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RASSEGNA STAMPA – Lazio, caos e nervi tesi

Più che in crisi, la Lazio è in pieno caos. Risultati da retrocessione (4 punti nelle ultime 6 partite di campionato), mancanza di gioco, di spirito di gruppo e nervi scoperti: questa lunga serie di aspetti, sommati tutti insieme, hanno portato al ritiro nel quale i giocatori si sono ritrovati a partire dal “day after” il pareggio casalingo con il Palermo.

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ANCORA IN RITIRO  –  È la seconda volta che accade in questa stagione: la prima dopo la batosta subita dal Napoli al San Paolo (5-0 per la squadra di Sarri), un risultato troppo eclatante per passare inosservato. In quel caso fu Pioli a scegliere l’opzione ritiro per tentare di ricompattare il gruppo, che rischiava di sfaldarsi dopo la sconfitta in Supercoppa italiana a Shanghai e l’eliminazione a opera del Bayer Leverkusen nei playoff Champions.  In quel caso, almeno nel breve periodo, si raggiunse l’effetto desiderato: la Lazio vinse le due partite consecutive con Genoa e Verona giocate durante ritiro e proseguì il trend positivo anche dopo, in quelle successive con Saint-Étienne prima e Frosinone poi. Stavolta però la situazione è un po’ diversa. La decisione del ritiro è stata presa direttamente dalla società e non si tratta di un momento per ritrovarsi (o almeno non solo quello), ma di una vera e propria punizione. Inizierà ufficialmente da questa sera, da quando la squadra  –  che si è allenata in mattinata  –  rimarrà nel centro sportivo di Formello. E andrà avanti a oltranza, sicuramente fino alla gara di giovedì con il Dnipro, probabilmente anche oltre arrivando alla trasferta con l’Empoli.

NERVI SCOPERTI  –  Una decisione che conferma ulteriormente il momento negativo della Lazio, che non può essere ridotto solo ai risultati e alla mancanza di gioco. Ciò che è emerso dalla gara di ieri è infatti un problema molto più radicato e strutturale, condito da tensione, nervosismo e mancanza di spirito di gruppo. La sintesi l’ha fatta Parolo al termine della gara: “Manca la voglia di sacrificarsi e dobbiamo aiutarci l’un l’altro per tirarci su. Con gli individualismi non si risolve niente e pensarla diversamente sarebbe l’inizio della fine”.  E la testimonianza di tutto questo si è notata intorno alla mezz’ora del primo tempo, quando Murelli, il vice di Pioli, è andato a redarguire a brutto muso Cataldi, reo di essersi messo a ridere in panchina insieme ad altri compagni nonostante la Lazio fosse in svantaggio. È servito l’intervento del team manager Manzini e di Konko per far tornare la situazione alla calma: “Valuto in modo positivo la situazione  –  ha provato a minimizzare Pioli  –  perché in questo momento preferisco gente nervosa che piatta”.

PIOLI SOTTO ESAME  –  Ma la calma è solo apparente, come confermano le critiche al gioco manifestate (neanche troppo indirettamente) al triplice fischio da Candreva: “Per come giochiamo quello con il Palermo è un punto guadagnato. Perché siamo in crisi e andiamo così male? Dovete chiederlo all’allenatore, è lui che prepara in settimana la nostra prestazione della domenica”. Parole velenose, che evidenziano ancora una volta il problema messo in luce da Parolo della mancanza di unità, in questo caso anche tra giocatori e allenatore. Pioli nell’immediato post – partita ha provato a gettare acqua sul fuoco: “È l’amarezza del momento, ci sta. Impossibile essere soddisfatti dopo aver pareggiato in casa”. Per lui e per la squadra inizia una settimana decisiva. Sono tutti sotto esame e anche se al momento non è contemplata l’ipotesi dell’esonero, eventuali risultati negativi con Dnipro, Empoli e Juve porterebbero la società a valutazioni diverse.

SENZA MOTIVAZIONI  –  Al tecnico il compito di riprendere nel minor tempo possibile il comando di una nave che rischia di naufragare. Anche perché preoccupano gli atteggiamenti di tutti i giocatori nell’ultimo periodo, soprattutto dei big. Molti di loro, da Biglia a Candreva, da Felipe Anderson a Marchetti, da Lulic a Klose, avevano deciso di restare alla Lazio per potersi giocare l’opportunità Champions che si erano sudati nella stagione scorsa. Il mercato scelto dalla società non orientato sul passaggio del turno (ma solo sul futuro, comprando giovani di belle speranze) e la successiva eliminazione contro il Bayer Leverkusen hanno generato delusione e un nuovo malcontento, reso ancora più intenso dai risultati negativi dell’ultimo periodo e da una classifica non consona alle aspettative di inizio stagione. E nel circolo vizioso che si è creato, sono parte integrante pure le voci di mercato sui big biancocelesti. Altro elemento di destabilizzazione di un ambiente già fragile di per se e nel caos.

Fonte : La Repubblica

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