato a quello del giocatore.

Cataldi al miele: “La mia vita calcistica è rinchiusa in quei colori…”

Danilo Cataldi ai microfoni di Raisport parla della sua più grande passione che poi è diventata un ‘lavoro’, il biancoceleste“Sono entrato alla Lazio che avevo 12 anni, è stata tutta la mia vita calcistica, rinchiusa in quei colori”.

Sulla fascia di capitano: “Ho fatto il capitano e c’erano in campo Klose, c’era Biglia. E’ stato bello e anche un po’ pesante”. Sorride il ragazzo, non nascondendo tutta la spensieratezza ed il candore di chi ha vent’anni, ma che ricorda i sacrifici dei suoi genitori, che adesso in qualche modo ripaga: “So i sacrifici che hanno fatto per me e mia sorella. Vedo quando è allo stadio e faccio una bella partita, o comunque ha solo un attimo per vedermi, vedo che è felice e che è orgogliosa di me”.

 

RASSEGNA STAMPA – Biglia chiama la Lazio: «Voglio restare in Italia»

«Voglio giocare un altro paio d’anni in Europa e proseguire la mia carriera in Italia. Mi trovo molto bene in serie A». Queste le parole del centrocampista della Lazio Lucas Bigliarilasciate subito dopo la vittoria della sua Argentina contro il Cile. Il centrocampista laziale ha poi risposto ad una domanda circa la prossima Coppa America che si terrà dal 3 giugno negli Stati Uniti: «Ragioniamo una gara alla volta. Per il momento meglio pensare alla Bolivia, poi una volta terminati gli impegni anche in campionato cominceremo a concentrarci sulla Coppa America. L’obiettivo dell’Argentina è chiaro: vogliamo raggiungere un’altra finale. Aguero ha detto che potrei tornare con lui all’Indipendiente? Ripeto, per ora la mia intenzione è quella di giocare un altro paio di anni in Europa e in Italia». I tifosi della Lazio sperano nel rinnovo del loro campione.

Fonte : Il Corriere dello Sport

RASSEGNA STAMPA – L’Olimpico vuoto non fa più notizia

Un altro derby senza curve, un’altra storia che ormai sembra aver preso i contorni di una consuetudine. Domenica all’Olimpico il derby romano lascerà spazio soltanto al giudizio del campo, quello che per tanti anni non poteva comunque fare a meno del fascino e dello spettacolo che veniva registrato sugli spalti. La protesta delle tifoserie romane invece continuerà anche nel secondo appuntamento più sentito della capitale, unita dalla volontà di non scendere a compromessi con le istituzioni italiane, ree di aver inasprito senza evidenti motivazioni le norme di sicurezza all’interno dell’Olimpico. Come nell’ultimo derby quindi, entrambe le curve rimarranno semi deserte, lo stadio perderà il volume del tifo durante la gara limitandone così anche le aspettative. Per questo la città si muove stancamente verso il record minimo di presenze della storia del derby capitolino: a meno di una settimana dal calcio di inizio sembra già un miracolo l’ipotesi di raggiungere quota 30000 tra gli abbonati e chi si sta presentando alla vendita libera. Dai circa 14500 abbonati biancocelesti dovranno essere escluse almeno 5000 presenze sparse, considerando i «disertori» della curva nord e il resto degli altri settori (in protesta tra l’altro anche con la gestione del presidente Lotito).

Un dato a cui aggiungere la parte romanista, che finora è riuscita a staccare poco meno di 6000 tagliandi. La possibilità di acquistare il posto non confermato in prelazione dagli abbonati non è stata al momento esercitata come accaduto invece nella sfida di andata degli ottavi di Champions League con il Real Madrid, quando l’Olimpico si riempì nonostante la mancanza del tifo organizzato. Il derby evidentemente continua a perdere il proprio appeal, meno amato di una partita europea di primo livello e abbandonato a causa dell’obbligo di non poterlo vivere come in passato. Un triste epilogo che continua a seguire i numeri e la linea della stagione attuale in cui il derby di andata giocato nello scorso novembre registrò appena 35253 spettatori paganti. Un totale a cui sottrarre dalle 4 alle 5 mila presenze in curva sud, rimaste a casa per la protesta. Se nei prossimi giorni quindi non avverrà una poderosa (ma improbabile) accelerata, non è esclusa la possibilità di assistere alla prima stracittadina con poco più di 20000 spettatori.

Fonte : Il Tempo

RASSEGNA STAMPA – Biglia annuncia: «Resterò in Europa per altri due anni»

Aspettando il rientro dei giocatori impegnati con le rispettivi nazionali, la Lazio riprenderà ad allenarsi nella giornata di domani a Formello. Pioli inizierà le prove anti-Roma, sperando di ricevere buone notizie dall’infermeria. Konko, Basta, Radu e Kishna non giocheranno il derby del 3 aprile per problemi muscolari, mentre Milinkovic-Savic potrebbe recuperare. Il serbo domani effettuerà dei controlli strumentali per monitorare la sospetta lesione al polpaccio, rimediata nella gara di andata di Europa League contro lo Sparta Praga. Senza di lui, il tecnico parmense potrebbe affidarsi a uno tra Cataldi e Onazi per il match contro i giallorossi.

Intanto, dall’Argentina, Lucas Biglia ha rivelato i suoi progetti per il futuro. A poche ore dalla sfida con la Bolivia, valida per le qualificazioni sudamericane ai Mondiali del 2018, il numero 20 biancoceleste ha rivelato: «La mia intenzione, al momento, è quella di giocare un altro paio di anni in Europa e di proseguire la mia carriera in Italia, dove mi trovo bene».

