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Giordano al Tatabanya: “Simbolo e colori simili, è il destino. Pioli doveva farsi sentire di più”

Dopo Tommaso Rocchi, un altro ex laziale farà parte dello staff del Tatabanya. Si tratta di Bruno Giordano, scelto dalla nuova proprietà italiana del club magiaro per guidare la squadra alla conquista della massima serie nazionale. Della nuova esperienza il diretto interessato ha parlato ai microfoni de Lalaziosiamonoi:

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La trattativa è nata come con tutte le proprietà italiane: ho incontrato gente seria con tanta determinazione e voglia di creare qualcosa di importante. E che sopratutto mi fa fare il calcio, che per me è la cosa più importante, perché vuol dire che c’è stima nei miei confronti. Il fatto poi che c’era Rocchi ha influito molto sulla scelta“.

“Sarà un segno del destino che il simbolo e i colori sono simili a quelli della Lazio. Sia chiaro, avrei accettato anche se fossero stati altri colori, ma mi piace considerare questi segni, sopratutto a livello scaramantico. Purtroppo allenare in Italia è molto difficile, quindi per me farlo qui o da un altra parte non ha importanza, l’importante è avere un campo dove lavorare e migliorarsi”.

La dirigenza è italiana: per esempio c’è Massimo Caroletti che è il Direttore Generale e un po’ il rappresentante della società. Per loro fare calcio all’estero non è un declassamento, anche perché come strutture il paese non è messo peggio del nostro. Anzi con la serietà e il lavoro stanno approfittando del nostro stallo per raggiungerci”.

Rocchi? L’ho sempre stimato, a Roma ha fatto grandi cose senza mai polemizzare. Come Ledesma è uscito in punta di piedi e forse ha ricevuto meno di quanto ha dato. Sono onorato di allenare un campione e un grande professionista come lui, che certamente sarà un esempio per i compagni“.

Obiettivi? Per ora abbiamo un solo punto, quindi dovremo essere perfetti per arrivare alla promozione. Speriamo di farcela, perché abbiamo una rosa più che valida, ma non sarà facile

“La Lazio? Purtroppo, tanto per la squadra quanto per i giocatori, la conferma dopo una stagione andata bene non è mai semplice. Forse si è sopravvalutato il gruppo o forse c’è meno motivazione. Anche a livello fisico la squadra ha perso qualcosa. Per fortuna tempo per recuperare ce n’è, ma obiettivamente le aspettative erano di gran lunga superiori. Anche sul mercato gli altri hanno fatto grandi cose, mentre noi abbiamo abbandonato le certezze e ci siamo affidati a giovani che tanto possono esplodere quanto no. Per riprendersi dunque servirà in primis che la società protegga la squadra e l’allenatore“.

Pioli sta facendo fatica ad imporsi sulle scelte tecniche. Lo scorso anno ha compiuto un impresa straordinaria e quest’estate forse avrebbe dovuto farsi sentire di più. È strano che a Roma non si riesca a confermarsi l’anno dopo: purtroppo i risultati non sono arrivati e la società non ha saputo dare le giuste risposte ai tifosi. Per esempio non capisco perché Matri è stato preso ora e non durante il preliminare, quando avrebbe potuto essere d’aiuto

“Per caratteristiche Matri è l’attaccante migliore che si poteva prendere. È un buon giocatore che sa lanciarsi negli spazi e manovrare l’azione. Se motivato e in condizione può disputare un ottima stagione“.

Mauri? Vedendo la partita con il Chievo tutti avrebbero potuto essere utili per risollevare la situazione. Tuttavia se la squadra non so regge in piedi non basta un giocatore per risollevarla. Stefano ha esperienza e sa destreggiarsi bene in situazioni complicate, ma anche con lui abbiamo subito sconfitte pesanti. D’altra parte però può costituire uno di quei giocatori esperti a cui i più giovani si possono aggrappare in caso di bisogno

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