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Cataldi, da Boston Chinaglia Jr. replica così alla dedica al padre

Danilo Cataldi e la Lazio, un amore che durerà a lungo. Il giocatore al suo primo goal in Serie A e nel giorno del compleanno di Giorgio Chinaglia dedica la marcatura al bomber numero 9: “Lo dedico al 69° compleanno di Chinaglia” aveva detto, disegnando un grande sorriso nel cuore dei tifosi, ed uno in particolare, un po’ più speciale di tutti da Boston, dove si trovava non ha esitato a replicare amorevolmente.

Stiamo parlando, ovviamente di Giorgio Chinaglia Jr. che alle parole di stima ed affetto nei confronti del padre ha replicato: “La dedica di Danilo mi ha emozionato, avrà un grande futuro. Sono sicuro che papà stesse guardando la Lazio dal cielo”. Queste le dichiarazioni riportate dalle rassegna stampa di Radiosei.

RASSEGNA STAMPA – Lazio, si avvicina Cabral

Un segnale dalla Spagna: Gustavo Cabral è più vicino alla Lazio. E’ in scadenza di contratto, vicino all’addio. Il Celta Vigo ha preso atto della volontà dell’argentino di non rinnovare. Sabato sera, durante la partita con il Rayo Vallecano, era in panchina. Un’indicazione chiara, anche perché in precedenza, nelle partite di Coppa del Re, Cabral era sceso in campo con la fascia di capitano. Il suo nome è stato accostato alla Lazio. Ha 30 anni, è un difensore centrale mancino, può essere impiegato anche da terzino sinistro, lo aveva lanciato Simeone ai tempi del River Plate. Il suo contratto scade a giugno, da qui al primo febbraio potrebbe lasciare Vigo. Da Formello non trapelano indicazioni se non che la Lazio prenderà un secondo difensore centrale, dopo l’acquisto di Bisevac, solo nel caso in cui ne uscisse un altro. Il Verona e il Bologna si erano informati per Gentiletti. L’argentino preferisce restare alla Lazio e sino a giugno non ha intenzione di prendere in considerazione l’idea di un trasferimento: l’Estudiantes e il San Lorenzo de Almagro (sua ex squadra) sarebbero pronti a prenderlo. Per Mauricio potrebbero arrivare offerte da Amburgo, Schalke 04 e Stoccarda. Una buona proposta farebbe vacillare la Lazio. Si vedrà. Il messicano Reyes, 23 anni, in prestito alla Real Sociedad, sembra l’alternativa principale a Gustavo Cabral.

Fonte : Il Corriere dello Sport

RASSEGNA STAMPA – Lazio ‘pazza’, tra imprese e beffe: ma l’Europa non è più lontana

La vittoria in rimonta sul Chievo l’ha confermato: quella di Pioli è sempre più una “Pazza Lazio”. Visto il gemellaggio storico tra le tifoserie che va avanti ormai da anni, la squadra biancoceleste potrebbe tranquillamente prendere in prestito l’inno dagli amici interisti.

STRISCIA POSITIVA TRA IMPRESE E BEFFE – Già, perché nonostante la continuità di rendimento in campionato che va avanti ormai da sei giornate consecutive (3 vittorie e 3 pareggi, per un totale di 12 punti), l’andamento della Lazio non a niente a che vedere con la razionalità. La squadra di Pioli è folle: riesce in imprese stile Fiorentina al Franchi o Inter al Meazza, ma allo stesso tempo chiude senza un tiro in porta la gara casalinga con il Carpi, o magari (sempre all’Olimpico) si fa riprendere al 93’ dalla Sampdoria, che prima di quel pareggio era reduce da 4 sconfitte consecutive. Non c’è una logica, insomma. E si è notato anche nelle ultime due partite di campionato, prima a Bologna e poi in casa con il Chievo. Il copione è il medesimo: la Lazio subisce gol nei primi 5 minuti (Giaccherini al 2’ al Dall’Ara, Cesar al 5’ ieri), chiude il primo tempo in svantaggio (addirittura doppio contro i rossoblù) e poi si risveglia nella ripresa, grazie anche all’espulsione di un giocatore avversario. In Emilia la rimonta si è fermata al pareggio, contro il Chievo invece è arrivata la vittoria rotonda per 4-1.

Fonte : La Repubblica

RASSEGNA STAMPA – Cataldi studia da Biglia

Ha studiato Biglia, l’ha guardato con attenzione, ha rubato con gli occhi ogni minimo movimento. È chiaro, la strada è ancora lunga, ma Danilo Cataldi ha imboccato quella giusta. Ha impiegato qualche mese, inizialmente ha sofferto, ha ricevuto critiche, ha lavorato in silenzio e si è rialzato da solo.