Fonte : Il Messaggero

Sorpresa Ibrahimovic: “Potrei ritirarmi”

A giugno le strade tra Ibrahimovic e il PSG si divideranno. Scade il contratto, ma il club parigino, in comune accordo con lo svedese, non gli offrirà il rinnovo. Molte le voci sul suo conto: dalla Premier League, al Real Madrid, passando per un’avventura in America. Ma a sorpresa lo svedese non ha escluso un’altra possibilità: “Potrei anche ritirarmi. A giugno vedremo cosa sia meglio fare. Certo, se uno lascia il calcio quando è ancora al top della forma, verrà ricordato in eterno dai tifosi“. Queste le parole di Ibra dal ritiro svedese.

SERIE B – Un ex laziale nuovo allenatore del Modena

A Modena non si è passata una Pasqua tranquilla. Sabatao è avvenuto l’esonero di Hernan Crespo, a cui sono seguite polemiche con le forti dichiarazioni della moglie dell’argentino (LEGGI QUI). I canarini, con il ds Taibi, hanno deciso di affidare la squadra ad un altro ex laziale. Il prescelto è stato Cristiano Bergodi. L’ex biancoceleste si è detto entusiasta di questa nuova avventura, ma in sala stampa ha così dichiarato: “Nutro affetto e rispetto verso questa piazza e questo club, ma sono consapevole che la situazione è difficile, ma non impossibile. Abbiamo 9 match per decidere il nostro destino“. Buona fortuna mister.

CONFERENZA – Conte: “Germania? Rispetto, ma nessuna paura. Domani cerco conferme”

Domani a Monaco di Baviera ci sarà la classica Germania – Italia, una partita che non può essere considerata una semplice amichevole. Infatti, le due Nazionali, sono nemiche storiche per essersi contese il dominio in Europa e nel Mondo. Indimenticabili sfide nel passato che sono ancora negli occhi di tutti i tifosi. ma domani non ci sarà spazio per i ricordi e per il sentimentalismo e il CT Antonio Conte vuole una vittoria. In conferenza stampa l’ex bianconero è stato chiaro: “Non abbiamo nessuna paura della Germania. Domani voglio una grande prestazione e cerco conferme da molti giocatori. Ho già in mente la formazione., Rivoluzionerò l’attacco con Insigne – Zaza – Bernardeschi. Anche a centrocampo ci sarà spazio per Jorginho“. Poi sul suo futuro: “Ho già scelto di lasciare l’Italia dopo l’Europeo, poi vedremo se arriverà la chiamata di un club. Ora voglio solo essere concentrato sull’Italia“. Il match si disputerà domani sera (martedi’ 29 marzo) alle ore 20.45 all’Allianz Arena, casa del Bayern Monaco.

VIAREGGIO CUP – Finale a sorpresa

Si sono svolte quest’oggi le semifinali della Viareggio Cup, il prestigioso torneo giovanile. Oggi si sono disputate Palermo – Inter e Juventus – La Spezia. Due match dalle mille emozioni. La sorpresa arriva dal Palermo. I rosanero, con un grandissimo La Gumina, sconfiggono per 3-2 i più quotati dell’Inter. Partita tesissima con ben 5 espulsi tra giocatori e dirigenti. Il Palermo parte forte e si trova già sul 3-0. I nerazzurri riescono ad accorciare sul finale del primo tempo e poi nella ripresa. Finale con un episodio dubbio in area di rigore rosanero: l’Inter protesta ma il rigore non viene concesso. Finale storia per il Palermo. Nell’altro incontro invece è la Juventus a spuntarla. I bianconeri si impongono su La Spezia solamente ai calci di rigore, dopo che i tempi regolamentari si erano chiusi sul 2-2. La finalissima quindi sarà Palermo – Juventus.

Stankovic amarcord, tra Lazio ed Eriksson

E’ stato uno dei pilastri dei maggiori trionfi della Lazio. Aquistato da Sergio Cragnotti, Dejan Stankovic approdò giovanissimo alla corte di Sven Goran Eriksson. La sua crescita e la sua carriera da big è iniziata con l’aquila sul petto. Ed è proprio per questo motivo che il serbo si sente ancora legato al club biancoceleste. In un’intervista rilasciata a Mediaset Premium, Stankovic si è così espresso: “Devo tutto alla Lazio e a Eriksson se sono diventato un grande calciatore. Loro hanno costruito la mia carriera e non smetterò mai di ringraziarli“. Soprattutto il tecnico svedese è rimasto nel cuore di Dejan: “Con lui ho imparatao tantissimo, molto più rispetto agli altri allenatori che ho avuto, perchè ha avuto molta pazienza spiegandomi nei dettagli ogni cosa del calcio italiano“.

