Nonostante la rinuncia del presidente Enrico Montesano, ‘Emozione Lazio‘ non si ferma e, dopo aver pianificato la propria strategia, è pronta a passare all’azione. Proprio a tal fine, il comitato promotore dell’iniziativa si è riunito ieri a Roma per esaminare la situazione determinata dal fallimento della stagione 2015-2016 e che la debacle nel derby ha reso ancora più grave. Di seguito, il comunicato ufficiale diramato dai membri della Consulta:
“L’Aquila deve tornare a volare nel cielo seguendo la sua stella polare della Lazialità. Per questo è indispensabile che l’attuale vertice societario faccia un passo indietro e dia vita responsabilmente ad una vera e propria rifondazione della Lazio“.
“Emozione Lazio ritiene indispensabile avviare subito un processo di rifondazione del Club biancoceleste, nella consapevolezza che la presidenza del dottor Claudio Lotito è giunta al capolinea. Tale convinzione, determinata non dal pregiudizio ma dall’analisi oggettiva della realtà, è oggi il primo elemento di ritrovata unità del mondo biancoceleste. Perfino la sparuta minoranza della tifoseria, che manteneva aperto uno spiraglio di fiducia nei confronti dell’attuale gestione societaria, chiede oggi una svolta che soltanto un deciso, formale e sostanziale passo indietro del dottor Lotito può assicurare. Emozione Lazio sa bene di attendersi dall’attuale presidente, un gesto di generosità, probabilmente sofferto. Ma lo richiede, anzi lo impone, il bene supremo della Lazio, evocato e invocato dallo stesso Lotito, al quale comunque non mancherà il riconoscimento dei meriti della sua gestione, soprattutto nella fase iniziale del risanamento dei conti economici”.
Nel corso della riunione, a cui ha partecipato, in collegamento telefonico, anche il presidente onorario Eugenio Fascetti, è stato nominato come portavoce Guido Paglia, oltre ad essere ribadito l’impegno sulle iniziative già annunciate: “Un confronto con il Prefetto di Roma Gabrielli per l’abolizione delle barriere che a tutt’oggi dividono le curve dell’Olimpico (cui, già da tempo, si sta battendo la Nord); la verifica della straordinaria prospettiva di fare del Flaminio la casa della Lazio; la rinascita dei Lazio Club, perché tornino ad essere fondamentali presìdi di Lazialità sul territorio“.

“L’Armata Brancaleone”, il famoso film del 1966 di Mario Monicelli compie 50 anni. Una commedia considerata come uno dei maggiori capolavori del regista. Il film è un concentrato di emozioni che spingono lo spettatore alla risata come quando, alla sua uscita nei cinema, in poche settimane ne fecero un autentico fenomeno popolare. La pellicola uscì nelle sale cinematografiche italiane il 7 aprile del 1966, diventando subito campione di incassi. Presentato a Cannes nel maggio dello stesso anno, venne poi esportato in Germania e in Spagna. Cast del tutto eccezionale con interpreti della grandezza di Gian Maria Volonté, Carlo Pisacane, Catherine Spaak, Enrico Maria Salerno, Maria Grazia Buccella, magistralmente guidati da quel fantastico attore che è stato Vittorio Gassman.
Soggetto della pellicola una rivisitazione alquanto originale dell’Italia medioevale, creando un genere di idioma immaginario, tra il latino maccheronico, la lingua volgare medievale e l’espressione dialettale. Il richiamo ad un precedente film di grande successo del regista (I soliti ignoti) è evidente sia nella sceneggiatura (la compagnia sgangherata che cerca di compiere una grande impresa fallendola miseramente), sia nella somiglianza dei personaggi interpretati da Gassman e Pisacane nei due film, che in alcune sequenze, come quella in cui Gassman, viene contattato per entrare nella compagnia.
Il protagonista in un primo momento rifiuta ma poi accetta dopo la sconfitta nel combattimento (di pugilato ne “I soliti ignoti” e al torneo ne “L’armata Brancaleone”). Inoltre, anche un’altra scena in cui durante una pausa del duello tra Brancaleone e Teofilatto, il primo consiglia al rivale una cura per il fegato, scena che ricorda quella tra Totò e Fabrizi in “Guardie e ladri”, film del 1951 di Monicelli e Steno. Nonostante sia una commedia in costume, in molti concordano nel ritenere che appartenga di diritto al genere della commedia all’italiana. In effetti nel film viene rappresentata un’Italia povera ed affamata – a volte anche meschina – ma che, al tempo stesso, è capace di grandi gesti eroici.
della ferrovia Roma-Lido presso la Stazione Piramide, pochi istanti prima di essere colpita, in torno alle 15, da una raffica di calci. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe aggredito fisicamente la conducente, lamentando un’attesa troppo lunga. Ma in realtà “il servizio sulla linea era sostanzialmente regolare, con sette treni in servizio su otto programmati con attese non superiori ai dieci minuti sui tempi previsti“. Questo è ciò riporta una nota di Atac che, prontamente, è per allertare le forze dell’ordine che hanno preso in consegna l’uomo, e per soccorrere la macchinista, che è stata portata in ospedale per controlli. L’aggressione ha provocato la perdita di quattro corse nell’orario compreso fra le 16.10 e le 18.15 con i conseguenti disservizi nei confronti dell’utenza. Atac, nell’esprimere piena solidarietà alla macchinista aggredita, stigmatizza fermamente l’accaduto, non giudicando in alcun modo tollerabile che si commettano atti di violenza nei confronti di lavoratori impegnati nel difficile compito di garantire il servizio pubblico alla città. L’azienza di trasporto rivolge un appello a tutti i cittadini perché, nel fruire del servizio di trasporto, agiscano e collaborino con senso civico, rispettando chi lavora e il patrimonio pubblico.