Fonte : Il Tempo

Buffon annuncia: “Smetto dopo i Mondiali del 2018”. Poi su De Rossi…

Gigi Buffon, premiato al Teatro dal Verme di Milano con il premio Gianni Brera 2015, ha svelato i propri piani per il futuro. “Rinnovo? Se riuscirò a spingere fino al Mondiale del 2018, andrò avanti. Poi calerà la saracinesca”. Per il rinnovo, quindi, decide il portiere, come spiega Marotta: “Buffon è arbitro del suo destino, potrà restare alla Juve fino a quando vorrà“.
Buffon ha poi parlato del caso De Rossi-MandzukicDaniele chieda scusa. Ogni tanto in campo noi giocatori commettiamo degli errori – ha continuato -. Ogni domenica esce qualcosa dalla bocca di qualcuno e, quando hai la telecamera addosso che ti coglie in flagrante e in fallo, è chiaro che devi chiedere scusa“.
Resta il tempo per un punto sulla lotta per il titolo: “Lo scudetto non è una sfida a due. Quest’anno ci sono stati parecchi colpi di scena. Juve e Napoli sono in vetta meritatamente ma dire che sarà una sfida a due mi sembra eccessivo“. E ancora: “Stiamo vivendo un momento eccezionale perché undici vittorie consecutive non le fai se non sei al massimo della forma psicofisica, però come in tutte le cose bisogna stare molto attenti perché anche i record e le strisce di vittorie sono destinate prima o poi a finire, per cui dobbiamo cercare di allungare il più possibile questa striscia e mettere del fieno in cascina per i periodi più bui“.

Fonte: SportMediaset

Klose e quella rete che non si gonfia più

Zero. Un numero, ma anche una parola con tanti significati. Leggere però quella cifra o o quelle quattro lettere accanto alla voce reti di un certo Miroslav Klose fa un certo effetto. La leggenda, l’uomo dei record, il capocannoniere dei campionati del mondo non riesce più a gonfiare la rete. E’ colpa degli anni che passano e che, prima o poi, si fanno sentire per tutti. Ma va anche detto che il tedesco è stato per l’ennesima volta vittima di infortuni e problemi fisici. Anche questo è, senza alcun dubbio, legato all’età. L’integrità fisica non può più essere quella di una volta.

Era il 18 agosto. Era Lazio-Bayer-Leverkusen e i biancocelesti si giocavano la Champions League. Il tedesco era in campo e nel primo tempo colpì anche un palo. Ma poi, all’intervallo, fu costretto a lasciare il campo. Con il senno di poi, quello era il segnale, oltre che di come sarebbe poi andata a finire quella doppia sfida, anche di quale sarebbe stata la stagione dell’attaccante teutonico. E’ stato come dover ripartire da zero e fare una sorta di richiamo alla preparazione, Ed ecco che la condizione non è perfetta. Anche se è stato lo stesso Klose a dire, dopo Lazio-Juventus della settimana scorsa “Ora mi sento in forma”. Chissà se è il preludio al gol, che finalmente arriverà.

Ma forse non è solo una questione di fisico. C’è un futuro da scrivere e da scoprire. La tentazione di appendere le scarpette al chiodo è sempre più forte. Un ruolo di primo piano nella federazione tedesca lo attende. E chissà che questo non stia intaccando la sua fame e i suoi istmoli. Ma di certo non suta intaccando l’immagine di un campione e di un uomo a cui tutti dovrebbero ispirarsi. Comunque i tifosi laziali dovranno sempre essere orgogliosi di poter dire “Ho visto Miroslav Klose giocare con la maglia della mia squadra del cuore”.

Il procuratore federale Palazzi ha deciso: niente prova tv per De Rossi

AGGIORNAMENTO 22:45 – La procura federale della Figc non ha inviato al giudice sportivo la segnalazione delle immagini del labiale dell’insulto del romanista Daniele De Rossi allo juventino Mandzukic (“zingaro di m….“). La decisione di Stefano Palazzi e’ motivata dal fatto che l’episodio non rientra nella casistica di competenza della procura (atti violenti che contribuiscano a modificare risultato campo o bestemmie) ma dell’arbitro.

Fonte: Ansa

Nella settimana in cui non si è parlato di altro se non della lite Sarri Mancini, ecco un altro episodio antipatico avvenuto durante Juventus Roma, posticipo serale che ha chiuso la ventunesima giornata di serie A. Le telecamere hanno pizzicato il centrocampista della Roma De Rossi rivolgere epiteti razzisti all’attaccante della Juventus Mandzukic. Il capitano giallorosso si è portato l’indice alle labbra e poi ha detto “Stai muto zingaro di m***”. Il tecnico giallorosso Luciano Spalletti ha difeso a spada tratta il suo capitano: Lo juventino ha preso per il culo tutti per dieci minuti e nessuno gli ha detto niente, De Rossi ha risposto al suo avversario. Gli insegnerò a mettere la mano davanti alla bocca quando parla”.