Il “giallo” del teschio di Shakespeare…

Un nuovo mistero aleggia su William Shakespeare (1564-1616): “Sia beato colui che risparmia queste pietre, e maledetto chi sposta le mie ossa”. L’incisione sulla lapide del grande romanziere inglese sembra però non essere stata rispettata: secondo un gruppo di archeologi mancherebbe il teschio del Bardo e forse sarebbe stato rubato. Sono giunti a questa conclusione gli studiosi della Staffordshire University che per la prima volta hanno analizzato, con un ‘georadar’, la tomba del grande autore, che riposa nella Holy Trinity Church di Stratford-upon-Avon, sua città natale nell’Inghilterra centrale, e ne è così scaturito un giallo storico. L’archeologo Kevin Colls in un documentario che andrà in onda su Channel 4 ha dichiarato: ”Abbiamo notato una strana irregolarità con gli strumenti all’altezza della testa e abbiamo un racconto secondo cui in un certo momento della storia qualcuno è venuto e ha preso il teschio di Shakespeare. E sono convinto che non si trovi nemmeno nella Holy Trinity Church”. Lo studioso si riferisce a quella che era considerata come una leggenda: dei cacciatori di trofei avrebbero prelevato il teschio nel 1794. Era circolata alla fine dell’800 ma gli storici non le avevano mai attribuito una qualche attendibilità. Del resto del Bardo si è detto tutto e il contrario di tutto e restano ancora da chiarire tutta una serie di interrogativi. L’archeologo che ha guidato le ricerche, ammette che le sue ipotesi possano scatenare controversie. Ancor di più se si pensa che c’è grande attenzione attorno al Bardo di cui si celebrano quest’anno i 400 anni dalla morte, avvenuta il 23 aprile 1616. Michael Dobson, direttore dello Shakespeare Institute all’Università di Birmingham, è invece convinto che la storia del teschio sottratto resti una leggenda anche di fronte ai rilevamenti e perchè alla fine del 18esimo secolo era piuttosto inusuale la ricerca di ‘trofei’ nelle tombe dei grandi autori. Dubbi sono stati espressi anche dal vicario della Holy Trinity, Patrick Taylor, il quale ha così commentato: ”Non ci sono prove sufficienti per affermare che il teschio sia stato preso”. Di sicuro ossa e teschi si possono trovare in grande quantità nelle opere di Shakespeare, a partire dall’Amleto. Che sia stata una sorta di premonizione?

Il Prof risolve il teorema irrisolvibile: ecco la sua ricompensa

Un professore di matematica dell’Università di Oxford che 20 anni fa riuscì a risolvere un teorema vecchio di 300 anni ha vinto un premio di 500mila sterline – equivalenti a circa 650mila euro al cambio attuale – offerto dall’Accademia norvegese per le Scienze e le Lettere proprio per la sua straordinaria scoperta. Andrew Wiles, insignito anche del titolo di Baronetto non molti anni fa, era riuscito infatti a risolvere l’Ultimo Teorema di Fermat nel 1994; tale scoperta tuttavia negli anni successivi era stata messa in discussione da una parte del mondo accademico. Ora, appunto, è arrivata la conferma che Wiles è veramente riuscito a risolvere il complicatissimo teorema, un’equazione al limite dell’irrisolvibile, portandosi a casa una menzione speciale e il ricco premio dell’Abel Prize. La consegna del riconoscimento avverrà appunto in Norvegia, a Oslo, nel mese di maggio. Rilasciando un’intervista al quotidiano inglese Daily Telegraph, il professore ha dichiarato: “L’equazione di Fermat era una mia passione sin da quando ero piccolo e risolverla mi ha dato un enorme senso di realizzazione“. L’Ultimo Teorema di Fermat compare anche nel romanzo ‘Un uomo‘ di Oriana Fallaci, in cui il protagonista Alekos Panagulis riesce a risolvere l’enigma ma, essendo in prigione e non avendo con sè carta e penna per annotarlo, non riesce a lasciare traccia della soluzione fino a perderla definitivamente. Formulato da Pierre de Fermat nel 1637, il teorema affermò che non esistono soluzioni positive all’equazione an+bn=cn se n e’ maggiore di 2. Fino all’arrivo di Wiles, appunto. Finalmente il professore ha ottenuto il meritato riconoscimento da parte di tutto il mondo accademico, oltre al ragguardevole riconoscimento in denaro…

Che fine hanno fatto le scommesse di Tare? – Parte 2

Prosegue la nostra analisi sulle scommesse portate in maglia biancoseleste dal Ds Igli Tare in questa seconda e (si spera) ultima parte:

CISSE’ – Il francese è il grande colpo dell’estate del 2011 insieme a Miroslav Klose, tant’è che al suo arrivo a Fiumicino viene accolto da  centinaia di tifosi biancocelesti. Viene acquistato per 5,8 milioni. L’inizio della sua avventura laziale inizia nel migliore dei modi: segna due reti il 18 agosto 2011, all’esordio con la maglia biancoceleste, nella partita di andata di Europa League contro il Rabotnički, terminata 6-0 per le Aquile. Il 9 settembre 2011, prima giornata del campionato di Serie A, segna il suo primo gol italiano (insieme al compagno di reparto Klose) nella partita fuori casa contro i campioni in carica del Milan (2-2). A questa rete segue tuttavia un lungo periodo senza riuscire ad andare a segno in campionato, che si prolunga fino alla fine del 2011. Se volessimo raffigurare la sua stagione in un episodio potremmo scegliere sicuramente il clamoroso palo preso durante il derby con la Roma. Chissà come sarebbe cambiata la sua stagione se quel tiro meraviglioso fosse entrato in rete…Nei sei mesi a Roma viene spesso relegato al ruolo di esterno sinistro offensivo del 4-2-3-1 per lasciare spazio a Klose, ruolo non consono alle sue caratteristiche finalizzative. La poco felice esperienza in Italia si conclude il 31 gennaio 2012, quando torna in Premier League, firmando un contratto di due anni e mezzo con il Queens Park Rangers. Al termine della stagione totalizza 6 marcature in 8 presenze, aiutando i londinesi a salvarsi dalla retrocessione. Nella sua seconda annata a Londra si sblocca alla decima giornata contro il Reading (1-1). Gioca anche la FA Cup e la coppa di lega ma l’esperienza del QPR nelle due competizioni è breve. Nel gennaio del 2013, dopo 21 presenze e 4 reti, la squadra inglese lo cede in prestito ai qatarioti dell’Al-Gharafa. Realizza una sola rete in campionato contro l’Al-Arabi(1-1), siglando quattro reti nell’AFC Champions League, inclusa una doppietta al Sepahan (3-1). Il 28 giugno successivo, terminato il prestito, rescinde il contratto che lo legava al QPR. Il 4 luglio 2013 firma un contratto di un anno con opzione per il secondo con il Kuban‘, club russo militante in prima divisione. Il 31 dicembre 2013, dopo aver rescisso il contratto con il Kuban‘, firma un contratto con il Bastia della durata di diciotto mesi. Dopo essersi svincolato dal club corso, e aver firmato per il JS Saint-Pierroise, club del Campionato reunionista di calcio, il 19 ottobre 2015 annuncia il ritiro dal calcio giocato.

