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Caso Cucchi – Sospensione dell’incidente probatorio

Rinviato al 24 marzo prossimo l’inizio dell’incidente probatorio per il caso Cucchi. Fissato per ieri mattina a Bari, avrebbe dovuto accertare la natura, l’entità e l’effettiva portata delle lesioni subite da Stefano Cucchi, il 31enne romano morto, una settimana dopo il suo arresto per droga, all’ospedale Pertini il 22 ottobre 2009.

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Gli esperti hanno deciso per il rinvio a seguito dell’esposto presentato contro il professore Francesco Introna, capo del collegio dei periti, dai familiari del giovane nei giorni scorsi. Molti dubbi sono stati sollevati da parte della famiglia Cucchi e del suo avvocato, Fabio Anselmo, sulla trasparenza del medico legale nominato dal gip, il professionista che deve valutare le nuove carte che dimostrerebbero un nesso di causalità tra il decesso e le botte subite dal ragazzo da parte dei carabinieri della stazione Appia, cinque dei quali indagati nell’inchiesta bis. Quel che è emerso in più è che lo scorso 29 gennaio tra le domande poste dal gip Elvira Tamburelli al medico legale ce ne è una davvero “particolare”, ossia se è vero che fa parte della massoneria. Introna ha ammesso di aver aderito a una loggia in passato e di non essere, in questo momento, un membro “in sonno”. L’avvocato dei Cucchi a questo punto ha presentato una denuncia, nella quale invece ci sarebbero le prove che Introna è in realtà ancora un massone. Il pm Giovanni Musarò, per verificare la posizione del medico legale, ha chiesto allora la sospensione dell’incidente probatorio, accordata oggi dal gip Tamburelli. Nel caso Introna avesse mentito di fronte al gip, come sostengono i Cucchi nella denuncia, la procura dovrà aprire un’indagine contro il professionista.

Il solo annuncio dell’incidente probatorio e della nomina del collegio dei periti aveva scatenato diverse polemiche dato che il capo dei consulenti di parte civile, Vittorio Fineschi, aveva rinunciato all’incarico per motivi personali legati anche a dissapori precedenti con lo stesso Introna. L’atto istruttorio era stato disposto dal gip Tamburelli, nell’ambito dell’inchiesta bis sulla morte di Cucchi, che vede indagati cinque carabinieri, tre per lesioni personali aggravate e abuso d’autorità (Alessio di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco), e due per falsa testimonianza (Vincenzo Nicolardi e Roberto Mandolini).

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