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Martini a “I Laziali Sono Qua”: “Pioli sa leggere il futuro di questa squadra”

Infaticabile terzino dello scudetto del 1974 e personaggio sempre attento alle vicende biancocelesti, Luigi Martini è intervenuto nella trasmissione radiofonica di riferimento per tutti i tifosi laziali, “I Laziali Sono Qua” sugli 88.100 di Elle Radio condotta da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva, ed ha parlato dell’avvio di stagione della squadra di Stefano Pioli, alla vigilia della ripresa del campionato che vedrà la Lazio impegnata a Sassuolo domenica prossima.

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Il tecnico laziale ha chiesto una squadra “brutta, sporca e cattiva”, un po’ come quella del ’74. Secondo Martini: “Pioli ha sicuramente un grandissimo carisma ed un’eccellente capacità di leggere il futuro della squadra. Questa caratteristica ha portato tranquillità nei momenti difficili e può essere considerato il vero punto di forza della società. I giusti meriti vanno anche riconosciuti anche al presidente Lotito per la scelta di questo allenatore.

Domenica la Lazio è attesa da una partita molto delicata a Sassuolo. “La Lazio si troverà di fronte una brutta bestia,” spiega Martini, “anche se tecnicamente ritengo la Lazio un gradino superiore al Sassuolo, senza ombra di dubbio. Determinazione e concentrazione saranno fondamentali per fare bottino pieno.

Senad Lulic nella sua nuova posizione da esterno sinistro di difesa ricorda in parte il modo di giocare di Martini: “Secondo me può esprimersi al meglio sia da terzino sia da interno di centrocampo: anche nell’utilizzo di Lulic vedo grandi meriti per Pioli, che sta trovando soluzioni ad hoc importanti per tutti i giocatori.

Quanto c’è di Tommaso Maestrelli, maestro della grande Lazio del primo scudetto, in Stefano Pioli? “E’ vero, ci sono diverse similitudini,” racconta Martini, “soprattutto nella caratteristica di saper infondere fiducia e tranquillità al gruppo nei momenti di maggiore agitazione. E’ un paragone che mi è subito saltato all’occhio visto questo modo di fare simile tra i due tecnici. Maestrelli era un uomo vero, che non barattava mai i suoi principi e le sue convinzioni e che è in grado di insegnarti tutto nella vita.

La Lazio ha tanti giovani che si stanno mettendo in luce. Martini li passa in rassegna: “Keita ha grandi qualità e secondo me fa bene Pioli a dosarne l’impiego, perché alle doti naturali bisogna abbinare l’esperienza, che si acquisisce gradualmente e col tempo sul campo. Cataldi è già un pilastro inamovibile nell’Under 21, è lo vedo protagonista nel futuro anche nella Lazio, senza ombra di dubbio. Di lui mi ha impressionati nel particolare niente e nello specifico tutto: nel senso che è un giocatore che si sta formando piano piano ma in maniera assolutamente complete, ed ha tutto per diventare un vero punto fermo della squadra. Milinkovic-Savic non me lo aspettavo così: sta dimostrando di rendere in campo al di là di ogni rosea aspettativa iniziale.

Nel corso di una stagione ci sono partite-chiave che possono cambiare il corso di un’intera annata. Lo fu per la Lazio del ’74 quella dell’Hellas Verona, in cui la squadra attese all’intervallo in campo gli avversari, ribaltando lo svantaggio a fine primo tempo. Lo stesso è accaduto quest’anno alla Lazio di Pioli: la serie di vittorie ripresa dopo quella vittoria, può proseguire? “Sono sicuro che questo sarà l’anno migliore per la Lazio di Pioli,” spiega Martini, “e vedo i biancocelesti in lotta per le prime posizioni. La Juventus forse soffre di “stanchezza da scudetto”: esclusi i bianconeri, vedo squadre alla portata della Lazio e sono molto fiducioso.

Oltre al campionato, anche in Europa League la Lazio sta cercando di ritagliarsi un ruolo da protagonista. Secondo Martini: “C’è molta differenza tra lo scenario nazionale e quello continentale. La Lazio può far molto bene anche in Europa League perché crede in sé stessa ed ha un allenatore cosciente delle potenzialità della squadra, e sa come schierarla a seconda dei differenti impegni. Certo bisognerà saper reagire alle assenze che si stanno presentando per infortunio: Biglia e Parolo sono giocatori importantissimi ma la Lazio ha dimostrato di saper giocare bene con tutti i suoi interpreti. Ricordo che Inselvini, chiamato per un lungo periodo a sostituire Re Cecconi nella stagione dello scudetto, fece delle partite da grande campione perché era l’impianto di squadra a girare alla perfezione.

Felipe Anderson può essere l’uomo simbolo di questa Lazio? “Forse no a livello caratteriale, per ora, perché deve crescere sotto il profilo della continuità e della personalità. Ma a livello tecnico ha caratteristiche fuori dal comune, capaci di risolvere la partita in qualsiasi momento. L’uomo simbolo al momento è Stefano Pioli, senza ombra di dubbio.

Fabio Belli

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