SAHA – Il francese è uno dei protagonisti del “cimitero degli elefanti” messo in atto dal direttore sportivo. Grandi nomi del passato che vengono portati a Roma in memoria del tempo che fu. Avendo concluso il contratto con il Sunderland entro le ore 19:00 del 31 gennaio, è stato possibile tesserarlo, come giocatore svincolato, da parte della società italiana della Lazio nonostante il calciomercato fosse concluso; l’ingaggio, infatti, è stato perfezionato il 6 febbraio 2013. Saha ha firmato un contratto semestrale a 500.000 euro ma non è stato possibile inserirlo nella lista UEFA data la scadenza ormai sopraggiunta. Esordisce in maglia biancoceleste e nel campionato italiano il 9 febbraio, entrando al 90′ al posto di Álvaro González nella partita Lazio-Napoli finita 1-1. Il 26 maggio 2013 vince la Coppa Italia battendo in finale la Roma per 1-0. Anche se non fu protagonista di questa partita storica, Saha ricorderà con piacere questo giorno per il bel gesto dei suoi compagni che lo invitarono ad andare a prendere con loro la medaglia nonostante non avesse giocato neanche un secondo in quella competizione. A fine stagione, scaduto il contratto, lascia la Lazio e l’8 agosto 2013, giorno del suo trentacinquesimo compleanno, annuncia il ritiro dal calcio giocato, tramite Twitter.

PEREIRINHA – Il giocatore portoghese è un’altra delle meteore portate a Roma dal Ds Tare. Viene acquistato 30 gennaio 2013 viene tesserato dalla società italiana della Lazio, che gli fa firmare un contratto triennale una volta che il calciatore portoghese si era svincolato dallo Sporting Lisbona. Il 3 febbraio seguente esordisce con la maglia biancoceleste, sostituendo Cristian Brocchi al 71′, nella sconfitta per 3-2 contro il Genoa. Il 26 maggio 2013 vince la Coppa Italia battendo in finale la Roma per 1-0. Il 20 maggio 2015 perde la finale di Coppa Italia dove la Lazio viene sopraffatta dalla Juventus per 2-1. Il 15 luglio 2015, dopo 2 stagioni e mezzo, rescinde il proprio contratto che lo legava alla società romana; il centrocampista lascia la Lazio con un totale di 27 presenze. Se n’è andato come è arrivato. Sempre in punta di piedi Bruno Pereirinha. Mai una parola fuori posto, mai un eccesso. Professionista esemplare, nonostante il poco spazio e gli infortuni che ne hanno condizionato il rendimento. Dal gennaio del 2013, ha collezionato 27 presenze in due anni e mezzo di Lazio. L’esordio da incubo alla Scala del calcio (3-0 contro il Milan) episodio sfortunato di una carriera in biancoceleste mai decollata. Dopo aver rescisso con la società italiana della Lazio, vola in Brasile per firmare con l’Atlético Paranaense. Fa il suo esordio, con la nuova maglia, il 25 luglio 2015 nella partita vinta, per 1-2, contro l’Avaí. Il 15 ottobre successivo mette a segno il suo primo gol in terra brasiliana, in occasione della partita casalinga pareggiata, per 2-2, contro il Cruzeiro; non andava in gol dal 18 dicembre 2010 quando vestiva la maglia del Vitória Guimarães.

CIANI – Il 27 agosto 2012 viene acquistato dalla Lazio firmando un contratto triennale con scadenza nel 2015. L’esordio in maglia biancazzurra arriva il 20 settembre, nella partita di Europa League contro il Tottenham, sostituendo al 93º minuto il brasiliano Hernanes, la partita finirà 0-0. Segna il suo primo gol con la maglia biancoceleste il 19 dicembre 2012 nella partita di Coppa Italia Lazio-Siena, pareggiata dalla squadra biancoceleste per 1-1 al 95′ proprio grazie alla rete del francese, con la Lazio che passerà il turno dopo i calci di rigore. Il 26 maggio 2013 vince la Coppa Italia battendo in finale la Roma per 1-0. Buon difensore, la cui arma vincente era sicuramente il fisico possente che gli permetteva di vincere molti duelli aerei, ma inevitabilmente perdeva molto sotto il profilo della velocità e infatti puntualmente la Lazio andava in difficoltà quando si trovava di fronte attaccanti rapidi e brevilinei. Non sarà stato un fenomeno ma i laziali lo ricorderanno sempre con tanto affetto, se non altro per riconoscenza visto che se non era per quel colpo di testa in Coppa Italia la Lazio non avrebbe mai fatto quella bellissima cavalcata fino al trionfo del 26 Maggio. E quel pallone sparato lontano al triplice fischio dell’Arbitro è stato un senso di liberazione in cui tutti i laziali si sono sicuramente rispecchiati. Il 3 giugno 2015, in scadenza di contratto, annuncia l’addio alla Lazio, dopo tre anni in cui ha collezionato 72 presenze totali con 2 reti segnate. Il 18 luglio 2015 firma un contratto biennale, con opzione di un anno aggiuntivo, con il club portoghese dello Sporting Lisbona; nel contratto è anche presente una clausola rescissoria pari a 45 milioni di euro. Ma dopo soli 29 giorni, il francese richiede la cessione a causa del mancato ambientamento suo e della sua famiglia. Il 18 agosto 2015, dopo aver lasciato lo Sporting Lisbona dopo sole quattro settimane di permanenza e nessuna presenza, firma un biennale con il club spagnolo dell‘Espanyol. L’esordio arriva il 12 settembre successivo nella sconfitta interna, per 0-6, contro il Real Madrid.

