Prosegue in casa Lazio il tour nelle scuole elementari e medie inferiori di Roma e provincia per il progetto ‘Dalla scuola allo stadio, il modo giusto per sostenere lo sport‘. Stamane a fare tappa presso la scuola d’infanzia e primaria ‘Antonio De Curtis’ sono stati Filip Djordjevic e Marco Parolo, accompagnati dal team manager Manzini e dall’immancabile aquila Olimpia. Come riporta ‘lalaziosiamonoi’, proprio Manzini è il primo a prendere la parola: “La società vi saluta e vi ringrazia. Questi incontri ci arricchiscono sempre, per questo vogliamo invitarvi ad una delle nostre partite all’Olimpico. L’aquila? Rappresenta la squadra che deve sempre puntare alle vette, perché è un animale che tende a volare in alto verso picchi difficili da
raggiungere“.
Il microfono passa poi al centravanti serbo: “Collaborare con la squadra serve molto, perché si vince solo restando tutti uniti, da solo nessuno può fare nulla. Si fanno tanti sacrifici, si è sempre lontani dalla famiglia. Ma le tante cose belle che ci sono nel calcio poi ti ripagano. Fare un gol è la sensazione più bella: io il mio primo l’ho segnato tanti anni fa ed è stato qualcosa di incredibile. Lo sport preferito dopo il calcio? Noi due seguiamo il basket, soprattutto l’NBA. La mia passione per il calcio è nata quando ero piccolo: giocavo tutti i giorni a Football Manager e conoscevo tutti i giocatori. Tempo libero ne abbiamo poco, ma passarlo con i figli è la cosa più bella del mondo. Razzismo? Non mi è mai capitato, né in Francia né in Italia. Pur essendo straniero, il derby lo sento come tutti gli altri: so che è uno dei tre derby più grandi del mondo, la partita più importante della stagione. La concentrazione c’è sempre, perché è bello giocare partite del genere“.
E giunge infine al centrocampista ex Cesena: “L’alimentazione nello sport è importante, soprattutto qu
ando sei avanti con gli anni, perché, a differenza di quando sei giovane e puoi permetterti qualche dolce per via del metabolismo diverso, non puoi esagerare, altrimenti devi anche pagare delle multe (ride ndr). Il mio percorso per diventare calciatore è stato più lungo: avevo 25 anni quando sono arrivato in A, un obiettivo che ho sempre avuto e per il quale ho sempre dato tutto me stesso. Il segreto è essermi sempre divertito, perché se la vivi come un peso non vai da nessuna parte. La passione
dei tifosi la percepisci fin da subito, anche nelle amichevoli pre-campionato, quando vengono in 4-5mila disposti a tutto per farsi una foto con te. Prima di arrivare alla Lazio avevo visto dei video dell’evento ‘Di padre in figlio’, in cui c’era l’Olimpico pieno. Noi percepiamo l’amore dei tifosi, ma poi sta a noi trascinarli di più e a volte ci riusciamo e altre no. La loro voglia però si percepisce tanto, anche in trasferta, quando applaudono tanto. Il mio idolo? Gerrard, ci ho giocato contro ed è stato incredibile. Da questi idoli dobbiamo prendere le cose positive e farne tesoro. Il gioco di squadra aiuta tantissimo tutti a rendere meglio: quando sei insieme ad altri non puoi essere egoista, ma devi accettare i difetti dell’altro e stimarsi a vicenda. Bisogna parlare con i compagni per confrontarsi e capire come crescere. La vita privata? Sono sempre stato me stesso e l’ho tenuta separata dal calcio. La violenza? Mi è successo in Belgio con l’Italia, a fine partita negli spogliatoi parlavamo solo di quanto accaduto in Francia. Il calcio è gioia, bisogna avere rispetto e sperare che certe cose non si ripetano. In questo momento critico cerchiamo di essere compatti e non ascoltare quello che ci dicono contro. Non possiamo essere sempre al 100%, ma con la voglia e la passione si può risalire. Quando si smette? A quarant’anni, a volte anche prima, anche perché non ce la fai a stare al passo con i giovani che hanno più energie. Cerchi di tenerti in forma, ma ad un certo punto è il fisico a dirti basta. I giovani però devono far bene, sennò continuano a giocare i vecchietti. Penso sia giusto fare beneficenza: noi la facciamo sia come squadra che singolarmente, doniamo per aiutare chi è meno fortunato di noi“.