Scusa se mi chiamo Etrit Berisha…

Ligabue cantava le difficoltà del vivere “una vita da mediano”…ma nessuno si preoccupa di quanto sia altrettanto dura la vita del portiere di riserva. Già fare il secondo portiere non è facile: hai poche occasioni per giocare (perchè giustamente c’è il titolare che è più bravo di te) e in quelle poche occasioni che ti vengono concesse non puoi permetterti errori o giornate storte, nessuna pazienza con te è tollerata (nonostante si sia consapevoli che quello del portiere è un ruolo dove la completa maturazione si raggiunge più tardi e hai bisogno di cotinuità per poter crescere). In poche parole ci vogliono spalle larghe per riuscire a sopportare tale pressione e il rischio che con un niente tu venga etichettato come “scarso” e (come insegna Pirandello) togliersi un etichetta di dosso è una delle cose più difficili di questo mondo. Insomma già il portiere di calcio è uno dei ruoli più difficili che esistano, fare il secondo non deve essere una passeggiata, sopratutto in casa Lazio: ne sanno qualcosa i vari Sereni, Bizzarri…e ora Etrit Berisha.

L’ARRIVO – L’ex Kalmar giunto alla Lazio nella stagione 2013/2014 con la speranza di essere più di un vice-Marchetti ha sempre fatto fatica a ritagliarsi un ruolo da protagonista sia per motivi calcistici (togliere il posto a uno dei più forti portieri italiani come Marchetti è una vera e propria impresa) che non…Dal suo arrivo alla Lazio Berisha non ha giocato moltissimo e ha accettato con professionalità il ruolo di vice, del resto se chi gli stava davanti parava pure l’impossibile non hai molte speranze di emergere. Solo quando Marchetti ha dovuto fare i conti con un periodo No Etrit è riuscito a ritagliarsi qualche spazio e a sovvertire le gerarchie. Da quel momento è iniziata una nuova vita per il portiere albanese? Assolutamente No. Complice qualche svarione di troppo, Etrit non è riuscito ad entrare nel cuore dei tifosi, anzi era (ed è ancora oggi) inondato di pensanti critiche. Il paradosso è che tutto ciò aveva portato i tifosi a rimpiangere l’ex Bizzarri (cosa curiosa visto che fino al’addio del portiere agentino si udivano quasi le medesime critiche, come è strano a volte il calcio eh?!). Purtroppo Roma è una piazza difficile e per toglierti l’etichetta devi sudare 71 camice se vuoi risorgere. Etrit non si è arreso e si è impegnato per cercar di trasformare i fischi in applausi.

LAZIO-CHIEVO – Gli ultimi applausi in ordine di tempo sono stati  ieri contro il Chievo: Quello contro i clivensi è il quarto rigore parato su sette da quando è alla Lazio, un dato che non può essere una semplice coincidenza…
Etrit ieri ha chiuso definitivamente la partita. Ha intuito subito dove Paloschi avrebbe tirato e in un lampo si è buttato mandando la palla in calcio d’angolo (dimostrando all’attaccante gialloblu come non sempre la Laizo gli porti fortuna). L’eventuale gol di Paloschi su rigore avrebbe sicuramente riaperto la partita. Lui stesso ha dimostrato tutta la sua gioia sul suo account di Instagram per la bellissima rimonta e per il rigore parato:

Like this 😊 #sslazio #chievoverona

Una foto pubblicata da Etrit Berisha (@etritberisha99) in data:

I rigori a quanto pare stanno diventando sempre più una sua specialità (e non può essere sempre dovuto alla fortuna). Complice la sua struttura fisica e la sua abilità nello studiare il rigorista avversario, Berisha si sta rendendo un vero e proprio pericolo per i rigoristi. La prima gioia (parata ovviamente) è stata in Europa League contro il Ludogorets, quando parò all’attaccante bulgaro   un rigore calciato con il cucchiaio, mentre la seconda prodezza è arrivata in campionato contro l’Inter quando, subentrando a Marchetti, respinse il tiro di Icardi tenendo in piedi una Lazio in nove. I suoi successivi miracoli sono giunti in questa stagione: uno in Europa League contro il Rosenborg, e il secondo ieri in campionato proprio contro il Chievo (Paloschi). Il record di rigori parati in una stagione appartiene ad Handanovic, quando nella stagione 2010-2011 parò 6 rigori. Etrit in questa stagione è a quota 2. Il numero 99 biancoceleste ha sfruttato alla grande l’opportunità di giocare titolare a causa dell’infortunio di Marchetti. Contro la Juventus in coppa italia ha salvato la Lazio da quella che sarebbe potuta essere una catastrofica imbarcata, compiendo miracoli su miracoli. Ma si sa…le parate sono difficili da ricordare in quanto ordinaria amministrazione…non sono mica dei gol…

VOGLIA DI RISCATTO – Questo, più le buone prestazioni che il portiere albanese sta effettuando da quando è riuscito ad avere un pò di continuità dimostrano come non è così scarso come si vuol far credere e che non è così assurdo vederlo in Serie A, anzi forse è stato un po’ troppo sottovalutato. Certo gli errori purtroppo non mancano (vedi la papera contro la Fiorentina che ha rischiato di compromettere la partita) ma chi non li fa? Non è Buffon o Handanovic è vero, quelli sono dei campioni, però è sicuramente un buon portiere e magari con il tempo lo dimostrerà. Purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) non sarà alla Lazio. Lui a Roma sta benissimo ma ha anche tanta voglia di riscatto e di dimostrare di essere un portiere di livello, pertanto è assai probabile che a fine stagione lascerà la Lazio per giocarsi le sue chance come primo altrove e cercar una volta per tutte di riscattarsi. Nel frattempo dà tutto per la Lazio sperando di strappare finalmente qualche applauso. Il suo nome è Etrit Berisha e finchè darà il massimo con la maglia biancoceleste avrà bisogno del sostegno dei tifosi.