KAKUTA – L’ex baby fenomeno del Chelsea viene acquistato dalla Lazio al termine dell’ennesima deludente campagna di “rafforzamento”, precisamente il  31 gennaio 2014 a titolo temporaneo con diritto di riscatto fissato a 3,5 milioni di euro. Il 20 febbraio successivo fa il suo esordio con la maglia del club capitolino, subentrando a Senad Lulić al minuto 68 in occasione della sconfitta casalinga per 1-0, nei sedicesimi di finale di Europa League, contro i bulgari del Ludogorets. Il 9 marzo successivo, arriva anche l’esordio nel Campionato italiano, subentrando all’86’ a Miroslav Klose nella sconfitta casalinga per 1-0 contro l’Atalanta. Il 1º luglio 2014 la Lazio decide di non riscattare il cartellino del giocatore che torna di nuovo al Chelsea. Il 31 luglio 2014 viene acquisito, a titolo temporaneo, dal club spagnolo del Rayo Vallecano. Esordisce il 25 agosto successivo nel pareggio interno, per 0-0, contro i campioni in carica dell’Atlético Madrid. Il 14 settembre 2014 mette a segno la prima rete con la nuova maglia in occasione della sconfitta casalinga, per 2-3, contro l’Elche. Conclude la stagione con un totale di 35 presenze e 5 reti. Il 18 giugno 2015 viene acquistato dal Siviglia per una cifra vicina ai 4 milioni di euro. Attualmente gioca in Cina nell’Hebei China Fortune: come tanti altri giocatori che hanno giocato in Europa e che non hanno più nulla da chiedere alla loro carriera infatti, anche lui ha deciso di pensare esclusivamente ai soldi.

NOVARETTI – Nell’estate del 2013, Novaretti lascia il nuovo continente per giocare nel vecchio, raggiungendo un accordo quadriennale con la Lazio, sulla base di un trasferimento gratuito per scadenza del precedente contratto. Esordisce in serie A e con la maglia bianco-celeste da titolare il 25 agosto 2013 nella partita Lazio-Udinese (2-1). Il centrale argentino si dimostra fin da subito un pesce fuor d’acqua nel campionato italiano, mostrando spesso e volentieri lacune difensive che in Serie A non puoi assolutamente permetterti. Mentre il 19 settembre 2013 fa il suo esordio in campo internazionale, in occasione della vittoria casalinga per 1-0, di Europa League, contro il Legia Varsavia. Il centrale argentino si dimostra fin da subito un pesce fuor d’acqua nel campionato italiano, mostrando spesso e volentieri lacune difensive che in Serie A non puoi assolutamente permetterti. Così a fine stagione rescinde il proprio contratto con la società biancoceleste concludendo l’esperienza italiana totalizzando 24 presenze. Il 26 giugno, torna nel campionato che nella sua carriera gli ha dato le maggiori soddisfazioni, quello messicano. Il club del León, ufficializza l’ingaggio del difensore argentino. Esordisce il 29 luglio successivo in occasione della partita di Coppa del Messico vinta, per 1-2, contro il San Luis. Il 26 agosto 2015, sempre in Coppa del Messico, mette a segno la sua prima marcatura nella vittoria, per 2-1, contro il Correcaminos UAT. Il 5 novembre successivo, seppur giocando per soli 9 minuti prima di essere sostituito per infortunio, perde la finale di Copa MX poiché la sua squadra viene battuta, per 0-1, dal Chivas de Guadalajara.

HELDER POSTIGA – Altro grande nome venuto a occupare un posto nell’allettante “Cimitero degli Elefanti” biancoceleste creato dalla dirigenza biancoceleste durante le ormai inutili sessioni invernali. Il portoghese, l’8 agosto 2013 viene acquistato dal Valencia, a cui serve una nuova punta dopo la partenza di Roberto Soldado. Nel Valencia rimane fino a gennaio, quando viene ceduto in prestito con diritto di riscatto al club italiano della Lazio. Lascia il club spagnolo dopo 23 presenze e 4 gol. Il 30 gennaio 2014 si trasferisce in prestito alla Lazio, non potendo esordire subito con la società italiana a causa di una contrattura al polpaccio subita il giorno successivo. Dopo circa due mesi passati in infermeria, il 26 marzo 2014 fa il suo esordio in Serie A, in occasione della sconfitta per 2-0 contro il Genoa. Il 1º luglio successivo la Lazio decide di non riscattare il cartellino del giocatore, concludendo così l’esperienza in Italia con appena 5 presenze.

