martedì, Aprile 30, 2024

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Lettera aperta a Federico Marchetti

E’ difficile spiegare cosa significa essere laziale a chi non lo vive 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno. Oggi, però, urge spiegarlo ai calciatori di questa Lazio che, anche per colpa di una società assente, ogni tanto dicono e rilasciano dichiarazioni che ci lasciano perplessi.

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É il caso di Federico Marchetti, che alla fine della gara persa contro i campioni d’Italia della Juventus, ai microfoni dei giornalisti ha dichiarato: “I tifosi? Giocare con uno stadio semivuoto non è bello, pensate all’Europa League, capisco che siamo usciti dalla Champions, ma giocare con 3 mila persone diventa difficile anche spiegarlo. In Europa ci siamo andati con sacrificio e sudore, serve una mano anche da parte loro”.

Dichiarazioni che ci sono sembrate fuori luogo. Dove vive il nostro portiere? Non conosce i problemi che la nostra tifoseria sta vivendo con l’attuale gestione e con le disposizione del prefetto? Quanto guadagna Marchetti? Perché dobbiamo andare in una struttura che non ci rende felici?!?! Traffico, assenza di parcheggi, perquisizioni, divisioni, presidenza. Noi, o almeno gran parte del nostro popolo, si è stufato di essere “spolpato” a dovere.

Qui non c’entrano i risultati vergognosi che la Lazio sta collezionando da mesi. Il laziale non ha mai tradito a differenza di chi adesso veste quella maglia e gestisce quella squadra. L’uscita a vuoto di Marchetti sulla tifoseria biancoceleste è palese e anche ingenua.

E’ mortificante ascoltare certe dichiarazioni che rispettiamo ma che non possiamo né condividere, né tantomeno accettare. Nessuno tra i giocatori ha mai espresso, o teso una mano verso i tifosi. Su nessuna questione, voi prendete il vostro lauto stipendio e non sapete nemmeno cosa sia la Lazio e la Lazialità. Perché nessuno ha mai sottolineato che dividere la curva Nord potrebbe essere uno sbaglio? Perché nessuno parla di Lotito che viene schernito da tutta Italia? Noi capiamo il gioco delle parti, però caro Federico questa te la potevi risparmiare. Noi non andiamo allo stadio perché ci siamo stufati di essere trattati come carne da macello da una società che non ci rispetta e rispecchia per nulla. Noi siamo liberi di fare le nostre scelte, e siccome il 90% dei laziali è unito da un unico pensiero, crediamo che sia meglio che tu ti concentri a fare il tuo mestiere piuttosto che parlare di questioni che non conosci.

Come hai detto tu giocare con 3 mila persone diventa difficile anche spiegarlo. Credo che non sia così difficile, visto che a spiegarlo davanti ai microfoni di tutta Italia è stato Gianluigi Buffon, un vero numero uno dentro e fuori dal campo che ha capito e centrato subito la questione. Come mai le parole di Gigi Buffon hanno fatto breccia nei cuori dei sostenitori capitolini mentre le tue no? “E’ un colpo al cuore vedere uno stadio senza tifo. Solidarietà ai tifosi della Lazio per quello che stanno vivendo allo stadio” ha affermato il portiere della Nazionale a fine match. Grazie Gigi Buffon. Si può sbagliare, ma tu Federico hai sbagliato tantissimo.

Noi come redazione, ci auguriamo che un giorno capirai cosa sta succedendo alla nostra tifoseria. Un giorno torneremo allo stadio… Tu tornerai nella tua terra di origine e ricorderai con affetto i trascorsi nella capitale e la Lazio resterà un dolce ricordo professionale. Noi siamo nati e moriremo nella città eterna, con la Lazio che tutti i giorni rappresenta passato, presente e futuro, per le famiglie che da anni vivono questa passione che travalica i confini della quotidianità. Questa è la differenza, questa è la nostra idea di Lazio. Quando vedete i tifosi in trasferta, continuate a non salutarli, fate come sempre. Tanto ormai si è capita l’antifona… Mai una maglia lanciata verso quel settore ospiti, mai! Come a Bergamo, quando dopo due ore di pioggia battente, non avete fatto nemmeno un metro per quei ragazzi che stavano lì sotto, solo e soltanto per un ideale. Un ideale chiamato S.S. Lazio. Tu pensa a parà…

Alessio Allegrucci e Davide Sperati

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