La gestione Lotito, tra tanti aspetti negativi, ha portato anche qualche fattore di positività: è il caso, ad esempio, della presenza di diversi giocatori che fanno parte, come titolari o come riserve, dello scacchiere delle proprie Nazionali. Ben 14 (incluso il fuorirosa Gonzalez con l’Uruguay), che potrebbero arrivare almeno a 17 durante l’anno (o a 18 in caso di convocazione di Djordjevic), quando anche Basta, de Vrij e Bastos, al momento fuori dal giro, rientreranno con Serbia, Olanda e Angola. Un numero altissimo, mai raggiunto durante questi 12 anni di era Lotito. E che addirittura, fino al gong del mercato, ovvero fino a prima Berisha (Albania) e Oikonomidis (Australia) fossero ceduti rispettivamente ad Atalanta e Aahrus, arrivava a toccare quota 16, con i vari Marchetti, Vargic, Strakosha, Hoedt, Lukaku, Biglia, Parolo, Cataldi, Milinkovic, Lulic, Immobile, Kishna e Keita. Tanti, forse troppi per Simone Inzaghi, che in questi giorni si trova ad allenare più una squadra di futsal che una di calcio.
Il tecnico avrebbe forse preferito perdere ‘solo’ 12 giocatori, numero massimo di convocazioni raggiunto finora dalla Lazio. Ma, se da una parte al piacentino non potrà certo piacere lavorare a singhiozzo, dall’altra Lotito e Tare gongolano. Perché, ironia del destino, le quotazioni della rosa biancoceleste – che si è arricchita di 7 nuovi nazionali – sono cresciute a livelli esponenziali negli ultimi due mercati, ovvero proprio bocciati quasi in toto dai tifosi.

La carriera si interrompe bruscamente perchè coinvolto nella vicenda giudiziaria legata alla corruzione nel mondo dello spettacolo, nata dalle esternazioni di Raffaella Zardo. Sabani viene scagionato e anche risarcito per i 13 giorni di detenzione trascorsi agli arresti domiciliari. Torna in tv nel 1999 su Rete 4. Poi dal 2000 è su Canale 5 con “La sai l’ultima”. Nel 2002-2003 torna alla Rai per condurre “I fatti vostri”. Gigi Sabani si spegne improvvisamente a Roma il 4 settembre 2007 a causa di un infarto.
In seguito lavorò al fianco di grandi registi, come Ivo Chiesa, Giorgio Strehler e Luchino Visconti. Raggiunse l’apice della sua interpretazione drammatica con “Madre Coraggio” di Brecht nel 1970. Intanto si era affermata anche in tv come interprete di sceneggiati di grande successo. Gli ultimi anni li dedicò completamente al teatro. Dell’ultimo periodo sono da ricordare: “La brocca rotta” (1983), “Buonanotte mamma” (1984) e “Bussando alla porta accanto” (1986), spettacolo con il quale l’attrice diede l’addio alle scene perché colta da un improvviso attacco cardiaco che le impedì di riprendere a lavorare. Si spense il 24 febbraio del 1991.