Fine della seconda puntata di questa lunga analisi sulle meteore che hanno vestito la maglia biancoceleste. La sensazione è che purtroppo non si dovrà attendere molto per le 3° puntata, il Ds Tare sta preparando già nuovi sostituti: Perea, Djordjevic, Mauricio, Bisevac, Braafheid, ecc…

POLISPORTIVA – Giorgio Regni, l’allenatore più vincente nel settore Juniores del Calcio a 5 femminile

Con gli scudetti vinti negli ultimi due anni alla guida della Lazio femminile, Giorgio Regni, ora allenatore della SS Lazio calcio a 5, è il tecnico più vincente nel settore Juniores di calcio a 5 femminile. Un ambiente spesso sottovalutato ma al centro di una svolta epocale: la costituzione di una Nazionale Under 17, fortemente voluta dalla UEFA, che il prossimo giugno potrebbe svolgere un quadrangolare a Oliveira de Azemeis (Portogallo). “Se la voce venisse confermata – ha dichiarato Regnisarebbe una grandissima notizia che stimolerà tantissime ragazze ad entrare nel mondo del futsal. Ma, alla base della crescita di questa disciplina, ci deve essere la volontà da parte delle società di Serie A d’elite di investire nei settori giovanili”. Sono infatti ancora pochissime le giovani realtà di questo sport. Le uniche regioni ad aver disputato un campionato regolare, iniziato ad ottobre, sono Lazio e Umbria (per un totale di 9 squadre e 16 vittorie consecutive), per il resto del paese la situazione è in notevole ritardo. Basta pensare che alle fasi nazionali di Montecatini Terme (dal 21 al 23 maggio 2016) potrebbero partecipare – oltre alle due regioni citate – soltanto Abruzzo, Campania, Marche e Piemonte. Forse in extremis entrerà anche la Puglia, mentre spicca l’assenza del Veneto che pur vanta un ottimo bacino di giovani talenti locali. Però per accedere al torneo toscano le aquilotte tricolori devono ancora superare lo scoglio della finale regionale in programma per il 17 aprile contro la vincente tra FB5 e Lazio femminile. Nel frattempo però la notizia di una possibile selezione azzurra ha acceso l’entusiasmo delle calcettiste: “Sono molto emozionate, è un grande stimolo perchè iniziano a credere che il futuro del quale parliamo esista davvero. Erano stanche delle chiacchiere ma a quanto pare finalmente arrivano i fatti”. Ed ecco allora che potrebbero aprirsi nuovi sbocchi per atlete come Grieco e Barca che hanno già calcato il palcoscenico Nazionale con la convocazione nella S.S. Lazio di Chilelli: “Loro hanno già vissuto questa esperienza, ma altre tante ragazze interessanti devono soltanto essere notate. Anche la Vis Lanciano, ad esempio, ha una bella fucina di promesse, ma ci sono giocatrici da tenere d’occhio anche nei campionati regionali di categorie minori. Praticamente c’è tanto su cui lavorare, ma chi avrà il compito di allenare la selezione minore dovrà tenere conto del fatto che tante non conoscono ancora l’agonismo delle competizioni ufficiali”.

Roma: torna una grande iniziativa per gli amanti del cinema…

Bella notizia per tutti gli amanti dei film, infatti grazie alla Direzione generale del Cinama (Mibact) torna a Roma il Cinema Days 2016. Dall’11 al 14 aprile tutti i cittadini avranno la possibilità di gustarsi i film, in programma nelle sale che aderiscono all’evento, allo scontatissimo prezzo di 3 euro mentre per le pellicole in 3d il costo sarà di 5 euro. Un’offerta irrinunciabile, saranno 4 giorni in cui si avrà l’occasione di ammirare i migliori film a prezzi quanto mai vantaggiosi. Grazie all’hashtag #cinemadays su Twitter sarete informati sulle ultime notizie riguardanti questo evento. Di seguito la lista dei cinema presenti a Roma che aderiranno a tale iniziativa.

ADMIRAL

ADRIANO

ALHAMBRA

AMBASSADE

ANDROMEDA

ANTARES

ATLANTIC

BARBERINI

BROADWAY

CINEMA DEI PICCOLI

DORIA

EDEN MULTISALA

EURCINE

EUROPA

FIAMMA

GALAXY

GIULIO CESARE

INTRASTEVERE

KING

LUX

MAESTOSO

MIGNON

NUOVO OLIMPIA

NUOVO SACHER

ODEON

QUATTRO FONTANE

REALE

ROXY MULTISALA

ROYAL

SAVOY

STARDUST VILLAGE

THE SPACE – ROMA CENTRO

THE SPACE – ROMA MAGLIANA

TIBUR

TRIANON

UCI-CINEMAS LUNGHEZZA

UCI-CINEMAS MARCONI

UCI-CINEMAS PORTA DI ROMA“

Candreva lo sa, il salto di qualità con Lotito non si fa…

Se due indizi fanno un sospetto, tre indizi fanno una prova. Quello che si sta vivendo con Antonio Candreva, per i tifosi della Lazio è un film già visto non una, ma più volte. Sembra di rivivere gli ultimi giorni a Roma di: Lichtsteiner, Kolarov ed Hernanes. Tutti, al loro arrivo, dichiararono di voler fare bene, crescere insieme a questa squadra, vestire questi colori per tanti anni e magari vincere qualcosa a Roma.

