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ESCLUSIVA – Milani: “Vi racconto la mia lazialità e chi è Cataldi…”

Il popolo laziale ora più che mai ha bisogno di qualcuno che difenda la maglia e che la onori come farebbe un tifoso in campo. Questo è il desiderio della gente e questo è il sogno di Simone Milani. Ora tra le fila del San Severo ma con il cuore che ancora batte forte per la Lazio. Contattato in esclusiva dalla redazione di Laziochannel.it l’ex primavera si racconta.

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Oggi giochi nel San Severo e hai già realizzato due gol: che differenza c’è tra il campionato primavera e la lega D?

“C’è differenza, perchè mentre nel campionato primavera puoi incontrare squadre non proprio all’altezza, in Serie D ti puoi scontrare con calciatori che hanno già giocato nelle serie maggiori. Ad esempio noi abbiamo incontrato il Potenza che aveva tra le sue fila Jeda (ex Cagliari ed Inter). E’ un campionato più duro dove cominci a prendere i calci. Ogni partita è tirata e i ritmi sono più alti”.

Come l’hai presa quando hai saputo che avresti dovuto lasciare la Lazio? Hai rancore nei confronti della società?

“Dopo la finale col Torino sono rimasto un’ora allo stadio piangendo perchè sapevo che quella sarebbe stata la mia ultima partita con la Lazio. Ho avuto un incidente e non essendomi ripreso al 100% sapevo di partire penalizzato rispetto agli altri. Il dispiacere di dovermene andare era tanto, ma non ho rancore nei confronti della società, si sono comportati bene dopo l’incidente e mi hanno aiutato molto”.

1 Maggio 2015: la Lazio vince la Coppa Italia primavera battendo in finale la Roma. Cosa vuol dire vincere una coppa davanti ai propri tifosi battendo la rivale di sempre?

“Rimarrà la cosa più bella fatta nella mia vita. E’ il sogno di ogni laziale giocare con la propria maglia e vincere una finale contro la Roma all’Olimpico e alzare la coppa davanti a loro. Rimarrà tutta la vita dentro di me, come la vittoria della prima squadra il 26 Maggio 2013. Sono due coppe che hanno scritto la storia in maniera indelebile. Emozioni indescrivibili di cui parlerò ai miei figli”.

Sogni il ritorno alla Lazio o non ci pensi più da quando non ti è stato rinnovato il contratto?

“Posso dire di pensarci tutti i giorni, a tutte le ore, ogni volta che entro in campo. Adesso voglio far bene con questa squadra non mollando mai e lo faccio per poter inseguire il mio sogno, cioè tornare alla Lazio”.

Il tuo ex compagno di squadra Danilo Cataldi non sta vivendo un buon momento. Vuoi dirgli qualcosa?

“Danilo è una grandissima persona. Quando ho fatto l’incidente è stato uno dei pochi, insieme a Pollace, a starmi veramente vicino. Loro due mi hanno  aiutato tantissimo. Cataldi sarà uno dei primi a prendersi per mano la Lazio, nonostante a farlo dovrebbe essere qualcun altro più esperto di lui. E’ un grande giocatore e ha le qualità per mettersi la squadra sulle spalle. Secondo me sarà il futuro della Lazio  perchè lo conosco e se lo merita, deve stare tranquillo. Per me è il più forte di tutti”.  

Ma quanta lazialità c’era in quella lettera che scrivesti quando lasciasti la Lazio? L’hai scritta personalmente tu? Dove? Quando?

“Sì, quella lettera l’ho scritta io subito dopo la finale persa col Torino. E’ stato un modo per sfogarmi davanti a tutti ed esprimere la mia lazialità. Mentre la scrivevo, mi trovavo ancora sugli spalti quando i miei compagni invece erano già sul pullman. Quella lettera pubblicata sui social ebbe tanto seguito e furono tantissimi i messaggi d’affetto da parte di tutti”.

In quale zona di Roma sei cresciuto e come sei diventato della Lazio?

“Sono cresciuto a Roma nel quartiere di Primavalle. Avevo tutti amici che tifavano per la Roma, ma sono diventato della Lazio grazie alla mia famiglia, soprattutto grazie a mio nonno Natale detto anche “Romoletto”. Sin da piccolo a casa mia si parlava solo di Lazio ed è diventata una malattia… la malattia più bella che ci possa essere”.

Qual è stata la prima partita che hai visto allo stadio e con chi eri ?

“Ricordo bene la prima volta allo stadio. Indossavo la maglia di Salas. Era un Lazio-Verona e mi accompagnarono mio padre, mio zio e mio nonno. Mi addormentai e mi risvegliai sul gol di Crespo del 4-0”.

Conservi ancora qualche maglia della Lazio o materiale della tifoseria?

“Sì, conservo gelosamente quasi tutte le maglie, da quella delle finali contro Roma e Fiorentina passando per la maglia dello scudetto.  La mia stanza è ricoperta da materiale della curva come foto di striscioni, adesivi e maglie mentre al centro della mia camera, c’è il poster del gol di Lulic del 26 Maggio”.

Nonostante tu non abbia mai avuto la possibilità di giocare in prima squadra, i tifosi si sono affezionati a te perché riconoscono la tua grande lazialità. Cosa vuoi dire loro?

“I tifosi dopo l’incidente sono stati la mia vera forza. I medici mi dissero che non sarei potuto più tornare ad alti livelli. Quando un giorno vidi tutti i messaggi di supporto dei laziali, mi sono alzato in piedi e mi convinsi di dover combattere per tutti loro. Il popolo biancoceleste spera di vedere un giocatore tifoso, che li rappresenti in campo. Hanno cominciato a credere in me soprattutto dopo due gesti che mi sono sentito di fare, come sventolare la bandiera in curva nord e scrivere una lettera prima di andar via, che ha fatto capire a tutti quanto amo la Lazio. Colgo l’occasione per salutare e ringraziare tutta la redazione di Laziochannel.it e il Direttore Davide Sperati, cresciuto in curva nord e grandissimo tifoso della nostra amata Lazio”.     

Queste sono le dichiarazioni che il ragazzo di Primavalle ha rilasciato, mostrando ancora una volta la sua immensa fede laziale e ha sfoggiato tutto il suo amore per questa maglia. Valori ed ideali importanti, utili nel conseguire vittorie e riconoscimenti da parte di tutti. Se il destino farà rincontrare di nuovo questo ragazzo e la sua squadra del cuore nessuno può saperlo, ma intanto i laziali hanno capito che c’è chi potrebbe onorare al meglio la loro maglia e questo porta il nome di Simone Milani.

Alessio Allegrucci

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