Marco Lanari

Birsa “Troppo severa l’espulsione a Cesar”

In casa Chievo si torna a parlare della pesante sconfitta di ieri in casa della Lazio. A dire la sua è il centrocampista clivense Birsa ai microfoni Chievo TV. Ecco le sue parole: “Abbiamo fatto una buona partita, ma con l’espulsione di Cesar la Lazio ci ha messo pressione. Il secondo giallo? Non mi sembrava un contropiede pericoloso. Al secondo minuto del secondo tempo poteva anche risparmiarlo. Se perdi 4-1 ci si dimentica subito di cosa fatto. E’ una sconfitta pesante, ma ora dobbiamo rialzarci e fare una grande partita contro i Campioni d’Italia. C’erano tante assenze e qualcuno non era al massimo. Dispiace aver sprecato il rigore. Loro non erano messi in campo con equilibrio e se avessimo segnato alla fine poteva anche starci il pareggio“.

Duro comunicato dell’AUC nei confronti della squadra friulana

Anche l’AUC, Associazione Ufficiale Club, esce allo scoperto dopo la pesante sconfitta subita dall’Udinese a Palermo con un proprio comunicato ufficiale:

“Ora non possiamo più stare zitti, da inizio campionato abbiamo sempre dato il “beneficio del dubbio” alla squadra e all’allenatore sperando che con il lavoro cambiassero le cose ma, a parte qualche rara partita, le cose non stanno cambiando.
La partita di oggi è solo l’ennesima conferma di quanto visto in queste 21 giornate.
Una squadra senza voglia, senza grinta, senza gioco e con le idee confuse. I tifosi ormai sono stufi di assistere a queste partite. Si può vincere e si può perdere ma la maglia dev’essere sempre onorata in campo, atteggiamenti come quelli visti negli ultimi periodi non verranno più tollerati.
È ora che vi diate una svegliata!!
È ora di tirar fuori gli “attributi” e far vedere a tutti che ci tenete ai nostri colori.
Il nostro appoggio è sempre stato incondizionato e sempre lo sarà, ma se serve siamo anche pronti a farci sentire, perché la nostra maglia e i nostri colori vengono prima di tutto. Questo vale per tutti, giocatori staff e società, fate vedere ai tifosi che vi seguono sempre che ci tenete davvero. Solo insieme si vince e solo con la voglia si esce da questo momento che si sta protraendo da molto, troppo tempo.
È ora di cambiare, è ora di dare una svolta, è ora di iniziare a giocare con la stessa grinta e la stessa voglia che ogni domenica i tifosi mettono sugli spalti.
A noi non ci spaventa la serie b, ma noi pretendiamo gente che lotta per la nostra maglia!”

Daniele Muraro
Presidente AUC

INFERMERIA – Controlli in Paideia per Hoedt

Un fastidio al ginocchio non gli ha permesso di scendere in campo ieri contro il Chievo, obbligando Pioli a spostare Radu al centro della difesa: questo pomeriggio Wesley Hoedt si è recato presso la clinica Paideia per effettuare i controlli strumentali del caso. Con la difesa in piena emergenza causa le squalifiche dello stesso Radu e di Lulic, si spera il centrale olandese possa rientrare per la sfida di domenica contro l’Udinese. SEGUONO AGGIORNAMENTI

EUROPA LEAGUE – Vendita biglietti Galatasaray-Lazio

La società biancoceleste ha comunicato che dalle ore 16,00 di martedi 26 gennaio, verranno messi in vendita i tagliandi per la gara di Uefa Europa League in Turchia.

Questa i dettagli della vendita:

– Gara: Galatasaray – Lazio del 18 febbraio ore 21:05;

– Prezzo:  – Settore Ospiti € 31 più prevendita Listicket-Ticketone  per un totale di € 35;

– Prezzo:  – Tribuna € 125 più prevendita Listicket-Ticketone  per un totale di € 129;

– Tagliando a pagamento: SOLO presso i punti vendita abilitati LISTICKET Gruppo Ticketone – verrà rilasciato un segna posto personalizzato;

– Periodo di vendita: dalle ore 16:00 di martedi 26 gennaio fino alle ore 10:00 di martedi 16 febbraio.

– Limite di vendita: fino a quattro biglietti presentando l’acquirente il documento in originale e le copie dei documenti degli altri tre titolari.

Con il tagliando rilasciato dai punti vendita Listicket-Ticketone, si potrà ritirare il biglietto ingresso stadio, SOLO presso uno dei seguenti Lazio Style 1900 a vostra scelta (da comunicare al momento dell’acquisto del tagliando presso un punto vendita Listicket-Ticketone) dalle ore 10:00 di giovedi 28 gennaio presentando sempre un documento e copia degli eventuali altri tre titolari:

Lazio Style 1900 di Via G. Calderini 66/C

– Lazio Style 1900 di Parco Leonardo (lunedi 15/2 e martedi 16/2 sarà chiuso – ricordarsi di ritirare il tagliando entro domenica 14/2)

– Lazio Style 1900 di Via Prenestina, 200.

