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Marco Ligabue a “I Laziali Sono Qua”: “Felipe Anderson è il mio gioiello al Fantacalcio!”

La Lazio ha appena battuto il Torino in campionato e sugli 88.100 di Elle Radio, nella trasmissione di riferimento per tutti i tifosi biancocelesti, “I Laziali Sono Qua“, è intervenuto Marco Ligabue, fratello del rocker Luciano e a sua volta artista fresco di uscita del suo ultimo album, “Luci“. Ma Marco è anche un grande tifoso granata, come confermato al conduttore Danilo Galdino: “Quando ero piccolo, avevo cinque o sei anni, il Torino vinse il suo ultimo scudetto e mi ero accodato all’entusiasmo per la vittoria di quegli eroi granata: Paolo Pulici, Claudio Sala e tutti gli altri. Quindi pur essendo emiliano mi sono affezionato a quella squadra carica di storia, e la passione è rimasta viva in tutti questi anni.

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Sulla partita di ieri, Marco Ligabue spiega: “Il match è stato equilibrato fino al gol di Lulic, poi il Torino è andato un po’ in bambola. La squadra riesce a tirar fuori gli artigli quando la situazione si fa difficile, ma fa fatica a trovare continuità ai piani alti della classifica. La Lazio ha meritato senz’altro la vittoria giocando una gran partita. Al Fantacalcio ho Felipe Anderson, ma della squadra di Pioli mi piace tantissimo anche Biglia: quando c’è lui in campo la Lazio cambia completamente pelle, la squadra comincia a girare al meglio solo sotto la regia dell’argentino.

A Roma c’è un derby che viene vissuto ventiquattro ore su ventiquattro. In casa Ligabue come si vive Torino-Inter (con Luciano grande tifoso nerazzurro)? “Luciano non è mai stato un tifoso estremo, gli piace molto guardare la partita ma con la giusta serenità. Poi va sottolineato come fra Torino e Inter la rivalità non sia mai stata esasperata.”

Si parla anche di musica, con Marco Ligabue che racconta: “I concerti più calorosi della mia carriera sono stati al Sud. Quest’estate in Sardegna al festival organizzato dalla birra Ichnusa c’erano 55.000 persone che aspettavano Caparezza, al quale dovevo fare l’apertura. Dopo un paio di pezzi nessuno mi stava considerando, tutti aspettavano l’headliner: allora ho deciso di rivolgermi al pubblico chiedendo maggiore partecipazione per la mezz’ora di concerto: da lì c’è stato un boato generale e ci sono stati venti minuti di entusiasmo totale, di fronte alla più ampia platea davanti alla quale mi sono esibito. Mio fratello Luciano d’altronde mi è sempre stato di grande aiuto: mi sono lanciato come cantautore tre anni fa, sotto il suo consiglio quando mi disse che a suo parere, chi si scrive le canzoni se le deve anche cantare. Quindi la mia avventura da solista è iniziata dopo l’esperienza con i Rio.

Fabio Belli

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