L’ex portiere biancoceleste, attualmente commentatore per SkySport, Luca Marchegiani, ha parlato in un’intervista a Mediagol.it della stagione difficile della Lazio, e del delicato momento attuale dopo l’esonero di Stefano Pioli e l’approdo in panchina di Simone Inzaghi. Una stagione nata male e continuata peggio, difficile spiegare i motivi di un’annata così difficile: “Le cose viste dall’esterno danno un’immagine da osservatore e non si può sapere cosa succede all’interno dello spogliatoio. La Lazio è la stessa squadra dell’anno scorso ed è inspiegabile questo rendimento cosi negativo, salvo identificarlo nell’assenza del difensore De Vrij, che è stato il punto di forza della difesa biancoceleste e in questo campionato la sua mancanza si è sentita abbastanza“. E’ mancato anche l’apporto ad alti livelli dei calciatori biancocelesti più rappresentativi: “Questo è un problema di motivazioni e di stimoli. Ricordo che la Lazio in avanti è ben attrezzata, e a volte quando ha giocato Candreva è stato fatto fuori Felipe Anderson o Keita. Sono tutti degli ottimi giocatori. I biancocelesti in avanti hanno molte alternative tutte molto valide, anche lo stesso Kishna che è stato infortunato e adesso nuovamente a disposizione del mister. Ogni allenatore ha delle gerarchie. Il problema non è la scelta dei giocatori, ma il fatto che la squadra non è riuscita nel complesso ad esprimere gli stessi valori dello scorso campionato“.
Adesso sulla panchina della Lazio siede Simone Inzaghi, dopo tanti anni alla guida della Primavera è finalmente arrivato il suo momento: “Lo conosco da giocatore e anche da allenatore perché spesso ci siamo visti. Lui è sicuramente un tecnico capace, ma adesso va visto con i ‘grandi’, perché ha guidato la panchina solamente della Primavera. Io credo che abbia una grande opportunità, perché questo cambio fatto adesso a poche giornate dalla fine con nessuno obiettivo per la Lazio, è un’occasione per la società per valutare il lavoro di Inzaghi con la prima squadra. E’ una chance che spero riesca a sfruttare perché è un amico, un ragazzo che merita e che fa questo lavoro con grande serietà, impegno e umiltà. Ha accettato di fare la gavetta e piano piano si è guadagnato la considerazione di tutti“.

settimana domenica scorsa nella sconfitta per 4-1 con i cugini giallorossi. Simoncino è diventato grande, con una sola missione: ridare dignità alla Lazio. Il dopo Pioli punta sulla lazialità, un uomo capace, che ha giocato con grandi campioni e al tempo molto amato dai tifosi. Una nuova era? Difficile capirlo ora, è assai più probabile che Inzaghino svolgerà il semlice ruolo di traghettatore. Ma questo non gli ha fatto perdere entusiasmo anzi…ha una voglia matta di stupire, di essere pronto per il grande salto e di dimostrare di essere pronto per la Serie A. La Lazio è la sua grande occasione e farà di tutto per sfruttarla. La speranza è che questa voglia sia stata trasmessa almeno un pochino agli 11 che scenderanno in campo domenica sera contro il Palermo nella prima delle ultime 7 di questo campionato. In questi primi giorni da allenatore della Lazio, l’ex attaccante biancoceleste ha già fatto capire al gruppo la sua idea di calcio ma al tempo stesso ha cercato di lavorare sulla testa dei giocatori, ormai da tempo smarriti. Ha cercato di trasmettere in loro nuove motivazioni, c’è un finale di campionato da onorare e una promessa da mantenere verso i propri tifosi. A prescindere da come andrà questa breve avventura, c’è un messaggio che vogliamo riservare a uno degli eroi dello Scudetto del 2000: BENVENUTO IN “SERIE A” MISTER.