IMPORTANTE:

La SS Lazio informa che in occasione della gara Galatasaray-Lazio del prossimo 18 febbraio 2016, saranno adottate le stesse misure di sicurezza valide in Italia e pertanto i destinatari di DASPO non avranno titolo per accedere al Türk Telekom Arena.

E’ fondamentale presentare al ritiro dei tagliandi presso i Lazio Style, lo stesso documento che porterete in trasferta in Turchia.

Lopez: “Grande gruppo, ho rivisto la miglior Lazio. Cataldi…”

Per parlare dei biancocelesti a Lazio Style Radio è intervenuto Totò Lopez. L’ex centrocampista biancoceleste ha dichiarato: “Quella di ieri è stata una grande Lazio. I biancocelesti si sono vendicati dell’incontro di andata e hanno dato finalmente continuità ai risultati. Soprattutto nella secondo tempo ho rivisto la Lazio migliore, tutta la squadra era motivata a vincere, è prevalso lo spirito di gruppo. I biancocelesti sono consapevoli che la classifica non rispecchia il vero valore della squadra. E’ un gruppo forte, ora sono in forma, bisogna continuare su questa strada e dare seguito alle buone prestazioni di questo periodo. Cataldi può ricoprire il ruolo di Biglia, ha le caratteristiche giuste per agire da regista. Ieri ha giocato benissimo, mi auguro si sia sbloccato. L’Udinese – prossima rivale dei biancocelesti – è una squadra equilibrata che, anche se in questo periodo non sta passando un buon momento, attacca molto concedendo spazi che gli uomini di Pioli dovranno saper sfruttare. La Lazio deve andare a Udine con lo spirito giusto per conquistare i tre punti”.

IL FILM DI LAZIO CHIEVO

Continua il trand positivo della Lazio che con la vittoria contro il Chievo ha raggiunto il suo settimo risultato utile consecutivo in campionato. Una gara iniziata malissimo ma finita nel migliore dei modi, con la squadra biancoceleste a due facce. Al gol di Cesar, hanno risposto nella ripresa Candreva, Cataldi, poi di nuovo Candreva e infine Keita. Una partita sicuramente divertente, ricca di episodi: 2 espulsioni, 2 rigori (di cui uno parato) e 5 gol non sono facili da vedere, soprattutto nel nostro campionato. Ecco le foto più belle della partita realizzate dal nostro fotografo Gianni Barberi. Buona visione. Se vi piacciono condividetele su facebook.

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Il giovane che avanza, si scrive Cataldi si legge speranza…

Dentro ogni bambino, innamorato della propria squadra di calcio, c’è un sogno che è sempre lo stesso, quello di indossare la maglia tanto desiderata di fronte la propria tifoseria e segnare davanti a tutti loro, per loro. Il 6 agosto 1994 nasceva uno di questi bambini con quel sogno, il 6 agosto 1994 nasceva DANILO CATALDI. La sua speranza, la conserva gelosamente li insieme alle sciarpe della sua Lazio ed ogni volta tornava da scuola col pensiero di aprire un giorno quel cassetto pieno di speranze, preparando il suo borsone si dirigeva agli allenamenti dell’Ottavia (squadra dov’è cresciuto calcisticamente). La strada è lunga e piena di insidie, ma per uno che vuol emergere non è ammesso arrendersi alle prime difficoltà e in seguito, questo, sarà un tema che risulterà essere molto utile al ragazzo. Dal 2006 comincia a prendere forma il suo sogno, quell’anno viene acquistato dalla Lazio e inizia la trafila nelle giovanili fino ad essere campione d’Italia con la primavera nel 2012. Altra data importante è il 9 luglio 2013, visto che la società gli rinnova la fiducia per altri 4 anni mandandolo in prestito al Crotone per “farsi le ossa”. Il sogno è ancora li, sempre a portata di mano, lui dimostra di essere pronto per ritornare alla base e questo accade a fine stagione. Ma un brutto infortunio lo ferma per un lungo periodo, le preferenze dell’allenatore inevitabilmente ricadono su altri compagni e questo ostacola il suo voler risultare protagonista con l’aquila sul petto, il pensiero che si palesa ogni giorno nella testa del giocatore è quello di un destino avverso.

Quando abbiamo detto che per realizzare un sogno non bisogna arrendersi alle difficoltà, Cataldi ha dovuto far suo questo concetto, anche dopo esser rientrato dall’infortunio, il primo febbraio nella trasferta di Cesena mette a segno un’autorete che fredda la Lazio e che la fa uscire sconfitta. Critiche e dubbi piovono su di lui e quel ragazzino appena 21enne vede il suo momento più bello trasformarsi in un incubo. Quello era il momento di dimostrare quanto tenesse a tutti i sacrifici fatti.