Questi calciatori negli anni si sono visti negare una storia a lieto fine dall’attuale Società Sportiva Lazio, o più semplicemente dalla gestione del presidente Claudio Lotito. Nel mondo del calcio si sa, per un presidente non è semplice far crescere il proprio club e portarlo alla vittoria di trofei, ma certo il modus operandi di questa Lazio, si è capito non è quello che porterà a vincere. Il problema è che costantemente ogni 3 o 4 anni i giocatori che arrivano alla Lazio se ne rendono conto e chiedono di cambiare aria, come biasimarli. Il fatto che siano stati gli stessi calciatori a chiedere la cessione per vincere lontano da Roma, questo non mette a riparo da critiche la società che si cela dietro un dito e allarga le braccia dichiarando di non poter trattenere i giocatori che chiedono d’andar via, e no cari Lotito e Tare, non è affatto così perché se un calciatore chiede espressamente di essere ceduto per andare a vincere in altri lidi, la colpa è di chi non ha saputo mettere in piedi un progetto, di chi non ha mostrato di avere ambizione, trasmettendo allo stesso tempo rassegnazione a giocatori e tifosi. Questo è quello che è accaduto con Lichtsteiner che cambiando maglia è riuscito a vincere, lo stesso dicasi per Kolarov ed il meno vincente Hernanes è comunque in procinto di vincere il suo primo scudetto italiano.

Sulla stessa strada sta camminando Antonio Candreva che nel tragitto si è puntualmente ritrovato al famoso bivio, dove il calciatore dovrà scegliere se restare in una società in cui regna da dodici anni la mediocrità e dove una coppa Italia è considerato il punto più alto della gestione, oppure scegliere la seconda via che lo porta in una squadra come ad esempio l’Inter che seppur non abbia vinto in questi ultimi anni sta mostrando sicuramente quello che vuol vedere un calciatore e cioè la voglia di crescere e vincere, o ancor meglio per lui questo bivio potrebbe portarlo alla Juventus, società agli antipodi di quella biancoceleste, una società che ha nel proprio DNA la voglia di vincere sempre e continua a trionfare da anni. Per Candreva, come per altri sarà quasi scontata la decisione, che forse ha già preso, ma la decisione di perderlo la prese ancor prima la società quando dopo un’annata fantastica per la Lazio e per lo stesso centrocampista romano decise di non dare seguito a tutto ciò, demoralizzando giocatori e ambiente. Candreva non può essere colpevolizzato per questo, Candreva si è visto troppe volte, questa stagione, additato come male della squadra o come spacca-spogliatoio, è stato relegato in panchina a volte ingiustamente, certo tra partite giocate con sufficienza e polemiche sterili di sbagli ne ha fatti, ma crediamo che, dati alla mano, il goleador attuale della Lazio non possa sedere in panchina, soprattutto per far posto ad un Felipe Anderson che in 3 anni di Lazio ha preso per mano la squadra in non più di 10 partite, e che adesso è tornato ad essere quello che tutti hanno visto nei primi due anni, o meglio che non hanno visto. Candreva il 24 settembre 2014 rinnovò con la Lazio sino al 2019, dichiarando di voler diventare un giocatore importante per questa squadra e Antonio solo 4 mesi prima del rinnovo, grazie ad una doppietta, era riuscito a realizzare in una stagione la bellezza di 11 reti, che nella storia della Lazio è un record assoluto per un centrocampista, record condiviso con Nedved ed Hernanes, le storie del numero 87 e quella del brasiliano si somigliano sempre più e sembra che un giocattolo più diventi grande e più ha la possibilità di rompersi tra le mani di Lotito e che questo accada appositamente o meno, il risultato è sempre lo stesso.

Candreva sappiamo quanto tenesse a far bene con questa maglia e lo ha sempre dimostrato, aveva chiesto invano la fascia di capitano questa estate ma a quanto pare dopo 4 anni, secondo qualcuno all’interno dello spogliatoio, non era ancora giunto il suo momento e questo ha fatto adirare non poco Candreva che in mancanza del neo capitano Biglia, ha visto indossare la fascia a Klose, ma nelle occasioni in cui sia l’argentino che il tedesco hanno dato forfait la fascia era stretta sul braccio di Stefan Radu e quando dal campo si è assentato anche il romeno e tra loro l’unico in campo era Candreva – come in quell’Udinese-Lazio del 31 gennaio 2016 – l’esterno di Tor de’ Cenci si è visto scavalcare nelle gerarchie da Abdoulay Konko, che con tutto il rispetto è lo stesso calciatore che solo pochi mesi prima era l’indiziato numero uno a lasciare il quartier generale di Formello. Scelta del tecnico? Decisione dello spogliatoio? O magari non sappiamo se Candreva, dopo tali accadimenti, da quel giorno ha deciso di non vedersi più affibbiato il ruolo che aveva tanto desiderato in estate. La verità forse non la sapremo mai, ma quel che è certo, è che ancora una volta la Società Sportiva Lazio non ha saputo gestire un suo patrimonio come già capitato in passato e se Candreva davanti al famoso bivio ha già deciso di seguire la strada percorsa dai suoi colleghi non può essere condannato per questo. Lichsteiner, Kolarov, Hernanes: tre indizi fanno una prova, ma la Lazio vuole andare oltre, offrendo per l’ennesima volta il salto di qualità, ad altre società…

Alessio Allegrucci

Tommaso Paradiso si racconta a So Foot: “Felipe Anderson? Non ha il coraggio di vivere”

Tra le nuove leve della musica italiana, quella dei Thegiornalisti è sicuramente una delle voci più autorevoli. Il progetto creativo della band si posa sulle spalle di Tommaso Paradiso, che oltre ad essere un cantautore di talento è anche un grande tifoso laziale. In molti hanno potuto seguirlo come inviato di “Quelli che il Calcio” per i colori biancocelesti. Tommaso ha rilasciato un’interessante intervista al mensile sportivo francese “So Foot” in cui parla a trecentosessanta gradi della sua lazialità, e di cui vi proponiamo alcuni estratti:

C’è un sacco di calcio nelle tue canzoni. Nell’ultimo album, su 11 canzoni in 5 compare il pallone, a un certo punto.

