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Peruzzi & Immobile: lezioni di greco in una giornata di Lazio

Ci avete fatto caso? Ogni estate, quando impazza l’esame di maturità, le sorti di tutta Italia sembrano stringersi attorno a quelle dei poveri studenti. Laziochannel ama andare controcorrente e vuole dare una mano a chi invece non è uscito dal tunnel della maturità, ma si trova invece a passare un’afosa estate riparando qualche materia.

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In particolare il greco, perché no? In finale a scuola, non ce ne voglia il presidente Lotito, per noi che abbiamo fatto il classico era più divertente del latino. Più ostico foneticamente, con un nuovo alfabeto da imparare, ma la cultura greca nasconde storie e leggende ancora attuali oggi ad oltre duemila anni di distanza.

Per cui, giovani amici laziali, listen & repeat: non è una lezione di magic english, ma nel raccontarvi il momento Lazio attraverso alcuni proverbi dell’antica Grecia, magari a settembre vi facciamo anche fare bella figura coi professori.

Cominciamo da:

  • Ἄλλα μὲν Λεύκων λέγει, ἄλλα δὲ Λεύκωνος ὄνος φέρει.
Una cosa è quel che dice Leucone, un’altra quel che porta l’asino di Leucone.

Leucone era Signore di Panticapeo nel Bosforo Cimmerio. Una sorta di Lotito dei tempi che furono: il detto in questione è un po’ un modo per avvertire di fare attenzione alle promesse. Una cosa sono le parole, un’altra i fatti. Bello pensare a un club manager come Peruzzi, quella figura di raccordo tra squadra e società che era mancata a Stefano Pioli un anno fa, per gestire la polveriera dello spogliatoio. Ma con i fatti il beneamato “cinghialone” riuscirà a tenere testa al vulcanico patron e all’irascibile Tare (che non per niente ha ripreso a fare mercato solo come piace a lui?). Bielsa è durato una settimana scarsa: Peruzzi non è loco, ma neanche fesso, per dire (chissà se c’è un proverbio greco anche per questo).

  • Ἀγναμπτότατος βάτος αὖος.
Un rovo secco non si può piegare.

L’arrivo di Ciro Immobile ha riportato un pizzico d’entusiasmo in un ambiente ultradepresso. Per quanto magari non si possa essere d’accordo, considerando Ciruzzo un buon attaccante, tutt’altra pasta rispetto agli Alfaro, Perea e Djordjevic di recente importazione, ma non un campione tale da far scaldare i cuori, questo è l’umore che va registrato ad oggi. Niente di nuovo sotto il sole: serve una catastrofe per convincere la società ad agire in un certo modo. Improvvisamente, passata la linea rossa con Bielsa, arrivano nuove figure dirigenziali e nuovi acquisti. Non si può far cambiare idea a chi è duro di carattere: è questo il senso del detto, di un film già visto in dodici anni: salti di qualità mancati, improvviso e perentorio decisionismo quando la situazione si fa bollente. Ai laziali che già sognano i gol di Ciruzzo non biasimiamo nulla, il perché lo spieghiamo nel prossimo proverbio.

  • Ἄκαιρος εὔνοι’ οὐδὲν ἔχθρας διαφέρει.
Un amore inopportuno non è diverso dall’odio.

I laziali non odiano: i laziali mutano il loro amore se vedono delle interferenze frapporsi tra di essi e l’oggetto del loro amore. Ovvero la Lazio: tra chi rifiuta sdegnoso di tornare allo stadio anche se arrivasse Cristiano Ronaldo e chi con Immobile e Peruzzi sente già battere di nuovo il cuore, non vi è differenza. Siamo tutti laziali, tu che insulti il filo-societario ad oltranza, così come tu che bolli come gufi quelli che non ne possono davvero più. Stiamo vivendo lo stesso amore, solo in maniera inopportuna. Perché manca chi dei laziali dovrebbe farsi vanto, e non schermirsi da essi.

  • Ἂν μὴ παρῇ κρέας, τάριχον στερκτέον.
Se non c’è carne, bisogna accontentarsi della sardina.

Sin troppo facile: bisogna accontentarsi di quel che passa il convento. Soprattutto i meno giovani, abituati negli anni ruggenti a pasteggiare a Nedved e Veron, ovvero a caviale e champagne, ora per un Peruzzi dietro la scrivania e un Immobile in campo si trovano a sdilinquirsi come neanche per Bobo Vieri preso su uno yacht. Giusto o sbagliato? Nello spirito dell’Antica Grecia noi pratichiamo l’ἐποχή, ovvero la sospensione del giudizio.

  • Ἀλλ’ οὐδὲν δεῖ παρὰ τὸν βωμόν βαστάζειν τὰς ἐπινοίας.
Ma non bisogna che tu decida sull’altare.

Ovvero, ogni decisione va presa al momento giusto, e non in corsa. La paura è quella: l’ostracismo totale del popolo laziale sta portando la società a prendere decisioni di “pancia” come mai era avvenuto. Bene o male, la presidenza aveva sempre tenuto il punto: il cambiamento sarebbe ben accetto se non apparisse improvvisato. Se lo sarà davvero, solo il campo potrà dirlo, ma l’impressione è che si stia seguendo un canovaccio più che un vero e proprio copione.

  • Ἅλας ἄγων καθεύδεις.
Porti sale, e dormi.

Se siete arrivati fin qui, ve lo diciamo, a settembre sarete promossi, e anche a giugno prossimo. Avete pazienza e curiosità, che dell’antica Grecia erano pilastri. Chiudiamo comunque con un detto che significa, sostanzialmente: “fai il coglione in una situazione molto, molto critica”. Ecco, se Peruzzi sarà veramente una figura voluta e responsabilizzata, se Immobile sarà veramente il bomber giusto al momento giusto, se i difensori centrali brasiliani tanto inseguiti terranno fede alle loro promesse, non potremo che esserne felici. L’importante è che le cose non vengano fatte con leggerezza e improvvisazione. Più facile a dirsi che a farsi, al momento: e se c’è diffidenza verso le mosse societarie, non è solo mancanza di entusiasmo, ma solo insegnamento degli antichi. Nell’Eneide d’altronde si diceva:

Timeo Danaos et dona ferentis

Che infatti non è greco, ma latino. Temo i greci anche quando portano doni.

Nessuno come i laziali lo ha imparato, ultimamente.

Fabio Belli

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