A suon di prestazioni costanti e di alto livello, emerge in prima squadra, prendendosi presto l’etichetta del predestinato. E’ il 9 marzo 2015 all’Olimpico si gioca Lazio-Fiorentina e i biancocelesti conducono per 4-0, è standing ovation all’Olimpico. Poi accade qualcosa che assume i contorni di una favola, succede tutto all’80’, un minuto che rimarrà impresso nella testa e negli occhi di Danilo. La prima volta non si scorda mai. Mauri esce per Onazi, il vice-capitano designato è Radu, che lascia l’onore a Cataldi. La Fascia al braccio, anche se per 10 minuti, è  il sogno di una vita e la indossa mentre la sua Lazio illumina gli occhi dei suoi tifosi, Danilo rende felice il popolo laziale, ma soprattutto riempie di gioia il cuore di papà Francesco e mamma Barbara. Tutto bello, un sogno da dove nessuno vuole svegliarsi. Ma nella testa del ragazzo, che nel frattempo incanta con la nazionale dell’Under 21, c’è ancora la voglia di riscattare quell’autogol e regalarsi il sogno che accarezza sin da piccolo, segnare davanti la sua gente. Il suo è un pensiero fisso e lo ribadisce anche dopo Lazio-Frosinone, dove prova più volte a segnare senza successo, ma regala a Keita il gol del vantaggio e scherzando in un intervista ammette: “Il giorno che la butto giù esulto da solo come un pazzo”.

Ma il momento non sembra mai arrivare, le prestazioni non sono all’altezza delle aspettative, purtroppo alcune sue performance risultano negative anche per il fatto che l’assenteismo della società sul mercato lo obbliga a giocare spesso in un ruolo non suo, quello di vice-Biglia. Le sue ottime gare disputate durante il primo anno sono tutte figlie di una squadra, che al contrario di questa stagione, girava a millle così da aiutarlo nella sua crescita ma soprattutto veniva schierato come mezz’ala agendo al fianco proprio di Lucas Biglia. Questo non lo esenta certo da varie colpe che lui stesso si assume nel corso della stagione, finisce in panchina e sa che deve sfruttare qualsiasi occasione per far ricredere Pioli.

Arriviamo alla storia più recente, è il 17 dicembre 2015, allo stadio Olimpico arriva l’Udinese per gli ottavi di coppa Italia, la Lazio vive di alti e bassi e quando il risultato è sull’uno a uno arriva il gol del vantaggio, arriva il gol di Danilo Cataldi. Il popolo laziale tutto, quello che si riconosce in quel bambino che non ha mai mollato, viene assalito da un brivido nel vedere il ragazzo esultare con rabbia e lacrime. Fischio finale e un incredulo Cataldi interviene davanti i microfoni dichiarando: “Dedico questo gol ai tifosi della Lazio, questo gol è per la mia gente che vorrei rivedere presto in curva”. Si perché così ha sempre sognato il suo gol, sotto la curva nord. Ma sotto una curva nord piena d’amore come oggi non è per via delle barriere divisorie che hanno svuotato lo stadio. Quel gol pieno d’emozioni e sentimenti, diede vita ad un cambio di marcia della Lazio in campionato, che fino a quel momento non era mai riuscita a collezionare una striscia tanto positiva in serie A sin da inizio stagione.

La data più importante però è storia ancor più recente, 24 gennaio 2016. All’Olimpico di Roma c’è la bestia nera Chievo da affrontare che come al solito si dimostra uno scoglio pronto a far naufragare la barca biancoceleste. La giornata sembra di quelle stregate, destinate a finire male, anche Cataldi in un primo tempo a dir poco opaco sembra risentirne della partita nata storta. Ma non può esser così ed ogni laziale lo sa, perché in quel giorno ricade l’anniversario della nascita del mai dimenticato GIORGIO CHINAGLIA. E’ il minuto 74, (come l’anno del primo scudetto della squadra guidata da Long John) il risultato è fermo sull’uno a uno, Chinaglia dal cielo guarda la sua Lazio e proprio in quel minuto dal cielo cade un pallone che quel bambino raccoglie e con un tiro da fuori area spedisce la palla alle spalle del portiere dei veronesi. Ha segnato la Lazio, ha segnato CATALDI. Primo gol in serie A e sogno realizzato, nel segno di Chinaglia. Si può avere la conferma, sempre che ce ne fosse bisogno, del suo amore per questi colori quando a fine match ha una dedica da fare in un momento così importante per lui: “Dedico il gol a Giorgio Chinaglia, oggi è il giorno del suo 69esimo compleanno e lo dedico a lui”.

