Intervistato dalla trasmissione La Lazio Siamo Noi su Radio Incontro Olympia, il giornalista Mediaset Maurizio Pistocchi ha spiegato come mai i media nazionali attribuiscono la contestazione dei laziali contro Lotito ai risultati della squadra, quando in realtà i motivi sono soprattutto altri: “Non vivendo a Roma non riesco ad entrare nei meccanismi più stretti di ciò che sta accadendo. E’ difficile conoscere questi aspetti perché non possiamo ascoltare le radio romane e le informazioni ci arrivano solo dalla stampa nazionale”. Periodicamente circolano voci su investitori stranieri pronti ad acquistare la società. A tal proposito Pistocchi ha rivelato: “Qualche sera fa ne parlavo con un mio caro amico ginecologo, Severino Antinori, grande tifoso laziale che ha contatti con grandi presidenti di stati stranieri ricchissimi e mi ha dato informazioni interessanti in merito. Se volete saperne di più contattatelo, io preferirei parlare di calcio giocato”.
Sulla serie A: “Negli ultimi 5 anni la Juve ha vinto 5 scudetti, 4 dominati ma questo no. Fino al derby di Torino il campionato è stato aperto in cui il Napoli ha tenuto testa ai bianconeri. Poi dopo il derby hanno fatto la differenza gli episodi in cui la Juve è stata molto fortunata. Anche ieri contro la Fiorentina ai viola hanno annullato un gol regolare e non li hanno dato un rigore su Alonso. La Juve ha un organico fortissimo, soprattutto la difesa che ha subito solo 18 gol e poi hanno un portiere che sta salvando la stagione in tutte le situazioni. Però sul piano del gioco rispetto agli anni passati sono peggiorati. Hanno la migliore società in Italia che è continuamente in movimento a differenza delle altre squadre che sono immobili. Gli altri club non hanno neanche lo stadio di proprietà ad eccezione di Sassuolo e Udinese. Le competitor non sono all’altezza: l’Inter e il Milan sono in vendita, la Roma insegue delle situazioni che a lunga scadenza non possono pagare, il Napoli come società non è all’altezza della Juve”.

Nel 1966 nacque il WWF Italia, la più nota organizzazione per la conservazione della natura. L’associazione si prepara a festeggiare cinquanta anni di conquiste ambientali ma avverte: “Per salvare il pianeta nel prossimo mezzo secolo ci vorranno una forte leadership da parte dei governi e delle imprese e un pieno coinvolgimento delle comunità e dei consumatori”. L’istituzione del WWF Internazionale risale al 29 aprile del 1961 a Morges, un villaggio sulle rive del Lago Lemano in Svizzera, dove sedici dei più noti naturalisti provenienti da dieci diversi paesi si riunirono per dar vita a una organizzazione che operasse concretamente, raccogliendo anche fondi per la salvare la natura e le specie in pericolo. Tutto iniziò in una vasta area di zone umide alle foci del Guadalquivir nel sud della Spagna, la zona divenne il primo nucleo del Parco Nazionale delle Marismas (Coto Donana). Mentre, in Italia iniziò con la nascita nel 1966 della prima Oasi nel Lago di Burano, in Toscana. Oggi le Oasi Wwf italiane sono oltre cento per complessivi 35mila ettari dove conservazione e green-economy si conciliano perfettamente. In 50 anni il Wwf è cresciuto e ai nostri giorni è sostenuto da 5 milioni di persone, inoltre, è attivo in oltre 100 paesi con oltre 2mila progetti sul campo per la tutela della biodiversità e per la promozione di uno sviluppo sostenibile. Attivo sia nel dialogo con i governi che con le organizzazioni non governative e, sempre più, con le imprese per spingerle verso una politica ambientale anche nei settori economici.
Oggi le minacce combinate e collegate tra loro come il cambiamento climatico e l’accelerazione della perdita di biodiversità comportano uno sforzo ancora maggiore da parte degli ambientalisti.