Igor Protti, bomber biancoceleste per una sola stagione negli anni novanta, ma rimasto nel cuore dei tifosi biancocelesti per un decisivo gol realizzato nel derby, è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione I Laziali Sono Qua, per fare il punto sul delicatissimo momento biancoceleste.
“E’ ormai da tanto tempo che ci sono delle problematiche nell’ambiente della Lazio, come testimoniato dallo stadio costantemente vuoto in questa stagione. Alla Lazio il conflitto fra i tifosi e la società si protrae ormai da tantissimo tempo, ma la priorità ora è trovare la soluzione per riportare la gente allo stadio, senza la quale lo spettacolo risulta completamente svilita. Senza un’unità di intenti ritrovata con la società bisognerebbe pensare ad un cambio ai vertici societari, ma mi rendo conto che non è affatto facile per cui bisognerà per forza di cose studiare soluzioni alternative.“
Da ex attaccante, Protti parla dei bomber biancocelesti che hanno deluso, soprattutto a livello realizzativo: “Dal punto di vista dei gol segnati il rendimento dei tre centravanti della Lazio è stato senza dubbio insufficiente. C’è però secondo me un altro dato da tenere in considerazione: nell’anno in cui vinsi la classifica dei cannonieri con 24 gol il mio compagno d’attacco, Kenneth Andersson, ne fece 12. Nonostante questo retrocedemmo in Serie B: questo perché non c’era equilibrio, la squadra ci appoggiava alla perfezione in fase offensiva, ma trovava grandi difficoltà in quella difensiva. Alla Lazio è mancato equilibrio in senso opposto: quando gli attaccanti faticano molto a segnare è anche perché non c’è il dovuto supporto della squadra. Anche gli infortuni hanno pesato moltissimo sul rendimento della squadra, va sottolineato.”
Ora Protti è direttore sportivo al Tuttocuoio in Lega Pro. Come spiega da esterno il crollo nel rendimento della Lazio rispetto alla scorsa stagione? “Per poter dare una valutazione su questi aspetti bisognerebbe essere presenti quotidianamente all’interno dello spogliatoio. E’ semplicistico dare sentenze da lontano: il mio pensiero non da direttore sportivo ma da “uomo della strada”, per così dire, è che la Lazio in questi ultimi anni ogni volta che è partita a fari spenti ha fatto delle stagioni al di sopra delle aspettative. Quando invece i biancocelesti partono con tutte le luci puntate addosso trova enormi difficoltà a mantenere le promesse. C’è anche un fattore piscologico, oltre agli errori che si commettono più di frequente quando la società deve mantenere un alto livello raggiunto nella stagione precedente.“
Su Simone Inzaghi: “Credo che l’esonero di Pioli fosse diventata una scelta ormai inevitabile. Il finale di campionato dirà se anche dal punto di vista caratteriale Simone Inzaghi meriterà un’eventuale conferma e soprattutto se sarà l’uomo giusto per rivitalizzare il gruppo e la squadra in uno dei momenti più difficili negli ultimi anni nella storia della Lazio.“
Un’ultima valutazione anche sul campionato e sul caso-Higuain che sta facendo discutere l’Italia: “Credo che per lo scudetto sia molto difficile che si possa riaprire la corsa. Per il secondo posto credo sarà importante vedere come andrà a finire il ricorso per Higuain: sarebbe giusto vedere il bomber argentino in campo visto che l’andamento dei fatti mi sembra dimostrare che una squalifica così lunga sia eccessiva. Al momento dal punto di vista mentale la Roma sta meglio del Napoli, ma i partenopei meriterebbero il secondo posto per quanto fatto vedere nel corso di tutta la stagione.“
Fabio Belli

“L’Armata Brancaleone”, il famoso film del 1966 di Mario Monicelli compie 50 anni. Una commedia considerata come uno dei maggiori capolavori del regista. Il film è un concentrato di emozioni che spingono lo spettatore alla risata come quando, alla sua uscita nei cinema, in poche settimane ne fecero un autentico fenomeno popolare. La pellicola uscì nelle sale cinematografiche italiane il 7 aprile del 1966, diventando subito campione di incassi. Presentato a Cannes nel maggio dello stesso anno, venne poi esportato in Germania e in Spagna. Cast del tutto eccezionale con interpreti della grandezza di Gian Maria Volonté, Carlo Pisacane, Catherine Spaak, Enrico Maria Salerno, Maria Grazia Buccella, magistralmente guidati da quel fantastico attore che è stato Vittorio Gassman.
Soggetto della pellicola una rivisitazione alquanto originale dell’Italia medioevale, creando un genere di idioma immaginario, tra il latino maccheronico, la lingua volgare medievale e l’espressione dialettale. Il richiamo ad un precedente film di grande successo del regista (I soliti ignoti) è evidente sia nella sceneggiatura (la compagnia sgangherata che cerca di compiere una grande impresa fallendola miseramente), sia nella somiglianza dei personaggi interpretati da Gassman e Pisacane nei due film, che in alcune sequenze, come quella in cui Gassman, viene contattato per entrare nella compagnia.
Il protagonista in un primo momento rifiuta ma poi accetta dopo la sconfitta nel combattimento (di pugilato ne “I soliti ignoti” e al torneo ne “L’armata Brancaleone”). Inoltre, anche un’altra scena in cui durante una pausa del duello tra Brancaleone e Teofilatto, il primo consiglia al rivale una cura per il fegato, scena che ricorda quella tra Totò e Fabrizi in “Guardie e ladri”, film del 1951 di Monicelli e Steno. Nonostante sia una commedia in costume, in molti concordano nel ritenere che appartenga di diritto al genere della commedia all’italiana. In effetti nel film viene rappresentata un’Italia povera ed affamata – a volte anche meschina – ma che, al tempo stesso, è capace di grandi gesti eroici.
della ferrovia Roma-Lido presso la Stazione Piramide, pochi istanti prima di essere colpita, in torno alle 15, da una raffica di calci. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe aggredito fisicamente la conducente, lamentando un’attesa troppo lunga. Ma in realtà “il servizio sulla linea era sostanzialmente regolare, con sette treni in servizio su otto programmati con attese non superiori ai dieci minuti sui tempi previsti“. Questo è ciò riporta una nota di Atac che, prontamente, è per allertare le forze dell’ordine che hanno preso in consegna l’uomo, e per soccorrere la macchinista, che è stata portata in ospedale per controlli. L’aggressione ha provocato la perdita di quattro corse nell’orario compreso fra le 16.10 e le 18.15 con i conseguenti disservizi nei confronti dell’utenza. Atac, nell’esprimere piena solidarietà alla macchinista aggredita, stigmatizza fermamente l’accaduto, non giudicando in alcun modo tollerabile che si commettano atti di violenza nei confronti di lavoratori impegnati nel difficile compito di garantire il servizio pubblico alla città. L’azienza di trasporto rivolge un appello a tutti i cittadini perché, nel fruire del servizio di trasporto, agiscano e collaborino con senso civico, rispettando chi lavora e il patrimonio pubblico.
