Non ha dormito neanche stanotte Lotito, rientrato ieri nella Capitale da Tolosa per mettersi al telefono con il segretario Calveri a Rosario. La trattativa, scrive Cittaceleste, è durata sino alle 5 di mattina (italiane), perché il presidente biancoceleste vuole chiudere a tutti i costi l’affare Bielsa. Come mai prima il patron è stato disponibilissimo ad accogliere tutte le richieste del tecnico argentino: un solo anno di contratto, lo stipendio in dollari, l’ok ad aspettare il completamento dello staff (con un mental coach) da 700mila euro. Senza sponsor, pare proprio che stavolta a Formello vogliano ‘rovinarsi’ per prendere il Loco a 3 milioni di euro. E devono farlo, perché, dopo essersi persino sbilanciati pubblicamente, sarebbe una follia rinunciare adesso all’ex Ct di Cile e Argentina, che sta impuntando i piedi su ogni minimo dettaglio della sua nuova avventura a Roma. L’effetto boomerang che ne deriverebbe, soprattutto con i tifosi, sarebbe davvero devastante.
Contrariamente alle previsioni, Calveri è ancora a Rosario. Negli ultimi due appuntamenti con Bielsa e il suo legale non è arrivata la firma. C’è un cauto ottimismo che arrivi oggi, anche se nella Lazio serpeggia ora il timore che, dietro i ‘capricci’ di Bielsa, ci siano altre offerte (per esempio, quella del Paraguay, che, dicono in Argentina, sfiorerebbe i 5 milioni). La scorsa settimana l’accordo c’era su tutto, oggi invece il tecnico ha da ridire anche sulla rosa della Lazio. Che, pur di farlo sedere sulla propria panchina, aveva già accettato pure un’altra follia: la sua libertà di andarsene tra dodici mesi, se non dovesse trovarsi bene a Formello. Un po’ strano come progetto per chi deve rilanciarsi e poi provare a riconsacrarsi in Italia e in Europa.
Lotito però non sembra preoccuparsi di questo e va incontro a ogni condizione di Bielsa pur di portarlo alla firma. Il patron ha già deciso che vuole solo lui, anche se, nelle ultime ore, dall’Olanda parlano di “un nuovo contatto con Frank de Boer“. Probabilmente solo una cautela (c’è anche Inzaghi) nel caso in cui Marcelo dovesse avere oggi un altro attacco di locura.

rova, all’improvviso, di fronte ad un “bivio, postole davanti dalla vita. Complici le “porte scorrevoli” di un metrò, da ciò il nome del film, il regista ci pone di fronte a due fatti totalmente diversi, ovvero, le due “possibilità” cui la protagonista sarebbe potuta venirsi a trovare prendendo o non prendendo quella metro. Ieri la “porta scorrevole” del giocatore della nazionale, Eder, è stato quel tiro al 88′ a termine di un azione personale bellissima. L’italo-brasiliano con quel tiro ha cambiato il peso specifico della situazione. E’ ironico come fino al momento del gol molti continuavano a ripetersi: “Ma perché Conte si ostina a tenere in campo Eder che sono 2 partite che sta facendo ridere? C’è Insigne ed El Shaarawy in panchina, facesse entrare loro…“. E invece…”proprio lui” (per dirla alla Piccinini) risolve la partita e regala gli ottavi di finale all’Italia, sfatando anche un fastidioso tabù: l’Italia non r
iusciva più a vincere la seconda partita degli europei. E ora? Puff. Le critiche? Accantonate. E’ il bello del calcio. Lui, con una maturità invidiabile che colleghi di di quasi 40 anni ancora non hanno, non da peso a queste critiche perché sa che oggi sei un fenomeno, domani sei scarso e viceversa…è il calcio.