Il calcio è per me una liturgia. Quando arriva il fine settimana, mi tolgo le scarpe, mi metto sul divano di casa. E guardo ogni partita. Assolutamente ogni partita. Sono un fan del pallone. Quando la mia squadra perde, sto male. Tra calcio, “Fantacalcio” e Lazio, è una vera ossessione. Mi fa sentire bene. Quando i miei amici mi propongono il venerdì: “Passiamo tutto il fine settimana a guardare le partite” per me è una grande gioia.

Sul divano invece che allo stadio?

Sono stato un abbonato in Tribuna Tevere all’Olimpico fino al 2011. Poi ho iniziato ad andare in tour con l’uscita del disco, e non ho potuto andare allo stadio come prima. Allora ho comprato un iPad e ogni volta che facciamo un concerto e Lazio o Roma stavano giocando – perché nel gruppo ci sono due tifosi della Roma – le seguiamo.

Perché la Lazio?

Perché mio zio mi ha portato allo stadio quando ero piccolo, con mio cugino, ed erano della Lazio. Non sono mai stato un tifoso da Curva. Io sono un tifoso sentimentale. Sono appassionato. Tuttavia, ho scritto per la fanzine degli ultras della Curva Nord, “La voce della Nord”. Affrontavo il tema principale della giornata. A volte me la prendevo con i giornalisti nel Nord Italia. Ero polemico. Scrivevo di un po’ di tutto, ma mai di aspetti tecnici o tattici.

La storia del Lazio è romantica, ci sono molti morti, grandi vittorie, grandi sconfitte.

Cerco di vivere la Lazio nel modo più moderno possibile. Il tifoso della Lazio è sempre molto nostalgico, e tende sempre a privilegiare i ricordi. Chinaglia, lo scudetto nel 1974, Re Cecconi, lo scandalo delle scommesse nel 1980: io invece voglio vedere la squadra vincere oggi. Purtroppo, con il presidente Lotito è un dramma. E’ desolante vivere la squadra così come la si vive oggi. Perché questo presidente ha distrutto i tifosi, ha portato uno spirito negativo in ogni parte del club.

Anche l’inno della Lazio ricorda il passato e il 1974, parlando del Maestro, l’allora allenatore, Tommaso Maestrelli.

Non ho vissuto quel momento, ma tutti coloro che c’erano ne parlano ancora, ancora e ancora. Sulla radio romane, quelli che parlano di Lazio, i padroni di casa sono ancora igiocatori della Lazio del 1974, come il Capitano Pino Wilson.

Chi è il tuo punto di riferimento oggi?

E’ difficile rispondere, perché non abbiamo alcun riferimento, non vi è alcun capitano: è un momento triste. Siamo molto depressi, per ora. Guardiamo le partite senza emozione. Niente. Nulla sembra rimanere del mondo del Lazio così come abbiamo imparato ad amarlo. Tranne, forse, le radio. E dico sul serio. Uomini come Guido De Angelis. Ci è rimasto questo.

Qual è la differenza tra il Romanista e il Laziale?

C’è solo una grande differenza. Il Romanista ama autocompiacersi, si sopravvaluta. Il Laziale si affonda da solo. Noi siamo più piagnucolosi, ci lamentiamo di più. I Romanisti sono più “fregnoni”, come si usa dire: più noi ci buttiamo giù, più loro si infiammano. Ogni anno, i Romanisti dicono : “Vinceremo lo scudetto”. Ogni anno, lo ripetono e non vincono mai. Il Laziale, anche se dovesse arrivare Cristiano Ronaldo, direbbe: “E’ a fine carriera, non si adatterà mai…”

C’è anche una grande attenzione alla moda: gli ultras della Lazio sono vengono invitati a vestirsi in un certo modo in Curva, e di non presentarsi coi pantaloni della tuta…

Sì, come gli Arcade Fire che chiedono al loro pubblico di andare ai loro concerti vestiti eleganti. Questo è un modo per distinguersi dal Romanista tipico, che gira in tuta sportiva. Il Laziale cercare di essere un po’ più borghese. Paradossalmente. Perché si pensa che il Laziale proviene da fuori Roma, ma è sbagliato. La Lazio è il club del centro di Roma, fondato a Piazza della Libertà.

Come Laziale, qual è il tuo parere su Totti?

Lo trovo molto simpatico. Mi fa morire. Sinceramente. È un vero e proprio fenomeno. Il più grande giocatore italiano degli ultimi dieci anni, se non di più. L’unica cosa che non sopporto di lui è che, nonostante la sua posizione di grande campione, continua a fare uscite sulla Lazio. Ci si può ridere su, senza problemi, ma non lo fa mai a caso. Odia veramente Lazio e certe volte non aveva bisogno di dimostrarlo come poi ha fatto. Ma io lo preferisco a molti altri giocatori. E’ spontaneo.

Al momento c’è qualcuno nella Lazio che ti irrita?

Felipe Anderson. Si tratta di un bluff. Un bluff totale. Non ha il coraggio di vivere. Evita la palla.

Fabio Belli