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IL PAGELLONE DEL 2015 – Portieri, allenatore e d.s.

Sono passati 4 mesi da quando Laziochannel.it è comparso sul web. Vi ringraziamo perché crescete di settimana in settimana a testimonianza che stiamo lavorando bene. Oggi vi proponiamo il pagellone di fine anno, una rubrica a 4 puntate che analizzerà il rendimento totale dei giocatori biancocelesti da gennaio 2015 a dicembre 2015, ovvero da Lazio Sampdoria della scorsa stagione a Inter Lazio giocata 10 giorni fa. Oggi si parte con portieri, allenatore e direttore sportivo. Buona lettura e se l’articolo vi piace condividetelo sui social network.

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MARCHETTI 5:  “Paro o non paro? Questo è il dilemma”. Diciamo che in questa frase c’è tutto il 2015 di Federico Marchetti. Come spesso abbiamo sottolineato in questi mesi, Federico non è più il portierone di due/tre anni fa. Eppure il nostro “Superman” ci aveva illuso iniziando alla grande la stagione. Con lui in porta l’Olimpico era rimasto inviolato per molti match consecutivi grazie ai suoi salvataggi contro Genoa e Udinese. Ma poi ha deciso di togliere la corazza blu e il mantello rosso per vestire gli abiti di un qualunque portiere medio. Gravi i suoi errori al derby (gol Gervinho sul suo palo) e contro la Juventus (dormita sul gol di Dybala). Oltre alla fiducia persa e i numerosi infortuni il suo voto finale è condizionato (in ribasso) dalle poco eleganti frasi nei confronti dei tifosi laziali rei, secondo lui, di lasciare lo stadio vuoto influenzando e pregiudicando i risultati della squadra.

Marchetti

BERISHA 4,5: “Dottor Jekyll e Mister Hyde” deve essere probabilmente il film preferito di Etrit. Il portiere non ha mai fatto dormire sonni tranquilli alla squadra. Ogni sua presenza da titolare viene vissuta crea panico nei laziali che incrociano le dita affinché non ne combini una delle sue. Il suo 2015, tra campo e panchina è stato negativo. Se in Europa League si trasforma in Jekyll, essendo perfetto e risultando decisivo con parate e buone prestazioni, in campionato è spesso “pessimo e cattivo” come Hyde.  Nel primo scorcio del 2015 è stato decisivo (in negativo) in finale di Coppa Italia. Colpevolissimo sul gol decisivo di Matri con il pallone che si è infilato in mezzo alle gambe e addio ai sogni di gloria. Per par condicio errore clamoroso anche a fine anno contro la Samp. Uscita in stile Wrestling su Muriel: fallo, ammonizione, punizione, gol, pareggio Samp al 93esimo.

Berisha

TARE 5: “Con 10 euro non si mangia in un ristorante da 100″ parafrasando Antonio Conte. Tare lo sa bene e da 8 anni ormai è come uno chef in cerca di ostriche e champagne nei fast food di tutto il mondo. Per questo motivo il suo voto è condizionato dalle acclarate poche risorse economiche messe a disposizione dal presidente Lotito. Il d.s. albanese ha spesso ottenuto applausi per aver portato giocatori come Klose ed Hernanes in biancoceleste, ma non ha ricevuto lo stesso consenso in questo anno solare, acquistando diverse comparse (vedi alla voce Patric, Morrison e Perea). Buco nell’acqua la campagna acquisti 2015, compreso l’acquisto a gennaio di Mauricio. Da valutare Milinkovic-Savic e Kishna che fin qui hanno mostrato prestazioni altalenanti. Oltre al mercato, il problema del direttore sportivo è la poca influenza a livello “politico”e l’incapacità di comunicare coi tifosi.

Igli Tare a Lazio Bayer Leverkusen
© Gianni Barberi

PIOLI 6,5: “(Ri)Eccoti sai ti stavo proprio aspettando, ero qui ti aspettavo da tanto tempo, tanto che stavo per andarmene e invece ho fatto bene…” Avrà intonato la canzone di Max Pezzali il mister Pioli al termine dell’ultima partita vinta contro l’Inter, vedendo ritornare la sua squadra, quella di un anno e mezzo fa, nata cantando l’inno della Lazio in allenamento. La scorsa stagione infatti aveva ottenuto un insperato terzo posto, la finale di coppa Italia e la supercoppa italiana. A conti fatti nessun trofeo alzato, ma il riconoscimento dei laziali e dell’Italia intera come squadra più bella da vedere. Poi d’improvviso tutto pareva finito: giocatori svogliati, confusioni tattiche, sconfitte pesanti e rischio esonero. Prima della sfida contro l’Inter il tecnico sembrava pronto a svuotare l’armadietto visti i risultati negativi in campionato. Ma i tifosi (o perlomeno buona parte di essi) riconoscono in lui la caparbietà, la tenacia e la voglia di uscire dai momenti difficili e per questo l’hanno sempre esentato da colpe. Ha portato la Lazio al primo posto nel gruppo G dell’Europa League e la vittoria del Meazza ha riportato la serenità in quel di Formello. Ora può brindare e mangiare il panettone tanto desiderato. Buon anno Mister.

Pioli Lazio Bayer Leverkusen
© Gianni Barberi

Marco Corsini
Alessio Allegrucci

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