All’interno del mondo Lazio c’è una generazione di giovani biancocelesti che cresce, sogna e spesso svanisce nell’ombra, nel grande dimenticatoio dei “forse un giorno sfonderà“. La Primavera della società di Claudio Lotito ha fatto nascere nomi importanti, ma l’opportunità di brillare tra i grandi è rimasta – troppo spesso – un miraggio.
Lazio, l’illusione della “cantera”: troppi talenti rimasti incompresi
Non è la prima volta che ci si interroga sul reale spazio che la Lazio, e in generale il calcio italiano, concede ai propri giovani. La Primavera biancoceleste, stagione dopo stagione, mette in mostra ragazzi di valore, spesso elogiati dagli addetti ai lavori, ma altrettanto spesso dimenticati dai piani alti.
Uno dei casi più recenti è quello di Jacopo Sardo, talento classe 2005, oggi in forza al Monza. Il calciatore, dopo anni in cui ha cercato – invano – di guadagnarsi spazio e fiducia all’ombra del Colosseo, ha optato prima per un trasferimento in Germania e successivamente in Serie B. La sua storia, però, purtroppo, è solo una delle tante.
Lazio, un canovaccio che si ripete sempre, troppo spesso
A Formello si cresce. Si lavora, si suda, si spera. Ma quanti, tra i migliori prospetti degli ultimi anni, hanno realmente trovato spazio in prima squadra? Pochissimi. Alcuni sono finiti in prestito, altri svincolati, altri ancora spariti nei campionati minori.

Eppure, lo dicono le partite, lo dicono i numeri, lo dicono gli occhi di chi li ha visti giocare: in Primavera c’è qualità. Quella vera. Perché non puntarci?
Poca fiducia o una strategia deleteria?
La questione non è solo tecnica, ma gestionale. In un calcio in cui il mercato detta le regole, puntare su un giovane “di casa” sembra più un rischio che un’opportunità. Si preferisce l’usato sicuro, il profilo esperto (Insigne?), l’ennesimo affare a costo contenuto.
Ma a che prezzo? Forse quello di smarrire l’identità, il legame con le radici, la possibilità di costruire qualcosa di duraturo. Vedasi, come esempio, Yamal con il Barcellona.
Il patrimonio della Lazio Primavera non è soltanto sportivo, ma anche economico. Crescere un calciatore, farlo esordire, valorizzarlo: significa dare senso a un investimento e rafforzare l’identità del club.

Oggi, 2 luglio 2025, la rosa della prima squadra biancoceleste conta due elementi provenienti dal vivaio: Cataldi, probabile prossimo partente, e Furlanetto, terzo portiere. Un dato che fa riflettere.
Lazio, il rimpianto che verrà
Il rischio non è solo perdere un potenziale campione. Il vero pericolo è abituarsi a non crederci più.
E allora forse vale la pena fermarsi, guardare indietro e provare a invertire la rotta. Perché il talento, a Formello, non è mai mancato. È solo rimasto chiuso dietro una porta mai davvero aperta.
Visualizza questo post su Instagram