Prima di andar via però c’è spazio anche per Olimpia, che parla attraverso il falconiere Bernabè: “Vive a Formello, ha tanto spazio e dunque non scappa perché la riconosce come casa. All’Olimpico invece è più difficile per le luci, le bandiere e le telecamere, ma abbiamo lavorato per questo e dopo 5 anni è diventata bravissima“.

Sono passati 24 mesi, 730 giorni. Era una domenica e la squadra, allora di Edy Reja, giocava il posticipo serale in casa contro il Sassuolo di Zaza e Berardi, gara finita per 3-2, con rete finale di Stefan Radu. Ma la vera partita, quella sera si giocava altrove, in tribuna, sugli spalti. Riecheggiava da una parte all’altra dello stadio Olimpico. Rimbombava all’unisono una voce, che sembrava partire come fosse “Giove Tonante”: “LOTITO VATTENE, LOTITO LIBERA LA LAZIO”.
L’opinione pubblica vede il centro sportivo di Formello come un bunker inespugnabile, De Martino commenta così: “Non sono d’accordo, ogni volta che si è chiesto un intervento, c’è sempre stata la volontà di volerlo fare. Se cambierà qualcosa? I motivi di questo clima sono tanti, non c’è solo una problematica. Sappiamo le complicanze legate alle decisioni riguardanti Stadio Olimpico e ordine pubblico. Quando sento dire di salvare una stagione io non sono d’accordo: fino a quando ci saranno minuti da giocare, i giocatori sono tenuti a dare il massimo. Spero che a fine stagione ci possa essere un tavolo per sostenere un incontro. La mancanza della Curva Nord, polmone del tifo, costerà dei punti in classifica. Cosa intendo quando parlo di apertura agli ex? Noi siamo a disposizione, vogliamo farvi considerare il nostro centro sportivo disponibile. Siamo aperti con disponibilità quotidiana per far visitare Formello, sempre. Già la prossima settimana si potrebbe organizzare da noi una visita per chi vuole”.
Eloquenti e quanto mai chiare le dichiarazioni del quotidiano. Il giocatore, così come tutta la Lazio va detto, non sta attraversando un grande periodo di forma, ed ovviamente in questi momenti le voci che lo vogliono lontano da Roma, si fanno quanto mai insistenti. Speriamo si possa fare chiarezza il prima possibile, per non aggiungere un’altra grana, in un momento in cui ce ne sono fin troppe.
aro si nota una differenza di motivazione tra le partite di coppa e quelle di campionato dove non si vede un obiettivo prestigioso alla portata. L’Europa league è una competizione difficile, vincerla è un impresa, non impossibile ma difficile. Però è una squadra costruita per poter fare molto bene in questa competizione. E’ una manifestazione dove spesso si vedono pronostici ribaltati, credo che la Lazio possa arrivare fino in fondo, poi vincerla o meno dipende molto anche dagli episodi. La stagione sicuramente è stata condizionata da assenze importanti”. Questione stadio: “Vedendola da fuori posso dire che è un peccato vedere lo stadio così vuoto, è una sconfitta per tutti. Questa atmosfera di contestazione nei confronti della società c’è da dieci anni. Però i tifosi hanno dimostrato che quando c’è da accompagnare la squadra verso un traguardo importante sono pronti a tornare a supportarla mettendo da parte altri discorsi. Pensando allo stadio dello scorso anno con quella cornice meravigliosa posso dire che è davvero un peccato vedere lo stadio così vuoto, pesa molto anche il rendimento della squadra“.
il Frosinone, una delle difese peggiori del campionato. La gara di domenica scorsa allo Stadio Matusa per certi versi, può essere
Il numero uno del social network, Mark Zuckerberg, ha già fatto un cameo durante l’anteprima di Samsung ma oggi, avvio ufficiale della kermesse, terrà il suo keynote che sarà incentrato non a caso sull’impegno della compagnia di riuscire a connettere i restanti 4,1 miliardi di persone nel globo. A tal proposito in seno a Internet.org Facebook ha lanciato il Telecom Infra Project. L’iniziativa, anticipa Zuckerberg con un post, vuole unire operatori e compagnie per lo sviluppo «aperto» di nuove tecnologie per le infrastrutture di rete per le telecomunicazioni. Tra i partner del Telecom Infra Project ci sono anche Intel e Nokia.