La sua stagione alla Lazio è stata l’ennesima delusione della sua carriera, ma il talento di Ravel Morrison non è mai stato in disussione. I tifosi biancocelesti ne hanno invocato invano il maggior coinvolgimento, ma per un o motivo o per un altro ciò non è avvenuto. La società punta molto su di lui per la prossima stagione e cercherà di convincerlo in ogni modo possibile a mettere da parte la sua voglia di tornare a casa, a Manchester.
C’è un modo per riportare Ravel sulla retta via questo “Bad Boy” e farlo tornare ad incantare il mondo calcistico. La soluzione viene fornita dallo scout del Manchester United, Phil Brogan, intervenuto ai microfoni di gianlucadimarzio.com: “Talento? Immenso. Rimpianti? Ancor di più. Non ho mai avuto problemi con lui, anzi. Mi mandò anche una cartolina per Natale quando aveva 15 anni. Poi però, quando diventò adolescente iniziò a frequentare i gruppi sbagliati, persone malfidate. Questo non l’ha aiutato. Anche se all’età di 16 anni era ritenuto il migliore al mondo. E’ stato un vero peccato. Un talento immenso sprecato“. Morrison partiva da metà campo e dribblava tutti. “Mi ricordo un gol contro il City a 8 anni, aveva appena firmato: partì da centrocampo e dribblò anche il portiere, fenomenale. Ho scoperto Ravel a 8 anni, era in ritiro con un’altra squadra. Non era nel mio gruppo, ma lo notai mentre si muoveva senza palla e ne rimasi davvero colpito. Andammo immediatamente d’accordo. Spesso ci sentiamo, ci rispettiamo a vicenda. E’ quello il segreto…“. Per rivedere la luce ha bisogno solo di una cosa: “Bisogna farlo giocare, ha bisogno di un allenatore che gli dia fiducia, non può essere soffocato. Deve essere sereno, non avere cattive influenze intorno. Deve divertirsi“.
Un consiglio prezioso, chissà se il nuovo mister della Lazio riuscirà a rendere Morrison il grande giocatore che tutti gli amanti del calcio vedono in lui. Se sarà Prandelli la speranza non può che salire visto che è riuscito a “gestire” un altro “Bad Boy” come super Mario Balotelli. Non ci resta che aspettare e vedere che succede. Sperando che Ravel non sprechi anche questa possibilità. Potrebbe essere l’utima.

Ken Follett nasce a Cardiff, nel Galles, il 5 giugno 1949. Studia a Londra e si laurea in Filosofia. Entra nel mondo del lavoro diventando reporter prima per il “the South Wales Echo”, il giornale della sua città, e poi per il “London Evening News”. Nel frattempo scrive un primo romanzo, che pubblica ma che non raccoglie un grande successo. Poi diventa direttore editoriale per una piccola casa editrice londinese, la Everest Books. Nel 1978 esordisce nel mondo dei romanzi con “La cruna dell’ago”, il libro ha vinto l’Edgar award ed è divenuto un film per il grande schermo. Dopo “La cruna dell’ago”, anche altri libri di Follett hanno ispirato film e miniserie televisive: “Il Codice Rebecca”, “Sulle ali delle aquile”.
Per Follett non solo genere “mistery”. Il suo titolo più celebre, in questo senso, è “I pilastri della terra”, uno dei titoli più amati dai suoi fan: diciotto settimane di permanenza in testa alle classifiche dei libri più venduti. “I pilastri della terra” è stato per più di sei anni uno dei titoli più venduti in Germania ed è stato in prima posizione nelle classifiche di Canada, Gran Bretagna e Italia. Timothy Dalton, Omar Sharif e Marg Helgenberger sono stati i protagonisti della miniserie televisiva “Lie Down with Lions” (Un letto di leoni), ispirata al suo omonimo lavoro.
Nel 2010 ha pubblicato “La caduta dei giganti”, primo romanzo di una trilogia – The Century Trilogy – composta anche dall’uscita nel 2012 de “L’inverno del mondo” e de “I giorni dell’eternità” nel 2014.
Grazie a queste esperienze si forma l’impegno sociale del poeta, ad esempio con la creazione di gruppi teatrali autonomi la cui attivitá è finalizzata allo sviluppo culturale della Spagna.
