Chissà quanti scettici, ad inizio stagione, non avrebbero scommesso nemmeno un euro nei confronti di Claudio Ranieri e del suo Leicester. Non per la vittoria della Premier League (ovviamente), ma semplicemente per un campionato decente, un piazzamento che potesse comunque convincere ed entusiasmare tifosi e nostrani italiani, che forse troppo spesso se ne sono approfittati dell’aplomb e dell’educazione dell’allenatore.
Adesso tutto è cambiato, radicalmente, come fosse un mare in piena di entusiasmo, apocalittico per certi versi ed inspiegabile. Eppure la squadra inglese si trova lì: soltanto 3 punti, e poi la vittoria della Premier, impensabile qualche mese fa. Forse soltanto quello scellerato di Jamie Vardy avrebbe covato un tale risultato.
Il pareggio del Tottenham contro il West Bromwich Albion sa tanto di resa, come fossimo alle battute finali e giunti al capolinea la squadra inseguitrice si trovasse senza fiato, in debito di energie per proseguire l’inseguimento. Come a dire: va bene, Ranieri, avete più polmoni voi, noi siamo arrivati. Game over.
Quindi ci siamo, obiettivo chiudere la pratica già la prossima partita. Tre punti, una vittoria per arrivare a meta e poi, finalmente l’urlo liberatorio. Quella parabola cui noi tifosi siamo affezionati, che tocca un po’ tutti e che vorremmo vivere in prima persona. Anche se, la differenza tra calcio italiano e inglese sta proprio qua: in Inghilterra sognare può portare a compimento e successo un’opera, spinti da tifoserie erte d’orgoglio e dirigenze serie, in Italia il sogno rimane tale, le tasse o le incompetenze calcistiche lo affondando, per buona pace di tutti, e non ti resta che risvegliarti ed attendere la notte successiva, chissà.

Per Ravel queste ultime giornate di campionato potrebbero rappresentare la chance per mettersi finalmente in mostra. Il centrocampista ha la possibilità strappare la sua conferma proprio all’ultimo. Inzaghi domenica contro la Sampdoria lo ha buttato nella mischia negli ultimi 10 minuti di gara. L’inglese non ha avuto molto tempo a disposizione è vero, ma è entrato in modo vivace in gara, mostrando subito tutta la sua classe e (per tre volte) dei guizzi interessanti che hanno permesso di ribaltare l’azione in offensiva: vedi il tocco che ha portato alla punizione dal limite dell’area negli ultimi secondi della partita. Una cosa è certa: Ravel ha rappresentato la nota più lieta del match di Marassi e forse l’unico motivo che ha spinto i tifosi a guardare la partita fino al 95′. L’arrivo di Inzaghi ha rivitalizzato Morrison, che sta cercando di convincerlo a concedergli una possibilità di rilanciarlo in queste ultimissime gare. Una decisione del genere farebbe felice la società: Tare ha sempre puntato molto sull’inglese (lasciando intendere che il nuovo tecnico dovrà fare altrettanto) e ne aveva auspicato l’utilizzo in questi mesi anche pubblicamente. Il direttore sportivo spera che ci sia un’evoluzione come fu per Felipe Anderson. Nel 2014, infatti, nessuno avrebbe continuato a credere nel brasiliano, fino alla sua esplosione. Tanto che alla fine del primo anno in biancoceleste è stato proprio Tare a bloccare una sua eventuale cessione. Il miste
r lo ha visto bene, ha notato che si allena con impegno e costanza. Si potrebbe quindi aprire finalmente una nuova occasione da sfruttare nelle prossime settimane, altrimenti sarà addio. La domanda però sorge spontanea: Morrison vuole ancora giocarsi le sue chance a Roma? O il richiamo dell’Inghilterra diventerà sempre più forte? I prossimi mesi ce lo diranno. C’mon Ravel. We want you!