E’ ancora giovanissimo, la strada è ancora molto lunga e nessuno può sapere cosa accadrà al bambino che sta diventando uomo, ma una cosa si è potuta notare durante questi primi anni, ha già dovuto passare momenti poco esaltanti, ma ha dimostrato di avere le capacità di uscirne al meglio, di uscirne da laziale. E allora tutto questo è speranza per il futuro, è speranza per i tifosi biancocelesti a cui lui dedica sempre un pensiero. Nella storia di Cataldi c’è la Lazio, ora ci si augura che nella storia della Lazio ci sarà Cataldi ancora per molti anni. Il giovane che avanza, si scrive Cataldi si legge speranza. Una nota a margine, il ragazzo voleva realizzare il suo sogno e lottando ce l’ha fatta, ma ad onor del vero dalle sue parole si evince che il suo desiderio è quello di segnare, e lo ha già fatto, ma vorrebbe farlo con la sua gente che popola la curva ed esulta con lui, è quello ora il suo obbiettivo. Cataldi vuole riabbracciare i tifosi laziali che a loro volta vorrebbero poter vivere ancora certe emozioni senza barriere. Il tifoso ha quello di desiderio, il laziale per i suoi colori, tra ricordi ed emozioni torna sempre un po bambino e sappiamo tutti che un bambino che desidera una cosa non molla finché non la ottiene, un po come CATALDI…

Alessio Allegrucci

Vendita biglietti per Udinese-Lazio del 31 gennaio

Questo il comunicato della Lazio relativo alla vendita dei tagliandi per la gara di Campionato UdineseLazio del 31 gennaio.

Questi i dettagli della vendita:

– gara: Udinese – LAZIO

– stadio: Dacia Arena di Udine

– domenica 31 gennaio ore 15:00

– prezzo del settore ospiti  20 €, sul Web 15 €

– settore ospiti Disabili: 15,00 € (disabile) – 15,00 € (accompagnatore) – per informazioni sull’acquisto dei biglietti per i disabili cliccare qui.

– circuito di vendita: Listicket – (visualizza questo elenco -selezionare Listicket/Biglietteria Calcio/**Calcio settore ospiti)

– chiusura delle vendite: sabato 30 gennaio ore 19:00

La vendita del settore ospiti, è vietata  ai residenti della Regione Lazio fatta eccezione ai soli possessori delle Fidelity Card (nel settore ospiti la Fidelity Card è obbligatoria anche per i residenti di altre regioni).  I punti vendita della regione Lazio potranno vendere solo il settore ospiti.

Raffaele Sergio: “Questa è la vera Lazio! Le esultanze? Le ho interpretate…”

Dopo la rotonda vittoria contro il Chievo Verona la Lazio ha dimostrato voglia, carattere e si da la possibilità di riaprire il discorso riguardante la corsa ad un posto in Europa League, per parlare di tutto questo L’ex difensore biancoceleste, Raffaele Sergio, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio: “Dopo un primo tempo negativo, è arrivata un’ottima reazione della squadra e la vittoria è positiva. Rimontare un risultato serve all’autostima e ad essere consapevoli della forza che si ha. Ora si può affrontare al meglio la seconda parte di stagione”. Poi su cosa sia cambiato rispetto al girone d’andata spiega: “Rispetto all’inizio del campionato, la Lazio ora sta dando la sensazione di una squadra compatta, questa è importante per il proseguo del campionato”. Sull’esultanza dei giocatori dopo i gol dichiara: L’esultanza dopo un primo tempo difficile, la interpreto come una cosa positiva, significa che c’è attaccamento alla maglia, ad esempio subito dopo il rigore segnato da Candreva, il centrocampista ha raccolto la palla e l’ha portata a centrocampo. Questo significa solo una cosa, che la squadra voleva ottenere i 3 punti a tutti i costi”.

Udinese: in vista della Lazio, scatta il ritiro anti crisi

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Dopo i quattro gol subiti ieri dal Palermo, l’Udinese si prepara ad andare in ritiro. Per i bianconeri, che domenica prossima affronteranno la Lazio, la crisi è profonda, tanto da spingere patron Pozzo ad intervenire drasticamente per dare una scossa. A preannunciare la decisione il tecnico Colantuono ai microfoni di ‘RaiSport’: “Andremo in ritiro, la società ci aveva già messo in preallarme riguardo a questa eventualità“. Parole cui hanno fatto seguito quelle, a ‘Udinese Tv’ del ds friulano Giaretta: “Quattro gol sono tanti. Subiamo gli eventi senza riuscire a reagire. Neanche la fortuna con gli arbitri ci aiuta: sul 2-0 c’era un rigore su Badu e l’espulsione del giocatore del Palermo. È un episodio che ha influito, nonostante anche la nostra prestazione non sia stata all’altezza. Dobbiamo ritrovare il sangue agli occhi che avevamo fino a qualche settimana fa e tornare a giocare con il coltello tra i denti. Il mister dovrà analizzare i problemi, perché non si può pensare di cambiare questa situazione attraverso il mercato. I nostri ragazzi devono invertire velocemente la tendenza e per questo adesso sono in ritiro“.

MERCATO – Un centrocampista argentino in arrivo dalla Spagna?

