Terzo appuntamento dell’anno con il tour nelle scuole della Lazio. Stavolta è toccato a Gentiletti, Milinkovic e Felipe Anderson fare tappa all’Istituto Comprensivo ‘Grazia Deledda’ di Roma. Di seguito le dichiarazioni che i tre hanno rilasciato in risposta alle domande degli studenti, riportate dal sito lalaziosiamonoi.it.
Anderson: “Essere famosi è una cosa bella, significa che ciò che stai facendo è riconosciuto e importante. Ho scelto il calcio perché mia madre mi racconta che quando ero nella sua pancia già le tiravo i calci. Poi già da piccolo mi innamorai di questo sport, tanto che a 5-6 anni ero sempre con un pallone tra i piedi. Dopo una partita persa c’è tensione a causa della delusione. In questi momenti ci sono anche dei compagni che ne approfittano per parlare. Può capitare di perdere una partita, ma l’importante è non abbassare mai la testa e cercare subito nuove motivazioni. Poi praticando questo sport si conosce tutto il mondo, sia nel suo lato più bello che in quello più brutto: per esempio, sei sempre lontano dalla famiglia, ma puoi conoscere delle bellissime città come Roma. Mi piace giocare nella Lazio, quando ho avuto la possibilità di venirci non ci ho pensato molto. La squadra già la seguivo e sono molto felice di giocarci. Per diventare campioni c’è tanto da soffrire, bisogna fare cose diverse dagli altri e ogni giorno meglio. Andare in tv è bello, mi piace rivedermi la partita quando torno a casa. Piace anche alla mia famiglia, che è lontana e così può seguirmi. Da quando sono arrivato abbiamo quasi sempre battuto la Fiorentina, solo la prima volta all’Olimpico abbiamo pareggiato. Cerchiamo di fare sempre del nostro meglio contro le squadre forti, perché è bello batterle. Quando non giochi bene, ci sono i giocatori più esperti che ti motivano e ti rendono consapevole che, come tutti, stai facendo un lavoro importante. Se metto in campo il massimo impegno per la Lazio (domanda del responsabile della comunicazione De Martino ndr)? Certo, quando non riesco a fare bene, arrivo a casa e mi dico che devo fare di più per migliorare“.
Gentiletti.: “Siamo sempre soddisfatti quando vinciamo, è bello fare in partita ciò che proviamo in allenamento. La mia prima volta all’Olimpico ero molto emozionato, non so spiegare come, è una cosa che mi accade sempre quando c’è una partita importante. Ho scelto il calcio perché sentivo il desiderio di giocarci fin da piccolo. Perdere il derby è una sensazione bruttissima, non è mai bello. Giocare davanti al pubblico più bello d’Italia è una sensazione sempre bella (altra risposta a De Martino ndr)”.
Milinkovic-Savic.: “Quando sbaglio un gol mi sento malissimo, non ci dormo la notte. Il mio obiettivo è giocare la Champions League, mi alleno e cerco di fare il possibile per riuscirci (anche il serbo risponde a De Martino ndr)”.
Manzini: “Lo stadio vuoto? Anche se i giocatori non dicono quanto sia difficile giocare senza tifosi, tra di noi ce lo diciamo ogni giorno. Comunque non ho mai trovato una squadra che si identifichi così tanto con i suoi tifosi, sono un tutt’uno e nulla può incrinare questo rapporto. La Lazio e il suo pubblico dovrebbero essere messi al di sopra di ogni interesse“.

Per chi volesse avere un’esperienza culinaria fuori dagli schemi, surreale e quanto mai appagante dovrà aspettare il prossimo Settembre. Arriva a Roma “Dinner in the Sky“, una piattaforma – ristorante appesa ad una gru che permetterà a tutti i “potenziali” commensali di poter cenare ad alta quota in compagnia di “passanti alati” di qualsiasi tipo, e godendosi uno spettacolo mozzafiato.
L’OCCASIONE – Poi finalmente la fiducia tanto attesa. Durante la partita di Marassi tra Genoa e Lazio, Dusan Basta si fa male e al termine del primo tempo è costretto ad alzare bandiera bianca…La Lazio però in panchina non ha alternative di livello e al posto del serbo non poteva mettere Konko perchè era sulla corsia opposta per sopperire all’assenza di Radu. In quel momento il pensiero del 99% dei tifosi sarà stato: “Sicuramente ora entra Lulic e lo mette a sinistra spostando Konko nella sua fascia di competenza“. E invece no! Pioli spiazza tutti mandando a scaldare nell’intervallo proprio lui…Patric. Inutile dire che un senso di preoccupazione ha avvolto tutto il popolo biancoceleste a causa di questa “folle” scelta del mister. Ma si sa…il calcio è bello anche per questo, la sorpresa è sempre dietro l’angolo: Patric infatti si rende protagonista di una prestazione di livello, niente di clamoroso per carità però per 45 minuti ha giocato una buonissima gara senza sbavature o errori particolari contro clienti difficili come Laxalt, Suso e Cerci…dando così ragione alla scelta di Pioli e permettendo così al tecnico ex Parma di usare Lulic in una posizione più avanzata. Il percorso di crescita del giovane terzino spagnolo è tuttavia ancora lungo, come lui stesso ha confermato nel
