Uno degli acquisti più onerosi del mercato estivo biancoceleste, il difensore brasiliano Wallace, è stato presentato insieme a Bastos, Luis Alberto e Leitner questa mattina a Formello.
A prendere la parola per presentare i due calciatori è il Direttore Sportivo Igli Tare: “Siamo qui per presentare, anche se con un po’ di ritardo, i nuovi acquisti di questa stagione, in primis Wallace e Bastos. Parto dal brasiliano, è un giocatore che seguivo dallo scorso anno con il Monaco. E’ giovane e di grande prospettiva. Ha caratteristiche che possono essere molto utili alla nostra squadra, sono sicuro possa crescere molto nel calcio italiano. Sono felice di averlo con noi, ho avuto modo di vederlo lavorare con il gruppo e sono certo che alla lunga farà molto bene con la nostra squadra. Anche Bastos lo seguiamo dalla scorsa stagione, protagonista di una grande stagione con il Rostov. Potevamo prenderlo molto prima, ma con la vicenda Bielsa abbiamo dovuto ritardarne l’acquisto. Siamo comunque felici di aver concluso questa trattativa e di averlo con noi. Le sue caratteristiche sono molto diverse dagli altri difensori presenti in rosa, è per questo che ho voluto fortemente portarlo alla Lazio. Può aiutare la squadra a giocare anche con un modulo diverso come la difesa a 3. Auguro a entrambi il meglio e che aiutino la Lazio ad arrivare più in alto possibile“.
Inizia poi la presentazione di Wallace.
Come ti sei ambientato?
“Sono molto felice di giocare in una grande squadra come la Lazio. Ringrazio il direttore per le belle parole spese per me. Sto lavorando tanto e mi farò trovare pronto quando verrò chiamato in causa“.
Cosa hai imparato in Francia? Ti ispiri a qualche difensore brasiliano?
“Il calcio italiano è molto competitivo, pieno di passione tattica. Come giocatore mi ispiro a Thiago Silva, grande giocatore che ha fatto molto bene con il Milan“.
Hai scelto la maglia numero 13, la maglia che era di Nesta, avere questa maglia cosa significa?
“Ho sempre giocato con la maglia numero 13, sia nel Monaco che nel Braga e anche nel Cruzeiro. Quando sono arrivato ho chiesto subito questa maglia, consapevole della responsabilità che ha. Nesta ha fatto grandi cose qui e per me è un onore portare la sua maglia, per questo sto dando il massimo in allenamento”.
Il rapporto con Inzaghi? Che gruppo hai trovato?
“Ho trovato un gruppo molto buono, lavoriamo tutti con molta voglia, si vede anche negli sguardi di ognuno. Il tecnico mi ha chiesto di lavorare, mi ha motivato”.
Qual è il tuo punto di forza? E il tuo punto debole?
“Devo migliorare molte cose, nel calcio c’è sempre da imparare. Come punto di forza sono un giocatore molto agguerrito e mi piace giocare la palla. Amo fare i duelli e vincerli“.

ntro il Milan. Una frattura spiroide scomposta del malleolo peroneale destro lo costringe all’intervento chirurgico e ai box fino al 4 maggio. Il finale di stagione è il suo sliding doors: in pochi secondi ha acquisito e perduto il titolo di eroe dei tifosi biancocelesti. Il suo bolide nella finale di Coppa Italia si spegne sul doppio palo della porta di Storari e la Juventus, alla fine, fa suo il trofeo grazie alla zampata di Matri. Pazienza, nel calcio si vince e si perde, ma un pensiero fisso echeggiava nel popolo biancoceleste (euforico per la qualificazione ai preliminari di Champions League): Filip è tornato, la Lazio deve ripartire da lui.
Il fascino irresistibile e quell’aria un po’ intellettualoide e così “British” che si porta addosso come un marchio sono il suo marchio di fabbrica. Tutto bene, se non che qualche anno fa, è stato protagonista di uno scivolone clamoroso che ha rischiato di compromettergli la carriera quando venne trovato dalla polizia in automobile con una prostituta di colore e finì dentro con l’accusa di atti osceni in luogo pubblico. Difficile capire come avesse fatto a finire con una donna di strada quando era fidanzato con la splendida Elizabeth Hurley. Domanda che si sarà posta anche la bella Liz se è vero che pensò di lasciarlo. E dire che qualche mese prima i due parlavano di matrimonio. La coppietta non romperà mai del tutto anzi insieme danno vita alla “Simian Films”, società di produzione che ha prodotto pellicole come “Extreme Measures” e “Mickey Occhi Blu”.
Hugh, complice l’episodio della prostituta, si scrolla di dosso quella patina da bravo ragazzo. Il risultato è che Roman Polansky lo chiama per il morboso “Luna di Fiele” mentre Hollywood lo chiama per la brillante commedia “Quattro matrimoni e un funerale”. Dopo un periodo di appannamento il suo rilancio arriva grazie all’ennesima commedia “Notting Hill” del 1999. Dopo “Il diario di Bridget Jones” del 2001, Hugh Grant è stato impegnato sui set di film come “About a Boy” e “Two weeks Notice – Due settimane per innamorarsi” nel 2002, “Love actually – L’amore davvero” del 2003, “Che pasticcio Bridget Jones” del 2004, “Scrivimi una canzone” del 2007, “Che fine hanno fatto i Morgan?” del 2009, “Professore… per forza” del 2014 e “Florence Forest Jenkins” del 2016.