Potrebbe arrivare a breve il secondo colpo di mercato in casa Lazio: secondo quanto rivela ‘calciomercato.com’, i biancocelesti sarebbero vicini a chiudere per l’acquisto di Fernando Tissone, centrocampista del Malaga ed ex di Udinese e Sampdoria. Il giocatore, scrive il portale, avrebbe convinto i dirigenti capitolini attraverso il padre-procuratore, che avrebbe fatto da ponte per superare alcune iniziali perplessità (nello specifico, il fatto che al club spagnolo è praticamente un fuorirosa e non gioca una partita ufficiale da novembre). In più, per caratteristiche (dinamismo, corsa, piedi buoni, fisico), è complementare a quelli che sarebbero i suoi compagni di squadra e potrebbe dunque essere un ottimo rinforzo in caso di partenza di Onazi. Classe ’86, argentino ma di passaporto italiano, il calcio si può dire essere la sua vita: a soli 3 anni, infatti, riesce, grazie alle sue doti nel palleggio, a entrare in una scuola calcio (nonostante l’età minima per iscriversi fosse 5 anni). Il suo acquisto sarebbe conforme ai parametri imposti dalla Lazio: costi ridotti, nessun bisogno di adattarsi e possibilità di garantire subito ordine e alternative alla rosa biancoceleste. Se il trasferimento andrà in porto, Tissone continuerà quindi ad indossare una maglia biancoceleste, ma non più quella del Malaga, bensì quella della Lazio. La stessa indossata dall’idolo del 30enne: Juan Sebastian Veron.

Corradi: “Le esultanze? Meglio quelle che esprimono gioia…”

Bomber della banda-Mancini, con il suo rendimento in biancoceleste si guadagnò anche la maglia della Nazionale. Bernardo Corradi è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio, nella trasmissione “I Laziali Sono Qua“, per parlare del momento biancoceleste.

Contro il Chievo la Lazio si è trovata ad affrontare l’ennesimo avvio in salita: non è una situazione ideale, ma in compenso sono arrivati gli ennesimi segnali di reazione confortanti, come a Bologna. Alla luce del risultato finale il bicchiere è sicuramente mezzo pieno, resta il dato preoccupante di essere la squadra che ha incassato il maggior numero di gol nel primo quarto d’ora.

Luci ed ombre nel successo biancoceleste: l’Europa sembra più vicina, ma le esultanze dei giocatori laziali sembrano acuire la crisi con la tifoseria. “Al momento tra alcuni elementi c’è sicuramente una spaccatura con i tifosi. Forse un’esultanza dovrebbe essere soltanto un momento di gioia, senza lasciarsi andare a strascichi polemici. Servirebbe forse una figura dirigenziale che sappia mediare tra squadra e tifoseria, magari un ex calciatore che conosce bene gli equilibri dell’ambiente. Ci sono comunque giocatori come Cataldi sul quale non si possono avere dubbi riguardo a quanto sia legato all’ambiente.

Sugli attaccanti: “La squadra paga probabilmente la minor sicurezza in difesa. Una problematica che fa abbassare il baricentro a tutto l’undici in campo, e per le punte diminuiscono di conseguenza i palloni giocabili e le occasioni da gol. Per questo l’innesto di un difensore potrebbe risolvere questioni irrisolte anche nel reparto offensivo. Purtroppo il mercato di gennaio è particolare: non ci sono movimenti ed occasioni come in estate, senza grandi disponibilità economiche non si possono mettere a segno colpi importanti.

Su Pioli: “E’ una persona molto equilibrata ed un tecnico molto preparato, ed ha retto molto bene al momento più difficile. Per rendere al meglio serve un grande supporto da parte della società. Allegri alla Juventus, la società che ha fatto scuola in questi ultimi anni, sente sempre la presenza e il sostegno delle principali figure dirigenziali. Questo non mi sembra avvenire alla Lazio, e alla lunga l’allenatore e i giocatori possono risentirne.”

Su Udine, trasferta che la Lazio dovrà affrontare con diverse defezioni: “Nelle ultime trasferte la Lazio ha fatto vedere ottime cose. Sarà una partita determinante, vincere in Friuli potrebbe permettere ai biancocelesti di gettare le basi per una rimonta come quella dell’anno scorso, in cui la Lazio risalì dall’ottavo al secondo posto proprio partendo da una vittoria a Udine. I bianconeri non sembrano quelli degli scorsi anni, vengono da diversi risultati negativi ed è una partita da conquistare con aggressività, per lanciare un nuovo segnale di riscossa e mettere pressione alle squadre che precedono la Lazio in classifica.

Un ultimo commento sull’Inter e su Roberto Mancini, tecnico di Corradi alla Lazio, reduce da una settimana pesantissima: dopo la polemica con Sarri è arrivata quella con Icardi. “Beh Roberto ha detto la verità, con i piedi che aveva e che ha il gol di Icardi lo avrebbe segnato anche a cinquant’anni. L’Inter però forse non ha più giocatori al top della forma come Murillo e Miranda, determinanti in difesa a inizio campionato. Mancini mi sembra molto cresciuto a livello di impatto con i media, forse la polemica con Sarri aveva anche l’obiettivo di destabilizzare un po’ l’ambiente del Napoli. Gli allenatori di grande profilo come Mancini o Mourinho utilizzano anche strategie mirate come questa, ferma restando la gravità delle parole di Sarri.

Fabio Belli